Pubblica Amministrazione: Comuni, nuovo allarme tagli Stampa
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La tormentata vicenda dell’Imu dei terreni complica la vita ai bilanci dei Comuni, con una perdita secca di 100 milioni all’anno per la differenza fra il gettito reale assicurato dalle regole traballanti dell’imposta sui terreni e il taglio al fondo di solidarietà che avrebbe dovuto solo “compensarlo”.

Il problema si era già affacciato in relazione al 2014, e aveva portato a una compensazione parziale, ma per quel che riguarda lo scorso anno i calcoli parlano di un entrata da 130 milioni di euro a fronte di un taglio di 230. Ma non sono i numeri complessivi a dare la dimensione del fenomeno, che si concentra in una serie di Comuni medio-piccoli particolarmente colpiti dalla giostra dei parametri sugli enti «montani», «parzialmente montani» e «non montani». Per il 2015 non è prevista nessuna verifica ex post, che viene però ora chiesta a gran voce dai sindaci in una lettera al governo in cui il presidente dell’Anci Piero Fassino e il delegato alla finanza locale Guido Castelli evidenziano il rischio di tagli-ombra per circa 1.800 Comuni.

Un allarme parallelo, intanto, viene lanciato dall’Ifel, l’Istituto per la finanza e l’economia locale, sulle compensazioni del mancato gettito Imu che si verificherà a partire dal 2016 per l’esenzione riconosciuta dalla manovra ai macchinari imbullonati delle imprese. Il punto non è l’uscita dall’Imu dei macchinari, chiesta a gran voce dalle imprese, ma i 155 milioni messi sul piatto per indennizzare i Comuni, calcolati dal governo escludendo le unità immobiliari con le rendite più basse. A suggerire il problema, per esempio, c’è il fatto che più di un quarto dei 477mila immobili di categoria D1 (quelli che il Catasto chiama «opifici») hanno una rendita inferiore a 100 euro, perché in questa categoria rientrano le cabine di trasformazione dell’energia.

Ma è l’impostazione «forfettaria» della stima, inevitabile in assenza di una banca dati sul tema, ad alimentare l’allarme dell’Ifel, che sottolinea in particolare due problemi. L’indennizzo, prima di tutto, è uguale negli anni, mentre è probabile che richieste di revisione della rendita arrivino anche nel 2017, abbassando ulteriormente gli incassi rispetto a quest’anno. Il meccanismo, poi, non prende in considerazione i fabbricati accatastati dal 2016 ma già esistenti e soggetti all’Imu in base ai valori contabili.

Fonte: ilSole24Ore.it 

 
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