N. 11 del 06 Agosto 2009 PDF Stampa E-mail

BREAKING NEWS: COMUNE DI ROMA - 5 AGOSTO 2009 GRAVISSIMA CRISI NELLE RELAZIONI CON LE ORGANIZZAZIONI SINDACALI DEI LAVORATORI DIPENDENTI E DELLA DIRIGENZA SULLA MACRO-STRUTTURA ORGANIZZATIVA.

Si ha notizia da parte delle OO.SS.- RSU del Comune di Roma che nella notte di ieri 5 agosto, dopo un aspro confronto, si è conclusa aspramente la riunione sulla proposta di riorganizzazione della macrostruttura comunale.
Il tavolo dei rappresentanti dell'Amministrazione non ha accolto nulla delle proposte unitarie di CGIL-CISL-UIL presentate nelle scorse settimane, ritenendo inoltre unilateralmente conclusa la concertazione nonostante un'ultima nuova bozza di riorganizzazione degli uffici e dei rapporti di lavoro comunali sia stata consegnata alle OO.SS. solamente venerdì 31 luglio u.s..
Sia le OO.SS. che le RSU hanno quindi diramato unitariamente una durissima dichiarazione ufficiale e pubblica al verbale della riunione, che riportiamo di seguito in forma integrale, in considerazione dei contenuti della stessa.
Saranno tuttavia ripresi degli incontro tra Amministrazione ed OO.SS. su questo argomento.
Ricordiamo che sul sito di Quadrinet PA è disponibile molta della documentazione al riguardo.
La notizia positiva è che nella giornata del 4 agosto dopo numerose ore di trattative estenuanti e molto dure con l'Amministrazione, sono stati chiusi degli accordi sulla ripartizione dei residui dei fondi del salario variabile del personale e della dirigenza. 
Si trattava di fondi che in base alle norme contrattuali nazionali sarebbero dovute essere comunque corrisposte al personale dipendente del Comune di Roma, ma che l'Amministrazione intendeva dirottare invece verso altri progetti ed iniziative non meglio definiti, così come spiegato ieri in un apposito comunicato del Segretario della Cisl Funzione Pubblica di Roma.

DICHIARAZIONE A VERBALE RIUNIONE DEL 5/8/2009

RIORGANIZZAZIONE DELLA MACRO-STRUTTURA DEL COMUNE DI ROMA: LE RAGIONI PER UN PARERE CONTRARIO ALLE PROPOSTE DELL'AMMINISTRAZIONE

A seguito di oltre due mesi di confronto con l'Amministrazione Comunale di Roma sulle proposte di riorganizzazione degli uffici e servizi ovvero della macro-struttura comunale, l'ultima proposta, inviata il 31 luglio 2009, non solo non recepisce in alcun modo le numerose osservazioni e proposte delle organizzazioni sindacali ma addirittura presenta dei contenuti innovativi, a parere delle scriventi OO.SS., peggiorativi delle precedenti versioni.
Il cittadino vuole servizi di qualità, risposte celeri e soddisfacenti, massima trasparenza ed efficienza: intorno a ciò deve ruotare la riforma della Pubblica Amministrazione e, per le scriventi OO.SS., la riorganizzazione dell'Amministrazione del Comune di Roma. 
L'utente deve essere messo al centro dell'innovazione, anche perché riceve i servizi in regime di monopolio e sostiene i costi in gran parte attraverso il pagamento delle tasse, quindi è d'obbligo l'obiettivo del maggior risparmio possibile soprattutto per tutto ciò che superfluo o addirittura non necessario. 
La riforma della Pubblica Amministrazione, attualmente in atto nel nostro Paese già dal 2007 proprio attraverso gli accordi sottoscritti con i Governi che si sono succeduti in questi anni, finalizzati all'ottimizzazione della produttività del lavoro pubblico, all'efficienza, al risparmio dei costi e alla trasparenza nelle pubbliche amministrazioni, è tutta improntata alla soddisfazione del cittadino utente. 
Purtroppo nel documento dell'Amministrazione, le scriventi OO.SS. non individuano quei fondamenti che hanno consentito a livello centrale la sottoscrizione degli importanti accordi che devono, per nostro conto, essere riscontrati soprattutto a livello decentrato: 
la necessaria riduzione degli sprechi e la responsabilizzazione dei centri di costo; creazione di condizioni di misurabilità, verificabilità e incentivazione della qualità dei servizi e delle funzioni pubbliche; 
aumento dei livelli di efficacia e di efficienza, con la limitazione del ricorso alle consulenze esterne con la contemporanea riduzione del numero degli incarichi dirigenziali attraverso la diminuzione del rapporto medio dirigente/personale con vantaggi di efficienza e razionalità organizzativa e di spesa; 
misurazione dei servizi attraverso il conseguimento degli obiettivi delle azioni amministrative, fissati sia in termini di realizzazioni, sia di effetti sul benessere dei cittadini destinatari dei processi lavorativi; 
verifica continua attraverso indagini sulla percezione degli utenti; 
autonomia del dirigente nell'individuazione della migliore organizzazione della propria struttura nell'ambito del sistema delle relazioni sindacali, nonché autonomia di utilizzazione del proprio budget al fine di conseguire gli obiettivi di gestione, con l'opportunità di reinvestire nella propria stessa struttura parte dei risparmi conseguiti; 
limitazione dello spoils system alle figure apicali e a quegli incarichi dichiarati aventi natura fiduciaria dagli organi di governo in cui possono essere chiamati anche esterni all'Amministrazione; 
necessità di crescita economica fondata sull'aumento della produttività e dell'occupazione, cui il settore pubblico contribuisce soprattutto con la qualità e quantità dei servizi offerti ai cittadini e alle imprese.; 
aumenti salariali legati al raggiungimento degli obiettivi di produttività, qualità, efficienza, efficacia e altri elementi rilevanti ai fini del continuo miglioramento delle performance delle pubbliche anche in termini di risparmi di gestione. 
Il documento dell'Amministrazione Comunale, va nel senso opposto: 
trasformazione dell'attuale funzione di indirizzo da parte degli organi politici in vero e proprio controllo diretto della macchina amministrativa attraverso l'avocazione dei poteri amministrativi in capo ai Direttori delle varie strutture comunali; 
aumento degli incarichi dirigenziali che passano dagli attuali 260 ai previsti 340, con possibilità di nomina attraverso consulenze esterne con incarichi a contratto ai sensi dell'art. 110 del Testo Unico degli Enti Locali, con conseguente incremento spropositato delle Unità Organizzative, in alcuni casi composte da pochissimi dipendenti; 
accentramento delle funzioni con ritorno alla burocratizzazione e gerarchizzazione delle funzioni, anche attraverso l'istituzione delle Direzioni di Area, che porteranno a lungaggini che invece di velocizzare l'azione amministrativa la rallenteranno tutto a scapito dell'utenza; 
delega di funzioni direzionali e non più di coordinamento alle posizioni organizzative, illegittima a parere delle scriventi OO.SS. per la vigente normativa contrattuale, nonostante l'aumento del numero dei Dirigenti; 
nessuna innovazione per le strutture municipali sempre in prima linea per l'erogazione dei servizi, ma ancora una volta in secondo piano nella proposta in quanto senza alcun incremento sia in termini di finanziamenti che di personale; 
mancata diretta corrispondenza della proposta di riorganizzazione alle dotazioni organiche, di diritto e di fatto, sia della Dirigenza che del personale del comparto, anche in virtù della prossima rivisitazione legata alla riqualificazione del personale interno e al piano triennale delle assunzioni. Al contrario il tentativo dichiarato è quello dell'incremento del personale a tempo determinato per il supporto degli organi politici, in piena controtendenza con le direttive del Governo, a scapito dell'assunzione del personale a tempo indeterminato; 
non individuazione dei costi derivanti dall'attuazione della riorganizzazione senza alcun raffronto con i benefici per la cittadinanza. 
Per ultimo, ma non in ordine di importanza, rammentiamo che con la nuova Legge per il Federalismo Fiscale che ha introdotto con l'articolo 24 l'ordinamento transitorio di Roma Capitale, la proposta di riorganizzazione acquista un'opportunità fondamentale e unica per il miglioramento dell'assetto delle funzioni anche alla luce della speciale autonomia statutaria, amministrativa e finanziaria, che finalmente è stata riconosciuta alla capitale della nostra Nazione. 
Il tema non viene in alcun modo toccato dalla proposta e, cosa ancor più grave, non emergono quelle attenzioni particolari proprio per quelle strutture comunali e funzioni specificatamente elencate nel comma 3 del citato articolo della Legge per il Federalismo Fiscale, confermando che la strategicità della proposta è di natura auto referenziale proiettata alle esigenze della politica anziché quelle del cittadino-utente. 
Pertanto, nella proposta presentata non si evincono quali dei processi previsti possano creare quelle economie necessarie alla riforma attualmente in atto nella Pubblica Amministrazione, che possano essere reinvestite ai fini dell'incremento quali quantitativo e del miglioramento dei servizi diretti ai cittadini-utenti. 
Inoltre, il progetto politico-organizzativo così rappresentato non tiene conto delle priorità relative al territorio e, quindi, anche delle fasce più deboli della compagine sociale, essendo carente dei processi gestionali mirati al rafforzamento dell'azione amministrativa indirizzata all'intera collettività. 
A fronte di tutto ciò la FP-CGIL, la CISL-FP e la UIL-FPL, definendo la proposta non accettabile e non ritenendo esplicata né tantomeno chiusa la concertazione, dichiarano di non sottoscrivere alcun verbale riconsegnando la proposta unitaria già inviata in data 1 luglio 2009, riservandosi la possibilità di promuovere tutte quelle iniziative che riterranno necessarie alla tutela dei dipendenti capitolini ma soprattutto degli utenti, proprio in ragione di quel miglioramento dei servizi offerti alla cittadinanza che le nostre Organizzazioni Sindacali hanno posto come primo obiettivo per la Riforma della Pubblica Amministrazione. 

 

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