Corruzione nella PA: per gli statali scatta il divieto di ricevere regali PDF Stampa E-mail
Pubblica Amministrazione

 Per gli statali scatta il divieto di accettare regali, compensi o favori in cambio di servizi: lo ha deciso il Governo approvando l’articolo 1 contenuto nel disegno di legge anti corruzione, che adesso passa al vaglio del Senato. Con 502 si e 2 no, il disegno di legge introduce alcune novità importanti per i dipendenti pubblici, al fine di contrastare il fenomeno della corruzione nella Pubblica Amministrazione.

Il Governo ha infatti accolto, sebbene con alcune modifiche, un emendamento presentato dal deputato Udc Pierluigi Mantini e relativo al divieto per i funzionari della PA di ricevere qualsiasi tipo di "compenso” extra per l’espletamento di una mansione o di un servizio.

«Divieto per tutti i dipendenti pubblici di chiedere o accettare, a qualsiasi titolo, compensi, regali o altre utilità, in connessione con l'espletamento delle proprie funzioni o dei compiti affidati, fatti salvi i regali d'uso, purché di modico valore e nei limiti delle normali relazioni di cortesia.»

Il disegno di legge introduce anche l'Autorità Nazionale per contrastare i casi di corruzione nella PA, come anche l’attuazione di un Piano di prevenzione da applicare in tutti i settori pubblici. La proposta di Mantini prevedeva, tuttavia, l’estensione del divieto anche agli amministratori, nello specifico sindaci e assessori, tuttavia il Ministro Filippo Patroni Griffi ha ritenuto opportuno rimandare questa decisone al Governo, respingendo anche la mozione che proponeva di fissare un tetto massimo non superiore ai 300 euro per i regali "d’uso”.

«Quello dei dipendenti pubblici non è un mercato perché ci sono regole diverse. Mi auguro però che qualcosa di simile a quello fatto per i dipendenti privati, relativamente alla possibilità di licenziare, sia inserito nella delega anche per i dipendenti pubblici. Patroni Griffi ha questa delega, noi siamo in contatto, stiamo lavorando insieme: non vogliamo ci siano difformità di trattamento tra pubblico e privato.»

Le sigle sindacali, tuttavia, non ci stanno, tanto da sottolineare come una equiparazione tra pubblico e privato dovrebbe essere applicata in merito al rinnovo dei contratti di lavoro, piuttosto che ai licenziamenti. Esemplare il commento del responsabile Settori pubblici della Cgil Michele Gentile:

«Un auspicio del genere, espresso per lo più in una fase di gravissima crisi economica, è il segno di come il Ministro non abbia chiaro il titolo del suo ministero: è a capo del dicastero del lavoro e non certo dei licenziamenti.»

Le dichiarazioni di Elsa Fornero («La spending review sarà tostissima, ci sarà un taglio fortissimo della spesa pubblica e degli sprechi») rappresentano quindi l’ennesimo motivo di scontro tra Governo e sindacati, mentre lo stesso Ministro ha anche chiarito alcuni punti chiave della spending review, che sarà caratterizzata da estremo rigore in tutti i settori della PA.

Fonte: pubblicaamministrazione.net

 

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