News del 15 Luglio 2011 PDF Stampa E-mail
  • Pubblica Amministrazione: dematerializzazione per crescere
  • Pubblica Amministrazione: Riduzione spese incarichi di consulenza
  • Consiglio dei Ministri: regolamento pubblico impiego
  • Pubblica Amministrazione: Asi-Eutelsat, banda larga via sat per la PA
  • Innovazione PA: manovra- norme di interesse
  •  DigitPA: bozza delle regole tecniche sulle firme elettroniche
  • Pubblica Amministrazione: Carta dei doveri delle amministrazioni pubbliche, il Senato approva il ddl
  • Funzione Pubblica: trasformazione del rapporto da tempo pieno a tempo parziale - presupposti
  • INPS: permessi per riduzione di orario (c.d. ROL) e per ex festività - termini e modalità di assolvimento dell'obbligo contributivo
  • L'INPDAP, con nota operativa n. 26 del 13 luglio 2011, informa che l'art. 7, comma 2, lettera e),
  • INPDAP: detrazioni da lavoro dipendente e per familiari a carico

 

 

Pubblica Amministrazione: dematerializzazione per crescere

La digitalizzazione "nativa" dei documenti, prevista nel nuovo Cad, darà la stura all’innovazione dei servizi e dei processi interni

Con l’introduzione del nuovo Codice della Amministrazione Digitale (Dl n.235/2010) il legislatore, con l’Art. 40 e successivi, ha voluto dare un forte impulso al processo di digitalizzazione della PA attraverso il passaggio dal cartaceo al digitale – dematerializzazione - nella gestione dell’enorme quantità di documenti prodotti dalla PA nello svolgimento delle sue attività. La dematerializzazione, vista come conseguenza della gestione documentale informatizzata, è già da tempo usata nel settore privato, in particolare nel settore bancario, dove se ne ricorda l’uso che fin dagli anni 70 veniva fatto per la dematerializzazione dei titoli obbligazionari.

Per la PA il tema è molto impegnativo in quanto si tratta molto spesso di rivisitare il processo per poter utilizzare efficacemente il documento informatico in sostituzione di quello cartaceo. Mancano spesso le risorse interne, afferenti alle strutture per l’organizzazione, l’innovazione e le tecnologie cosi come previsto nell’art.17 del nuovo Cad, che al comma 1 recita: “Le PA centrali garantiscono l'attuazione delle linee strategiche per la riorganizzazione e digitalizzazione dell'amministrazione definite dal Governo. A tale fine, le predette amministrazioni individuano un unico ufficio dirigenziale generale…”, e ne sottolinea il ruolo di controllo strategico, correlandone l’attuazione ai fini della misurazione e valutazione della performance organizzativa ed individuale dei dirigenti ai sensi della riforma 150/2010 (art. 12 comma 1ter del Cad). Eppure non mancano esempi significativi che confermano come la strada da percorrere sia tracciata, qui cito le notifiche telematiche e il pagamento elettronico nel comparto Giustizia e i certificati on line in quello Sanità.

In effetti la digitalizzazione è un tema complesso, che non solo si deve avvalere degli strumenti tecnologici - firma digitale, Pec, protocollo informatico, già ampiamente diffusi - ma deve ripartire dalla gestione del procedimento amministrativo riorganizzando la gestione dell’informazione indipendentemente dalla forma e dal supporto in cui viene presentata e seguendone l’iter attraverso strumenti di workflow management che, a partire dalla registrazione del documento nel sistema di protocollo informatico e gestione documentale, ne garantiscono la tenuta e la conservazione, e ne registrano le fasi di lavoro permettendo così di migliorare il processo, monitorando i tempi di esecuzione della pratica, ottimizzando i carichi di lavoro e fornendo informazioni sullo stato della pratica. L’introduzione del protocollo informatico ha già permesso nel passato di sostituire tanti registri protocolli con una visione unitaria del registro, come una unica chiave di accesso nella gestione dei documenti. E il nuovo Cad, con l’Art. 40 bis, rafforza il principio estendendo la registrazione di protocollo anche alle comunicazioni che pervengono o sono inviate dalle caselle di Pec.

L’obiettivo delle regole tecniche che dovranno essere emanate ai sensi dell’art 71 del Cad è quello di accompagnare tale percorso con delle specifiche attuative che supportino le amministrazioni nelle azioni di adeguamento dei propri sistemi organizzativi e informatici.

Anche per un problema di costi, appare chiaro che la PA potrebbe tenere un doppio regime, non punterà a digitalizzare l’enorme quantità di documenti prodotti nel passato (scannerizzazione), ma punterà a far nascere originariamente il documento in digitale per poi conservarlo secondo regole molto stringenti per la protezione, la sicurezza, la privacy e la manutenzione nel tempo (si pensi alle conseguenze derivanti dalla perdita per esempio di un dato anagrafico). Dove conservare i supporti digitali? L’Art. 44, al comma 1ter chiarisce che “Il responsabile della conservazione può chiedere la conservazione dei documenti informatici ... ad altri soggetti, pubblici o privati, che offrono idonee garanzie organizzative e tecnologiche”.

In conseguenza, importante rilievo assume per il mercato l’emanazione delle regole tecniche sul sistema di conservazione che permetterà ai privati di proporre servizi alle amministrazioni per la tenuta dei documenti informatici. Lo stesso Cad a tale scopo prevede la possibilità per coloro che svolgono attività di conservazione di documenti informatici, pubblici o privati, di richiedere l’accreditamento presso DigitPA. Insomma, anche la PA punta a diventare “paperless”, è una sfida che DigitPA vuole affrontare al meglio, come afferma Maria Pia Giovannini, Responsabile Ufficio Sistemi per l’efficienza dei flussi documentali e servizi on line, convinta che la digitalizzazione permetterà di eliminare i vincoli che rendono meno efficace ed efficiente l’erogazione del servizio al cittadino e alle imprese, e che inoltre permetterà alla PA di rivedere i processi e ai fornitori di proporre soluzioni sempre più avanzate da mettere al servizio della PA e di conseguenza dei cittadini e delle imprese. Una sfida che fa vincere tutti.

Fonte: corrieredellecomunicazioni.it

Pubblica Amministrazione: Riduzione spese incarichi di consulenza

La legge n. 122 del 2010 interviene per emanare disposizioni volte al contenimento della spesa pubblica e a contrastare l'evasione fiscale, ai fini della stabilizzazione finanziaria, nonché per il rilancio della competitività economica. Tra le disposizioni che incidono sulla riduzione dei costi degli apparati amministrativi, l'articolo 6, comma 7, prescrive un'importante e specifica misura di riduzione delle spese per studi ed incarichi di consulenza. E’ a tale proposito che interviene la circolare del Ministro Brunetta al fine di fornire alcune indicazioni interpretative della disposizione citata. I chiarimenti sono indirizzati alle pubbliche amministrazioni di cui all'art. 1, comma 3 (gli enti e gli altri soggetti che costituiscono il settore istituzionale delle amministrazioni pubbliche individuati dall'ISTAT), della legge n. 196/2009, incluse le autorità indipendenti, escluse le università, gli enti e le fondazioni di ricerca e gli organismi equiparati. Circolare Dipartimento per la funzione pubblica 14 marzo 2011, n. 3, Art. 6, comma 7 del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito in legge, con modificazioni, dall'art. 1, comma 1, della legge 30 luglio 2010, n. 122. Spesa annua per studi ed incarichi di consulenza. GU n. 157 dell'8.7.2011

Leggi: Circolare del Dip. Funzione Pubblica n.3 del 2011

Fonte: Marco Aurelio

 

 

Consiglio dei Ministri: regolamento pubblico impiego

Su proposta del Ministro Brunetta il Consiglio dei Ministri ha approvato un regolamento che interviene a tutela dell’efficienza e del buon andamento della pubblica amministrazione, consentendole di procedere alla risoluzione del rapporto di lavoro dei dipendenti di cui è stata accertata l’inidoneità psicofisica permanente e assoluta, oppure al demansionamento nel caso di accertata inidoneità psicofisica permanente e relativa. La posizione del dipendente sottoposto all’accertamento viene comunque tutelata con la predisposizione di un procedimento di verifica dell’idoneità al servizio, con piena garanzia dei suoi diritti derivanti dal rapporto di lavoro; il regolamento ha ricevuto il parere del Consiglio di Stato. Il regolamento disciplina il procedimento di verifica dell'inidoneità permanente psicofisica al servizio dei dipendenti, anche con qualifica dirigenziale, delle amministrazioni dello Stato. Per il personale in regime di diritto pubblico (militari, diplomatici, magistrati) rimane ferma la disciplina prevista dai rispettivi ordinamenti. Il provvedimento integra, senza sovrapporvisi, la disciplina legislativa vigente prevista per altre e specifiche finalità sulle conseguenze dell'inidoneità psicofisica permanente del dipendente pubblico. PROCEDURA DI VERIFICA E MISURE CAUTELARI - La procedura di verifica può essere attivata dall'amministrazione sia in caso di assenza del dipendente per malattia protratta (oltre un certo periodo) sia in presenza di comportamenti del dipendente che facciano ragionevolmente presumere una inidoneità permanente o assoluta al servizio. Nel caso di circostanze che sconsiglino la presenza in ufficio del dipendente è prevista la sospensione cautelare dal servizio prima che il dipendente sia sottoposto alla visita di idoneità. In caso di accertata inidoneità permanente relativa, l'amministrazione può adibire il dipendente a mansioni di altro profilo professionale, equivalenti o inferiori. Se si tratta di dirigente può essere conferito un incarico dirigenziale diverso, compatibile con l'esito dell'accertamento medico. Se si accerta la permanente inidoneità assoluta psicofisica, o nel caso in cui il dipendente si rifiutasse ripetutamente di sottoporsi alla visita medica, è prevista la risoluzione del rapporto lavorativo. TRATTAMENTO GIURIDICO ED ECONOMICO - Per quanto concerne il trattamento giuridico ed economico l'amministrazione pone in atto ogni tentativo di recupero al servizio nelle strutture organizzative di settore, anche in mansioni equivalenti o di altro profilo professionale riferito alla posizione di inquadramento, valutando la giustificazione e l'adeguatezza dell'assegnazione in riferimento all'esito dell'accertamento medico e ai titoli posseduti, ed assicurando eventualmente un percorso di riqualificazione. Resta ferma la disciplina vigente in materia di trattamenti pensionistici per inabilità, comprese la legge 8 agosto 1995, n. 335 e il decreto del Presidente della Repubblica 29 dicembre 1973, n. 1092. Resta salva, infine, la disciplina di maggior favore della legge n. 68 del 1999 per i lavoratori che, non essendo disabili al momento dell'assunzione, abbiano acquisito per infortunio sul lavoro o malattia professionale eventuali disabilità.

Fonte: Marco Aurelio

 

 

Pubblica Amministrazione: Asi-Eutelsat, banda larga via sat per la PA

L’Agenzia Spaziale italiana punta su Ka-Sat contro il digital gap "istituzionale" del nostro Paese. L’Asi ha infatti siglato un accordo con Eutelsat Communications e Skylogic per l’utilizzo del satellite in banda Ka ad alte prestazioni, con l’obiettivo di sviluppare la connettività a banda larga per servizi di tipo istituzionale e per la pubblica amministrazione del nostro paese. 

L’accordo è stato siglato da Enrico Saggese, Presidente dell’Asi e da Arduino Patacchini, Ceo di SkyLogic, la società affiliata di Eutelsat che fornisce servizi a banda larga.

L’Asi prevede di utilizzare 550 Mbps di capacità bidirezionale di Ka-Sat sui 10 spot beam che coprono interamente il territorio italiano. Lo scopo dell’Agenzia è diffondere l’alfabetizzazione digitale e le opportunità di formazione, allargando i benefici dell’Ict anche ai cittadini residenti nelle zone non adeguatamente servite dalle reti terrestri in banda larga.

Per raggiungere l’obiettivo Asi costituirà una Ppp (Public Private Partnership) con soci privati, per mettere a disposizione i servizi di banda larga agli enti governativi ed istituzionali del nostro paese. Tali servizi includeranno anche Tooway, fornito tramite Ka-Sat, che offre una velocità di 10 Mbps in download e 4 Mbps in upload, ideale per risolvere le situazioni di digital divide. Asi coopererà, inoltre, con Skylogic per l’accesso a Ka-Sat e per definire piani d’integrazione tra il network Tooway e la capacità che ASI prevede di aver disponibile sui propri satelliti in futuro.

“L’Asi pone massima attenzione alle strategie per le telecomunicazioni satellitari italiane, con l’obiettivo di dispiegare infrastrutture moderne, atte a soddisfare le necessità dei clienti istituzionali – spiega Saggese - Pensiamo che l’utilizzo del modello di business PPP in tale ambito possa davvero risultare vantaggioso, sia per l’efficacia sia per l’efficienza dei relativi programmi. Questo accordo con Eutelsat e Skylogic risulta perfettamente in linea con i nostri obiettivi e dà spazio a prospettive di ampia cooperazione, a favore delle istituzioni e dei cittadini italiani”.

Secondo il Ceo di Eutelsat, Michel de Rosen, la collaborazione con Asi “è un nuovo esempio di come la nostra potente e flessibile infrastruttura Ka-Sat possa essere utilizzata per fornire servizi di banda larga in maniera efficace e veloce. Siamo molto contenti di sviluppare questo nuovo rapporto con l’Agenzia Spaziale Italiana, impegnata nello sfruttamento delle potenzialità delle telecomunicazioni satellitari per l’incremento della conoscenza e lo sviluppo di una cultura sull’alta tecnologia in Italia”.

In funzione da maggio 2011, il sistema Ka-Sat di Eutelsat, combinando l’infrastruttura satellitare con quella terrestre, apre un nuovo capitolo nel mercato dei servizi IP basati sui satelliti. Il suo concetto rivoluzionario si basa su un payload con 82 spot beams a ristretta copertura geografica, collegati a 10 stazioni master. Tale configurazione consente di riutilizzare 20 volte le frequenze disponibili, così ottenendo una capacità complessiva di 70 Gbps.

La rete di terra utilizza la tecnologia ViaSat Surfbeam 2, la versione più evoluta di una tecnologia che già oggi sta fornendo connettività a larga banda a 500.000 abitazioni nel Nord America. L’eccezionale capacità di Ka-Sat, combinata con la tecnologia SurfBeam2, permetterà ad oltre un milione di abitazioni in Europa e in gran parte del bacino del Mediterraneo di avere una connettività a Internet a velocità paragonabili a quelle dell’Adsl.

Fonte: corrieredellecomunicazioni.it

Innovazione PA: manovra- norme di interesse

Il Consiglio dei Ministri ha pubblicato, sulla Gazzetta Ufficiale n. 155 del 6 luglio 2011, il Decreto Legge 6 luglio 2011, n. 98, concernente disposizioni urgenti per la stabilizzazione finanziaria.

Nel corso di una conferenza stampa tenutasi presso il Ministero dell'Economia e delle Finanze, il ministro per la Pubblica Amministrazione e l'Innovazione Renato Brunetta ha illustrato - insieme ai colleghi Giulio Tremonti, Roberto Calderoli, Paolo Romani e Maurizio Sacconi - gli articoli contenuti nel Decreto Legge recante "Misure urgenti per la stabilizzazione finanziaria", approvato dal Consiglio dei ministri lo scorso 30 giugno. STOP AGLI AUTOMATISMI DEI TAGLI LINEARI - Il principio ispiratore del provvedimento è la responsabilizzazione. Vengono meno gli automatismi tipici dei tagli lineari, che possono essere sostituiti da tagli mirati e selettivi che i singoli ministri - per le parti di propria competenza - definiscono con l'obiettivo di raggiungere i target di risparmio a loro imputati. COSTI DELLA POLITICA - Per quanto riguarda i costi della politica e degli amministratori si andrà nella direzione di una convergenza verso gli standard degli altri Paesi europei: il trattamento economico di deputati, senatori e dei vertici di organismi, enti o istituzioni non potrà superare quello medio percepito dai titolari di posizioni analoghe nei Paesi dell'area euro. Sarà istituita una Commissione, presieduta dal Presidente dell'ISTAT, che avrà il compito stabilire i parametri retributivi. Le disposizioni in materia di riduzione dei costi della politica e degli incarichi di vertice troveranno applicazione anche alle Regioni ordinarie o a statuto speciale. Inoltre tutti i titolari di incarico o carica pubblica, di natura elettiva o per nomina (compresi quelli degli organi costituzionali, nonché i componenti delle Giunte e dei Consigli regionali) all'atto della cessazione dell'ufficio non potranno più utilizzare immobili, anche ad uso abitativo, né disporre di mezzi di trasporto, di comunicazione o di informazione appartenenti a organismi pubblici. Nell'ambito dell'autonomia che gli è riconosciuta costituzionalmente, la Camera dei deputati, il Senato della Repubblica e la Corte costituzionale assumeranno le iniziative più opportune per limitare nel tempo i benefit riconosciuti ai Presidenti dopo la cessazione della loro carica. La norma non si applica agli ex Presidenti della Repubblica. AUTO BLU - Con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri e su proposta del ministro Brunetta, sono disposte le modalità e i limiti di utilizzo delle autovetture di servizio allo scopo di ridurne il numero e i costi: le auto oggi in servizio potranno essere utilizzate solo fino alla loro dismissione o rottamazione e non potranno essere sostituite; la cilindrata non potrà superare i 1.600 cc. Fanno eccezione le autovetture in dotazione al Capo dello Stato, ai Presidenti del Senato, della Camera e della Corte Costituzionale, al Presidente del Consiglio così come le auto blindate adibite ai servizi istituzionali di pubblica sicurezza. PUBBLICO IMPIEGO - La manovra finanziaria per il settore del pubblico impiego prevede risparmi in termini di indebitamento netto, non inferiori a: 30 milioni di euro per l'anno 2013, 740 milioni di euro per l'anno 2014, 340 milioni per l'anno 2015 e 370 milioni dal 2016. Queste misure di riduzione della spesa potranno riguardare la proroga delle limitazioni alle assunzioni nelle amministrazioni dello Stato, nelle Agenzie fiscali e negli Enti pubblici non economici (sono esclusi i Corpi di Polizia e i Vigili del fuoco). In pratica per il 2014 le assunzioni possibili rimangono limitate al 20 per cento delle cessazioni invece di passare al 50 per cento, come previsto dalla normativa vigente. Altri provvedimenti interessano la proroga fino al 31 dicembre 2014 del blocco delle retribuzioni e la fissazione delle modalità di calcolo relative all'erogazione dell'indennità di vacanza contrattuale per gli anni 2015-2017. Per quanto riguarda il blocco del turn-over, sono possibili anche interventi selettivi che tengano conto dell'esigenza di valorizzare l'efficienza di determinati settori. Questa misura vale anche per il blocco delle retribuzioni e in questo caso la norma prevede una consultazione con le confederazioni sindacali. Ricordiamo come negli anni 2008 e 2009 il personale si sia già ridotto di circa 74.000 occupati (per complessive 3.493.481 unità rispetto alle 3.572.317 del 2007, comprensivi anche dei dipendenti con contratti flessibili). Gli interventi già presi in materia di blocco parziale e selettivo del turn-over, contratti di lavoro flessibile e collocamento a riposo potrebbero portare nel 2014 il numero di dipendenti del settore pubblico sotto i 3,3 milioni di unità. Nel periodo 2008-2014 le misure complessivamente adottate porteranno quindi a una riduzione stimabile in oltre 300 mila unità (- 8%).Il dividendo dell'efficienza, già previsto dalla normativa vigente e dall'accordo firmato tra Governo e sindacati lo scorso 4 febbraio, viene rideterminato e all'interno della manovra vengono stabilite le procedure per attuarlo. Le amministrazioni possono adottare entro il 31 marzo di ogni anno piani triennali di razionalizzazione della spesa che dovranno indicare uscite e obiettivi in termini fisici e finanziari. Le eventuali economie aggiuntive effettivamente realizzate rispetto a quelle già previste possono essere utilizzate annualmente, nell'importo massimo del 50%, per la contrattazione integrativa, di cui il 50% destinato alla erogazione dei premi (previsti dall'art. 19 del Decreto Legislativo n. 150/2009). Le risorse aggiuntive possono essere utilizzate solo se è accertato il raggiungimento degli obiettivi fissati per ciascuna delle singole voci di spesa previste nei piani. Per quanto riguarda la lotta all'assenteismo la manovra aggiunge un ulteriore tassello per contrastare il fenomeno, cercando di responsabilizzare di più le amministrazioni (in particolar modo la dirigenza), concentrando le visite di controllo nei casi più esposti all'abuso e rendendole obbligatorie nei giorni che immediatamente precedono o seguono i giorni festivi. IMMOBILI PUBBLICI - Attraverso il rilancio della collaborazione istituzionale tra il Governo e le Regioni, vengono promosse la razionalizzazione della gestione del patrimonio residenziale pubblico e la sua dismissione. Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti e il ministro per i Rapporti con le Regioni promuovono in Conferenza unificata la conclusione di accordi con le Regioni e gli Enti locali volti a semplificare le procedure di alienazione degli immobili di proprietà degli IACP nonché la dismissione e la razionalizzazione del patrimonio di questi ultimi anche attraverso la promozione di fondi immobiliari. TRASPARENZA PER LE SOCIETA' A PARTECIPAZIONE PUBBLICA - È previsto che entro tre mesi dall'entrata in vigore del decreto tutti gli enti e gli organismi pubblici inseriscano sul proprio sito istituzionale l'elenco delle società di cui detengono (direttamente o indirettamente) quote di partecipazione anche minoritaria, indicandone l'entità e una rappresentazione grafica che evidenzi i collegamenti tra l'ente o l'organismo e le società. DIFFUSIONE DELLA PEC - Sono previsti meccanismi di tipo economico tesi a favorire il possesso e l'utilizzo dell'indirizzo di Posta elettronica certificata da parte degli avvocati. La mancata indicazione, da parte dei difensori, del proprio indirizzo PEC è sanzionata con una maggiorazione del 50% del contributo unificato da corrispondere. In materia di contenzioso previdenziale e di giustizia tributaria, allo scopo di assicurare l'efficienza e la celerità dei relativi processi viene previsto che le comunicazioni possano essere effettuate anche mediante l'utilizzo della PEC.

Leggi: Decreto legge per la stabilizzazione

Leggi: Brochure decreto legge per la stabilizzazione

Fonte: Marco Aurelio

 

 

Innovazione PA: rilevazione graduatorie concorsi validi

Avviata dal Dipartimento della funzione pubblica la rilevazione dei dati concernenti le graduatorie di concorsi pubblici a tempo indeterminato ancora vigenti, ai sensi del DPCM del 28 marzo 2011 adottato in attuazione del decreto-legge (proroga termini) del 29 dicembre 2010, n. 225, convertito con modificazioni dalla legge 26 febbraio 2011".

Leggi: rilevazione graduatorie concorsuali

Fonte: Marco Aurelio

 

 

DigitPA: bozza delle regole tecniche sulle firme elettroniche

Il 4 luglio 2011 è stata pubblicata la bozza delle regole tecniche sulle firme elettroniche. Fino al 19 luglio 2011 sarà possibile inviare commenti al seguente indirizzo: fea @ digitpa.gov.it.

Leggi: DPCM Firma Elettronica

Fonte: Marco Aurelio

Pubblica Amministrazione: Carta dei doveri delle amministrazioni pubbliche, il Senato approva il ddl

Martedì 28 giugno, in un’unica seduta, l'Assemblea del Senato ha approvato il ddl 2243 collegato alla manovra finanziaria, in materia di semplificazione, in un testo composto dal solo articolo 43 del provvedimento originario, con il nuovo titolo "Disposizioni per la codificazione in materia di pubblica amministrazione". Il testo torna ora alla Camera.

Il disegno di legge è l'ultimo di numerosi interventi di semplificazione che si sono succeduti a partire dalla legge n. 59 del 1997. Frutto dello stralcio di un più ampio provvedimento, il disegno di legge è collegato alla manovra finanziaria per l'anno 2010.

Le modifiche:

All’articolo 43 approvato, è stata apportata una modifica. Nell'esercizio della prevista delega il Governo si attiene ad una serie di princìpi e criteri direttivi. Da questi ultimi, è stato eliminato il riferimento alla risoluzione di eventuali incongruenze e antinomie tenendo conto dei consolidati orientamenti giurisprudenziali.

Sono stati accolti tre ordini che impegnano il Governo:

a valutare l'opportunità di adottare misure che rendano applicabili, in quanto compatibili, le disposizioni dell'articolo 12 della legge n. 212/2000, in materia di diritti e garanzie del contribuente sottoposto a verifiche fiscali, ai controlli, alle verifiche, alle ispezioni effettuate da tutte le autorità di vigilanza;

a valutare l'opportunità che le misure normative, amministrative, organizzative e tecnologiche definite nei piani e nei programmi di intervento, volti al raggiungimento dell'obiettivo di riduzione degli oneri amministrativi, siano stabilite secondo criteri di gradualità e di proporzionalità commisurati alle dimensioni, ai requisiti strutturali ed alle specificità settoriali;

a voler prevedere - anche in collaborazione con gli operatori del settore e le associazioni di utenti e di consumatori - idonee modalità di garanzia e di rispetto della vita privata, della riservatezza dei fruitori dei servizi, in conformità con quanto disposto dalla direttiva 2002/58/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 12 luglio 2002, nonché a valutare l'opportunità di rafforzare l'apparato sanzionatorio per la violazione dei diritti degli utenti.

Leggi: DDL Disp. in materia di Pubblica Amministrazione

Fonte: legautonomia.it

 

 

Funzione Pubblica: trasformazione del rapporto da tempo pieno a tempo parziale - presupposti

Il Dipartimento della Funzione Pubblica, con circolare n. 9 del 30 giugno 2011, fornisce alcuni chiarimenti in merito all'applicazione della norma contenuta nell'art. 16 della Legge n. 183/2010 che, in via transitoria, ha previsto la possibilità, per le pubbliche amministrazioni, di sottoporre a una nuova valutazione le situazioni di trasformazione del rapporto di lavoro da tempo pieno a tempo parziale già realizzatesi alla data di entrata in vigore del D.L. n. 112/2008, convertito in Legge n. 133/2008, nel rispetto dei principi di correttezza e buona fede.

Per il Sole 24 Ore  la trasformazione del rapporto di lavoro da tempo pieno a tempo parziale è sempre subordinata alla valutazione discrezionale dell'amministrazione pubblica. Il contenuto del Dl n. 112/2008 e della legge 183/2010 sono stati spiegati in un documento a firma congiunta dei ministri Renato Brunetta e Mara Carfagna e del sottosegretario con delega alla famiglia, Carlo Giovanardi.
La Circolare n. 9/2011 della Funziona Pubblica illustra agli enti gli effetti delle ultime disposizioni in materia di part-time e i risvolti pratico-operativi da rispettare qualora un dipendente presenti la richiesta di trasformazione. Le istruzioni arrivano a dire il vero un po' in ritardo. Le novità infatti erano contenute nella manovra estiva di tre anni fa. Il collegato al lavoro del novembre 2010 aveva inoltre introdotto un regime transitorio di 180 giorni nei quali le amministrazioni avrebbero potuto rivedere i provvedimenti di concessione alla trasformazione adottati prima del 25.06.2008, data di entrata in vigore del Dl 112. Il termine è però già scaduto il 23 maggio scorso. La Circolare quindi, seppure non tempestiva, costituisce un ottimo riepilogo della situazione attuale.

Sono tre gli elementi che un'amministrazione deve considerare al momento in cui un dipendente presenta l'istanza di trasformare il proprio rapporto di lavoro da tempo pieno a tempo parziale.

Innanzitutto è necessaria la verifica dei contingenti massimi per categoria fissati dal Ccnl in riferimento alle posizioni della dotazione organica. Il secondo aspetto è l'impatto organizzativo della trasformazione. Infatti la richiesta si può negare quando potrebbero derivare pregiudizi alla funzionalità dell'amministrazione. Infine non va mai dimenticata la verifica di eventuali conflitti di interesse che il dipendente potrebbe avere con l'amministrazione di appartenenza qualora iniziasse un'ulteriore attività lavorativa.

I firmatari della Circolare insistono anche su un punto specifico: il part-time va sempre valutato quale strumento di lavoro flessibile in un'ottica di conciliazione tra vita lavorativa e vita familiare. Per questo motivo si sottolinea più volte il rispetto di eventuali priorità soggettive garantite dai contratti nonché la possibilità di far partecipare al beneficio il maggior numero di dipendenti. Tra gli strumenti per operare in tale direzione viene suggerito di inserire nell'ambito dei contratti individuali una clausola con cui si stabilisce che le parti si impegnano dopo un certo periodo di tempo a incontrarsi per valutare nuovamente la situazione che aveva fatto scattare, in origine, la richiesta.

La risposta negativa alla trasformazione andrà sempre dettagliatamente motivata, non con clausole generali o formulazione generiche, ma con elementi puntuali e precisi.

Un'ultima precisazione sul Collegato lavoro. Poiché è scaduto il termine entro il quale era possibile una rivisitazione "forzata" del part-time, ogni eventuale modifica del rapporto di lavoro necessita oggi di un accordo tra le parti, a meno che i Ccnl non prevedano un diritto potestativo del lavorativo alla successiva trasformazione da tempo parziale a tempo pieno.

Leggi: circolare n.9 del 2011 sulla trasformazione del rapporto di lavoro

Fonte: dpl modena e Sole 24 Ore

 

 

INPS: permessi per riduzione di orario (c.d. ROL) e per ex festività - termini e modalità di assolvimento dell'obbligo contributivo

Con circolare n. 92 del 8 luglio 2011, l'INPS illustra le modalità operative per la gestione degli aspetti contributivi connessi al mancato godimento dei permessi per riduzione orario (c.d. ROL) o per le ex festività, ovvero in caso di mancato pagamento delle relative indennità sostitutive, che tengono conto delle precisazioni fornite dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali con l'interpello n. 16/2011 e la nota protocollo 25/SEGR/ 0009044 del 3/6/2011.

Poi con messaggio n. 14605 del 13 luglio 2011, sempre l'INPS, fornisce ulteriori istruzioni circa le modalità operative per la gestione degli aspetti contributivi connessi al mancato godimento dei permessi per riduzione orario (c.d. ROL) o per le ex festività, ovvero in caso di mancato pagamento delle relative indennità sostitutive.

Leggi: Circolare numero 92 del 08-07-2011 comprensiva del messaggio n. 14605 del 13 luglio 2011

Fonte: dpl modena

 

 

INPDAP: detrazioni da lavoro dipendente e per familiari a carico

L'INPDAP, con nota operativa n. 26 del 13 luglio 2011, informa che l'art. 7, comma 2, lettera e), della legge 12 luglio 2011, n. 106 (cd. “Decreto Sviluppo”) ha stabilito che il contribuente non ha più l’obbligo di presentare ogni anno all’Istituto, quale sostituto d’imposta, la domanda contenente la richiesta delle detrazioni per carichi di famiglia unitamente alle condizioni di spettanza ed ai dati relativi ai familiari per i quali richiedono l’attribuzione del beneficio fiscale.

L’adempimento deve essere effettuato, tempestivamente, soltanto al verificarsi di ogni variazione che rilevi ai fini del diritto a fruire delle predette detrazioni.

Leggi: nota operativa 26 del 13-07-2011.pdf

Fonte: dpl modena

 

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