Editoriale: crisi della legalità e dell’etica pubblica a Roma, quale immagine della città? PDF Stampa E-mail

Le notizie degli ultimi tempi ci stanno consegnando l’immagine di una città  in grave crisi di identità e che soprattutto sembra precipitare in una situazione di progressivo e veloce declino morale.
Con ciò non bisogna intendere la volontà di fare delle critiche moralistiche ma solo la necessità di osservare quanto sia brutta la situazione, che ormai quotidianamente tutti i cittadini romani e non osservano e vivono.
Gli episodi di malcostume, di violenza, di corruzione e di degrado sono ormai continui e non sembra che l’andamento attuale segni inversioni di tendenza, anzi.

Il terreno di coltura di questa situazione risiede nel venir meno del rispetto elementare delle regole del vivere civile, del venir del rispetto delle persone verso se stesse e della propria dignità, del familismo amorale all’ennesima potenza, che ha come effetto una parentopoli continua e pervasiva, che distrugge ogni senso del merito, della capacità, dell’onestà.
Sembra di essere di fronte ad un virus autodistruttivo che ha colpito ed infettato la nostra società.
Se poi si pensa al caso dell’attuale Ministro della Funzione Pubblica (già Capo di Gabinetto dell’ex Ministro Brunetta) - ovvero colui che scrive le norme contro la corruzione nella PA e per la moralizzazione dei dipendenti pubblici - il quale pur essendo in possesso di ben sei immobili, come da lui stesso dichiarato, ha prima preso in locazione un appartamento dall’INPS, in uno stabile al centro di Roma con vista sul Colosseo e si è dato poi da fare in occasione delle vendita ai locatari (le famose cartolarizzazioni che hanno depauperato il patrimonio pubblico accumulato con i soldi dei lavoratori dipendenti quali operai ed impiegati), per far dichiarare l’edificio come fatiscente e pagarlo l’equivalente di un box auto, grazie ad un ricorso inoltrato al Consiglio di Stato e giudicato a lui favorevolmente da una sezione giudicante di cui lui stesso era membro, in quanto Consigliere di Stato, lo scoramento sembra non trovare un fondo sul quale potersi fermare.
Senza affrontare i singoli casi è opportuno necessario ricordare i principali fronti della crisi ormai quotidiana:
  • i servizi sanitari sono peggiorati in modo drammatico, le strutture ospedaliere e i pronto soccorso sono ormai al collasso permanente e appare quanto mai insultante la giustificazione di quanti politici e medici, sovente ci dicono che la causa sta nel fatto che le persone che stanno male vanno ai pronto soccorso. E dove mai dovrebbero andare? Starsene a casa quieti a soffrire o a morire dopo magari aver lavorato un vita intera?
  • il trasporto pubblico è peggiorato rispetto al passato: mezzi inadeguati alla situazione, sporchi e meno frequenti mentre al contempo il loro costo aumenterà in modo rilevante nei prossimi mesi mentre le retribuzioni rimarranno inesorabilmente al “palo”;
  • lo spaccio della droga e il racket che taglieggia il commercio, sono realtà divenuti fenomeni endemici e pervasivi, che non risparmiano nessun quartiere della città, vedere il caso di Prati, Della Vittoria e Trionfale con delitti accaduti persino in via Col di Lana di fronte al mitico Teatro 10 della Rai dove si registrano le trasmissioni più importanti;
  • infine ma non ultima una parentopoli velenosa come il cianuro, che inquina ogni settore della Pubblica Amministrazione, uccide il merito, la competenza e l’onestà.
Ma gli ultimi fatti riguardano una realtà che coinvolge e preoccupa da vicino per la sua portata, molti dipendenti dell’Amministrazione Capitolina: la drammatica situazione dell’IPA Istituto di Previdenza ed Assistenza dei dipendenti comunali, dell’AMA e del Comune di Fiumicino.
 

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