Nuove figure professionali del Comune di Roma PDF Stampa E-mail

 

Le conclusioni della Presidenza del Consiglio Europeo, tenuto a Lisbona nel marzo 2000, ponevano un obiettivo strategico per il nuovo decennio:

1. predisporre il passaggio verso un’economia basata sulla conoscenza,
2. modernizzare investendo sulle persone, concetti ripresi al Consiglio Europeo di Barcellona del marzo 2002 per lanciare un’economia basata sulla conoscenza, e si ritrovano inseriti anche nel programma del Sindaco di Roma.
Queste dichiarazioni sanciscono la fine dei residui del Taylorismo e dell’organizzazione scientifica del lavoro, fondata prevalentemente sulle mansioni e nata per gestire l’inserimento di manodopera non qualificata facilmente sostituibile, soprattutto non pensante, e in
prospettiva promuovono, invece, l’approccio alla valorizzazione delle competenze come soluzione organizzativa ed il sistema premiante quale imput motivazionale per raggiungere i nuovi obiettivi, piuttosto che l’assolvimento di compiti, creando accanto a quelle tradizionali la categoria dei lavoratori della conoscenza.
Tale sviluppo modifica principalmente la struttura piramidale, verticalizzata e gerarchizzata in una struttura organizzata sul modello adhocratico, a forma di diamante ( vedi
esperienza INPS ) provocando una serie di impatti e ripercussioni a catena sulle relazioni personali e sui modi di intendere il lavoro.
Questo modello ha portato, infatti, ad una significativa contrazione della dirigenza, dove nel flusso procedimentale non crea valore aggiunto rispetto al forte sviluppo delle professionalità, ed infine alla sostanziale eliminazione delle posizioni di lavoro a più basso contenuto di professionalità, gradualmente interessate da processi di automazione.
E’ chiaro che la valorizzazione del knowledge wolker che può essere definito “primus inter pares”, nella gestione della conoscenza, si trova in rotta di collisione con le relazioni basate sul command and control, funzionale solo in una rigida scala gerarchica basata sulle mansioni, piuttosto che su rapporti Peer to Peer funzionali nei rapporti professionali e necessari per il reciproco scambio di conoscenza dove la gerarchia è accettata in quanto autorevolezza riconosciuta e misurata dal sapere e dall’esperienza.
Le recenti concezioni delle organizzazioni pongono l’accento, quindi, sulla centralità dei processi di creazione e diffusione della conoscenza al loro interno e sullo sviluppo delle competenze quale tema del knowledge management, strumento utilizzato dalle imprese che hanno investito nel capitale intellettuale fin dai processi di rimodulazione degli anni ’90 nella consapevolezza che non può esistere sviluppo economico senza la valorizzazione degli assetti intangibili.
Si può concludere che per gestire le fasi di cambiamento le organizzazioni fondano le loro azioni sulla conoscenza e sulle competenze, accorciando i passaggi tra progetto strategico, esecutivo ed operativo, nella consapevolezza di agire su più livelli in quanto si mette in moto un percorso di modernizzazione orientato inevitabilmente verso una organizzazione corta e piatta a basso consumo: energetico, economico e di tempo.
E’ proprio la richiesta di nuove risposte e di nuove esigenze da parte della comunità come la riduzione dei costi amministrativi sopportati dagli operatori stimati intorno al 1,5% del Pil e che quindi individuano la semplificazione quale strumento necessario alla competizione tra regimi normativi, e l’eco-efficienza quale acceleratore di qualità, spingendo l’organizzazione dell’ente locale verso una ringegnerizzazione delle proprie attività basate su nuovi saperi e conoscenze acquisibili attraverso la formazione, come attentamente sottolinea la direttiva sulla formazione emanata il 13-12-01 dal Ministero della Funzione Pubblica.
Ricordo questi passaggi per evidenziare, per esempio, come le novità introdotte dal nuovo Regolamento (C.E.) 761/2001, spostando i requisiti necessari per acquisire la certificazione ambientale dal sito all’organizzazione non fanno che confermare un atteggiamento di fondo basato sulla necessità di gestire i processi in cui la materia prima non è altro che la conoscenza.
Nuove attività, non certificate dagli attuali corsi di laurea, si affacciano dunque sul mercato del lavoro sconvolgendo le qualifiche professionali, articolate nella pianta organica, che necessitano urgentemente di essere attualizzate ai processi gestionali.
Insomma non si può pensare alla governance senza l’introduzione di knowhow appropriato e continuare con concorsualità impostate sulle traiettorie condizionate dalla gabbia della dotazioni organiche per livelli rivelando la poca conoscenza del cambiamento in atto nel mondo del lavoro.
Soprattutto dopo aver introdotto il nuovo ordinamento professionale senza successivamente adeguarlo alle competenze ed ai nuovi saperi ipotecando la possibilità dello sviluppo e ponendo le premesse per un fallimento più o meno cosciente.
E’ giusto quindi continuare e migliorare l’esperienza avviata con ITACA per proporre all’Amministrazione le esigenze formative che più fortemente vengono espresse nel lavoro
quotidiano,ed in coerenza con le linee d’indirizzo lanciate dall’amministrazione soprattutto sul tema dello sviluppo sostenibile:
• Assessor servizi per ottenere la qualificazione come “Esperti di Settore” per la valutazione di Sistemi Qualità nei servizi professionali d’impresa e nel comparto dei servizi
• Security per l’organizzazione e la gestione di un sistema di sicurezza sul posto di lavoro
• Consulente Beni Culturali per tematiche manageriali riferite alla gestione dei beni culturali
• Vision 2000 per approfondire il sistema Qualità e per fornire una guida per passare dalle procedure ai processi
• Ecoaudit per acquisire la conoscenza ed i criteri nelle procedure di verifica dei sistemi di Ecogestione e qualificarsi come “Esperti di Settore” del Sistema di Gestione Ambientale.
• Ecobilancio per qualificarsi come verificatori economici con competenze amministrative e finanziarie di Sistemi di Gestione Ambientale
•Auditor ambientale interno per svolgere attività di audit nello stabilire la conformità/non conformità delle norme dei sistemi di gestione.
Pensiamo, dunque, di promuovere una formazione documentata dalla certificazione delle professionalità attestante i requisiti necessari per operare in un determinato settore di attività, rilasciata da un Organismo di Certificazione in conformità alla norma europea EN 45013.
La certificazione delle professionalità essendo sottoposta a verifiche periodiche per comprovare il continuo miglioramento ed il rispetto del codice deontologico offre una garanzia preventiva e continua sia per il committente che per il professionista.
L’esempio, dunque, che “potrebbero” dare gli enti pubblici, su questi indirizzi, aggiornando la propria organizzazione passa attraverso l’ introduzione di nuove figure professionali ad alto valore aggiunto, ed è titolo necessario sia per modernizzare la propria azione amministrativa, sia, nello specifico del settore ambientale, per trainare e convincere le organizzazioni produttive ad iniziare un percorso volontario nella prospettiva di rapporti più agevoli e meno conflittuali con l’intorno. La formazione costituisce quindi uno dei
processi abilitanti fondamentali per le prestazioni delle persone (somma di conoscenza di base + esperienza + abilità + formazione ) e diviene pertanto un generatore di valore per l’organizzazione e di crescita del fattore umano nonché della spinta motivazionale ad integrazione di quella economica.
Ogni parte della struttura comunale deve essere sottoposta ad un serio esame critico teso ad individuare tutto ciò che tende alla diseconomicità ed allo spreco occulto delle risorse esistenti e nella fase di redazione della relazione preliminare è il momento per trovare soluzioni ipotizzando diverse forme di gestione in cui può inserirsi in parallelo l’analisi ambientale propedeutica al sistema di gestione ambientale,o l’analisi dei costi delle attività e non per centro di costo, per costruire un bilancio ambientale. PROGETTO DI FORMAZIONE Premesso che il paragrafo 28 dell’Agenda 21 attribuisce alle Autorità Locali un ruolo centrale per il raggiungimento degli obiettivi sottoscritti alla Conferenza Mondiale delle Nazioni Unite su Ambiente e Sviluppo e che approvati questi indirizzi l’Amministrazione Comunale ha prodotto il Piano di Azione Ambientale in cui sono previste delle azioni finalizzate alla sostenibilità dello sviluppo tra cui la promozione di sistemi di gestione ambientale.
Che la gestione della variabile ambientale può portare effetti positivi su:
- economie di costo generate da una maggiore efficienza ambientale
- stabilità di lungo periodo dovuta all’anticipazione sui vincoli legislativi
- miglioramento dell’immagine
- semplificazione delle procedure
- buon vicinato con l’ambiente esterno
- vantaggio di prima mossa soprattutto per le imprese produttive
La variabile ambientale è ormai un obiettivo sia delle pubbliche amministrazioni che delle imprese orientate verso l’eco-efficienza e quindi verso il superamento del command and control e verso l’acquisizione su base volontaria del miglioramento continuo.
La figura del Valutatore ambientale introdotta con il Regolamento EMAS è centrale per l’implementazione del sistema di gestione ambientale ed è quindi individuata quale knowhow necessario per presidiare il processo lungo l’intera filiera del prodotto/servizio.
L’aggiornamento dell’attuale caratteristica organizzativa del Comune di Roma disegnata su una configurazione gerarchizzata e su mansioni ed in definitiva su rapporti command and control piuttosto che su forme di relazione basate su vision condivise, è ormai proiettato verso la costruzione di forme organizzative privatistiche, e rende quindi necessario inserire, nei regolamenti delle nuove Spa, il sistema di gestione ambientale come volontà costitutiva e volano di miglioramento continuo.
I ruoli necessari, quantificabili in 20 Municipi e 24 agenzie, istituzioni e spa, dovranno essere individuati nell’ambito dei profili professionali, delle esperienze, delle abilità attraverso lo strumento del Bilancio delle Competenze per avviare un processo cosciente di crescita sia personale che dell’organizzazione.
I costi previsti attraverso gli attuali canali della formazione variano da un max di euro 125.000,00 circa a posssibili abbattimenti e riduzioni se effettuati “in casa” con società accreditate dal Sincert che certificano i requisiti secondo la direttiva del Ministero della Funzione Pubblica OBIETTIVI Implementare un sistema di gestione ambientale ridisegnando gli assetti dell’organizzazione sia per l’avvio di un procedimento gestionale trasversale sia per la semplificazione attraverso l’ingegneria della conoscenza. Introdurre, quindi, nella cornice della
lerning organization, la figura di auditor ambientale, accompagnata o complementare a skill di tipo a T per integrare un sapere specifico con la padronanza dei processi. Individuazione di obiettivi concreti, quantificabili, misurabili ed effettivamente raggiungibili. Introdurre nella nuova configurazione del Comune di Roma, nei regolamenti di S.p.a. e nei Municipi, la volontà di implementare un S.G.A. Interfaccia tra l’Amministrazione ed i soggetti che hanno avviato od intendono avviare il percorso volontario di acquisizione della certificazione ambientale. AZIONI Incremento delle fasi di in-formazione e revisione con la collaborazione esterna del Formez.
Conseguentemente costruire lo skill della nuova figura professionale interna con requisiti adatti alla gestione di processi di Knowlwgdegovernance.
Corso di formazione per valutatore e progettista di sistema ambientale presso organismi accreditati che oltre alla formazione garantiscono la certificazione della figura professionale (costo euro 2.500,00 cadauno).
Operare contestualmente sia sulla spirale del cambiamento continuo che sulla spirale della conoscenza in un processo dinamico e ciclico :
socializzare il sapere tacito e codificare il sapere esplicito. ASSI OPERATIVI Forum all’interno del piano d’azione ambientale,coinvolgendo i consorzi industriali, per la costruzione di un network finalizzato alla gestione di waste superando i vincoli di economie di scala e pensando ad approcci integrati per la gestione delle acque dei rifiuti e della sicurezza, creando flussi stabili di riciclaggio tra aziende appartenenti allo stesso distretto.
Introdurre lo strumento della contabilità ambientale sia finanziaria per la stima delle passività sia gestionale per ottimizzare la performance ambientale, per costruire una matrice di valutazione tra obiettivi e strategia.
Avviare un rapporto per controlli non solo sanzionatori con le imprese ma con funzione di consulenza introducendo un sistema premiante superando la conflittualità “burocratica”.
Sviluppare la dimensione ambientale come differenziale competitivo superando la logica della tutela e prevenzione ambientale come costo, ma come opportunità per ottimizzare i processi produttivi ed adeguate pratiche gestionali per creare “valore intrinseco”.
L’obiettivo è la sottoscrizione da parte delle imprese di un impegno nella riformulazione delle modalità di business, di ridisegno dei prodotti e dei processi e di ristrutturazione dei modelli organizzativi in funzione di un impatto ecologico più sopportabile.

 

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