Governo: D.l. 66/2014, Irpef/spending review, approvazione con fiducia al Senato Stampa
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Con 159 voti favorevoli e 112 contrari, l’Assemblea del Senato ha accordato la fiducia al Governo che l’aveva chiesta sull’approvazione del maxiemendamento interamente sostitutivo del d.l. su competitività e giustizia sociale, comprensivo delle modifiche approvate nelle Commissioni riunite.

Il provvedimento, che deve essere convertito in legge entro il 23 giugno, passa ora all’esame della Camera.

Il testo è stato integrato con alcuni aggiustamenti di copertura indicati nella relazione tecnica (articoli 16, 20, 21 e 50).

Noto come “Bonus Irpef”, il decreto prevede, a sostegno della domanda interna, una riduzione del cuneo fiscale per il lavoratori dipendenti e misure per accelerare il pagamento dei debiti delle pubbliche amministrazioni. Tra le misure fiscali anche la riduzione delle aliquote Irap, l’aumento del prelievo sulle rendite finanziarie e gli impegni del Governo per la riduzione dell’evasione fiscale. Per contenere la spesa pubblica sono previsti tagli ai Ministeri, contributi alla finanza pubblica da parte di enti locali e organi costituzionali, la fissazione di un tetto alle retribuzioni dei dipendenti pubblici.

L’articolo 1 riconosce un credito di 640 euro ai lavoratori dipendenti, se il reddito complessivo non supera 24.000 euro. La disposizione si applica solo nel 2014, in attesa di un intervento di carattere strutturale, da attuare con la prossima legge di stabilità. L’articolo 2 opera una riduzione di circa il 10 per cento delle aliquote IRAP.

L’articolo 3 modifica la tassazione delle rendite finanziarie, fissando nella misura del 26 per cento, in luogo del 20 attualmente previsto, l’ammontare delle ritenute su dividendi, plusvalenze, interessi su depositi e conti correnti; sono esclusi titoli di Stato, buoni di risparmio postali, fondi pensione.

L’articolo 8 prevede che le amministrazioni pubbliche riducano la spesa per acquisti di beni e servizi per un ammontare complessivo pari a 2.100 milioni di euro per gli anni 2014 e 2015.

L’articolo 13 pone un limite massimo per il trattamento economico annuo onnicomprensivo per i pubblici dipendenti e per il personale della società partecipate. La soglia retributiva è quantificata in 240.000 euro, al lordo dei contributi previdenziali e assistenziali e degli oneri fiscali a carico del dipendente.

L’articolo 16 prescrive un obiettivo di risparmio pari a 240 milioni per i Ministeri e la Presidenza del Consiglio dei ministri.

L’articolo 17 prescrive che Presidenza della Repubblica, Senato della Repubblica, Camera dei deputati e Corte costituzionale riducano, per l’anno 2014, le proprie spese per un importo complessivo di 50 milioni. Riduce inoltre di 5,5 milioni di euro, per l’anno 2014, le spese di funzionamento del Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro e degli organi di autogoverno della magistratura ordinaria, amministrativa e contabile.

L’articolo 19 prevede che le Province e le Città metropolitane, per effetto della loro riorganizzazione, assicurino un contributo alla finanza pubblica pari a 100 milioni di euro per l’anno 2014, a 60 milioni di euro per l’anno 2015 e a 69 milioni di euro a decorrere dall’anno 2016.

L’articolo 20 stabilisce che le società direttamente o indirettamente controllate dallo Stato realizzino, nel biennio 2014-2015, una riduzione dei costi operativi non inferiore al 2,5 per cento nel 2014 e al 4 per cento nel 2015.

L’articolo 21 prevede che la società RAI S.p.A possa cedere sul mercato quote di società partecipate, garantendo la continuità del servizio erogato. Le somme destinate alla RAI sono ridotte, per l’anno 2014, di 150 milioni di euro.

L’articolo 25 anticipa al 31 marzo 2015 l’obbligo di fatturazione elettronica per i pagamenti dovuti dalle pubbliche amministrazioni. Gli articoli da 28 a 32 incrementano il fondo per il pagamento dei debiti certi, liquidi ed esigibili degli enti locali.

L’articolo 33 prevede un’anticipazione di liquidità per i comuni in dissesto finanziario. Gli articoli da 34 a 36 recano norme per assicurare l’effettività dei pagamenti dei debiti sanitari.

L’articolo 37 introduce strumenti per favorire la cessione dei crediti certificati da parte di pubbliche amministrazioni diverse dallo Stato e istituisce il Fondo per la copertura della garanzia dello Stato, cui sono attribuiti 150 milioni di euro.

L’articolo 47 stabilisce che le province e le città metropolitane assicurino un contributo alla finanza pubblica pari a 444,5 milioni di euro per l’anno 2014, a 576,7 milioni per l’anno 2015 e a 585,7 milioni per ciascuno degli anni 2016 e 2017.

L’articolo 48 prevede che per gli anni 2014 e 2015, nel saldo rilevante ai fini del rispetto del patto di stabilità interno, non siano considerate (nel limite massimo di 122 milioni di euro) le spese sostenute dai comuni per interventi di edilizia scolastica.

L’articolo 50 prevede che le spese per l’acquisto di beni e servizi dei Ministeri siano ridotte di 200 milioni di euro annui per l’anno 2014 e di 300 milioni di euro a decorrere dal 2015; sono escluse le spese per il funzionamento delle istituzioni scolastiche. In merito all’attuazione delle disposizioni concernenti il pagamento dei debiti delle pubbliche amministrazioni, si autorizza l’emissione di titoli di Stato per un importo fino a 40.000 milioni di euro per l’anno 2014. Il comma 9 incrementa i livelli massimi del saldo netto da finanziare (da 39,1 miliardi di euro a 59,1 miliardi) e del ricorso al mercato finanziario (da 300 miliardi di euro a 320 miliardi), per l’anno 2014. Il comma 11 prevede il monitoraggio sulle maggiori entrate IVA derivanti dalle misure concernenti il pagamento dei debiti delle pubbliche amministrazioni. Qualora emerga un andamento che non consente il raggiungimento dell’obiettivo di maggior gettito, pari a 650 milioni di euro per l’anno 2014, il Ministro dell’economia e delle finanze, entro il 30 settembre 2014, dovrà stabilire un aumento delle accise.

Nell’area documenti Quadrinet: AS 1465 - Conversione in legge del decreto-legge 24 aprile 2014, n. 66, recante misure urgenti per la competitività e la giustizia sociale - 24.04.2014 

Fonte: legautonomie.it

 
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