Pubblica Amministrazione: Armi più affilate nei Comuni contro le false residenze estere PDF Stampa E-mail
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Parte dai Comuni la lotta alle residenze fittizie all'estero, rafforzata dalla legge europea 2013. Una battaglia incentivata anche dal "premio" del 100% ormai spettante alle amministrazioni municipali sulle maggiori somme relative a tributi statali riscosse a titolo definitivo e delle sanzioni civili applicate sui maggiori contributi riscossi a titolo definitivo dalle Entrate. Una somma che per il 2012 ha superato a livello nazionale i 25,7 milioni.

Le procedure di controllo sull'effettivo trasferimento di residenza prendono il via una volta effettuata l'iscrizione dell'interessato all'Aire, l'Anagrafe degli italiani residenti all'estero. L'iscrizione, obbligatoria e gratuita per i cittadini che intendono spostare la residenza fuori dai confini nazionali per un periodo non inferiore ai 12 mesi, si ottiene in due modi. La prima strada è quella della domanda all'ufficio anagrafe del Comune, confermando la propria presenza all'estero con una dichiarazione al consolato di competenza entro 90 giorni dal trasferimento, la seconda è quella della richiesta diretta al consolato.

La scelta dell'iter produce effetti anche dal punto di vista giuridico. «Se il cittadino si presenta prima da noi – spiega Andrea Zuccotti, direttore del settore Servizi al cittadino del Comune di Milano – il trasferimento decorrerà dalla data d'avvio dello stesso da parte del Municipio. Se, invece, sceglierà di avviare la pratica recandosi al consolato per compilare lo specifico modello Cons/01, quest'ultimo dovrà poi trasmetterlo al Comune e l'iscrizione decorrerà dalla data di ricezione dello stesso». Il tempo d'attesa può cambiare sensibilmente a seconda del Paese in cui si intende risiedere: anche se la trasmissione del documento avviene via Pec, alcuni consolati possono impiegare anche due mesi.

In base alla normativa vigente, il Comune deve procedere alla verifica dell'effettivo trasferimento recandosi nella vecchia residenza italiana, un'operazione svolta in alcuni municipi dai messi comunali e in altri, come nel caso di Milano, dai vigili urbani, che possono anche chiedere informazioni a parenti in loco. Se esistono dubbi o sospetti e questi persistono anche dopo aver sentito il cittadino (a cui viene data comunicazione formale dell'avvio della procedura di verifica), il Comune – che in base al Dl 112/08 (convertito nella legge 133/08) è tenuto a inviare ogni sei mesi alle Entrate l'elenco degli espatriati – può inviare una segnalazione certificata all'Agenzia stessa.
Per certi versi curiose, su questo fronte, sono spesso le risposte che vengono date ai funzionari municipali dai cittadini convocati per dare chiarimenti: molti ritengono che la residenza possa essere fissata in assoluta libertà (mentre, codice civile alla mano, si tratta del luogo in cui una persona ha la dimora abituale), tanti altri ritengono di potersi appellare alla privacy per non rispondere.
«Tra gli elementi che possono rendere "sospetto" un trasferimento di residenza – spiega Zuccotti – c'è senz'altro il luogo di emigrazione. Qui a Milano, ad esempio, i controlli sono maggiori nei confronti di chi va in Svizzera, probabilmente in Emilia-Romagna si guarderà soprattutto a San Marino. Poi, certo, possono pesare anche altri possibili indizi su cui, tuttavia, preferiamo mantenere il riserbo».

Passata la palla dal Comune all'Agenzia, quest'ultima approfondirà i controlli attraverso l'incrocio delle banche dati come quelle delle Entrate stesse, della Motorizzazione civile, dell'Inps e delle utenze domestiche. L'Anagrafe tributaria, una volta messo a punto il nuovo applicativo Sonore, è destinata, in questo contesto, a essere ancora più efficace.

«Non bisogna mai dimenticare – conclude Zuccotti – che dalle anagrafi si deducono tantissime informazioni. Il vero salto di qualità che può effettuare la pubblica amministrazione è quello di mettere a sistema il maggior numero possibile di banche dati».

Su questo fronte potrebbe giocare un ruolo molto importante l'unificazione del sistema anagrafico nazionale in un'unica Anagrafe nazionale della popolazione residente (Anpr). La nuova struttura, prevista dall'articolo 2 del Dl 179/12 (convertito dalla legge 212/12) subentrerà all'Anpr, all'Ina e all'Aire centrale e una volta posti in essere numerosi regolamenti e decreti attuativi dovrà essere operativa entro il 31 dicembre 2014. Il suo obiettivo è accelerare il processo di automazione amministrativa rendendo più efficiente la gestione dei dati della popolazione, riducendo anche i costi.

Fonte: ilSole24Ore.it

 

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