News del 15 Dicembre 2010 PDF Stampa E-mail
  • Pubblica Amministrazione: indicazioni sulle modifiche alla disciplina in materia di permessi per l'assistenza ai disabili
  • Pubblica Amministrazione: Stop di fine anno per i servizi irregolari
  • Pubblica Amministrazione: Il ministero della PA "sponsor" dell'Agenda Digitale
  • Pubblica Amministrazione: Pec, i call center comunali non sanno cos'è
  • Pubblica Amministrazione: Mobilità in uscita senza sostituzione
  • Pubblica Amministrazione: Rapporto sulle pari opportunità
  • Pubblica Amministrazione: Segretari comunali e provinciali, esclusi da trattattive per CCNL
  • Pubblica Amministrazione: Slitta la riforma della riscossione per gli enti locali
  • Pubblica Amministrazione: Codice dei Contratti pubblici, pubblicato il Regolamento
  • Ministero del Lavoro: perequazione automatica, minimi pensionistici - anno 2011
  • Curiosità: PA che si vede, ecco i vincitori
  • Pubblica Amministrazione: Certificati di malattia online, superata quota due milioni

 

Pubblica Amministrazione: indicazioni sulle modifiche alla disciplina in materia di permessi per l'assistenza ai disabili

Con circolare n. 13 del 6 dicembre 2010 il Dipartimento della Funzione Pubblica fornisce indicazioni di carattere generale omogenee per il settore pubblico e privato, relativamente alle modifiche alla disciplina in materia di permessi per l'assistenza alle persone con disabilità, dovute all'introduzione dell'articolo 24, della Legge 4 novembre 2010, n. 183.

La finalità della circolare è quella di rendere degli orientamenti per l'interpretazione e l'applicazione della nuova normativa, fermo restando le autonome determinazioni di ciascuna amministrazione nell'esercizio del proprio potere organizzativo e gestionale.

Leggi: Circolare n.13 del 2010

Fonte: dpl modena 

 

 

Pubblica Amministrazione: Stop di fine anno per i servizi irregolari

Il 31 dicembre 2010 cessano le gestioni dei servizi pubblici locali affidati impropriamente e le amministrazioni locali devono sottoporre a verifica le gestioni esistenti. Il comma 8 dell'articolo 23-bis del Dl 112/2008 individua quattro fattispecie di concretizzazione degli affidamenti di servizi di rilevanza economica secondo il quadro previgente alla riforma, prevedendo per ciascuna una diversa deadline e stabilendo che l'attribuzione con modalità diverse da quelle indicate comporti la cessazione della gestione a fine 2010.

Le situazioni nelle quali l'affidamento non può andare oltre sono desumibili in via residuale rispetto a quelle statuite dal comma 8 con scadenze più avanzate nel tempo, sulla base di un'analisi che deve essere svolta caso per caso, con riguardo alle fattispecie concrete. Gli affidamenti in house effettuati nel rispetto dei principi comunitari (sussistenza del controllo analogo e maggior parte dell'attività a favore dell'affidante) prima dell'entrata in vigore dell'articolo 23-bis sono destinati a cessare entro il 31 dicembre 2011 o alla scadenza naturale, qualora l'amministrazione ceda almeno il 40% delle quote o azioni a un socio privato operativo, individuato con gara.

La scure del 31 dicembre 2010 cade quindi sugli affidamenti diretti conferiti in mancanza di uno dei presupposti richiesti (ad esempio quando l'amministrazione detenga una partecipazione nella società affidataria, ma non abbia poteri per intervenire nei processi decisionali essenziali) o assegnati a società con le quali l'ente locale non abbia alcun rapporto (ad esempio quando non abbia alcuna partecipazione).

Per le società miste, se la scelta del socio privato è avvenuta prima del 23-bis con gara e ha comportato l'attribuzione di specifici compiti operativi, la gestione prosegue sino alla sua scadenza naturale, mentre se l'organismo societario è stato costituito con la sola individuazione del socio con procedura a evidenza pubblica (ma senza attribuzione dei compiti), l'affidamento deve cessare al 31 dicembre 2011. La cessazione delle gestioni esistenti entro la fine del 2010 riguarda allora i casi nei quali il socio privato non sia stato scelto con gara o alla società mista siano stati affidati servizi direttamente, in fasi successive alla sua costituzione.

Rientrano nei moduli di affidamento impropri anche gli affidamenti a società che, all'inizio pubbliche, hanno ceduto quote a privati (anche con gara) e questi hanno poi ceduto quote (senza gara) ad altri privati. Per le società quotate in borsa il quadro è più complesso, in quanto i servizi assentiti (con affidamenti approvati dall'amministrazione affidante) al 1° ottobre 2003 possono proseguire sino alla scadenza naturale, a condizione che la partecipazione pubblica nelle società affidanti scenda al 40% entro giugno 2013 e al 30% entro il 2015: se non si verificano tali condizioni, le gestioni cessano alle due scadenze.

In base a tale fattispecie la cessazione al 31 dicembre 2010 sembra riguardare i servizi affidati direttamente alle società quotate dopo il 1° ottobre 2003, perché elusivi delle regole di massima concorrenza da quella data introdotte nell'allora vigente articolo 113 del Dlgs 267/2000. La cessazione delle gestioni risultanti da affidamenti non conformi alle fattispecie indicate nei primi quattro punti del comma 8 dell'articolo 23-bis è automatica e non deve essere formalizzata dall'amministrazione a suo tempo conferente.

Per evitare contestazioni sulle gestioni con presupposti dubbi, tali da far ipotizzare la scadenza del 31 dicembre 2010, gli enti locali sono chiamati a produrre entro quella data un atto che confermi o precisi le condizioni alle quali intervenne a suo tempo l'affidamento, evidenziando la loro compatibilità con le fattispecie indicate nella normativa sui servizi pubblici locali di rilevanza economica. Per i servizi privi di tale caratteristica gli affidamenti in essere sono destinati a perdurare sino alla scadenza naturale.

Fonte: il Sole 24 Ore 

 

 

Pubblica Amministrazione: Mobilità in uscita senza sostituzione

La mobilità in uscita non costituisce cessazione e, quindi, non consente la sostituzione tramite concorsi, ma solamente con assunzioni in mobilità. E può essere sostituita tramite concorso solo se è diretta a un ente che non ha vincoli alle assunzioni. È questa la principale indicazione contenuta nel parere della Corte dei conti, sezioni riunite di controllo, n. 59 dello scorso 6 dicembre. Una pronuncia che limiterà fortemente le autorizzazioni alla mobilità in uscita e spingerà molte amministrazioni locali a stabilire nei propri regolamenti il divieto di concedere il trasferimento ad altro ente prima che siano decorsi alcuni anni dalla assunzione.

La Corte dei conti, con questa pronuncia, in parte ribadisce e in parte modifica l'orientamento già assunto dalla sezione autonomie con il parere n. 21/2009, orientamento messo di recente in discussione dalle sezioni regionali della Sardegna e della Liguria, per le quali «il trasferimento per mobilità sarebbe a tutti gli effetti da considerare, da un lato, quale cessazione per l'ente di partenza e, dall'altro, quale assunzione per l'ente di destinazione». E questo perché se la mobilità non comporta una cessazione ai fini giuslavoristici, «sotto il profilo della disciplina di contabilità e finanza pubblica, la mobilità può essere considerata cessazione perché l'ente di destinazione potrà procedere alla costituzione del nuovo rapporto solo nei limiti consentiti dalla normativa limitativa in materia di nuove assunzioni e di contenimento della spesa di personale». Ricordiamo che di recente le sezioni di controllo, parere n. 53/2010, hanno vietato le assunzioni in mobilità alle amministrazioni che non rispettano il patto di stabilità.

La possibilità di considerare le mobilità in uscita come cessazione viene bocciata dalle sezioni di controllo sulla base del dettato della legge finanziaria 2005, che esclude le mobilità in entrata dai tetti alle assunzioni solo se effettuata tra enti che hanno tali vincoli. Per cui, in «questa ricostruzione consentire all'ente cedente di procedere a propria volta alla sostituzione del personale trasferito significherebbe, in definitiva, autorizzare l'ingresso dall'esterno, nel complessivo insieme di tutte le amministrazioni sottoposte a limiti assunzionali, di un numero di dipendenti maggiore di quello complessivamente consentito».

Occorre cioè garantire la neutralità in termini di costi complessivi per le pubbliche amministrazioni. Le amministrazioni che cedono il personale potranno effettuare nuove assunzioni per rimpiazzare le fuoriuscite solo tramite mobilità e potranno godere dell'effetto positivo del risparmio di spesa del personale. L'unica eccezione a tale principio può essere costituito dalla cessione in mobilità a un ente che non ha vincoli alle assunzioni di personale. In questo caso «non osterebbe alla neutralità finanziaria dell'operazione considerare la cessione per mobilità come utile ai fini del calcolo delle nuove assunzioni consentite all'ente di provenienza del dipendente».

Tesi che innova le considerazioni della sezione autonomie contenute nel parere n. 21/2009, per la quale «se, a fronte di una mobilità in uscita, fosse consentito di procedere a nuova assunzione, ciò darebbe luogo, oltre che a un incremento complessivo numerico di personale anche a un nuovo onere a carico della finanza».

Fonte: il Sole 24 Ore 

 

 

Pubblica Amministrazione: Slitta la riforma della riscossione per gli enti locali

Prende quota la proroga della riforma della riscossione locale, che secondo il calendario fissato nel 2005 avrebbe imposto ai comuni dal 1° gennaio la gestione diretta della raccolta delle tasse o l'affidamento con gara.

Troppi nodi irrisolti, segnalati nelle settimane scorse da Anci, Upi e Ascotributi Locali, ostacolano ancora l'avvio di una concorrenza vera nel settore: in particolare, gli operatori locali continuano a segnalare una disparità di poteri nell'accesso ai dati e nell'esecuzione rispetto a Equitalia, che continua a essere l'unico soggetto che può utilizzare il ruolo, mentre agli altri soggetti è lasciata la «vecchia» ingiunzione.

Il peso specifico del milleproroghe è comunque legato a doppio filo all'esito del voto di fiducia di oggi. L'obiettivo di Palazzo Chigi, comunque vada a finire in Parlamento, è quello di chiudere prima di Natale, con l'ipotesi di licenziare il decreto già venerdì prossimo. Tra le oltre 200 proposte recapitate dai ministeri alla Presidenza del consiglio i tecnici ne hanno selezionate una quarantina, e nelle prossime ore saranno inviate all'Economia per l'analisi, soprattutto in relazione al vincolo di invarianza dei saldi di finanza pubblica.

A entrare con ragionevole certezza saranno dunque le proroghe tecniche. Così troverà posto nel decreto il rifinanziamento del 5 per mille e il rinvio dell'abrogazione degli Ato acqua e rifiuti. Ci sarà anche il differimento a marzo dell'approvazione degli studi di settore, per consentire all'amministrazione finanziaria di tenerli in linea con gli effetti della crisi economica.

Per il pubblico impiego trova conferma la proroga delle graduatorie dei concorsi pubblici, che alla luce del blocco delle assunzioni disposte dalla manovra economica di questa estate rischierebbero di incorrere nel limite di decadenza triennale. Mantenerle in vita potrebbe consentire alle amministrazioni di attingere dalle graduatorie di concorsi pubblici già effettuati, con l'evidente risparmio di spese che questo potrebbe consentire.

Una proroga tecnica in arrivo anche per assicurare la chiusura delle procedure dei concorsi i dipendenti dell'Ispra, che nei giorni della manovra d'estate erano saliti ripetutamente sui tetti per ottenere garanzie sul loro posto di lavoro. Le procedure sono in dirittura d'arrivo e la proroga da inserire nel Dl eviterebbe che per una manciata di giorni lo scadere dell'anno vanifichi le procedure di assunzione.

Meno certezze, invece, per lo slittamento del termine per l'accatastamento delle "case fantasma". Anche se per Cosimo Izzo, presentatore alla Camera dell'Ordine del giorno G-111, già accolto dal governo, «ci sarà un emendamento governativo nel milleproroghe, perché gli uffici del territorio sono in difficoltà a gestire le pratiche e molti cittadini non sanno ancora di questo adempimento. Prorogando di soli sei mesi, inoltre, si salverebbe anche il gettito Ici per il 2011».

Fonte: il Sole 24 Ore 

 

 

Pubblica Amministrazione: DigitPA, conto alla rovescia per Beltrame

E’ atteso per questa settimana il Dpr che ratifica la nomina del nuovo presidente: il decreto del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che appunto ratifica in via definitiva la nomina di Francesco Beltrame alla presidenza di DigiPA. Il varo del Dpr, che fa seguito al parere favorevole della commissione Affari Costituzionali della Camera e all’ok in Cdm alla proposta del ministro della PA e Innovazione, Renato Brunetta, mette fine all’iter di nomina del nuovo numero dell’ex Cnipa.

Ingegnere elettronico di 57 anni, Beltrame vanta un’attività molto intensa di ricerca e insegnamento sia in Italia sia all’estero. Nel 2006 approda al Cnr come direttore del Dipartimento di Tecnologie dell'Informazione e delle Telecomunicazioni. A volerlo fu Fabio Pistella che all’epoca guidava il Consiglio nazionale delle ricerche e che l’anno successivo sarebbe andato a guidare il Cnipa. E proprio con Pistella il neo-presidente si troverà a gestire le attività di DigitPA nel consiglio direttivo, insieme a Giuliano Urbani e all’avvocato Sala.

Una volta insediatosi Beltrame dovrà affrontare problemi di non poco conto. Prima fra tutte la paralisi operativa che affligge l’ente dopo il commissariamento avviato nella primavera del 2009 e determinata anche dal fatto che molte strutture sono scoperte, non avendo più dirigenti responsabili. A soffrire della mancanza di una guida sono quelle dedicate all’elaborazione dei pareri dei progetti della Pubblica amministrazione centrale (praticamente il core business di DigitPA), dei rapporti con Regioni ed enti locali e, infine, quella dell’Spc, rimasta acefala dopo il trasferimento di Emilio Frezza al Comune di Roma. A tentare di tenere insieme le fila del coordinamento è rimasto solo il professore Antonio Orlandi, arrivato lo scorso settembre.

Alla paralisi operativa va aggiunta la scarsità di personale: di 250 addetti ne sono rimasti 110. Per fare fronte alla carenza di dipendenti proprio in questi mesi l’ente sta facendo nuove selezioni. Ma a loro volta le assunzioni rischiano di non andare a segno per del taglio dei fondi: per funzionare, DigitPA ha bisogno di 15-18 milioni di euro all’anno per affitto, utenze e stipendi. Peccato che la Finanziaria 2011 preveda solo 7 milioni di euro.

E se il ministro Brunetta contava sul fatto che al fabbisogno finanziario l’ente potesse fare fronte mettendo sul mercato prodotti e servizi, così non è stato. Finora, infatti, non c’è alcuna struttura dedicata alla commercializzazione; struttura che - manco a dirlo - per funzionare ha bisogno di soldi e personale qualificato ad hoc.

Fonte: corrieredellecomunicazioni.it

 

 

Pubblica Amministrazione: Certificati di malattia online, superata quota due milioni

Secondo stime dell'Inps, rese note dal ministero della PA, nel mese di dicembre il 76% dei documenti sarà inviato per via telematica. Il 90% dei medici di famiglia dispone del Pin, indietro la Liguria.

L'invio telematico dei certificati di malattia dei lavoratori pubblici e privati ha superato quota 2 milioni. Lo rende noto il ministero per la Pubblica amministrazione, in base ai dati ufficiali dell'Inps. Nell'ultima settimana il numero dei documenti trasmessi dai medici ha superato le 170.000 unità (di cui 27.336 nelle ultime 24 ore), raggiungendo così un valore totale di 2.083.925.

Il dettaglio regionale del flusso dei certificati di malattia inviati online è il seguente: 790.451 in Lombardia, 289.895 nel Lazio, 168.158 in Veneto, 117.738 in Emilia Romagna, 117.473 in Sicilia, 115.756 in Campania, 78.550 nelle Marche, 57.242 in Piemonte, 54.442 in Puglia, 44.947 in Abruzzo, 44.865 in Toscana, 39.811 in Calabria, 38.688 nella Provincia di Bolzano, 22.720 in Liguria, 22.467 nella Provincia di Trento, 20.199 in Sardegna, 17.603 in Umbria, 15.616 in Basilicata, 11.452 in Friuli Venezia Giulia, 8.677 in Valle d’Aosta e 7.175 in Molise.

"Dal raffronto tra i certificati di malattia cartacei dei lavoratori privati acquisisti dall'Inps nel 2009 e quelli trasmessi telematicamente nel 2010, emerge l'effetto positivo della nuova procedura", fa sapere il ministero di Renato Brunetta, aggiungendo che "La percentuale dei documenti telematici del 2010 rispetto ai cartacei del 2009 è passata dal 20% di agosto, al 45% di settembre, al 56% di ottobre, al 57% di novembre. Secondo le prime stime, nel mese di dicembre verrà raggiunto il 76%".

I dati forniti dal Ministero dell’Economia e delle Finanze sottolineano il valore elevato, pari al 90%, della media regionale dei medici di famiglia abilitati all'invio telematico dei certificati. Tutti i medici di famiglia sono abilitati in Emilia Romagna, Toscana, Lombardia, Friuli Venezia Giulia (dove viene utilizzata la Carta Nazionale dei Servizi) e in Valle d'Aosta (dove il Pin è stato consegnato al 100% dei medici). Elevate le percentuali anche in Veneto (98%), nella Provincia di Bolzano (98%), in Campania (95%), nelle Marche (94%), in Basilicata (94%), in Umbria (93%), in Calabria (92%), in Piemonte (92%), in Puglia (92%), in Sardegna (91%). Seguono Abruzzo (89%), Lazio (87%), Sicilia (85%), Molise (72%) e la Provincia di Trento (71%).

Sempre in ritardo la Liguria, dove solo il 48% dei medici di famiglia ha provveduto a ritirare il Pin.

Fonte: corrieredellecomunicazioni.it

 

Pubblica Amministrazione: Il ministero della PA "sponsor" dell'Agenda Digitale

Supportare i progetti abilitanti per raggiungere gli obiettivi della Digital Agenda: è quanto prevede il Programma europeo “Competitiveness and Innovation Programme” nel settore Ict 2007/2013 (Cip-Ict) che è stato al centro del dibattito della giornata organizzata dal Dipartimento per la digitalizzazione della pubblica amministrazione e l’innovazione tecnologica in collaborazione con la Commissione europea, l’Apre (Agenzia per la promozione della ricerca europea) e l’Agenzia per l’innovazione.

“Scopo del Programma Ue è quello di sfruttare pienamente il potenziale delle tecnologie dell’informazione a supporto della crescita e della competitività del mercato europeo e favorire l’interoperabilità dei sistemi tra i Paesi membri – ricordano gli esperti di Palazzo Vidoni - L’Italia partecipa più che attivamente ai bandi e riscuote un notevole successo, sia come partnership strategiche, sia come quota di finanziamenti ricevuti risultando ai primi posti nella classifica dei Paesi partecipanti”.

L’incontro ha offerto l’occasione per analizzare e discutere con i numerosi stakeholders i bandi per i progetti abilitanti nonché le recenti strategie e gli strumenti di innovazione anche del 7° Programma quadro di ricerca, nell’Innovation Union e nel Bando 2011 del Cip stesso.

E mentre Palazzo Vidoni intensifica la collaborazione con Bruxelles, in Italia slitta ancora l’approvazione del Cad da parte del Consiglio dei ministri che nelle seduta di eri ha solamente avviato l'esame, su proposta del Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione, Renato Brunetta, del decreto legislativo, che integra e aggiorna il vigente Codice dell'amministrazione digitale del 2005. Il Cdm ha deciso di proseguire la valutazione in una prossima seduta vista l'assenza del ministro dell'Economia Giulio Tremonti.

Fonte: corrieredellecomunicazioni.it

 

 

Pubblica Amministrazione: Pec, i call center comunali non sanno cos'è

Fa acqua la Pec di Brunetta alla prova call center comunali. Nei Comuni la Pec l’hanno sentita nominare. Ma in linea di massima, concretamente, le direttive interne per usarla sono ancora in alto mare. E in ogni caso, le risposte sullo stato di avanzamento della posta elettronica certificata nella comunicazione con i cittadini sono sempre diverse, da Comune a Comune.

La posta elettronica certificata, che nelle intenzioni del ministro Brunetta dovrebbe abbattere le barriere fra cittadini e pubblica amministrazione, abbattendo le file allo sportello ed eliminando l’obbligo di affidarsi alla classica raccomandata con avviso di ritorno per parlare con la PA, è ancora di fatto una chimera.

A Roma e Milano la Pec non solo è conosciuta, ma gli operatori che rispondono al telefono cercano anche di mettere l’utente in condizione di usarla. Allo 060606 l’operatrice del call center capitolino risponde cortese e ti spiega cosa devi fare per chiedere un certificato online attraverso il sito del Comune (www.comune.roma.it), accedendo ai servizi online. Non è esattamente la Pec, ma il certificato di nascita di tuo figlio, ad esempio, lo puoi richiedere così, via Internet. La modulistica c’è. Sui tempi di consegna, i primi scricchiolii e nessuna certezza. “Ci vuole almeno una settimana - dice l’operatrice - Però, se è urgente, è meglio andare direttamente allo sportello in Municipio, per sicurezza”, ammette l’operatrice. Ma l’indirizzo Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. esiste, è attivo da maggio, e consente di accedere a tutti i servizi anagrafici del Comune di Roma, tra cui tra cui nascita, matrimonio, residenza.

Allo 020202 del Comune di Milano la Pec è un concetto più nebuloso che sotto il Cupolone: la richiesta di certificato viene inserita dall’operatrice nel cervellone elettronico meneghino, con la promessa che “un operatore la ricontatterà più avanti, martedì, per farle sapere se si può fare”. La parola la mantengono, ma la Pec non è il canale designato per ottenere il pezzo di carta.

Al centralino del comune di Torino nebbia fitta: “La Pec? Ah sì, l’ho già sentita, ma qui non funziona la stampante”, rispondono confusi a telefono, aggiungendo che “il servizio è stato istituito, ma non funziona ancora”. All’Anagrafe centrale, sotto la Mole Antonelliana, dicono che per il momento non sono state diramate le direttive interne per il trattamento delle richieste di certificati che arrivano via Pec. Agli sportelli dell’Anagrafe non sanno nulla della Pec, però per accedere ai servizi online del Comune i cittadini possono iscriversi a “Torino Facile”. Ma ci vuole un po’ di tempo per l’attivazione.

Al call center di Firenze (055055) rispondono che sì, la Pec la conoscono, ma che non si può ancora usare. Per chiedere un certificato anagrafico a Firenze, si può telefonare ad un numero ma la comunicazione certificata con i diversi uffici avviene soltanto per corrispondenza.

A Verona la Pec la conoscono bene e la usano già. Peccato che funzioni a senso unico: il cittadino munito di Pec può comunicare online le sue richieste agli uffici del comune scaligero, però poi il certificato richiesto non te lo mandano online. Sei tu cittadino che devi andare di persona, allo sportello del Comune, a ritirarlo fisicamente, anche se la domanda l’hai fatta via Internet secondo tutti i crismi. Nella homepage del sito del Comune di Verona il recapito Pec c’è, vicino al numero di telefono e all’indirizzo. La richiesta di certificati anagrafici si può fare anche tramite i servizi online del provider Teseo.

Anche sul sito di Torino e di Firenze (dove la Pec non si usa ancora) ci sono le caselle di posta elettronica certificate del comune.

A Palermo della Pec di Brunetta non ne sanno niente: è venerdì pomeriggio e gli uffici sono vuoti in vista del ponte dei morti. Stessa situazione a Bari, dove, secondo il centralinista, “i baresi la Pec non sanno cosa sia, il Comune non si è ancora attrezzato. Richiami martedì mattina, che le passo qualcuno dell’ufficio semplificazione che le sa dire qualcosa”. Al Comune di Genova al centralino non risponde nessuno. La Pec però ce l’hanno sul sito, a Genova, con rimando ad un link delle Poste. A Napoli l’operatore del call center è irraggiungibile, la musichetta per non perdere la posizione acquisita non finisce mai ma sul sito c’è un link all’indirizzo Pec del Comune partenopeo.

Fonte: corrieredellecomunicazioni.it

 

 

Pubblica Amministrazione: Rapporto sulle pari opportunità

Il Dipartimento per le Pari Opportunità della Funzione Pubblica pubblica il Rapporto 2010 relativo ai dati del 2009 sulle "misure per attuare parità e pari opportunità tra uomini e donne nelle amministrazioni pubbliche".

Leggi: il Rapporto 2010 e il Rapporto supplementare 2010 della Presidenza del Consiglio dei Ministri

Fonte: legautonomie.it

 

 

Pubblica Amministrazione: Segretari comunali e provinciali, esclusi da trattattive per CCNL

L'ARAN dichiara illegittimo il ricorso presentato dall'organizzazione sindacale UNSPC (Unione dei Segretari comunali e provinciali) per la mancata convocazione alle trattative per il rinnovo del contratto collettivo dei segretari provinciali e comunali del quadriennio 206-2009 e primo biennio 2006/2007.

In allegato pubblichiamo l'ordinanza dell'ARAN e il Comunicato diffuso in seguito dall'Unione nazionale dei segretari comunali e provinciali.

Leggi: l’ordinanza dell’ARAN e il Ricorso dell’UNSCP

Fonte: legautonomie.it

 

 

Pubblica Amministrazione: Codice dei Contratti pubblici, pubblicato il Regolamento

Sul Suppl. Ordinario n. 270 alla Gazzetta Ufficiale n. 288 del 10 dicembre 2010 è stato pubblicato il decreto del Presidente della Repubblica 5 ottobre 2010, n. 207, recante le “Regolamento di esecuzione ed attuazione del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163, recante «Codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture in attuazione delle direttive 2004/17/CE e 2004/18/CE»”.

Il regolamento innova e sostituisce molte analoghe fonti precedenti relative a contratti pubblici per lavori nei settori ordinari (anche lavori di architettura ed ingegneria, forniture ed altri servizi), nonché nei settori speciali.

Il provvedimento entra in vigore l'8 giugno del 2011.

Leggi: Decreto del Presidente della Repubblica del 5 ottobre 2010, n. 207

Fonte: legautonomie.it

 

 

Ministero del Lavoro: perequazione automatica, minimi pensionistici - anno 2011

Sulla Gazzetta Ufficiale n. 279 del 29 novembre 2010 è stato pubblicato il Decreto Interministeriale 19 novembre 2010 (Ministero del Lavoro e Ministero dell'Economia) che consente la perequazione automatica dei trattamenti minimi di pensione e di pensione sociale a partire dal 1° gennaio 2011.

Il trattamento minimo sarà un importo mensile lordo pari a 467,43 euro, mentre per le pensioni sociali l'importo mensile sarà pari a 343,90 euro.

Leggi: Decreto 19 Novembre 2010

Fonte: dpl modena 

 

Curiosità: PA che si vede, ecco i vincitori

Con la cerimonia di premiazione, si è conclusa la sesta edizione del Premio "La PA che si vede - La Tv che parla con te", promosso dal Ministero per la PA e l’Innovazione, da Formez PA e dall’Ordine Nazionale dei Giornalisti

Inaugurati nel 2005 in modo sperimentale, i "video awards della PA" sono divenuti negli anni un punto di riferimento per coloro che svolgono un'attività di comunicazione e di ufficio stampa multimediale nella Pubblica Amministrazione, avvalendosi delle potenzialità associate del web, del video, della Tv digitale e della rete mobile. Anche quest'anno, il Premio "La PA che si vede - La Tv che parla con te" ha confermato il trend positivo delle adesioni all'iniziativa: dai 25 partecipanti della prima edizione si è passati ai 45 del 2006, ai 46 del 2007, ai 50 del 2008, agli 86 del 2009, per giungere ai 149 del 2010.

Sul totale delle Pubbliche Amministrazioni iscritte, sono state premiate cinque eccellenze corrispondenti alle diverse categorie del Premio: notiziario istituzionale, video promozionale sulle attività dell'ente, canali tematici, servizi interattivi e servizi turistici. La Giuria presieduta dal Rettore dell'Università Iulm, Giovanni Puglisi, ha selezionato le migliori produzioni audiovisive realizzate dalle Pubbliche Amministrazioni centrali e locali con l'obiettivo di migliorare la comunicazione con il cittadino.

Premiate anche le PA che hanno ottenuto il secondo e il terzo posto in classifica e alcune menzioni speciali (in totale sono state premiate altre 40 PA). Per il "notiziario istituzionale", si è aggiudicata il Premio il Comune di Modena, mentre per il video promozionale ha vinto il Ministero dell'Interno. La Camera di Commercio di Milano ha invece ottenuto il riconoscimento per i canali tematici e la Regione Basilicata per i servizi turistici. Il premio per i servizi interattivivi è andato invece alla Regione Veneto.

I video vincitori sono già disponibili sul canale di YouTube Linea amica video - La PA che si vede all'indirizzo: youtube.com/lapachesivede. Nei prossimi giorni saranno pubblicati sullo stesso canale tutti i video partecipanti.

Fonte: pubblicamministrazione.net

 

 

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