News del 17 Maggio 2011 PDF Stampa E-mail
  • Pubblica Amministrazione: Donne nella Pa, le buone pratiche al Forum PA
  • INPS: riduzione dei trattamenti economici complessivi dei dipendenti delle Amministrazioni pubbliche
  • DigitPA: linee guida accesso dati PA
  • PA digitale: agli italiani piacciono Pec e Web-certificati
  • Pubblica Amministrazione: Carta d'identità elettronica, si parte con i dipendenti pubblici
  • Accademia della Crusca: Guida alla redazione degli atti amministrativi. Regole e suggerimenti
  • Sanità: in Italia la spesa IT non decolla
  • Pubblica amministrazione: Porte aperte a 2.386 nuovi presidi
  • Pubblica amministrazione: In salvo gli incrementi in anticipo sul fermo
  • Pubblica amministrazione: Quando l'ispezione diventa una condanna
  • Pubblica amministrazione: Serve un'autoregolazione degli enti
  • Governo: requisiti per l'assunzione delle donne con contratto di inserimento
  • Governo: pubblicato il Decreto in materia di pensionamento anticipato per gli addetti ad «attività usuranti»
  • INPS: mancato utilizzo del voucher telematico
  • Agenzia Entrate: detassazione - forma scritta dell'accordo alla base del beneficio
  • Governo: Schema di decreto legislativo recante riordino della normativa in materia di congedi, aspettative e permessi (AS n. 358)

 

 

Pubblica Amministrazione: Donne nella Pa, le buone pratiche al Forum PA

Migliorare la qualità della vita della famiglie e delle donne ma anche e forse soprattutto aumentare l'occupazione femminile e di conseguenza la ricchezza del paese. Il tema del lavoro femminile e della conciliazione dei tempi di vita professionale e personale è stato fra gli argomenti centrali del ForumPA che si è svolto la passata settimana a Roma. I dibattiti sono serviti oltre che a proseguire sulla strada della sensibilizzazione e a sottolineare il ruolo importante delle istituzioni, anche a presentare e confrontare una serie di buone pratiche attuate dalle amministrazioni.

Innanzitutto, il progetto "Asili Pa", che ha contribuito alla creazione di mille posti nido in un anno, ha sottolineato Francesca Quadri, capo di Gabinetto del ministro delle Pari Opportunità, aprendo il convegno promosso dal suo dicastero, da quello della Pubblica Amministrazione, dal Dipartimento per la famiglia e da Microsoft. «Grazie a un accordo con le regioni - ha proseguito Quadri - abbiamo stanziato per volere del ministro 40 milioni di euro» con cui «gli enti locali hanno potuto favorire la nascita di nuovi servizi: dal tele-lavoro alla creazione della banca delle ore, dall'erogazione dei vaucher per i servizi per la prima infanzia all'assistenza delle persone anziane e quelle diversamente abili».

Tornando specificamente agli asili nido, quello di potenziarli all'interno della Pubblica Amministrazione è stato definito un obiettivo «su cui si è deciso di investire ingenti risorse». Francesca Quadri ha infine segnalato che nel Decreto Sviluppo recentemente presentato dal Governo «ci sono importanti misure che incoraggiano le aziende ad investire nel capitale umano femminile nelle regioni del Sud" impegno importante soprattutto in considerazione "della bassa percentuale di donne occupate nel Mezzogiorno».

La Regione Lazio ha invece parlato di "Vinco", la campagna di informazione e sensibilizzazione per le famiglie. L'assessore al Lavoro Mariella Zezza si è presentata in fiera con le due baby testimonial, Luna e Maia, gemelline di un anno assistite dalla mamma, impiegata pubblica. "Ho voluto portarvi un caso concreto che grazie ai fondi messi a disposizione dal Ministero aiuta molte famiglie laziali" ha spiegato. Il progetto prevede un contributo alle donne lavoratrici, sotto forma di voucher da spendere presso fornitori accreditati che offrono servizi quali asili nido, scuola materna, baby parking, ludoteche, doposcuola, centri estivi, trasporto bambini. L'assessore ha sottolineato che il Lazio «ha la maggiore occupazione femminile fra gli immigrati, detiene il record di uguaglianza di reddito fra uomini e donne, ha il maggior numero di imprenditrici femmine».

Il Comune di Venezia si è invece presentato con il progetto "Centro Donna", che prosegue una serie di attività intraprese a partire dagli anni '70. L'amministrazione della città lagunare, ha spiegato l'assessore alle Attività Culturali Tiziana Agostini, ha 300 dipendenti, di cui «il 65% è rappresentato da donne e il 25% da donne dirigenti». Per loro è stato ampliato l'asilo, e sono state attivate soluzioni come la fascia di flessibilità dell'orario di lavoro, il tele-lavoro, il part time.

Fonte: pubblicaamministrazione.net

 

INPS: riduzione dei trattamenti economici complessivi dei dipendenti delle Amministrazioni pubbliche

L'INPS, con messaggio n. 10095 del 4 maggio 2011, comunica che ai fini previdenziali, vi è stata una riduzione dei trattamenti economici complessivi dei dipendenti delle Amministrazioni Pubbliche (vedi articolo 9, co. 2, del decreto legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito con modificazioni nella legge 30 luglio 2010, n. 122).

Leggi: messaggio n. 10095 del 4 maggio 2011

Fonte: dpl modena

 

DigitPA: linee guida accesso dati PA

Come stabilito dal decreto legislativo 30 dicembre 2010, n. 235, di modifica al Codice dell’amministrazione digitale, DigitPA ha definito una prima bozza di Linee guida per la predisposizione di convenzioni per le amministrazioni titolari di banche dati accessibili per via telematica.

Sulla base di tale decreto infatti, l’articolo 58 del CAD prevede ora che le amministrazioni titolari di banche dati debbano predisporre apposite convenzioni aperte, da sottoporre al Garante per la protezione dei dati personali, volte a disciplinare le modalità di accesso ai dati da parte di tutte le amministrazioni interessate.

DigitPA ha ritenuto di sottoporre il testo al Garante al fine di prefigurare un quadro quanto più rispondente alla disciplina in materia di “privacy”.

Il testo sarà aggiornato da DigitPA.

Fonte: legautonomia.it

 

Decreto Sviluppo: obiettivo meno burocrazia e costi

Denso di novità il Consiglio dei Ministri che si è tenuto la scorsa settimana, che oltre al Quarto Conto Energia ha approvato anche il Decreto Sviluppo il cui obiettivo, dichiarato dal Ministro delle Finanze Giulio Tremonti è di alleggerire la burocrazia a carico di imprese e famiglie senza pesare sulle casse dello Stato.

Prosegue così la strada della PA verso una riforma amministrativa che va nella direzione della semplificazione dei procedimenti e della riduzione dei costi, tanto per gli operatori economici quanto per la pubblica amministrazione.

Tra le misure approvate il pacchetto di semplificazioni fiscali per le imprese e il credito d'imposta per chi contribuisce a generare occupazione nel Mezzogiorno tra i lavoratori "svantaggiati" o "particolarmente svantaggiati" e gli investimenti in ricerca e innovazione collaborando con Università, enti pubblici di ricerca, centri di ricerca.

Un grosso capitolo è stato dedicato alle opere pubbliche che va ad intervenire su due fronti: semplificazione delle norme contenute nel Codice dei contratti pubblici e riduzione delle spese relative alle opere di compensazione.

Per alleggerire il peso della pubblica amministrazione nei confronti dei cittadini è stato introdotto l'illecito disciplinare nei confronti dei dipendenti pubblici che esercitano un eccesso di controlli nei confronti delle imprese.

Introdotto inoltre un tetto sulle spese compensative, che prevede che le amministrazioni local trovino all'interno del bilancio dell'ente territoriale i fondi per finanziare le opere finora finanziate dall'autorità centrale, con l'obiettivo di dare più spazio alle grandi opere, piuttosto che a quelle di secondaria importanza.

Al via, infine, anche un ambizioso piano di social housing con il quale sono stati approvati i programmi di 15 Regioni per realizzare 15.209 alloggi per un totale di 2,7 miliardi di investimenti complessivi (2 miliardi provengono da privati). Una misura che si prospetta avere effetti positivi sull'occupazione nel settore edilizio e di «ridurre il disagio sociale esistente attorno al problema casa», ha sottolineato il sottosegretario al Ministero delle infrastrutture e trasporti Mantovani.

Per il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi questo decreto rappresenta un segnale importante che dimostra come «stiamo uscendo meglio di altri fuori dalla crisi», sottolineando «fattori positivi come un deficit meno alto dopo quello della Germania in Europa, intorno al 4,5/4,6 e la produzione industriale intorno all'1,5». Il livello del debito pubblico è stato imputato da Berlusconi all'essere stato «messo insieme dai governi del consociativismo».

Fonte: pubblicaamministrazione.net

 

PA digitale: agli italiani piacciono Pec e Web-certificati

FullResearch: il 73,3% dei cittadini apprezza il progetto di trasmissione online dei documenti medici e il 61,3% l'e-mail certificata. Ma l'uso dei servizi digitali stenta e decollare

Migliora la percezione della Pubblica amministrazione da parte dei cittadini e delle imprese. E’ questa la fotografia che viene scattata dall’indagine curata da Fullreserarch e commissionata da Forum PA e Formez. Fra i settori nei quali gli italiani hanno colto un miglioramento spiccano al primo posto i rapporti con i cittadini per il 19,3% a cui seguono sanità (16,6%) e trasporti (13,5%). Nonostante il miglioramento, però, gli utenti chiedono di spingere sulla semplificazione (56,9%), garantire un miglioramento della qualità dei servizi (27,15), prevedere la partecipazione dei cittadini (21,8%), rendere maggiormente efficienti gli strumenti per esprimere le loro opinioni (19,9%), potenziare i servizi online (17,3%) e i servizi telefonici e sportelli (13,8%).

Il dato interessante riguarda l'uso dei servizi digitali che stenta a decollare: solo il 31,1% dei cittadini ed il 41,2% delle imprese ha dichiarato di utilizzare i servizi online della Pubblica amministrazione. Ai cittadini interessa particolarmente poter accedere attraverso Internet ai servizi anagrafici (31,0%), alla tele assistenza per gli anziani e le fasce più deboli (27,5%) e per la ricerca di lavoro (26,3%).

I cittadini conoscono le iniziative del Ministero, soprattutto la possibilità di invio dei certificati medici online (73,3%), la Pec (61,3%) e l’Operazione Trasparenza (54,2%). Una percentuale che varia dall'84,8% (per l'Operazione trasparenza) al 58,9% (per il progetto Mettiamoci la faccia) ritiene queste iniziative molto utili e innovative. Il 77,3% delle imprese si dichiara infine d’accordo con l’obiettivo del governo di tagliare il 25% dei costi burocratici per le imprese e attuare una semplificazione per quelle piccole e medie.

Fonte: corrieredellecomunicazioni.it

 

Pubblica Amministrazione: Carta d'identità elettronica, si parte con i dipendenti pubblici

La nuova card multiservizi sarà attivata entro un anno per tutti i lavoratori della PA centrale, militari inclusi. Fungerà da documento di identificazione, sarà valida per l'espatrio e consentirà anche di accedere alle postazioni di lavoro nonché a tutti i servizi pubblici, inclusi firma digitale e Pec.

Il ministro per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione Renato Brunetta ha presentato nel corso di una conferenza stampa tenutasi durante il Forum Pa, alla Nuova Fiera di Roma, la carta elettronica per i dipendenti pubblici.

Con il Dpcm 24 maggio 2010 infatti sono state stabilite le regole tecniche per il rilascio in formato elettronico della carta personale di riconoscimento (di cui al Dpr n. 851/1967 - Modello ATe) ai dipendenti di ruolo delle amministrazioni pubbliche statali nonché al personale militare in attività di servizio e in posizione ausiliaria.

Entro un anno dunque tutti i dipendenti delle pubbliche amministrazioni centrali disporranno di una carta personale AT (anche quelle locali potranno aderire all’iniziativa) che consentirà al lavoratore di avere una tessera elettronica di riconoscimento “a vista” valida per l’espatrio e che permetterà l’accesso a tutti i servizi digitali della PA, così come previsto dal Codice dell’amministrazione digitale (Cad).

La nuova carta, aggiunge Palazzo Vidoni, consente allo Stato di "contenere la spesa, offrendo ai propri dipendenti un'unica carta per accedere al lavoro e alla mensa e di facilitare il processo di digitalizzazione". Riguardo ai tempi, è prevista la produzione di 5mila carte al giorno, ma il numero può anche aumentare. Brunetta ha evidenziato che "si aggiunge alla carta d'identità e può sostituirla. Si tratta dell'evoluzione del vecchio tesserino del dipendente pubblico". Il costo è di 5-10 euro a tessera (è co-finanziata dal ministero).

Con questa iniziativa la pubblica amministrazione avrà un cospicuo contenimento di costi offrendo ai propri dipendenti un’unica carta multiservizi e proseguirà il suo spedito processo di digitalizzazione attraverso la dematerializzazione dei documenti cartacei, l’informatizzazione dei flussi lavorativi e attraverso una maggiore trasparenza amministrativa.

Inoltre con la nuova tessera sarà possibile attivare una serie di servizi opzionali: firma elettronica qualificata o digitale, controllo accessi, rilevamento presenza, accesso alla postazione di lavoro, accesso ad aree riservate, accesso alla mensa, accesso sicuro alla postazione di lavoro, posta elettronica certificata (Pec), posta elettronica sicura.

La tessera elettronica infine potrà essere utilizzata anche come strumento di accesso alle convenzioni previste per i dipendenti della pubblica amministrazione centrale e locale (come ad esempio sconti per l’ingresso a musei e biblioteche, servizi di carta fidelity nel settore dei trasporti, ecc.).

Fonte: corrieredellecomunicazioni.it

 

Accademia della Crusca: Guida alla redazione degli atti amministrativi. Regole e suggerimenti

"Scrivere bene: un dovere (e un piacere) per la pubblica amministrazione..." questo è l'intento della "Guida alla redazione degli atti amministrativi. Regole e suggerimenti", che si presenta come uno strumento di lavoro che intende migliorare la professionalità dei redattori degli atti amministrativi e favorire la scrittura di testi più chiari e comprensibili.

Si rivolge non solo ai dipendenti degli enti locali, ma a chiunque, all’interno di un’istituzione pubblica o privata, si occupi di comunicazione e relazioni con il pubblico. Gli atti amministrativi costituiscono infatti un universo molto eterogeneo sia per la molteplicità delle loro funzioni, sia per la pluralità dei soggetti coinvolti.

Pubblicata sul sito dell’Istituto di teoria e tecniche dell’informazione giuridica del Cnr, la guida è a cura del gruppo di lavoro promosso dall'Istituto e dall’Accademia della Crusca.

Leggi: la Guida agli Atti Amministrativi

Fonte: legautonomia.it

 

Sanità: in Italia la spesa IT non decolla

L'Osservatorio Ict del Polimi rileva una concentrazione di investimenti al Nord (21 euro pro-capite) a fronte di un Sud che spende solo 9 euro per abitante: "Risorse insufficienti e lontane dalla media Ue. All'e-health serve una governance a più livelli istituzionali"

Ammonta a 920 milioni di euro il budget complessivo in tecnologie dell’informazione e della comunicazione delle strutture sanitarie italiane pubbliche e private, concentrato nel 79% dei casi tra le strutture del Nord, dove si registra una spesa Ict pro capite di 21 euro, contro i soli 9 euro per abitante nel Sud e nelle Isole. A dirlo la Ricerca dell'Osservatorio Ict in Sanità, presentata oggi presso l'Aula Carlo de Carli del Politecnico di Milano in occasione del convegno “Ict in Sanità: l'innovazione in cerca di autore” promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano, con il contributo dell’Ict Institute del Politecnico di Milano e in collaborazione con Senaf/Exposanità.

Il report stima che gli investimenti sono destinati ad aumentare nei prossimi 3 anni, anche se il risultato sarà ancora ampiamente insufficiente. Il rapporto tra budget Ict e spesa complessiva aziendale infatti si attesta su un valore medio di circa l’1%, quota ancora lontana dai target europei. Mentre la volontà di fare innovazione in Sanità si scontra spesso con una governance frammentata e inefficace che insabbia nella dialettica di troppi decisori i buoni propositi e i piani di cambiamento.

Si allarga il divario tra chi spende poco e chi spende molto: cresce sia la percentuale di strutture sanitarie che destinano all'Ict oltre 2,5 milioni di euro sia quella delle strutture con budget inferiore al milione. Le aziende ad alto budget sono quasi tutte concentrate nel Nord-Ovest e nel Nord-Est, mentre quelle a basso budget sono per oltre il 50% al Centro, al Sud e nelle Isole.

L’analisi punta a dimostrare come l’innovazione permetta di ottenere benefici sull'efficacia dell’assistenza al paziente, sul governo dei processi, sull'efficienza e la razionalizzazione della spesa e sulla qualità del servizio percepito dal cittadino: “L’investimento in tecnologie dell’Ict oggi rappresenta, più che un’opportunità, una strada obbligata – dice Mariano Corso, Responsabile Scientifico dell'Osservatorio Ict in Sanità -. L’Ict rappresenta in Sanità una leva chiave per raggiungere contemporaneamente obiettivi di efficacia, efficienza e di miglioramento della qualità”.

In Italia però il contributo positivo dell’innovazione tecnologica sui processi e sull’organizzazione delle strutture sanitarie non è ancora pienamente compreso e sfruttato. “Le ragioni di questo gap sono molteplici – prosegue Corso –. C'è sicuramente la limitatezza delle risorse economiche investite, ma anche la debolezza del ruolo assegnato ai chief information officer con la conseguente mancanza di una governance unitaria degli sviluppi Ict a livello aziendale. C'è poi la carenza di competenze interne alla Direzione Ict delle singole strutture e la visione locale con la quale vengono pianificati e gestiti gli investimenti, insieme all’incapacità di fare sistema promuovendo lo sviluppo e il riuso di best practice”.

Per quanto riguarda la concentrazione degli investimenti la maggior parte del budget nazionale è concentrato nel settore pubblico: quasi metà (48%) è collocato nelle Asl e un terzo (31%) nelle aziende ospedaliere. Seguono gli ospedali privati con il 15% e gli Irccs con il 6%.

Nella ricerca emerge una chiara polarizzazione tra alta e bassa capacità di spesa. Rispetto al 2010, nel 2011 sono passate dal 43 al 46% le strutture sanitarie con un budget Ict al di sotto di 1 milione di euro e dal 37 al 40% quelle che dispongono di oltre 2,5 milioni di euro.

Le strutture sanitarie ad alto budget Ict nell'83% dei casi sono concentrate nel Nord Italia, solo l'11% nel Centro e il 6% nel Sud e Isole.

Il confronto nelle diverse regioni italiane tra efficienza, misurata in termini di spesa pubblica sanitaria pro capite, e qualità dei servizi, misurata in termini di soddisfazione dei cittadini, mostra inoltre come Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Piemonte siano caratterizzate al tempo stesso da elevata qualità percepita e bassi costi per il cittadino, mentre al contrario regioni come Lazio e Molise siano caratterizzate da elevati costi per il cittadino e scarsa qualità dei servizi. È possibile quindi dividere le regioni italiane in quattro categorie:

- Virtuose: Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Piemonte. Hanno già livelli elevati di budget Ict, ma dovranno continuare a investire in Ict per garantire un’innovazione sostenibile del sistema sanitario;
- Poco virtuose: Lazio e Molise. L’ICT, oggi molto poco sfruttata, deve essere utilizzata per abilitare una trasformazione radicale del sistema sanitario;

- Alta qualità e alti costi: Trentino Alto Adige, Friuli, Valle d’Aosta e Liguria. L’innovazione Ict deve servire per migliorare l’efficienza e porre i costi sotto controllo;

- Bassi costi e bassa qualità del servizio: le altre regioni. L'innovazione in ICT deve migliorare l’efficacia e la qualità percepita.

Gli ambiti “strategici”, con alta maturità e per cui sono previsti ulteriori investimenti nei prossimi tre anni, per gli investimenti Ict in Sanità sono soprattutto la cartella clinica elettronica (Cce), la gestione amministrativa e i sistemi di integrazione con il fascicolo sanitario elettronico. Sono da considerare invece ambiti “consolidati” la gestione delle risorse umane e i sistemi di business intelligence, per cui si sono raggiunti alti livelli di maturità ma non si prevedono per il futuro ulteriori investimenti rilevanti.

Al contrario, la gestione informatizzata dei farmaci e il supporto alla relazione con il paziente sono ambiti “emergenti”: non hanno ancora raggiunto un notevole sviluppo ma si prevedono elevati investimenti per il futuro. Infine, sono ancora marginali nella prospettiva delle strutture sanitarie i sistemi di clinical governance, la conservazione sostitutiva, la medicina sul territorio e la fatturazione elettronica, per i quali sono bassi sia la maturità attuale che gli investimenti previsti.

La volontà di fare innovazione in Sanità si scontra però in Italia con la presenza di una governance frammentata e spesso inefficace. La responsabilità della gestione della Sanità in Italia è infatti suddivisa in una rete a più livelli di attori autonomi, i cui comportamenti si influenzano reciprocamente. Capita spesso, così, che un’innovazione possibile non trovi applicazione a causa della mancanza di un “autore” che dal punto di vista organizzativo prenda l’iniziativa, assumendosi oneri e responsabilità.

“La ricerca evidenzia la necessità di una governance condivisa - conclude Corso – capace di incentivare e favorire sia il coinvolgimento verso i livelli più bassi sia la disponibilità verso quelli più alti, insieme alla collaborazione con gli attori dello stesso livello. Bisogna evitare di perdere altro tempo nell’attesa di un intervento provvidenziale, una sorta di ‘deus ex machina’ che possa intervenire dall’alto e ristabilire il corretto equilibrio tra le parti – conclude Corso -. Ciascuno, dalle Istituzioni nazionali e sovranazionali alle Regioni, alle strutture sanitarie, fino ai singoli operatori della Sanità, deve impegnarsi al proprio livello a giocare il ruolo che gli compete in un sistema che per sopravvivere è condannato a innovare. Senza uno sforzo concreto da parte di tutti questi attori per una governance condivisa, l’innovazione Ict in Sanità rischia di rimanere per sempre in cerca d’autore”.

Fonte: corrieredellecomunicazioni.it

 

Pubblica amministrazione: Porte aperte a 2.386 nuovi presidi

Dopo i tagli nella scuola, arrivano i concorsi. Giulio Tremonti e Renato Brunetta hanno autorizzato entro il 2013 selezioni per 2.836 posti complessivi. Il contingente maggiore è riservato al "corso-concorso" per presidi, con 2.386 posti (485 in meno rispetto a quelli chiesti dal ministero dell'Istruzione). Dovranno poi essere bandite selezioni per 450 Direttori dei servizi generali e amministrativi (Dsga) e per 13 direttori dell'ufficio di ragioneria. Per il piano triennale di immissioni in ruolo sui posti vacanti di insegnanti e Ata precari si aspetta ancora la presentazione della norma ad hoc che dovrebbe entrare nel decreto Sviluppo, dopo l'ok del Tesoro.

Secondo stime sindacali il prossimo 1º settembre, al netto di tagli e pensionamenti, sarebbero disponibili per le nomine in ruolo 30.371 posti di insegnanti e 35.049 posti Ata.

Ma la vera novità è il via libera al concorso per preside. L'ultimo concorso ordinario risale al 2004 e quest'anno circa 1.350 scuole (su 10.421) sono andate avanti grazie a un "preside reggente", titolare in un altro istituto. Un numero che a settembre, stima l'Anp, l'Associazione nazionale presidi, è destinato a salire a quota 2mila-2.200, per sfiorare le 3mila scuole l'anno successivo. Viale Trastevere ha già pronto il bando e comunicato ai sindacati l'intenzione di voler correre nell'espletamento dell'intera procedura.

Il bando sarà pubblicato sulla «Gazzetta Ufficiale» il prossimo 1º giugno, le domande dovranno essere presentate entro il 1º luglio, mentre le prime nomine dovrebbero arrivare a settembre 2012. Resta concreto il rischio che i nuovi posti non riescano ad azzerare tutte le vacanze.

Rispetto al precedente concorso, sono diverse le novità in arrivo. Intanto la selezione sarà valida per tutti gli ordini di scuola (scompare cioè la divisione per settori formativi). In più, è previsto per i vincitori l'obbligo di permanere almeno sei anni nella regione di assegnazione. Una circostanza che dovrebbe scoraggiare l'assalto al Centro-Nord, Lombardia, Veneto, Lazio, Piemonte, dove sono maggiori i posti vacanti. Novità pure sul fronte dei requisiti di ammissione: nel 2004 erano richiesti sette anni di effettivo servizio dopo la nomina. Ora invece gli anni scendono a cinque. Cambia anche la prova preselettiva. Nel 2004 era strutturata per titoli, oggi per quiz. Probabilmente per non favorire troppo i candidati più anziani (e con più titoli da far valere). I titoli saranno comunque valutati, ma nella fase successiva della selezione. Resta invariato il possesso della laurea per presentare la domanda. Il servizio effettivamente prestato è valido se effettuato per almeno 180 giorni per anno scolastico. Attenzione: i requisiti devono essere posseduti alla data di scadenza del termine per presentare la domanda di ammissione. Ma al concorso (come in passato) non è previsto un accertamento preventivo dei requisiti, con la conseguenza quindi che tutti sono ammessi con riserva.

Fonte: Sole24Ore

 

Pubblica amministrazione: In salvo gli incrementi in anticipo sul fermo

I Comuni che nel bilancio pluriennale dell'anno scorso hanno previsto un aumento delle addizionali Irpef nel 2012 non inciampano nel blocco dei tributi disposto con la manovra estiva del 2008, e si possono disinteressare anche dei limiti previsti dalla «semilibertà» fiscale concessa con il decreto sul Fisco dei sindaci.

Lo ha chiarito la Corte dei conti della Lombardia, che nella delibera 202/2011 ha "promosso" le delibere con cui un Comune (San Colombano al Lambro, 7.500 abitanti in provincia di Milano) aveva deciso di portare al 7 per mille l'addizionale nel 2012. Com'è possibile, visto che le aliquote locali sono congelate dal 2008, e il federalismo fiscale le sblocca solo per i Comuni dal Fisco più leggero, e senza permettere di superare il tetto del 4 per mille?

Il ragionamento della Corte poggia su una ragione di calendario. Nel 2010, quando San Colombano ha previsto l'innalzamento al 7 per mille dall'anno prossimo, era in vigore il primo blocco (quello disposto con il Dl 112/2008), che si sarebbe esaurito nel 2011. Il prolungamento è arrivato dopo, quando il Comune aveva già messo a bilancio le nuove aliquote. Risultato: tutti i Comuni che nel pluriennale dell'anno scorso hanno previsto incrementi dal 2012 erano liberi di farlo.

Fonte: Sole24Ore

 

Pubblica amministrazione: Quando l'ispezione diventa una condanna

Attenzione alle contestazioni degli ispettori della Ragioneria generale dello Stato: possono determinare il maturare di responsabilità amministrativa per amministratori, dirigenti e segretari. Per la prima volta arriva una sentenza di condanna definitiva in seguito a un'ispezione ministeriale. La terza sezione di appello della Corte dei conti con la sentenza n. 853/2010 ha confermato la condanna ad amministratori, revisori dei conti e dirigenti del comune di Rho (provincia di Milano) per clausole illegittime del contratto decentrato.

Secondo la Corte, le posizioni organizzative possono essere istituite solo dopo la preventiva «individuazione e attribuzione di obiettivi specifici». Non possono essere inoltre istituite con decorrenza retroattiva. Viene poi ribadito che l'erogazione "a pioggia" della produttività determina il maturare di responsabilità: «poiché la dannosità è implicita ex se nella scelta difforme dai parametri prefissati». E ancora «l'attribuzione di un beneficio sganciato dai risultati appare antitetica alla finalità premiale e, anzi, avalla un appiattimento verso il basso delle prestazioni disincentivando i migliori ad assumere iniziative comportanti maggior impegno che non verrebbe, comunque, riconosciuto».

Infine, l'aumento dell'indennità di posizione dei dirigenti per sterilizzarne la diminuzione voluta dal contratto nazionale a seguito dell'aumento dello stipendio non costituisce esercizio legittimo di autonomia, ma un modo per aumentare surrettiziamente il trattamento economico.

La sentenza ha ridotto le sanzioni poiché è stato giudicato che alcune condotte illegittime hanno determinato effetti positivi sulla attività dell'ente. Inoltre, la responsabilità individuale matura per non avere marcato le proprie distanze dalle scelte effettuate e anche nel caso della colpa professionale: «la diligenza deve valutarsi con riferimento alla natura dell'attività esercitata e della prestazione richiesta». Infine, la compensazione tra i danni ed i benefici conseguiti dal l'ente matura solamente «quando il danno e il vantaggio sono conseguenza immediata e diretta dello stesso fatto che deve essere idoneo a produrre entrambi gli effetti».

Fonte: Sole24Ore

 

Pubblica amministrazione: Serve un'autoregolazione degli enti

Il danno che può essere contestato in seguito alla mancata attività anti-evasione non è soltanto quello arrecato al Comune (la perdita del 50% di imposta e sanzioni accertabili), ma anche quello causato allo Stato e come tale risarcibile. La Corte dei conti, infatti, giudica sulla responsabilità di amministratori e dipendenti della Pa anche quando il danno sia stato cagionato ad amministrazioni o enti pubblici diversi da quelli di appartenenza.

Per evitare che protocolli d'intesa, convenzioni con l'Agenzia e altri proclami di avvio della lotta all'evasione restino solo buone intenzioni, è necessario che i Comuni si autoregolino attingendo dalla normativa generale (legge 241/90 e Tuel).

Pur tenendo presente che l'attività ispettiva nei confronti degli enti locali da parte del ministero delle Finanze è stata abolita da anni (articolo 78 della legge 342/00) e che il Comune partecipa all'accertamento dei tributi erariali, senza però avere titolo per emanare il relativo provvedimento, la stretta osservanza di alcuni principi contenuti nella "241" è essenziale. Tra questi spicca l'obbligo (articolo 4) di determinare l'unità organizzativa responsabile dell'istruttoria e di ogni altro adempimento. Struttura che dovrà agire rispettando l'esclusione del diritto d'accesso ai cittadini coinvolti nel procedimento (articolo 24, comma 1, lettera b). Tenuto presente ciò, i documenti e gli atti di programmazione, organizzazione e attuazione stabiliti dal Tuel dovranno inevitabilmente accogliere la conclamata lotta all'evasione.

In estrema sintesi, nella relazione previsionale e programmatica ci dovrà essere un programma riguardante la partecipazione all'accertamento tributario in cui è data specificazione delle finalità che si intende conseguire, delle risorse umane e strumentali a esso destinate (articolo 170, comma 4); la giunta, con il Peg e attraverso lo strumento dei regolamenti sull'ordinamento degli uffici e dei servizi (articoli 48,comma 3, e 169) determinerà gli obiettivi di gestione affidandoli ai responsabili dei servizi coinvolti (tecnico, commercio, tributi, anagrafe eccetera).

Non si può tacere, infine, del ruolo dei revisori, sempre chiamati a vigilare sulla corretta acquisizione delle entrate (articolo 239, comma 1, lettera c). La violazione dell'obbligo di vigilanza è puntualmente rappresentata dal giudice contabile, come causa di addebito, dal termine inerzia.

Fonte: Sole24Ore

 

Governo: requisiti per l'assunzione delle donne con contratto di inserimento

Dal testo del c.d. "decreto dello sviluppo" emerge che il Regolamento n. 800/2008/CE ha sostituito il precedente Regolamento n. 2204/2002/CE, citato dall'art. 54 del D.L.vo 276/2003 ai fini dell'assunzione con contratto di inserimento delle donne.

Oggi, alla luce della novità introdotta, è possibile assumere "donne di qualsiasi età, prive di un impiego regolarmente retribuito da almeno 6 mesi, residenti in un'area geografica in cui il tasso di occupazione femminile, determinato con apposito decreto, sia inferiore almeno del 20% di quello maschile o in cui il tasso di disoccupazione femminile superi del 10% quello maschile". La novità è rappresentata dal fatto che la donna deve essere senza lavoro regolarmente retribuito da almeno sei mesi.

Fonte: dpl modena

 

Governo: pubblicato il Decreto in materia di pensionamento anticipato per gli addetti ad «attività usuranti»

Il Consiglio dei Ministri ha pubblicato, sulla Gazzetta Ufficiale n. 108 del 11 maggio 2011, il Decreto Legislativo 21 aprile 2011 n. 67 per l'accesso anticipato al pensionamento per gli addetti alle lavorazioni particolarmente faticose e pesanti, a norma dell'articolo 1 della legge 4 novembre 201, n. 183.

Il provvedimento entrerà in vigore il 26 maggio 2011.

Leggi: decreto legislativo n.67 del 2011

Fonte: dpl modena

 

INPS: mancato utilizzo del voucher telematico

L'INPS, con messaggio n. 10500 del 11 maggio 2011, ha affermato che in caso di mancata utilizzazione, da parte del datore di lavoro, del voucher acquistato in via telematica, l'Istituto, previa verifica, effettua il rimborso con un bonifico inviato al domicilio dello stesso.

Fonte: dpl modena

 

Agenzia Entrate: detassazione - forma scritta dell'accordo alla base del beneficio

L'Agenzia delle Entrate, congiuntamente al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, ha emanato la circolare n. 19/E del 10 maggio 2011, con la quale si chiarisce che il beneficio relativo all'imposta sostitutiva del 10% sulle somme collegate alla produttività (art. 1, comma 47, della Legge n. 220 del 2010) è subordinato alla forma scritta dell'accordo contrattuale sia esso collettivo, aziendale o territoriale.

Leggi: circolare n.19 del 10.05.2011

Fonte: dpl modena

 

Governo: Schema di decreto legislativo recante riordino della normativa in materia di congedi, aspettative e permessi (AS n. 358)

Atto del Governo sottoposto a parere parlamentare

Leggi: AS n. 358

Fonte: legautonomia.it

 

 

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