News del 2 Novembre 2010 PDF Stampa E-mail

Il 4 novembre al via il secondo corso di formazione per la preparazione alle selezioni interne per i funzionari di cat. D organizzato da Quadrinet ed ARvuc – ancora aperte le iscrizioni.

CIVIT:   programma triennale trasparenza e integrità

Pubblica Amministrazione: Sulla trasparenza obblighi ridotti per gli enti locali

Pubblica Amministrazione: Patto di stabilità, cosa cambia per i comuni con le nuove regole

Pubblica Amministrazione: I calcoli per il turn over escludono i fondi decentrati

Pubblica amministrazione: Legge di stabilità 2010, la nuova finanziaria che guida la politica economica

Pubblica Amministrazione: Girandola di parametri sui costi dei dipendenti

Pubblica Amministrazione: Sulle liberalizzazioni la parola agli enti locali

Pubblica Amministrazione: Relazione sullo stato

Pubblica Amministrazione: Servizi pubblici sul cellulare

Pubblica Amministrazione: “servizio Saet”, valutazione ex-post

Funzione Pubblica: programmazione del fabbisogno di personale triennio 2010-2012

TFR: aggiornato il coefficiente di rivalutazione per il mese di ottobre 2010

INAIL:  pagamento dei premi assicurativi tramite il modello F24 Enti Pubblici

 

Il 4 novembre al via il secondo corso di formazione per la preparazione alle selezioni interne per i funzionari di cat. D organizzato da Quadrinet ed ARvuc – ancora aperte le iscrizioni. 

A seguito delle numerose richieste pervenute per le iscrizioni al corso di formazione per le selezioni verticali per la categoria D organizzato da Quadrinet Pa in collaborazione con l’ARVUC, vista la disponibilità della sala convegni di via San Teodoro, 70, al fine di venire incontro alle esigenze di quanti non avrebbero trovato posto, è stata attivata una seconda edizione del corso.

La seconda edizione del corso alla quale potranno partecipare le persone in parte già iscritte o che avevano inviato le richieste oltre i termini, inizia il giorno 4 novembre 2010 alle ore 15,30.

Essa si concluderà l’11 novembre 2010, durante questo periodo verranno svolti n.4 moduli formativi, dal diritto amministrativo ai regolamenti dell’Amministrazione Capitolina.

Il programma della seconda edizione del corso (l’ordine cronologico delle lezioni potrà subire cambiamenti):

Elementi dell’ordinamento del lavoro pubblico, contratti collettivi nazionali e decentrati;

Elementi di diritto amministrativo: procedimento, diritto di accesso, giustizia amministrativa

L’ordinamento istituzionale degli enti locali, da Roma Capitale allo Statuto

Statuto e Regolamento del decentramento

Sarà inoltre disponibile materiale on line tramite il sito internet di Quadrinet.

In considerazione del numero più ridotto di giornate, ferma restando la quota fissa di euro 15,00 per gli iscritti alle associazioni Quadrinet Pa ed Arvuc per l’anno 2010-2011 per gli altri la quota di contributo spese per il corso sarà ridotta ad euro 80,00.

Ricordiamo quindi che potranno partecipare al corso esclusivamente le persone in regola con le modalità di iscrizione e partecipazione già comunicate e disponibili sul sito all’indirizzo www.quadrinet.it

  

CIVIT:   programma triennale trasparenza e integrità

Sono state rese pubbliche le linee guida per la predisposizione del Programma triennale per la trasparenza e l’integrità (articolo 13, comma 6, lettera e, del decreto legislativo 27 ottobre 2009, n. 150) dalla Commissione per la valutazione, la trasparenza e l'integrità delle amministrazioni pubbliche.

Leggi la Delibera n.105 del 2010

Fonte: legautonomie.it

  

Pubblica Amministrazione: Sulla trasparenza obblighi ridotti per gli enti locali

La trasparenza come toccasana per i mali della Pa. La tesi, sulla scorta della riforma Brunetta, trova un altro sostenitore nella Civit, che nella delibera 105/2010 delinea gli aspetti applicativi dell'articolo 11, commi 2 e 8, del Dlgs 150/2009, sul programma triennale per la trasparenza e l'integrità. Dapprima la delibera fa chiarezza sul concetto di «trasparenza», dovendosi intendere per tale l'accessibilità totale alle informazioni pubbliche. Di seguito evidenzia la differenziazione della trasparenza dal diritto di accesso ai documenti amministrativi (legge 241/1990), non potendosi quest'ultimo configurare come «controllo generalizzato». Inoltre, la trasparenza si attua mediante pubblicazione sui siti istituzionali, e quindi accessibili a tutti, di una mole notevole di informazioni, mentre il diritto di accesso viene soddisfatto fornendo al singolo cittadino i dati richiesti.

La trasparenza non si ferma nemmeno di fronte alla privacy. Secondo l'articolo 1 del Dlgs 196/2003, modificato dalla legge 15/2009, esulano dall'ambito della tutela dei dati personali le notizie riguardanti lo svolgimento delle prestazioni da parte dei dipendenti pubblici e la relativa valutazione, con riferimento in particolare ai titoli II e III della riforma Brunetta. Oltre ai dati del personale dipendente, le linee guida riassumono tutti gli obblighi vigenti per la Pa in materia di pubblicazione online.

Tornando al programma triennale per la trasparenza e l'integrità, la delibera individua gli otto punti in cui deve essere articolato: i dati da pubblicare (dall'organizzazione all'andamento gestionale, dall'utilizzo delle risorse ai risultati dell'attività di misurazione e valutazione); le modalità di pubblicazione sul sito istituzionale dei dati stessi; le iniziative concrete intraprese per favorire la trasparenza, la legalità e lo sviluppo dell'integrità; i tempi e le modalità di attuazione di quanto contenuto nel programma; il collegamento fra lo stesso programma e il piano delle performance; i progetti che coinvolgono i portatori di interessi esterni all'amministrazione; il grado di utilizzo della posta elettronica certificata e le iniziative intraprese per la sua diffusione; infine, le giornate della trasparenza, nella quali la Pa apre le porte ad associazioni di consumatori e utenti e presenta loro il piano e la relazione sulla performance.

Le linee guida contenute nella delibera della Civit si applicano immediatamente alle aziende e alle amministrazioni statali. Per gli enti locali sono vigenti i limiti contenuti nell'articolo 16 del Dlgs 150/2009, e, quindi, sono applicabili solo i commi 1 e 3 dell'articolo 11. In pratica, sono chiamati a garantire l'accessibilità totale delle informazioni pubbliche e la massima trasparenza al ciclo di gestione della performance. L'obbligo riguarda la pubblicazione sul sito internet, rimettendo all'autonomia di ciascun ente le altre iniziative in merito alla trasparenza.

Quanto alle sanzioni, l'articolo 11, comma 9, prevede che la mancata adozione o attuazione del programma triennale vengano punite con il divieto di riconoscere al dirigente competente la retribuzione di risultato. Il comma 9 non viene però richiamato come applicabile a regioni, province e comuni. Quindi, in pratica, sembrerebbe che nessuna sanzione colpisca le autonomie locali se non danno attuazione alle norme sulla trasparenza.

Fonte: il Sole 24 Ore

 

 Pubblica Amministrazione: Patto di stabilità, cosa cambia per i comuni con le nuove regole

Nel cantiere del nuovo patto di stabilità per gli enti locali spunta una clausola di salvaguardia destinata agli enti che sarebbero troppo penalizzati dalle nuove regole. La novità emerge dai tavoli tecnici che stanno riscrivendo le regole per la finanza di comuni e province, destinate a entrare nella legge di stabilità nel corso dell'esame parlamentare.

La clausola di salvaguardia nascerà dal confronto fra il saldo obiettivo che sarebbe determinato dalle regole in vigore e quello previsto dai nuovi criteri di calcolo: chi andrà incontro a un peggioramento potrà in pratica dimezzare la differenza fra vecchio e nuovo obiettivo.

Lo «sconto» così ottenuto sarà pagato dagli enti locali che vivono una condizione opposta, e che dalle nuove regole otterrebbero un alleggerimento; questi ultimi dovranno infatti accrescere il proprio obiettivo, sempre di una quota pari al 50% della differenza fra vecchi e nuovi calcoli. La clausola di salvaguardia nasce prima di tutto per andare incontro a una serie di città che finirebbero per essere particolarmente colpite dai nuovi parametri. Mentre sul piano tecnico si susseguono le aperture del governo, però, su tutto il confronto pesa il nodo politico legato alle risorse che servirebbero a pagare le imprese fornitrici ma sono congelate nelle casse degli enti dai vincoli di finanza pubblica. È questo il cuore del check up sul patto previsto dall'accordo di luglio fra governo e sindaci, e rilanciato nei giorni scorsi dall'allarme di Federcostruzioni, ma a differenza delle modifiche tecniche questo alleggerimento costa e manca ancora la parola definitiva del ministero dell'Economia. «Stiamo trattando all'interno del governo e con la Ue per allentarlo», ha spiegato ieri il sottosegretario all'Economia Alberto Giorgetti, aggiungendo però che le «indicazioni precise» potranno arrivare «entro febbraio 2011».

Per capire la genesi della nuova clausola di salvaguardia, che rende i vincoli del patto di stabilità sempre più "artificiali" e scollegati dall'effettiva realtà della finanza pubblica locale, bisogna ripercorrere con ordine le novità che si stanno affacciando nei parametri di calcolo. L'obiettivo di bilancio per il 2011, secondo i criteri fissati nella manovra del 2008 ancora in vigore, si calcola in base al saldo 2007; gli enti con saldo positivo sarebbero chiamati a replicare la performance, quelli con i conti in rosso dovrebbero applicare invece una percentuale di miglioramento molto alta, che nella manovra 2008 era fissata tra il 125 e il 150% nelle province e tra il 165 e il 180% nei comuni. Per modificare queste quote, considerate inattuabili dagli amministratori locali, senza cambiare il saldo della manovra ritenuto blindato dall'Economia, si è rimesso in moto un confronto tecnico per trovare le nuove modalità di calcolo.

A quanto sembra, anche quest'anno dovrebbe cambiare praticamente tutto (si veda «Il Sole 24 Ore» del 2 ottobre). La base di calcolo per individuare il concorso alla manovra non sarà più il saldo 2007, ma la spesa corrente media 2006/2008 (in termini di impegni), e ogni comune o provincia dovrebbe vedersi assegnato un doppio obiettivo: il primo, uguale per tutti, imporrebbe di arrivare al «saldo zero», mentre il secondo dovrebbe variare per ogni ente ed essere legato anch'esso alla spesa corrente media del triennio 2006/2008. Le ipotesi allo studio parlano di un coefficiente intorno all'11 per cento, da applicare a queste uscite per individuare l'obiettivo di miglioramento dei saldi assegnato al proprio ente locale. Un altro meccanismo di salvaguardia, collegato al saldo obiettivo, dovrebbe spalmare i tagli ai trasferimenti fra tutti gli enti locali, per evitare di penalizzare troppo quelli (soprattutto al Sud) più dipendenti dall'assegno statale.

Come accade sempre quando si ritocca l'architettura sempre più raffinata del patto, ogni modifica divide gli amministratori locali perché tutto ciò che facilita la vita ad alcuni penalizza altri, spesso a prescindere dal tasso di «virtuosità» dei conti. Il nuovo sistema, per esempio, finirebbe per premiare chi negli anni ha esternalizzato molto, e quindi registra una spesa corrente più bassa nei propri bilanci, penalizzando invece gli enti che continuano a essere impegnati in prima persona in molte attività. Nasce da qui l'idea della clausola di salvaguardia, destinata a dimezzare le differenze (sia negative, sia positive) fra gli obiettivi determinati con la legge in vigore e quelli indicati dalle norme in arrivo con la legge di stabilità.

Il procedimento sulla carta è semplice (si veda il grafico a fianco): un ente che con le norme in vigore dovrebbe chiudere il 2011 con un saldo +50, e che dalle novità si vede chiedere un saldo +100, potrà dimezzare la differenza e chiudere l'anno prossimo a +75. Stesso principio per chi è in situazione opposta: nel suo caso il 50% della differenza va a peggiorare e non a migliorare l'obiettivo.

Fonte: il Sole 24 Ore

 

Pubblica Amministrazione: I calcoli per il turn over escludono i fondi decentrati

Le principali indicazioni di riflesso che gli enti locali possono far proprie della nota 46078/2010 della Funzione Pubblica sono: mobilità e metodo di calcolo delle cessazioni dal 2011.

Il documento, destinato alle amministrazioni centrali, affronta tematiche analoghe a quelle in cui si troveranno le autonomie dal prossimo anno relativamente alle possibilità di assunzione dopo l'entrata in vigore del Dl 78/2010. Un utile, ma non vincolante, punto di riferimento su cui basare le prime riflessioni in attesa dell'entrata in vigore del turn-over.

Punto di partenza per valutare le reali possibilità di assunzione è quindi la quantificazione del costo dei cessati. L'Uppa fornisce queste preziose indicazioni. I risparmi realizzati sono sempre quantificati su base annuale a prescindere dal momento della cessazione dal servizio. Il criterio appare condivisibile, tenuto conto che al legislatore preme il consolidamento della spesa di personale. Tra le voci di calcolo non rientrano però tutte le indennità o compensi che rifluiscono nel fondo delle risorse decentrate (Ria, posizioni orizzontali a carico del fondo, assegni ad personam). Si può quindi sostenere che il valore da conteggiare per ciascun dipendente sia quello previsto quale costo di accesso ai posti della dotazione organica, ovvero la categoria di riferimento con posizione economica iniziale. Per la dirigenza il trattamento retributivo va calcolato senza tenere conto delle voci che al momento della cessazione affluiscono al fondo. In altri termini, il risparmio si calcola a prescindere dall'incarico dirigenziale di cui il soggetto era titolare.

Il parere precisa anche come considerare la mobilità. Come previsto dall'articolo 1, comma 47, della finanziaria 2005, in vigenza di disposizioni che stabiliscono un regime di limitazione alle assunzioni di personale a tempo indeterminato, la mobilità è consentita tra amministrazioni sottoposte al regime di limitazione. Pertanto, nell'ambito delle cessazioni non vanno conteggiate le mobilità verso enti o amministrazioni sottoposte a un regime assunzionale vincolato. Ora, visto che anche gli enti locali, sia soggetti sia esclusi dal patto, avranno dal 2011 dei vincoli sulle assunzioni, si ritiene che il principio possa essere esportato anche al comparto delle autonomie (conferma tale analisi la Deliberazione n. 59/2010 della corte dei conti del Piemonte). Sono escluse dal calcolo del turn-over anche le categorie protette: solo quelle rientranti nella quota obbligatoria non vanno considerate né tra le nuove assunzioni, né utili al calcolo delle cessazioni.

La nota circolare affronta altri due problemi che possono essere utili punti di riferimento anche per gli enti locali. Innanzitutto è precisato che la trasformazione da tempo parziale a tempo pieno in vigenza dell'articolo 3 comma 101 della legge 244/2007 può avvenire solo nel rispetto dei limiti previsti in materia di assunzioni. In secondo luogo la nota si sofferma sul trattenimento in servizio; la possibilità viene equiparata a una nuova assunzione e va gestita nei limiti del turn-over.

Fonte: il Sole 24 Ore

 

Pubblica amministrazione: Legge di stabilità 2010, la nuova finanziaria che guida la politica economica

La Legge di stabilità è composta da un solo articolo.

La nuova finanziaria è in versione light, al posto delle misure compaiono numeri e tabelle. È una trasformazione non da poco quella che ha vissuto la legge fondamentale che governa i nostri conti pubblici. Quest'anno, con il via libera da parte del Consiglio dei ministri alla legge di stabilità in versione prevalentemente "tabellare", si realizza nel concreto la riforma della contabilità e finanza pubblica approvata nel novembre dello scorso anno dal Parlamento. Si volta pagina.

L'intento è chiaro: sottrarre la sessione di bilancio al rituale e spesso avvilente balletto degli emendamenti di varia di natura che, per comune responsabilità del parlamento e del governo di turno, hanno finito per snaturare l'impianto di una riforma nata nel lontano 1978 (la legge "468") proprio per rendere più governabile e trasparente un bilancio pubblico ingessato e sostanzialmente poco adattabile alle mutate stagioni della politica economica.

Leggi il documento integrale della Legge di stabilità 2011.

Fonte: ilSole24Ore.it

 

 Pubblica Amministrazione: Girandola di parametri sui costi dei dipendenti

Il legislatore ha puntato molto sull’ indicatore che calcola il rapporto tra spese di personale e spese correnti; è infatti uno degli ambiti prioritari per il contenimento della spesa di cui al comma 557 e allo stesso tempo la percentuale costituisce la soglia che permetterà agli enti locali di fare ancora assunzioni nei prossimi anni. Gli operatori hanno però tanti dubbi su quali aggregati vadano inseriti nel calcolo. La questione principale è quale valore inserire al numeratore tra il concetto di spesa di personale.

Le soluzioni finora proposte sembrano ricondursi a tre. Tale indicatore non è sconosciuto agli uffici ragioneria di comuni e province in quanto, per un decennio, era elencato tra i parametri per verificare il grado di deficitarietà dei bilanci. In questo ambito la modalità di calcolo era chiara: la spesa di personale era quella dell'intervento 01 delle spese correnti (con l'eventuale aggiunta dell'Irap collocata all'intervento 07). D'altronde, in questo caso, l'obiettivo era di capire il grado di rigidità del bilancio con riferimento a una delle voci di maggiore fissità e ripetitività.

L'evoluzione normativa ha però fatto delle spese di personale un aggregato a se stante, da non correlare esclusivamente con il bilancio o con il patto di stabilità. Con le regole di cui al comma 557 e comma 562 della Finanziaria 2007 si potrebbe pertanto giungere alla conclusione che la seconda modalità di calcolo dell'indicatore sia quello di inserire al numeratore proprio tale aggregato. Convalida tale interpretazione la Corte dei conti della Toscana, la quale nel recente parere n. 111/2010 richiama quanto stabilito dalla sezione delle autonomie nelle linee guida al monitoraggio al bilancio di previsione 2010 (delibera 9/2010), in cui sono elencate le componenti da includere e da escludere dal computo della spesa di personale. La conferma arriva anche dai questionari sul rendiconto della gestione 2010. La versione del foglio elettronico preleva ai fini del calcolo proprio il valore calcolato ai sensi dei commi 557 e 562.

Era giunta a tali conclusioni anche la Corte dei conti della Lombardia nella deliberazione n. 42 del 2009. In quel caso però si consigliava di non decurtare dal numeratore le somme relative ad arretrati contrattuali in quanto si verrebbe ad alterare arbitrariamente l'incidenza percentuale della particolare voce di spesa con possibili effetti elusivi dei vincoli posti dalla vigente normativa.

Infine, e siamo alla terza possibilità di calcolo, vale la pena di ricordare le istruzioni della Ragioneria generale dello Stato sul conto annuale relativo all'anno 2009. In questo caso la spesa di personale da considerare per la definizione della percentuale d'incidenza è determinata dalle spese dell'intervento 01 del bilancio consuntivo degli enti, comprensive degli eventuali incrementi contrattuali, dalle integrazioni previste dall'articolo 76, comma 1, della legge 133/2008 (ora inserite direttamente nel comma 557). Sono necessarie due precisazioni. Per la Rgs il calcolo va però fatto in termini di cassa, così come tutti i dati inseriti nel conto annuale. Inoltre, il concetto di spesa di personale prende l'avvio dai valori del bilancio a cui vanno aggiunte le eventuali integrazioni dei costi sostenuti per gli incarichi ex articolo 110 del Tuel, per i contratti di somministrazione, per le co.co.co. e per il personale delle attività esternalizzate. Si tratta di tutte le eccezioni previste esclusivamente dalla legge senza tener conto delle esclusioni stabilite nel tempo dalla dottrina ed in modo particolare nelle deliberazioni della Corte dei conti. Per dare concretezza e omogeneità di comportamenti è quindi necessario un chiarimento ufficiale il prima possibile.

Fonte: il Sole 24 Ore

 

 

Pubblica Amministrazione: Sulle liberalizzazioni la parola agli enti locali

Il dilemma sulle modalità di affidamento dei servizi pubblici (Gara o no?) da parte di comuni e province rimane in piedi anche dopo il varo definitivo del regolamento attuativo sulla «liberalizzazione», pubblicato sulla «Gazzetta Ufficiale» (è il Dpr 168/2010).

La riforma stabilisce il principio della procedura selettiva, e relega alle «situazioni eccezionali» le possibilità di derogare e di proseguire sulla strada dell'affidamento diretto. La traduzione pratica di questo sistema nel regolamento attuativo, però, modifica i pesi e lascia alle amministrazioni locali la prima parola sul tema.

La procedura inizia infatti dalle verifiche affidate a sindaci e presidenti di provincia. A loro tocca il compito di valutare «la realizzabilità di una gestione concorrenziale», attraverso una «analisi di mercato». Se l'esame della situazione porta a concludere che «la libera iniziativa economica non risulta idonea a garantire un servizio rispondente ai bisogni della comunità», si può tornare alla vecchia esclusiva. Per farlo, l'ente locale deve inviare i risultati all'Antitrust, ma solo per consentirle di costruire la relazione annuale al parlamento.

L'intervento dell'Authority che vigila sulla concorrenza diventa determinante nel secondo passaggio, quando l'ente locale procede con un nuovo affidamento in house e deve inviare all'Autorità la relazione con cui motiva la propria scelta. Anche questo passaggio è previsto dalla legge, e trova nel regolamento attuativo una modalità di applicazione più "distesa". Il passaggio, prima di tutto, è richiesto solo quando il servizio oggetto dell'affidamento diretto vale più di 200mila euro all'anno: nelle prime versioni il tetto dei 200mila euro era privo di vincoli temporali, ed escludeva di conseguenza solo i micro-affidamenti. La trasformazione in «annuo» del parametro amplia drasticamente lo spazio delle deroghe, anche perché gli affidamenti possono avere una durata significativa, e anche il correttivo che imponeva comunque il parere in tutti i casi in cui la popolazione interessata dal servizio superasse le 50mila persone non ha resistito fino al testo definitivo.

Il concreto effetto di liberalizzazione della riforma dipende dunque molto dalle modalità con cui le amministrazioni locali si appresteranno ad attuarla. Non solo: dove la legge di riferimento «fa salve» le discipline di settore, il regolamento arriva ad escludere completamente dall'applicazione gas, energia elettrica, trasporto ferroviario regionale e farmacie comunali, estendendo quindi la deroga anche alla disciplina sulle incompatibilità fra politica e posti in consiglio di amministrazione.

L'elenco dei settori esterni alla nuova prova di liberalizzazione non finisce qui: «Ora – sottolinea per esempio Ennio Lucarelli, vicepresidente di Confindustria servizi innovativi – è il momento di un'azione efficace per le attività di Ict, ingegneria, facility management», spesso affidate alle società strumentali che spesso «effettuano assunzioni di personale senza concorso, e omettono il confronto con la concorrenza dell'offerta di mercato».

Fonte: il Sole 24 Ore

 

Pubblica Amministrazione: Relazione sullo stato

Il Ministro Brunetta ha consegnato ai presidenti di Camera e Senato la Relazione sullo stato della Pubblica Amministrazione.

 Leggi “La relazione al Parlamento” e “l’Appendice alla Relazione”

Fonte: legautonomie.it

 

 Pubblica Amministrazione: Servizi pubblici sul cellulare

L'applicazione mappa gli uffici e offre la lista delle prestazioni erogate. Il ministro Brunetta è fiducioso che  entro sei mesi saranno disponibili 100mila indirizzi.

Tutto questo avverrà tramite MiaPA: il nuovo canale per dare voce ai cittadini che consente di individuare i servizi pubblici e condividere informazioni e valutazioni, usando uno smartphone o il proprio Pc. Questo progetto è stato presentato nel corso di una conferenza stampa, MiaPA è la prima applicazione, estesa nella Pubblica amministrazione, degli strumenti di social check-in.

MiaPA fornisce una vera e propria mappa dei servizi pubblici, sfruttando le potenzialità di Mobnotes, un’applicazione gratuita che si fonda sulla georeferenziazione degli utenti.

“Non sarà la soluzione di tutti i problemi della PA - ha dichiarato il Ministro Brunetta - ma è sicuramente un passo avanti e rappresenta il primo caso di localizzazione dei luoghi dei servizi della PA”.

MiaPA, nata dalla collaborazione tra FormezPA, ForumPA e Mobnotes.com, permette anche in mobilità, utilizzando il telefono cellulare, di trovare l’ufficio pubblico più vicino, conoscere i giudizi espressi dagli altri utenti, esprimere la propria valutazione e lasciare un commento sul servizio ricevuto. Il portale di Linea Amica diventa il luogo di raccolta delle valutazioni e i e dei commenti restituendo, così, un quadro completo del giudizio dei cittadini.

“12 mila uffici sono già on line- ha detto Brunetta- pensiamo di aggiungerne 10 mila al mese e di arrivare entro cinque sei mesi a 100 mila indirizzi. MiaPA è un ulteriore tassello al nostro sistema che porta convergenza di servizi, sempre on line, per i cittadini”

Il sistema verrà implementato e sarà inoltre arricchita la gamma delle informazioni sui servizi e sui singoli eventi, consentendo alle amministrazioni di effettuare anche comunicazioni di pubblica utilità. MiaPA utilizza una tecnologia di frontiera e fa propria la filosofia degli open data, mettendo a disposizione dei cittadini e degli operatori i dati prodotti in un formato che ne consente il riutilizzo.

“Il Comune di Milano ha già aderito all’iniziativa – ha concluso Brunetta – stiamo lavorando con il Comune di Roma e con gli altri comuni capoluogo per facilitare l’accesso ai servizi e dare voce ai cittadini”.

Fonte:il corriere delle comunicazioni

 

 Pubblica Amministrazione: “servizio Saet”, valutazione ex-post

Vediamo quali sono i risultati ottenuti dal Servizio Anticorruzione e Trasparenza voluto dal ministro Renato Brunetta a poco più di un anno dalla nascita,.

All'inizio del mandato come ministro per la Pubblica Amministrazione e l'Innovazione, Renato Brunetta aveva preannunciato una serie di iniziative concrete volte a migliorare significativamente la Pubblica Amministrazione dall'interno; fra queste spiccava la creazione del Servizio Anticorruzione e Trasparenza (S.A.e.T.). Ora è interessante analizzare e valutare gli interventi effettuati ed i risultati ottenuti grazie agli accordi con altri enti e onlus e alla disponibilità dei dati di monitoraggio e dei reati pubblicati sul sito Saet.

Rapporto di cittadinanza attiva sulla trasparenza nella PA.

È intitolato "I cittadini e la trasparenza delle amministrazioni pubbliche" ed è il risultato dell'accordo siglato nel 2009 fra il SAeT, il Servizio Anticorruzione e Trasparenza del Dipartimento della Funzione Pubblica, e la onlus cittadinanzaattiva che rappresenta il movimento di partecipazione civica sul territorio nazionale ed europeo per la promozione e la tutela dei diritti dei cittadini e dei consumatori. Il rapporto, pubblicato anche sul sito del ministero per l'innovazione, presenta una visuale prospettica sullo stato della trasparenza nelle PA come primo mezzo di contrasto alla corruzione, fornito dagli utenti del servizio che così applicano concretamente il principio democratico del controllo civico sulle istituzioni. I centri di raccolta di cittadinanza attiva sul territorio sono costituiti dai PiT locali, mentre l'anno di riferimento è il 2008. I dati non sono molto confortanti; infatti, su 800 segnalazioni recepite, la trasparenza manca nel 74% dei casi, presso gli uffici pubblici dedicati ad appalti e nel settore della giustizia, per il 26% riguarda i servizi pubblici locali in relazione alla composizione delle tariffe e la determinazione dei costi dei servizi nel servizio idrico integrato, nello smaltimento dei rifiuti, nei tributi locali, negli appalti e, infine, negli asili nido.

La mancanza di trasparenza provoca disservizi verso i cittadini poiché la metà delle segnalazioni riguarda la contestazione di multe e l'invio di cartelle pazze del fisco; altri casi riguardano difficoltà nella gestione di pratiche amministrative, ad esempio, perché l'autocertificazione risulta di difficile applicazione (24%) e nei settori welfare di "bonus sociali" (13%), sicurezza di case popolari e scuole (9%) e giustizia (8%). Infine, un dato importante da tenere in debito conto è il costo che la mal amministrazione ha causato al paese: 1,4 miliardi di euro nel 2008.

Come previsto dall'iniziale pianificazione delle attività del Saet, il ministro Brunetta nel novembre 2009 ha illustrato al Parlamento la relazione sul primo anno di vita del servizio. Gli interventi sono stati divisi fra quelli sviluppati nell'ambito nazionale e quelli attuati al di fuori. In Italia sono stati sviluppati diversi progetti con cittadinanzaattiva e Transparency International per elaborare e diffondere pratiche utili a migliorare gli standard di trasparenza e accountability delle istituzioni pubbliche. Insieme ad ANCI, Transparency e l'Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture sono state intensificate le attività contro le frodi comunitarie e quelle in materia di appalti. Grazie alla collaborazione con gli Enti Locali, alcune aziende sanitarie sono state chiuse per infiltrazione mafiosa e infine sono stati sottoscritti 17 protocolli di collaborazione.

In ambito europeo l'attività del Saet è risultata evidente per:

•il contributo offerto per un programma biennale di supporto a favore del servizio anticorruzione della Croazia;

•il supporto nella redazione del "2009 Accountability Report", presentato e approvato dai Paesi del G8 nel corso del "Summit L'Aquila 2009";

•la sottoscrizione del "Memorandum of Understanding" con il Governo Cinese per porre concrete basi di cooperazione in diverse materie, tra cui quella della prevenzione della corruzione;

•la sottoscrizione di 2 protocolli con organismi esteri;

•l'attività svolta nella rete di agenzie anticorruzione europee.

È stata inoltre redatta una "mappatura della corruzione" che evidenzia come negli ultimi 5 anni, oltre il 40% dei reati contro la PA riguardino indebite percezioni o truffe aggravate in materia di fondi e finanziamenti pubblici, nazionali o comunitari.

Valutazione

Attualmente il sito Saet risulta aggiornato con 20 protocolli e intese sottoscritte con diversi enti e istituzioni sempre con il fine di collaborare e favorire l'acquisizione e lo scambio di dati e informazioni. Il prossimo mese è prevista una nuova presentazione delle attività del Saet anno secondo, ma una prima versione è già disponibile sul sito e riguarda gli andamenti della corruzione aggiornati con i dati del primo periodo del 2010. Il monitoraggio delle procedure contrattuali e di spesa è uno degli obiettivi del servizio Saet, che in tal modo effettua verifiche ed approfondimenti incrociati per comprendere il comportamento delle singole Amministrazioni in tema di andamento e ripartizione della spesa per settori e la ricorrenza di beneficiari e di fenomenologie di affidamento di appalti di forniture e servizi. Gli strumenti implementativi sono basati su sistemi di Business Intelligence, che permettono la raccolta sistematica delle informazioni di interesse, la loro aggregazione e analisi e la presentazione in forma semplice. Tuttavia, nel sito non vi sono evidenze di dettaglio su tali report in forma semplice, né una semplice relazione sintetica.

Nella sezione dedicata ai dati statistici del sito Saet si può invece trovare la mappatura dei reati suddivisi fra: Abuso d'ufficio, Corruzione, Concussione, Peculato e Malversazione a danno dello Stato. Infine, sono fornite le segnalazioni raccolte dal Nucleo speciale per la tutela pubblica amministrazione della Guardia di Finanza, riferiti alle segnalazioni dei dipendenti pubblici suddivise per regione e per settore nell'ambito del quale operavano i soggetti denunciati. I dati sono raccolti nel periodo dal 2005 al 2007 e si attendono dati più recenti che però al momento non sembrano essere disponibili.

Il prossimo passo

L'ultimo atto del percorso verso una Pubblica Amministrazione libera dall'illegalità e dalla corruzione è il Disegno Di Legge (DDL) approvato il 1 Marzo 2010. Il testo titolato "Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell'illegalità nella pubblica amministrazione" è stato elaborato a quattro mani dai ministri Alfano, Brunetta, Calderoli e Maroni, ed è composto da tre Capitoli, che rispettivamente riguardano i punti fondanti dell'azione di contrasto alla corruzione e all'illegalità nel settore pubblico: prevenzione generale, controlli mirati e sanzioni.

In particolare, sono tre le iniziative tangibili:

1.L'articolo 1 del disegno di legge istituisce il "Piano Nazionale Anticorruzione" per ridurre i rischi anticorruzione nella PA, previste nel capo II della Convenzione dell'Organizzazione delle Nazioni Unite contro la corruzione, adottata dalla Assemblea generale dell'ONU il 31 ottobre 2003, con risoluzione n. 58/4, firmata dallo Stato italiano il 9 dicembre 2003 e ratificata con legge 3 agosto 2009, n. 116. Questo piano verrà aggiornato dalla Rete nazionale anticorruzione, formata dai referenti individuati dalle diverse amministrazioni, che proporrà al Governo eventuali interventi normativi correttivi;

2.Attuazione di diverse misure in favore della trasparenza (Articolo 2) che, unitamente a quelle già adottate con il decreto legislativo n. 150 del 27 ottobre 2009, incidono su tre dei settori maggiormente a rischio corruzione: appalti, contributi e assunzioni.

3.Istituzione presso il Dipartimento della funzione pubblica, dell'Osservatorio sulla corruzione e su altri illeciti contro la PA, avente il compito di analizzare costantemente i fenomeni corruttivi e riferire annualmente al Ministro per la Pubblica Amministrazione e l'Innovazione, che a sua volta dovrà informare il Governo, il Parlamento, gli organismi internazionali e la Commissione per la valutazione, la trasparenza e l'integrità delle Pubbliche Amministrazioni.

Fonte: pubblicamministrazione.net

 

 Funzione Pubblica: programmazione del fabbisogno di personale triennio 2010-2012

La nota circolare Uppa DFP 46078/2010, sulla programmazione del fabbisogno di personale triennio 2010-2012 è stata emanata dal Dipartimento della Funzione Pubblica.

Nella nota circolare sono presenti le autorizzazioni ad assumere personale per l'anno 2010 e a bandire concorsi per il triennio 2010-2012.

 Leggi la Circolare Uppa DFP 46078/2010

Fonte: dpl modena

 

TFR: aggiornato il coefficiente di rivalutazione per il mese di ottobre 2010

Ai fini della determinazione del TFR le quote accantonate al 31 dicembre 2009 vanno rivalutate per i rapporti risolti tra il 15 agosto ed il 14 settembre 2010, del 2,063881%.

 Fonte: dpl modena

 

 INAIL:  pagamento dei premi assicurativi tramite il modello F24 Enti Pubblici

Con la circolare n. 38 del 15 ottobre 2010, l'INAIL ha fornito i chiarimenti per la compilazione del modello di pagamento F24 EP, esclusivamente telematico, riservato agli enti ed alle amministrazioni pubbliche sottoposti ai vincoli del sistema di tesoreria unica.

L'estensione di tale modello ai premi assicurativi di competenza dell'INAIL consente all'Istituto di migliorare e velocizzare l'acquisizione e la gestione di tali pagamenti, utilizzando i vantaggi derivanti dal sistema telematico.

Il modello non consente di operare la compensazione tra importi a credito e a debito. Gli enti e le amministrazioni pubbliche possono utilizzare il modello F24 "ordinario" per compensare eventuali importi a credito con debiti per premi ed accessori nei confronti dell'INAIL.

L'utilizzo dell'F24 è limitato ai soli importi da compensare e, pertanto, il saldo finale da indicare nel modello deve risultare pari a zero; qualora, a seguito della compensazione, residuino importi da pagare, questi devono essere versati tramite il modello F24 EP.

Le nuove modalità di versamento decorrono dal 2 novembre 2010.

Fonte: dpl modena

 

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