N. 6 del 4 Maggio 2009 PDF Stampa E-mail


COMUNE DI ROMA: AVANZA LA CONCERTAZIONE CON LE OO.SS. PER LA RIORGANIZZAZIONE DELLA MACROSTRUTTURA COMUNALE. IN ARRIVO LA NUOVA FIGURA DEL DIRETTORE ESECUTIVO

 

La settimana scorsa l’Amministrazione in un incontro con le OO.SS., nell’ambito dell’istituto della concertazione ha discusso la proposta di istituzione della nuova figura del Direttore Esecutivo, fase propedeutica per poter affrontare poi tutta la partita della riorganizzazione della macro-struttura comunale.
Nel corso dell’incontro è stato discusso e poi approvato lo specifico documento, che è stato oggetto di una serie di modifiche, chieste ed ottenute dalle OO.SS..
Il documento “concertato” dal titolo “Funzioni di direzione apicale ed esecutiva dell’ente, adeguamento dell’ordinamento degli uffici e servizi e correlate determinazioni organizzative”, in estrema sintesi prevede:
-la distinzione di macro-ambiti di attività, che sono distinti in ambito della programmazione strategica ed ambito organizzatorio;
-viene istituito un organismo di coordinamento denominato “Comitato di Direzione”, quale organo collegiale destinato a sovrintendere alla gestione del Comune, ecc. composto dal Segretario Generale, dal Capo di Gabinetto del Sindaco, dal Direttore Generale ove nominato e dal Direttore Esecutivo;
-viene istituita una nuova funzione dirigenziale chiamata “Direzione Esecutiva” cui preporre apposito dirigente con i seguenti compiti: attività di finanziamento e sviluppo economico; piani di investimento e valorizzazione del patrimonio comunale, controllo di gestione.
-rimane in capo alla figura del Segretario Generale il compito di assicurare l’unitarietà della funzione di direzione complessiva dell’ente, con particolare riferimento alle esigenze di costante coniugazione della programmazione e della regolarità dell’azione amministrativa, nonché di sovrintendere alla regolazione organizzatoria e pianificatoria delle attività;

Sul sito di Quadrinet è disponibile il documento che ha superato positivamente la concertazione oltre agli altri due più generali sulla riorganizzazione oggetto di discussione nelle prossime settimane.

 

CONVENTION QUADRINET PA 21-24 MAGGIO 2009 – LAVORO E INNOVAZIONE DELLA PA.
ULTIMI GIORNI PER LE ISCRIZIONI E LE PRENOTAZIONI.

 

Il prossimo 21, 22, 23 e 24 maggio 2009 si svolgerà nelle vicinanze di Città di Castello (Perugia – Umbria) la Convention Quadrinet 2009 rivolta ai lavoratori di alta professionalità e ai dirigenti della pubblica amministrazione.

Durante la Convention, che per la prima volta è organizzata su più giorni in una meravigliosa ed amena location umbra (sul sito di Quadrinet alcune fotografie da noi scattate dei posti), verranno trattati i temi della riforma del lavoro pubblico, del Comune di Roma, della Pubblica Amministrazione in generale con particolare riferimento ai temi dell’innovazione e del futuro della città di Roma.
Parteciperanno relatori esperti del lavoro pubblico e delle organizzazioni degli Enti Locali, che faranno il punto della situazione  sugli scenari futuri di evoluzione della pubblica amministrazione.
Il programma prevede inoltre visite ai Musei di Città di Castello, a S. Sepolcro e a Montone, uno dei 100 piccoli paesi più belli d’Italia. Presso l’Hotel, una villa nobile del ‘700 immersa in uno splendido parco, sarà inoltre possibile praticare nel tempo libero numerosi sport: nuoto, tennis, calcetto, ping-pong, ecc..

Il programma prevede l’arrivo nella serata di giovedì 21 maggio presso la struttura alberghiera situata a circa 5 km da Città di Castello, il soggiorno in pensione completa presso la struttura settecentesca, la partecipazione ai seminari, alle escursioni previa prenotazione e la possibilità di praticare gli sport preferiti presso gli impianti sportivi presenti nel parco e possibilità di pregare nella cappella settecentesca presente nel parco dell’Hotel ove sono presenti le reliquie di S.Donnino – compatrono di Città di Castello.

Il soggiorno avrà termine domenica 24 maggio dopo pranzo.
Il Costo di partecipazione in pensione completa sarà pari a € 65 per socio partecipante, familiari del socio Quadrinet entro il primo grado € 120; figli socio Quadrinet minori anni 12  € 90; Soci APQ, ACAP: € 160; Altri non iscritti a Quadrinet, APQ ed ACAP: € 260
Per coloro che non possono assicurare la presenza per tutto il periodo è possibile anche un soggiorno più breve ai medesimi costi o comunque previo contatto con la segreteria di Quadrinet PA.
Nella scheda di adesione scaricabile dal sito di Quadrinet tutti gli estremi, per effettuare il bonifico o il pagamento in contanti.
Sul sito disponibili oltre al programma provvisorio, le fotografie della struttura e di alcuni scorci significativi di Città di Castello.
Il viaggio di andata e ritorno per Città di Castello, Hotel Villa S. Donnino, è a carico dei partecipanti, compresi gli spostamenti per le località meta delle escursioni. In caso di numero elevato di partecipanti sarà possibile attivare un servizio di pulmino con Città di Castello.

 

RIFORMA FEDERALISMO FISCALE: APPROVATA LA NORMA PER LO STATUS SPECIALE DI ROMA CAPITALE

Con il voto favorevole del Senato, dopo ben 19 anni dall’approvazione della legge 142/1990, che prevedeva la città Metropolitana e dalla riforma costituzionale del 2001 (legge n.3/2001), che stabiliva uno status speciale per Roma Capitale da approvare con legge ordinaria del Parlamento, è passata il 29 aprile 2009 la norma che attribuisce a Roma lo status di ente territoriale, nell'ambito del disegno di legge sul federalismo fiscale.
Si tratta di un nuovo assetto istituzionale, con nuove competenze e più fondi per svolgere il ruolo di capitale dell’Italia.
Più poteri, dunque, in materie strategiche come: pianificazione del territorio, edilizia pubblica e privata, mobilità e trasporti, beni culturali, sviluppo economico legato al turismo, protezione civile.
Alla Capitale, inoltre, verranno trasferiti a titolo gratuito beni di proprietà statale "non più funzionali alle esigenze dell'amministrazione centrale".
Altre novità di rilievo sono: il Consiglio Comunale che prenderà il nome di "Assemblea capitolina",  il nuovo ente territoriale dovrà darsi un nuovo statuto.
I consiglieri della nuova assemblea potranno aumentare dagli attuali 60 ad 80 e godere di una retribuzione fissa (come i colleghi parlamentari) al posto dell’attuale indennità.
Secondo il Sindaco di Roma Alemanno, "diventa legge, finalmente, l'attuazione prevista dall'articolo 114 della Costituzione. Per Roma si apre una nuova epoca che ci permetterà di prendere decisioni più rapide ed efficaci, non solo per tutelare Roma Capitale d'Italia ma anche per rilanciare il suo ruolo internazionale".
Di diverso parere il commento del Presidente della Regione Lazio Marrazzo secondo il quale la norma su Roma Capitale è molto generica.
Certo è che la nuova normativa per poter essere applicata necessiterà di una serie importante di passaggi normativi ancora tutti da realizzare e di una riorganizzazione della struttura del Comune di Roma e dei Municipi, che dovrà tenere conto delle nuove funzioni, della possibilità di una forte integrazione con le realtà comunali limitrofe e dell’esigenza di rivedere anche il numero dei dipendenti comunali di Roma, già oggi insufficienti a garantire adeguati livelli di servizio alla città.

 

DIRETTIVA EUROPEA SULLA RIFORMA DELL’ORARIO DI LAVORO (93/104/EC): NUOVI SVILUPPI SULLE IPOTESI DI MODIFICA

E’ ufficialmente fallito nella giornata di martedì 28 aprile il negoziato di conciliazione tra Parlamento Europeo e Consiglio sulla revisione della Direttiva Orario di Lavoro.
Si tratta della procedura di negoziazione apertasi automaticamente dopo le due votazioni contrastanti operate da Consiglio Europeo e Parlamento Europeo su questo tema.
Il 9 giugno 2008, infatti, i ministri del lavoro dell’Unione Europea avevano, a maggioranza, trovato un’intesa che permetteva di rendere strutturali le deroghe all’orario massimo settimanale di lavoro di 48 ore, raggiungendo il limite di 60/65 ore tramite il cosiddetto sistema dell’opt out, mentre, a larga maggioranza, il Parlamento Europeo si era pronunciato in maniera contraria a tale accordo lo scorso 17 dicembre.
Il sistema dell’opt out permette l’allungamento della settimana lavorativa tramite una rinuncia individuale, almeno teoricamente volontaria, al tetto massimo fissato per legge o dalla contrattazione collettiva.
Si tratta di un sistema transitorio, del quale ha fatto uso, fin dall’approvazione della Direttiva Orario di Lavoro nel 1993, la Gran Bretagna e che, dopo dieci anni, avrebbe dovuto essere definitivamente accantonato.
Ad oggi, ben 14 paesi dell’Unione Europea fanno uso dell’opt out  mentre le procedure di infrazione per i paesi che lo utilizzano da più di dieci anni sono bloccate. Oltre al tema dell’opt out era aperto il problema del conteggio delle ore di guardia inattive ed il loro meccanismo di computo nell’orario complessivo finale.
Nell’intenzione prevalente dei Governi le misure sull’opt out e sui turni di guardia avrebbero dovuto avere natura permanente.
Con il fallimento della procedura di conciliazione, la discussione è stata rimandata alla prossima legislatura del Parlamento Europeo e alla futura Commissione, che dovrà formulare una nuova proposta di revisione. Ciò significa che si dovrà riprendere tutto l’iter negoziale tra le istituzioni europee e, pertanto, il fallimento della procedura di conciliazione non mette certo al riparo da modifiche peggiorative della direttiva. 
Già con le condizioni attualmente in vigore, molti lavoratori nell’Unione Europea sono sottoposti al regime di opt out individuale, che potrebbe essere adottato anche da altri paesi europei oltre a quelli nei quali è applicato, con possibili conseguenze sulla conciliazione tra tempi di vita e tempi di lavoro e implicazioni sulla salute e  sicurezza.
Come rileva la Confederazione Europea dei Sindacati, un accordo in queste condizioni politiche non era evidentemente possibile, ed è quindi importante riconoscere il ruolo che il Parlamento Europeo, sostenuto dalla mobilitazione dei sindacati europei, ha giocato nella salvaguardia del modello sociale europeo e nell’arginare una deregolamentazione che avvallava la pericolosa deriva di una competizione economica, in deroga ai principi base di tutela dei diritti minimi dei lavoratori.

 

ABROGATO L’EMENDAMENTO CHE CENSURAVA INTERNET IN ITALIA

Internet non sarà imbavagliata (per il momento): l’emendamento proposto dall'onorevole Gianpiero D'Alia, che introduceva l'articolo 60 nel ddl 2180, è stato abrogato durante la riunione delle Commissioni riunite Affari Costituzionali e Giustizia.
La proposta del senatore prevedeva l'oscuramento, ordinato dal Ministero dell'Interno, dei siti in cui si commette il reato di apologia o si istiga a delinquere, senza necessità d'intervento da parte dell'autorità giudiziaria.
Con la motivazione di "ripulire la rete, e in particolare il social network Facebook, dagli emuli di Riina e di altri cattivi esempi cui finora s'è dato irresponsabilmente spazio" si sarebbe introdotta la censura su internet.
Se l’emendamento fosse passato, l’Italia si sarebbe avvicinata alla Cina ove notoriamente internet è sottoposto ad una censura puntuale e stringente.

 

 

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