News del 1 Gennaio 2011 PDF Stampa E-mail
  • Pubblica Amministrazione: Addio alla carta stampata
  • Pubblica Amministrazione: La PA digitale nel treno delle Milleproroghe
  • Pubblica Amministrazione: Senza dirigenti il fondo «perde» la produttività
  • Pubblica Amministrazione: ARAN, CCNL dei Segretari Comunali e Provinciali 2006-2007
  • Pubblica Amministrazione: Piano E-gov, il 2010 chiude in chiaroscuro
  • Pubblica Amministrazione: Maxi-debito da 3,1 miliardi dello stato verso i comuni
  • Pubblica Amministrazione: Nel decreto milleproroghe sì alla maxiproroga per i comuni. Tutte le novità
  • Pubblica Amministrazione: Niente automatismi per i premi-progetto
  • Pubblica Amministrazione: Promozioni, stop a partire dal 2011
  • TFR: aggiornato il coefficiente di rivalutazione per il mese di novembre 2010

 

Pubblica Amministrazione: Addio alla carta stampata

Nella riunione del 22 dicembre il Consiglio dei ministri ha approvato in via definitiva il nuovo Codice dell'Amministrazione Digitale (CAD).

Entro i prossimi tre anni, in coerenza con il Piano e-Gov 2012, il decreto legislativo avvierà un processo che consentirà di avere una Pubblica Amministrazione digitale e sburocratizzata.

L’intervento normativo è volto ad adeguare gli strumenti che le amministrazioni pubbliche possono utilizzare nei rapporti con cittadini ed imprese mediante il ricorso alle tecnologie della comunicazione dell’informazione, nell’ottica (sotto il profilo economico) di conseguire un recupero di produttività.

In particolare vengono richiamati i principi relativi alla valutazione della performance organizzativa e individuale nelle Amministrazioni pubbliche, nonché quelli relativi alla responsabilità dirigenziale secondo le modalità indicate nel decreto legislativo n. 165 del 2001 come modificato dall’analogo decreto 27 ottobre 2009, n. 150. Il testo risulta coordinato con le disposizioni del decreto legislativo 1° dicembre 2009, n. 177 (riforma del CNIPA che assunto la denominazione di DigitPA) e con il D.P.R. 28 dicembre 2000, n. 445 (testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di documentazione amministrativa).

Il decreto legislativo supera quello approvato cinque anni or sono per iniziativa dell'allora Ministro Lucio Stanca (decreto legislativo n. 82 del 2005), traccia il quadro legislativo entro cui deve obbligatoriamente attuarsi la digitalizzazione dell'azione amministrativa e sancisce veri e propri diritti dei cittadini e delle imprese in materia di uso delle tecnologie nella comunicazione con la PA. La riforma nasce dalla convinzione che la digitalizzazione dell'azione amministrativa sia una vera e propria funzione di governo, imperniata sui principi di effettività e risparmio. I maggiori benefici si realizzano nei settori sanità e giustizia. Il CAD introduce misure premiali e sanzionatorie, incentivando o sanzionando le amministrazioni con la possibilità di quantificare e riutilizzare i risparmi ottenuti grazie alle tecnologie digitali (principio di effettività). Dalla razionalizzazione della propria organizzazione e dall'informatizzazione dei procedimenti, le pubbliche amministrazioni ricaveranno risparmi che potranno utilizzare per l'incentivazione del personale coinvolto e per il finanziamento di progetti di innovazione (principio di risparmio).

Queste le tappe del processo:

- entro 3 mesi le pubbliche amministrazioni utilizzeranno soltanto la Posta Elettronica Certificata (PEC) per tutte le comunicazioni che richiedono una ricevuta di consegna ai soggetti che hanno preventivamente dichiarato il proprio indirizzo;

- entro 4 mesi le amministrazioni individueranno un unico ufficio responsabile dell'attività ICT;

- entro 6 mesi le pubbliche amministrazioni centrali pubblicheranno i bandi di concorso sui propri siti istituzionali;

- entro 12 mesi saranno emanate le regole tecniche che consentiranno di dare piena validità alle copie cartacee e soprattutto a quelle digitali dei documenti informatici, dando così piena effettività al processo di dematerializzazione dei documenti della PA. Le pubbliche amministrazioni non potranno richiedere l'uso di moduli e formulari che non siano stati pubblicati sui propri siti istituzionali. Il cittadino fornirà una sola volta i propri dati alla Pubblica Amministrazione: sarà onere delle amministrazioni in possesso di tali dati assicurare, tramite convenzioni, l'accessibilità delle informazioni alle altre amministrazioni richiedenti;

- entro 15 mesi le pubbliche amministrazioni predisporranno appositi piani di emergenza idonei ad assicurare, in caso di eventi disastrosi, la continuità delle operazioni indispensabili a fornire servizi e il ritorno alla normale operatività.

Leggi: Nuovo Codice dell’Amministrazione Digitale

Fonte: legautonomie.it

  

Pubblica Amministrazione: ARAN, CCNL dei Segretari Comunali e Provinciali 2006-2007

In data 14 dicembre 2010 è stato sottoscritto il CCNL dei Segretari Comunali e Provinciali, relativo al quadriennio normativo 2006-2009 e al biennio economico 2006-2007, che pertanto dal 15 dicembre 2010 è pienamente efficace.

Leggi: CCNL dei Segretari Comunali e Provinciali 2006-2009 (

Fonte: legautonomie.it 

Pubblica Amministrazione: Piano E-gov, il 2010 chiude in chiaroscuro

A che punto è E-gov 2012? A dare conto dello stato di avanzamento del piano telematico nazionale lanciato dal ministro per la PA e Innovazione, Renato Brunetta, il Rapporto E-gov Italia 2010, curato dal Dipartimento per la Digitalizzazione e Innovazione tecnologica della Pubblica Amministrazione (Ddi) e da DigitPA, su mandato della Commissione permanente per l’innovazione tecnologica delle Regioni e degli enti locali.

Tre i punti salienti del report l’analisi sulla diffusione della Pec. Che non fa registrare i risultati sperati dal ministro. Sono infatti 20mila le caselle registrate in Ipa (Indice delle Pubbliche Amministrazioni) mentre poco oltre il 40% dei Comuni ha una casella Pec, con punte di eccellenza del 90% in Umbria e del 75% in Friuli Venezia Giulia e percentuali ancora basse - non oltre il 20% - in Calabria, in Abruzzo, in Basilicata e in Sardegna. Oltre la metà dei Comuni pubblica – come previsto dalla legge – l’indirizzo Pec sul proprio sito web. Tra i cittadini il servizio Postacertificat@ si sta progressivamente diffondendo, con 450.000 richieste di attivazione, già cresciute negli ultimi 15 giorni di circa il 20%.

Punto debole della digitalizzazione anche quello dei servizi alle imprese. Nonostante il il piano e-Gov 2012 abbia provato a mettere in campo strumenti di semplificazione, questi sono decollati soprattutto nei comuni capoluogo che, per il 40%, dispongono di Sportello Unico per le Attività Produttive (Suap) online. Meno rosea – di contro - la situazione negli enti più piccoli: poco più di un terzo dei Comuni italiani offre servizi on-line rivolti alle imprese. Nel caso del Suap meno di un terzo dei Comuni ha predisposto la disponibilità di un accesso on-line.

Meglio le performance registrate sul fronte della sanità il rapporto rileva come siano stati “realizzati interventi per la digitalizzazione dei processi base”. “Da qualche mese è operativo l’obbligo di invio telematico dei certificati di malattia da parte dei medici – si legge nello studio - Il 90% dei medici di medicina generale si è abilitato per l’utilizzo della nuova procedura”.

Grazie alla nuova procedura, in qualche mese sono pervenuti all’Inps per via telematica oltre 2 milioni di certificati di malattia online. Il confronto con i dati dell’anno precedente indica come nei primi mesi la percentuale di copertura del nuovo servizio ammonta a oltre il 60%.

Rilevanti anche le iniziative settore della scuola: nel complesso sono state consegnate oltre 22.300 Lavagne Interattive Multimediali (3.300 da parte del Ddi; oltre 17.000 dal Miur, 900 dalle Regioni). È stato inoltre realizzato il portale ScuolaMia che permette alla scuola di erogare servizi digitali alle famiglie. In pochi mesi, oltre 2.800 scuole di ogni ordine e grado su tutto il territorio nazionale hanno spontaneamente aderito all’iniziativa.

“Ad oggi, Innovascuola, portale che consente l’accesso a contenuti multimediali, dispone di quasi 1.190 contenuti gratuiti dedicati alle Scuole primarie e secondarie di primo e secondo grado – proseguono gli esperti di Brunetta - Al portale risultano registrati oltre 2.000 utenti, di cui 751 docenti e 1.287 studenti”.

In merito all’innovazione nel settore scolastico “da gennaio i 250.000 supplenti delle scuole italiane avranno la posta elettronica certificata (Pec) e riceveranno via mail le richieste di sostituzione dei maestri e dei professori in malattia” ha detto Brunetta annunciando per domani al consiglio dei ministri l'approvazione del codice di amministrazione digitale (Cad).

Nelle università sono state attivate iniziative per incrementare la copertura WiFi e l’adozione di servizi online in 55 università. Oggi i servizi sono disponibili per circa il 90% dell’intera popolazione studentesca. Inoltre è stata impressa una forte accelerazione al processo di digitalizzazione e semplificazione amministrativa attraverso l’iscrizione online, la verbalizzazione elettronica degli esami, il fascicolo personale dello studente, l’automazione dei flussi informativi nonché l’adozione di servizi Voip.

Nel campo della Giustizia civile sono stati realizzati rilevanti interventi innovativi diffusi su quasu tutto il territorio nazionale. Il processo di digitalizzazione è decollato in quasi tutte le realtà nazionali con livelli diversi di implementazione nei singoli distretti. Il sistema di consultazione dei registri di cognizione è ormai disponibile in tutti i distretti, mentre meno diffusi risultano i sistemi di consultazione dei registri di esecuzione, dei fascicoli Polis Web Pct-Sicid e Siecic.
In via di sperimentazione con modalità e tempi differenti la consultazione delle informazioni relative allo stato dei procedimenti risultanti dai registri di cancelleria; la consultazione dei fascicoli virtuali relativi ai procedimenti di interesse; la trasmissione di comunicazioni e notifiche; il deposito di atti e documenti.

I servizi Ict legati al trasporto pubblico e privato sono diffusi soprattutto nelle città medio-grandi, seppure non manchino casi di interesse in alcuni centri di media dimensione. “Quasi i due terzi dei capoluoghi di provincia dispongono di varchi elettronici con telecamere per l’ingresso nelle Zone a Traffico Limitato (Ztl) – enuncia il report - In circa il 40% dei capoluoghi di provincia è possibile pagare la sosta con carta intelligente prepagata, ma solo nel 3% dei centri urbani si può provvedere alla ricarica online

Il quadro relativo alle principali banche dati pubbliche (anagrafe popolazione, territorio e fisco) risulta, nel complesso, consolidato. Vi è un buon grado di informatizzazione di base, tanto a livello centrale, quanto relativamente alle pubbliche amministrazioni locali. Anagrafi e gestione dei tributi risultano informatizzati in quasi tutti i Comuni e le dotazioni tecnologiche più complesse possono dirsi sufficientemente diffuse anche nei Comuni di media dimensione. A livello di Comuni, la messa a disposizione in rete di informazioni agli utenti è abbastanza diffusa: più del 50% dei Comuni rende disponibili online informazioni e servizi relativi alle banche dati. Capillare è il collegamento alle banche dati centrali

Il protocollo informatico, il collegamento a Internet e la gestione del personale sono ormai largamente informatizzati nei Comuni; sufficientemente diffuse sono le connessioni a banda larga e firma digitale, mentre Intranet e Voip sono disponibili in una quota ancora modesta di Comuni

In diverse regioni i Comuni presentano un livello di informatizzazione pari al 100%. Da evidenziare, nel dettaglio, le procedure relative al personale in Sardegna; la gestione degli atti amministrativi nelle Marche; l’Intranet e le connessioni a banda larga in Trentino-Alto Adige; la firma digitale in Toscana; il protocollo informatico in Umbria; il Voip in Emilia-Romagna

E “last but not least” la banda larga, Ad oggi sono coperti da banda larga circa 55 milioni di Italiani. “L’8,4% della popolazione italiana è in digital divide, contro il 13% del 2009, considerando sia il servizio a banda larga fissa, sia mobile – conclude il rapporto - Dal 2009 ad oggi, il piano di interventi realizzato ha portato la banda larga a ulteriori 2 milioni di persone. Entro la metà del 2011 un altro milione di Italiani sarà raggiunto.

Nelle città il grado di copertura è in linea con quanto si registra negli altri Paesi europei. Problemi si rilevano ancora nelle aree scarsamente abitate. In alcune aree del Paese il divario digitale è particolarmente allarmante, come nel caso del Molise (dove il digital divide sfiora il 35%), della Basilicata (oltre il 20%), del Veneto e dell’Umbria (17%).

I progressi fatti dal nostro Paese sono stati riconosciuti anche da Bruxelles. “L'Italia guida la classifica europea per disponibilità online dei servizi della pubblica amministrazione – dice il ministro - In generale il nostro Paese tra i paesi con la migliore performance per l'e-Government. In particolare per la disponibilità on line dei servizi ha raggiunto il 100% (rispetto all'82% della media europea) con un miglioramento significativo dell'indicatore nell'ultimo anno (era al 69% nel 2009).

Fonte: Corriere delle Comunicazioni

  

Pubblica Amministrazione: Maxi-debito da 3,1 miliardi dello stato verso i comuni

Nelle pieghe dei conti pubblici spunta un nuovo debito dello stato nei confronti degli enti locali: sono 3,1 miliardi di euro. Per capire le proporzioni, il doppio abbondante rispetto ai tagli ai trasferimenti disposti con la manovra dell'estate scorsa, che ha spinto sulle barricate tutti i sindaci e occupa ora la trattativa sul federalismo fiscale.

A scoprire e quantificare il problema è la corte dei conti, in una delibera (la 26/2010) firmata direttamente dal neo-presidente della magistratura contabile, Luigi Giampaolino (i relatori sono Aldo Carosi e Fabio Viola). I 3,1 miliardi (ma potrebbero salire a 3,3 alla fine dell'analisi di una serie di poste ancora incerte) nascono da trasferimenti dovuti ma mai erogati dallo stato nei confronti di 223 fra comuni e province fra 1997 e 2002: l'obbligo giuridico rimane, perché l'assegno è previsto dalla legge, ma la copertura nel bilancio statale è quasi inesistente: con le risorse messe a disposizione oggi, calcola la corte, la partita non potrebbe essere chiusa prima del 2022.

A gonfiare il debito nei confronti di comuni e province sono state le regole che hanno disciplinato i trasferimenti statali fino al 2002: per gli enti «monitorati» (si tratta delle province sopra i 400mila abitanti e dei comuni sopra i 60mila), il ministero dell'Interno metteva a disposizione le somme previste dalle leggi (prima di tutto il fondo ordinario) nella tesoreria, ma l'erogazione effettiva scattava solo quando le disponibilità di cassa del comune o della provincia interessata fossero scese sotto un determinato livello.

Negli enti in cui le casse hanno retto meglio, o dove i trasferimenti previsti dalle norme erano tali da far superare i livelli minimi indispensabili all'erogazione, questi soldi non sono arrivati.
I ritardi hanno fatto scattare il meccanismo della «perenzione», che riporta le somme nella disponibilità dell'Economia; il debito è rimasto, ma queste risorse sono state dirottate ad altri scopi determinando la scopertura attuale.

Il problema, in realtà, non è nuovo, al punto che nei mesi scorsi, sottotraccia, ai tavoli tecnici del Viminale si è fatto il possibile per metterci mano. La novità sono i numeri: il Viminale, si legge nella relazione, non ha potuto fare altro che arrivare alle «impietose quantificazioni» riportate nelle tabelle; il compito di trovare le coperture è dell'Economia, che però sulla vicenda ha «serbato il silenzio». Il rischio, spiega la Corte, è «il consolidarsi del fenomeno debitorio nel tempo, che insieme ad altri possibili eventi della stessa natura, incrementerebbe a dismisura il debito reale dello Stato».

A finire incagliati nel meccanismo della «perenzione» sono stati i crediti di 223 fra comuni medio-grandi e province. In valore assoluto, l'assegno più significativo è quello atteso dalla provincia di Napoli che, anche a causa dell'entità dei trasferimenti spettanti a quel territorio, vola a 437,6 milioni di euro. Tra i comuni primeggia invece Milano, che vanta un credito da 166,1 milioni, cioè 127 euro per abitante. Se anche questi crediti venissero onorati, poi, si aprirebbe un problema ulteriore, perché gran parte delle risorse rimarrebbero incagliate nei meccanismi del patto di stabilità; ma questa è un'altra storia.

Fonte: il Sole 24 Ore

  

Pubblica Amministrazione: Nel decreto milleproroghe sì alla maxiproroga per i comuni. Tutte le novità

Rientra a sorpresa nel milleproroghe, dopo la levata di scudi dei comuni, la possibilità di utilizzare gli oneri di urbanizzazione per le spese correnti, mentre per i terremotati abruzzesi la riscossione delle imposte non versate non riprenderà prima del 30 giugno 2011. Queste le principali novità contenute nell'ultima versione del decreto legge milleproroghe (che pubblichiamo qui sotto), che potrebbe però subire qualche minima modifica in attesa dell'uscita sulla gazzetta ufficiale attesa per oggi.

La novità più significativa e indicativa di una progressiva delegificazione dei contenuti della maxi norma di proroga di fine anno è il ricorso allo strumento del decreto del presidente del consiglio dei ministri per stabilire i confini della proroga di ben 65 provvedimenti anche di rilevante importanza. Mentre il comma 1 dell'articolo 1 fissa uno slittamento generale al 31 marzo 2011 di tutti i termini in scadenza prima del 15 marzo 2011 (praticamente quasi tutti) e indicati nella tabella 1 allegata alla norma, il comma 2 dispone che saranno uno o più Dpcm a decidere un'ulteriore proroga dal 31 marzo al al 31 dicembre 2011. Naturalmente i Dpcm dovranno essere emanati «di concerto» con il ministero dell'Economia.

Trattandosi di proroghe «non onerose» per definizione, potrebbe quindi risultare poco probabile uno slittamento oltre il 31 marzo dell'obbligo di denuncia al catasto dei fabbricati fantasma, perché esigenze di cassa, soprattutto ai fini Ici, sconsigliano fortemente lo spostamento dei termini. All'atto della denuncia, infatti, c'è da aspettarsi che i proprietari dichiarino che l'ultimazione del fabbricato è stata assai recente, quindi non si crea base imponibile per i mesi precedenti.

Quanto all'utilizzo del 75% gli oneri di urbanizzazione per le spese correnti (una partita che vale 2 miliardi di euro), si tratta di una norma che appare monca: gli oneri entrano in un elenco di regole prorogate per ora sino al 31 marzo. Perché diventi davvero operativa, la seconda proroga al 31 dicembre 2011 è però indispensabile. Anche così, però, la dilazione funzionerebbe solo per un anno: il contributo dei permessi da costruire potrebbe essere contabilizzato solo nel bilancio annuale, mentre per 2012 e 2013 si dovrebbe continuare a contare su altre entrate. Spunta anche la proroga per il contributo all'agenzia dei segretari, abolita la scorsa estate.

L'appuntamento del milleproroghe con la Gazzetta Ufficiale, dopo la firma del Capo dello Stato di ieri pomeriggio, potrebbe essere già fissato per oggi. E tra le novità dell'ultima ora anche la riproposizione per l'anno d'imposta 2011 della deduzione forfettaria sul reddito d'impresa dei benzinai (24 milioni alla base dell'accordo anti serrata siglato ieri a Milano con il governo, si veda il servizio a pagina 21). Con il decreto, inoltre, arrivano le risorse necessarie (19,1 milioni di euro) per garantire l'operatività degli sportelli unici per l'immigrazione nei compiti di accoglienza e integrazione degli uffici delle questure alle prese con le pratiche di emersione del lavoro irregolare.

Tra le conferme il rifinanziamento del 5 per mille per 400 milioni complessivi di cui uno destinato al sostegno e alle cure dei malati di Sla, così come la proroga al 30 giugno 2011 dei bonus fiscali per le imprese cinematografiche. A finanziarli (45 milioni) sarà il fondo finanza d'impresa e non più l'euro aggiuntivo sui biglietti di ingresso.

Confermata anche la proroga di sei mesi della sospensione degli acconti di novembre per gli alluvionati del Veneto. Sempre in tema di calamità naturali per i terremotati dell'Abruzzo, come detto, la ripresa della riscossione delle somme dovute dall'aprile 2009 potrà slittare al 30 giugno 2011. Sarà un Dpcm a fissare la ripresa dei versamenti delle rate dovute e sospese fino a giugno.

Nelle novità inserite nell'elenco delle cosiddette proroghe non onerose hanno trovato posto il contrasto all'esercizio abusivo del servizio taxi e di noleggio con conducente, il commissario di controllo sulle quote latte, nonché la norma salva-Bingo che abbatte il prelievo erariale in favore del ritorno in vincite per i giocatori pari al 70 per cento.

Fonte: il Sole 24 Ore

 

 Pubblica Amministrazione: La PA digitale nel treno delle Milleproroghe

E’ passato, come ogni anno, l’ultimo treno delle Milleproroghe.

Tra i tanti passeggeri la PA digitale, che incassa due proroghe importanti, mentre viene abolito solo in parte il controllo sull'accesso wi-fi.

Per la PA digitale due i punti su cui si era già concentrata l'attenzione.

Liberalizzazione del wi –fi. Il Milleproroghe abroga le parti del decreto Pisanu relative all'accesso internet da luoghi pubblici (l'articolo 7) e, in particolare, l’obbligo per il fornitore dell'accesso di identificare gli utenti, monitorare le operazioni e archiviare i dati, nonché quello di chiedere un'autorizzazione al Questore per fornire questo servizio (quest’ultimo obbligo, tuttavia, resta in piedi per gli internet point, per i quali viene prorogato al 31 dicembre 2011). Dal 1° gennaio 2011 chi vorrà collegarsi in rete da un luogo pubblico (internet point, alberghi, bar e altre strutture ricettive) potrà farlo liberamente, senza presentare documenti.

(per saperne di più sull'iter e sulle questioni del wi-fi libero, naviga su SaperiPA)

Carta d'identità elettronica. E’ stata prorogata al 1° gennaio 2012, l’introduzione della carta d'identità elettronica, con fotografia e impronte digitali.

Fonte: ForumPA

 

 Pubblica Amministrazione: Niente automatismi per i premi-progetto

Il dipendente comunale, che ha realizzato un nuovo progetto, non ha diritto all'erogazione del premio incentivante automaticamente. La produttività può essere erogata soltanto nel caso in cui il responsabile abbia approvato preventivamente l'azione di miglioramento e ne abbia accertato la concreta realizzazione. Nel caso in cui il progetto non sia stato approvato ex ante, benché sia stato concretamente realizzato, al dipendente non può essere erogata la produttività.

A sancirlo il Consiglio di stato che, con la sentenza n. 8949/10 del 16 dicembre, ha respinto il ricorso di un dipendente comunale contro il no dell'ente locale al pagamento della produttività.

Nel caso specifico, un dipendente di un ente locale, che aveva realizzato un progetto di miglioramento, aveva richiesto all'ente il pagamento del premio incentivante, ma il comune aveva respinto tale richiesta, sostenendo che il progetto non era stato approvato dall'ente.

Il Tar in primo grado aveva respinto il ricorso, ritenendo legittimo l'operato del comune e il dipendente ha impugnato la pronuncia.

Il Consiglio di stato ha ritenuto corretto l'operato del dirigente che ha negato l'erogazione della produttività perché non vi era in atti nessuna prova che il progetto obiettivo rientrasse fra quelli approvati e ritenuti afferenti agli obiettivi affidati dagli amministratori.

I giudici hanno confermato l'orientamento secondo il quale la maggiorazione dell'incentivazione può essere erogata soltanto nel caso in cui siano realizzati progetti di miglioramento coerenti con gli obiettivi affidati ai responsabili, approvati ad inizio anno dagli stessi dirigenti e i cui risultati siano stati accertati a consuntivo.

Tale pronuncia, benché relativa a fatti realizzati prima del novembre 2009, è in linea con i principi definiti dalla riforma brunetta, secondo la quale, tra l'altro, la valutazione delle prestazioni dei dipendenti, finalizzata all'erogazione della produttività, deve essere articolata tenendo conto della definizione e assegnazione degli obiettivi, del collegamento tra questi e le risorse necessarie e della verifica dei risultati a fine anno, che deve essere rendicontata agli organi di indirizzo politico-amministrativo e agli utenti, destinatari dei servizi.

Fonte: il Sole 24 Ore

 

 Pubblica Amministrazione: Promozioni, stop a partire dal 2011

La partita delle progressioni orizzontali non si è ancora conclusa. Una recente sentenza del Tar Umbria dà l'opportunità di tirare le somme sull'istituto. L'entrata in vigore del Dlgs 150/2009 sembrava aver definitivamente tolto ogni possibilità di facile passaggio di categoria: le progressioni sono di fatto ora possibili solo tramite concorso, con possibile riserva del 50% agli interni con conseguente necessità di possedere i titoli di studio richiesti per l'accesso dall'esterno.

Sull'effettiva decorrenza delle nuove regole c'è stata molta confusione. Lo stesso legislatore ha previsto infatti la nuova disposizione in un articolo di modifica al Dlgs 165/01, ma allo stesso tempo sembra aver previsto all'articolo 24 della riforma Brunetta uno slittamento al 31 dicembre 2010 per le autonomie locali.

In una corsa al foto-finish diversi comuni e province hanno quindi adottato negli ultimi giorni del 2009 modifiche al proprio fabbisogno di personale nella speranza di procedere in tempo con progressioni riservate tutte agli interni.

E qui iniziano i problemi. A livello interpretativo infatti si sono succedute tutta una serie di deliberazioni spesso discordanti tra le sezioni regionali della Corte dei conti. Mentre, secondo l'Anci, il 15 novembre 2009 (data di entrata in vigore della riforma Brunetta) è paletto insormontabile. Avrebbero però potuto essere portate a termine solamente le progressioni che erano già state decise in documenti programmatori antecedenti anche se i relativi bandi non erano ancora stati emessi.

Il Tar Reggio Calabria, con la sentenza n. 914/2010, ritiene che tra passato e futuro delle progressioni verticali la scure è scesa definitivamente il 15 novembre 2009. Ma ciò che attesta la correttezza delle progressioni verticali ante riforma è la pubblicazione del bando. Il Tar precisa poi (in antitesi con quanto sostenuto dall'Anci) che il piano occupazionale, anche se approvato prima dell'entrata in vigore della legge, costituisce un atto generale di pianificazione che non può risultare impermeabile alle sopravvenienze normative che fissano divieti o impongono limiti.
Di parere contrario il Tar Umbria. Con una recente sentenza si tiene in vita la possibilità delle progressioni verticali "vecchia maniera" fino al 31 dicembre 2010. La nuova disciplina delle progressioni di carriera introdotta dal Dlgs 150/2009 – secondo il collegio – si applicherà agli enti locali a partire dal 1° gennaio 2011, termine entro cui le amministrazioni dovranno adeguare i rispettivi ordinamenti.

Fonte: il Sole 24 Ore

 

 Pubblica Amministrazione: Senza dirigenti il fondo «perde» la produttività

Il fondo per le risorse decentrate, negli enti privi di dirigenza, deve essere ulteriormente ridotto del salario di produttività spettante al personale nominato titolare di posizione organizzativa. La questione, che spesso ha comportato contrapposizioni in sede di contrattazione decentrata, è stata affrontata e chiarita dalla Corte dei conti Lombardia, parere 1037/2010, secondo la quale la quota parte del salario di produttività in precedenza spettante al titolare di posizione organizzativa non potrà essere distribuita fra gli altri dipendenti ma costituirà un'economia comportando una riduzione del fondo.

La ferma presa di posizione della magistratura contabile era già stata oggetto di chiarimenti da parte dell'Aran (parere n. 499-15B3) sin dall'applicazione del Ccnl 1° aprile 1999. Secondo l'Agenzia, a seguito dell'affidamento delle posizioni organizzative e della attribuzione della relativa retribuzione di posizione, il fondo dell'articolo 15 del Ccnl del 1° aprile 1999 deve essere decurtato della quota delle risorse prima destinate al pagamento dei compensi per il salario accessorio del personale interessato. Forti di tale parere, gli ispettori della Ragioneria dello stato, in sede di verifica, hanno sempre censurato comportamenti difformi.

Le organizzazioni sindacali, pur non essendo materia demandata alla contrattazione decentrata, non hanno mai condiviso l'orientamento Aran in considerazione del fatto che nel contratto collettivo nazione non è presente una specifica disposizione in tal senso. Il vuoto normativo ha quindi determinato comportamenti differenziati da parte delle amministrazioni.

L'interpretazione

La Corte dei conti abbraccia la tesi datoriale che non consente di destinare ai rimanenti dipendenti la quota di salario accessorio non attribuita alle posizioni organizzative, per le quali la retribuzione di posizione e risultato vengono finanziate con risorse di bilancio. È evidente la volontà di evitare comportamenti che determinino la duplicazione della spesa: da una parte il trattamento economico mantenuto nel fondo e dall'altra la retribuzione collegata alla posizione organizzativa.

li enti, che non vi abbiano già provveduto, devono procedere alla decurtazione delle risorse decentrate ricorrendo, per le modalità di calcolo, alle indicazioni fornite dall'Aran nello stesso parere ovvero tenendo conto della media degli oneri degli ultimi due o tre anni. Oltre alla riduzione del fondo per l'anno in corso gli stessi enti dovranno recuperare le maggiori somme distribuite in passato, con riferimento almeno all'ultimo quinquennio.

Pur in assenza di specifiche istruzioni, il recupero degli anni pregressi potrà gravare sul fondo dell'anno 2010. Tuttavia, al fine di evitare che il recupero degli anni pregressi sul fondo 2010 si riverberi anche nel triennio 2011-2013 in applicazione del blocco previsto dalla manovra Tremonti, potrebbe risultare opportuno procedere alla rideterminazione dei fondi degli anni precedenti con il conseguente recupero sulle maggiori risorse distribuite ai dipendenti in allora in servizio.

L'estendibilità

Pur non risultando oggetto del parere in commento, il principio affermato deve essere applicato anche al fondo per il lavoro straordinario in quanto la retribuzione di posizione e risultato assorbe anche lo straordinario.

Il principio confermato dalla Corte dei conti coinvolge anche il salario accessorio del personale interessato ad esternalizzazioni di servizi e ai trasferimenti di funzioni, nell'ambito dei quali non può essere dimenticato il personale Ata trasferito nei ruoli statali nel 2000.

Fonte: il Sole 24 Ore

 

TFR: aggiornato il coefficiente di rivalutazione per il mese di novembre 2010

A Novembre, il coefficiente per rivalutare le quote di trattamento di fine rapporto (TFR), accantonate al 31 dicembre 2009, è: 2,534794%.

Fonte: dpl modena

 

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