N. 9 del 15 Luglio 2008 PDF Stampa E-mail

RIVOLUZIONE ANTI-SPRECHI: IL CAMPIDOGLIO RISPARMIERA’ DUE MILIONI DI EURO L’ANNO

Seguendo le linee del decreto Brunetta, che prevede una riduzione del 20% delle spese degli enti locali a partire dal primo ottobre, il Comune di Roma avvia la ristrutturazione della sua macchina amministrativa. Si attuerà una rivoluzione anti-sprechi in Campidoglio.

Verranno soppressi quattro dipartimenti (il XVII alle Politiche per la Semplificazione amministrativa e la Comunicazione; il XVIII per i Giovani, i Rapporti con l’Università e la Sicurezza; il XX per il Turismo, lo Sport e la Moda; il XVI per le Politiche di Promozione della famiglia e dell’infanzia) e verranno mandati in  prepensionamento una decina di dirigenti che hanno raggiunto i 40 anni di contributi. 
La lettera di prepensionamento sarà inviata anche ai dirigenti con 35 anni di contributi, ma questi, a differenza degli altri, avranno la possibilità di decidere se continuare a lavorare ancora oppure no.
Enrico Cavallari, l’ assessore al Personale, valuta di risparmiare circa due milioni di euro l’anno. 
«Il personale attualmente impiegato nei dipartimenti soppressi - spiega - sarà ridistribuito nei dipartimenti che resteranno operativi, andando a rafforzare alcune unità organizzative. L’operazione di riorganizzazione della macrostruttura capitolina è indispensabile per andare incontro alle esigenze di ridurre il deficit, la spesa e rendere più efficiente la macchina amministrativa». 
Cavallari assicura che «non saranno soppressi servizi essenziali. L’assessorato afferma che si andrà a risparmiare su costi, quali l’affitto di alcune sedi, le spese di internet e di telefono. Il piano di riorganizzazione si articolerà in due fasi. Con la prima, partita ieri (11 luglio 2008), si procederà al taglio immediato dei primi tre dipartimenti (quello alla Famiglia e all’infanzia sarà eliminato al termine delle sue funzioni). Parallelamente sarà attivata la commissione Macrostruttura, presieduta dal direttore del I dipartimento e provvederà a istituire un Nucleo di controllo che lavori sulla gestione delle risorse oltre alla Ragioneria generale. 
Storace, il capogruppo de La Destra in Campidoglio,  chiede in un’interrogazione al sindaco Gianni Alemanno: «se si ritengono raggiunti gli obiettivi con i relativi e succulenti premi dei dirigenti apicali e delle posizioni organizzative del Comune di Roma, alla luce del deficit di bilancio».
La questione sollevata da Storace, infatti, deriva dal fatto che durante la precedente amministrazione sono stati stanziati 25.607.789,17 euro per il raggiungimento degli obiettivi dirigenziali distribuiti nei vari dipartimenti e municipi»

PIU’ EFFICIENZA, PIU’ FONDI STATALI: LA RICETTA ANTI-DEFICIT PER IL COMUNE. NO TAGLI ALLA SPESA SOCIALE

 

Il sindaco Alemanno, al termine della prima riunione del "tavolo di concertazione sul bilancio" con le parti sociali e i presidenti dei Municipi ha dichiarato che: tra spesa corrente e investimenti, il deficit delle casse capitoline per il 2008 ammonta a un miliardo di euro. Trecentosessanta milioni 523 mila euro è il totale dei debiti fuori bilancio. E per mantenere il livello attuale dei servizi i Municipi chiedono ulteriori 85 milioni, più circa 28 milioni per adeguare servizi essenziali.  
Alemanno ha quindi delineato le prospettive per il risanamento dei conti del Comune. 
In primo luogo, un piano di ristrutturazione finanziaria, da mettere a punto entro il prossimo 30 settembre, che preveda un risparmio di 500 milioni di euro; e l'erogazione aggiuntiva di fondi statali per altri 500 milioni (indispensabile per sostenere la spesa corrente e dunque i servizi comunali), da rendere stabile grazie al federalismo fiscale.  
Nel 2008 si andrà avanti con il mantenimento dei livelli di spesa del 2007. A partire dal prossimo anno, poi, si procederà con una riorganizzazione generale della macchina amministrativa; senza, però, incrementare le tasse. Obiettivo immediato: un 2009 senza deficit per evitare che quest'ultimo si sommi ad un debito già elevato.  
Si prospettano uffici più efficienti e verifiche sistematiche del corretto uso dei fondi stanziati, anche per le aziende della "holding Comune" che potranno in alcuni casi venir accorpate. La maggiore efficienza, tra l'altro, è premessa fondamentale per avere la credibilità necessaria ad ottenere più risorse dallo Stato.  
In ogni caso, il sindaco ha sottolineato che non verranno operati tagli agli investimenti già decisi, compresi i finanziamenti alla metro D, e non ci sarà riduzione della spesa sociale, che si attesterà sulla stessa cifra del 2007: 171 milioni. Anche in questo settore, ha proseguito Alemanno, si tratta di puntare ad una maggiore efficienza.  
Maggiore efficienza – ha poi aggiunto l'assessore alle politiche sociali Sveva Belviso – che consentirà il potenziamento di alcuni servizi: tempi ridotti per la "mobility card" (trasporto disabili), apertura di nuove residenze per persone con disabilità fisiche e mentali.  
A breve ha dichiarato il sindaco, sarà nominato il collegio commissariale "che gestirà il bilancio nella fase antecedente al 29 aprile".

FUNZIONE PUBBLICA: LA STRUTTURA ABILITATA PER CERTIFICARE LA MALATTIA DEI PUBBLICI DIPENDENTI

Al quesito del Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali, relativamente alla certificazione medica giustificativa dell'assenza per malattia dei dipendenti della pubblica amministrazione (art.71 del Decreto Legge 25 giugno 2008, n. 112) ha risposto il  Dipartimento della Funzione Pubblica, con il parere n. 45/2008 del 4 luglio 2008.
Quindi, nel parere espresso si evidenzia che, secondo quanto prescritto dalle convenzioni adottate in conformità dagli accordi collettivi nazionali stipulati secondo la disciplina dell’art. 8 del D.L.vo n. 502 del 1992, in materia di regolazione dei rapporti fra il Servizio Sanitario Nazionale ed i medici di medicina generale, questi ultimi sono tenuti al rilascio della certificazione "per incapacità temporanea al lavoro" (Accordo collettivo nazionale del 23.03.2005), per cui si ritiene che detti medici possano utilmente produrre la certificazione idonea a giustificare lo stato di malattia del dipendente nelle circostanze indicate all’art. 71 del decreto legge n. 112/2008.

I REQUISITI PER L’ACCESSO ALLA DIRIGENZA PUBBLICA 
Nel  DLgs n. 165/2001  è prescritto il carattere vincolante del possesso della laurea, norma che costituisce un vincolo di principio anche per gli enti locali. Tale prescrizione non determina in alcun modo una lesione della autonomia delle amministrazioni locali. Esse possono prevedere forme di specifica differenziazione, con particolare riferimento al livello di specializzazione, ferma restando la necessità di rispettare il vincolo minimo del possesso di questo titolo di studio. 
Vediamo le caratteristiche essenziali di questo vincolo, per come risulta dalle indicazioni, sostanzialmente convergenti, che sono contenute nella sentenza della quinta sezione del Consiglio di Stato n. 1986 del 5 maggio 2008 e nel parere del Dipartimento della Funzione Pubblica, Ufficio per il Personale delle Pubbliche Amministrazioni, n. 42/2008:  
1) esso ha un carattere assoluto,  
2) interessa anche le assunzioni effettuate a tempo determinato ai sensi dell'articolo 110 del DLgs n. 267/2000, testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali,  
3) gli enti possono applicarlo in modo differenziato, ad esempio in ragione del grado di specializzazione richiesta, in particolare per le lauree brevi.  
IL POSSESSO DELLA LAUREA 
La necessità del possesso del titolo di studio della laurea per potere accedere alla dirigenza pubblica è prevista dall'articolo 28 del DLgs n. 165/2001. La prima ricordata nota del Dipartimento della Funzione Pubblica richiama in questo senso le indicazioni più volte espresse dalla Corte dei Conti, in particolare si vedano la deliberazione n. 20/2006, la sentenza della sezione della Basilicata n. 3/2008 ed il parere n. 3/2003.  
Questo vincolo ha un carattere assoluto e non può in alcun modo essere aggirato da parte degli enti locali, neppure con specifiche disposizioni statutarie e/o regolamentari.  
IL TIPO DI LAUREA 
Le amministrazioni hanno ampiezza di opzioni per la definizione del tipo di laurea richiesto. Vi sono conseguenze differenti che derivano dalla differenziazione delle lauree per la durata del percorso, si veda in particolare l'articolo 28 del DLgs n. 165/2001. Il parere ricorda che tale disposizione legislativa non è stata adattata al nuovo modello, in particolare nel comma 2 che indica analiticamente i casi in cui è necessario il possesso del diploma di laurea o degli altri livelli. Mentre il successivo comma 3 dello stesso articolo dispone che "al corso-concorso selettivo di formazione possano essere ammessi soggetti muniti di laurea nonché di uno dei seguenti titoli: laurea specialistica, diploma di specializzazione". In tal modo il legislatore stabilisce il vincolo del possesso della laurea specialistica solo in un caso specifico.
Il principio affermato dall'Ufficio per il Personale delle Pubbliche Amministrazioni è che "rimane nella discrezionalità dell'amministrazione, tenuto conto della maggiore specializzazione sottesa alla laurea magistrale rispetto a quella triennale, e tenuto conto che quest'ultima è prevalentemente finalizzata ad essere spesa per l'inclusione nel mondo del lavoro, valutare il requisito di accesso più adatto per il reclutamento delle proprie professionalità in ragione delle proprie esigenze funzionali". Su tale base le amministrazioni possono prevedere requisiti diversi, in termini di laurea specializzante, per le singole posizioni dirigenziali.
Le amministrazioni regionali e locali hanno quindi la possibilità di prevedere titoli di studio differenziati per l'accesso al ruolo dirigenziale. In particolare, i principi legislativi fissati nel DLgs n. 165/2001 vanno nella direzione di ritenere "indispensabile che vi sia una precisa congruenza fra il diploma di laurea e le funzioni di volta in volta considerate". Né la presenza di un ruolo unico della dirigenza regionale consente di superare questo vincolo, ciò infatti "non impedisce la rilevanza di specifiche professionalità, a carattere tecnico o specialistico, e giustifica la previsione di distinte procedure concorsuali di accesso".  
I DIRIGENTI A TEMPO DETERMINATO 
Gli stessi vincoli, per come espressamente previsto nell'articolo 110 del testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali, si applicano anche alle assunzioni a tempo determinato di dirigenti. Non è al riguardo prevista alcuna distinzione tra posti vacanti in dotazione organica e posti extra dotazione organica. Infatti, si dispone che per potere utilizzare questa opportunità sia necessario che il soggetto sia in possesso degli stessi requisiti previsti per l'accesso dall'esterno, il che si estende anche al titolo di studio.  
Con il che si chiarisce che anche a queste assunzioni si applicano le stesse previsioni, che non sono peraltro dettate nel testo unico delle leggi sull'ordinamento locale, ma in quelle generali per il lavoro pubblico, cioè nel DLgs n. 165/2001. In tal senso va il dettato dell'articolo 110 del DLgs n. 267/2000, che ricordiamo essere la norma che consente di effettuare questo tipo di assunzioni. 
LE ALTRE INDICAZIONI 
La sentenza della quinta sezione del Consiglio di Stato n. 1986 del 5 maggio 2008 ha inoltre dettato alcune altre indicazioni assai rilevanti. Tralasciamo le indicazioni che sono dettate per la competenza delle giunte regionali in luogo dei consigli a dettare le relative norme regolamentari, anche alla luce dei principi affermati al riguardo dalla giurisprudenza della Corte Costituzionale.
La prima indicazione riguarda la possibilità di proporre ricorsi sostenendo che il dirigente che ha adottato l'atto non è competente. Occorre in questo caso che il ricorso sia notificato a tale dirigente, in modo che possa comparire, se lo ritiene, nel contraddittorio e proporre le sue tesi difensive.
La seconda indicazione riguarda i ricorsi avanzati contro gli atti con cui la giunta ha conferito al dirigente la responsabilità di uno specifico settore: anche in questo caso occorre notificare il ricorso alla giunta perché possa, ovviamente se lo ritiene necessario, essere presente nel contraddittorio.

INNOVAZIONE PA: RETI AMICHE

 

Si stà strutturando e partirà quanto prima il progetto del Ministero dell’innovazione “Reti Amiche”. Riguarda reti capillarmente diffuse da utilizzare: per agevolare il rapporto fra il cittadino e la Pubblica Amministrazione; per consentire a fasce marginali della popolazione di usufruire dei vantaggi offerti da Internet e dalle nuove tecnologie dell’informazione. Le Reti amiche sono un sistema per l’erogazione di servizi pubblici attraverso i canali di distribuzione di: Poste Italiane; tabaccai; Associazione Bancaria Italiana (ABI); farmacie; Carabinieri; Ferrovie; grande distribuzione (GD). 
Le reti sono in competizione o sovrapposizione tra loro. Il servizio è a costo zero per lo Stato e a costo vivo per il cliente, consentono di operare in condizioni di maggiore prossimità ed amicalità con i cittadini.  
Sul sito di Quadrinet la presentazione in pdf del Progetto “Reti Amiche” della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

GOVERNO: MANOVRA FINANZIARIA 2009

 

Con l'invio alle Camere del disegno di legge, varato nel Consiglio dei ministri del 18 giugno scorso, viene completato l'iter di avvio della manovra finanziaria per il 2009, anticipata quest'anno a giugno e varata insieme al Documento di programmazione economico finanziaria per gli anni 2009-2011. 
L'anticipo della manovra fa si che a settembre quando si varerà la legge finanziaria e inizierà la sessione di bilancio in Parlamento, alcune misure già operative da giugno 2008 avranno dispiegato i loro effetti con positive ripercussioni sui conti pubblici. La manovra 2009, come ha spiegato il ministro Tremonti nella conferenza stampa del 18 giugno al termine del Consiglio dei ministri, è composta essenzialmente da tre provvedimenti che compongono la manovra riportati sul sito di quadrinet: decreto legge 25 giugno 2008 n. 112disegno di leggeDPEF 2009-2013

 

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