News del 9 gennaio 2012 PDF Stampa E-mail
  • Editoriale:crisi economica di chi le responsabilità? l’Italia è ancora una Repubblica fondata sul lavoro come recita la Costituzione?
  • Rinnovo convenzione sanitaria USI anno 2012. Richiesta di conferma ai soci e ai loro familiari.

 

Editoriale:crisi economica di chi le responsabilità? l’Italia è ancora una Repubblica fondata sul lavoro come recita la Costituzione?

Il nuovo anno si è aperto come era prevedibile con una raffica di aumenti economici in tutti i settori dei servizi e del commercio, ciò è conseguenza inevitabile del trasferimento degli aumenti dell’iva, delle imposte, dei carburanti, ecc. sui prodotti al dettaglio.

E’ inutile che qualcuno riprovi a prenderci in giro ma tutti i settori produttivi e quelli dell’intermediazione non tollerano riduzioni dei profitti e quindi gli aumenti a cui vengono sottoposti, sono poi con altrettanta velocità girati verso i consumatori, soprattutto quelli appartenenti alla categoria dei lavoratori dipendenti e alle altre categorie comunque deboli, come piccoli commercianti ed artigiani.

Così mentre i redditi di chi produce si riducono progressivamente, la classe politica non accenna minimamente a voler diminuire i propri ricchi emolumenti, il loro numero smisurato; solamente in Italia si conta una “popolazione politica” così numerosa, riprova ne è il comportamento che lasciamo a voi giudicare della Regione Lazio, che non solo non ha ridotto i costi dell’onerosa politica regionale ma ha addirittura esteso i vitalizi a tutti gli assessori!! (attenzione non le pensioni che devono essere agganciate ai contributi versati come accade a tutti i comuni mortali).

Così mentre la Regione Lazio conta uno dei bilanci, più gravato di debiti d’Italia, che ha portato ad uno smisurato aumento della pressione fiscale con le addizionali IRPEF e le accise sulla benzina, nonché alla chiusura degli ospedali e alla riduzione dei servizi sanitari, continua ciononostante senza ritegno ad aumentare i costi della sua casta politica.

Tuttavia, c’è chi riesce a fare  molto meglio: nelle scorse settimane è passata come notizia positiva il fatto che la Banca Centrale Europea, ovvero la famosa BCE, per salvare le banche europee in difficoltà rispetto a tutte le speculazioni finanziarie, che hanno perpetrato in questi anni di baldoria finanziaria senza alcun controllo, ha concesso loro dei prestiti agevolati all’1%!!

Azione positiva come tanti economisti ci hanno solennemente e dottamente spiegato, per salvare le banche ed il mercato.

Peccato che i soldi prestati dalla BCE sono quelli prelevati dalle nostre tasche con il fisco e girate dagli stati membri dell’Unione Europea alla banca centrale e da questa rigirati alle povere banche private, le quali con gli stessi si muovono senza scrupoli sul mercato per mettere sotto pressione le borse e i titoli di stato italiani, spagnoli, greci, irlandesi, ecc., determinando la famosa altalena del valore dello spread.

In questo modo con i nostri soldi, prestatigli dalla BCE, ricomprano i nostri debiti statali rappresentati dai BTP al 6-7%, guadagnandoci un differenziale di ben il 5-6%, ovvero miliardi e miliardi di euro.

Negli Stati uniti più o meno stanno portando avanti politiche finanziarie similari….

E’ per tali ragioni che i nostri Stati Europei non possono uscire dall’euro o andare in dissesto finanziario, il famoso “default”, semplicemente perché si romperebbe questo meraviglioso gioco finanziario, che sta rinsanguando le casse esauste delle banche e degli istituti finanziari, che sono stati la causa di questa crisi, a spese dei beni pubblici e del lavoro delle collettività pubbliche o private che siano.

Però, ci viene continuamente spiegato sui mezzi di comunicazione che dobbiamo fare i sacrifici, che non siamo competitivi, che prendiamo pensioni troppo alte, guadagniamo troppo, non siamo flessibili, dobbiamo avere regole del lavoro più elastiche, ecc., ecc..

L’Italia poi è per giunta piagata endemicamente da un evasione fiscale senza ritegno e pudore: un notissimo grande industriale italiano in vacanza a Cortina durante i giorni scorsi dei controlli della Guardia di Finanza, ha dichiarato che li vi erano tanti contribuenti onesti che pagano le tasse e che si sentivano perseguitati…!!

Ma la cosiddetta “prova del nove” per vedere se i compiti sono giusti o sbagliati ce l’ha fornita la caparbietà con la quale l’attuale governo intende abolire con l’articolo 18 (divieto di licenziamento senza giusta causa) ogni ulteriore residua remora ai licenziamenti facili ed immotivati dei lavoratori.

Lo scopo è semplice: è necessario intimidire ulteriormente i lavoratori dipendenti in una situazione ove molti sanno, che è proprio questo ceto produttivo, quello su cui si sta caricando per i prossimi decenni il fardello pesantissimo di questa massa di debiti finanziari privati e pubblici.

Quindi è bene che i lavoratori dipendenti evitino di lamentarsi (protestare sarebbe già eccessivo) se non vogliono essere licenziati.

Tutto ciò pone tre grandi questioni.

La prima è : l’Italia è ancora una Repubblica fondata sul lavoro? Il lavoro è al centro della nostra nazione, del nostro sentirci comunità solidale, coesa e al tempo stesso libera, oppure non è più tale ma stiamo diventando un altro tipo di stato, basato su di un’economia, se ciò è possibile, di altro tipo e quale?

La seconda è: la nostra nazione come le altre nazioni europee  nei tempi storici passati rientravano nelle cd. “aree di influenza” ovvero erano sotto tutela, condizionate, influenzate da altri stati più forti e potenti di loro. Ciò si sapeva ma all’interno di questo quadro, era comunque concessa una certa libertà ed agibilità. Oggi non è vero che sono l’Unione Europea o la Banca Centrale Europea a condizionare i nostri paese e a metterli sotto tutela dettando loro le condizioni interne di vita e di libertà. In realtà chi sta decidendo tutto è il mercato finanziario, formato da banche, istituti finanziari, assicurazioni, intermediatori, ecc., che negli ultimi trenta anni si è ingigantito enormemente, proprio grazie al saccheggio delle risorse collettive e allo sfruttamento delle risorse naturali, in nome di un consumismo sfrenato e finalizzato solamente ad aumentare la massa monetaria planetaria nelle loro mani. Sono oggi loro che decidono il nostro destino, cambiano i governi in tutti i paesi europei ma la musica che ormai è registrata è sempre la stessa…anche perché probabilmente si scelgono anche i “nostri” governanti…

La terza: continuerà questa situazione? Come tutte le cose umane è destinata a passare, ma con quali tempi non è dato sapere. Certamente un economia ormai mondiale di tipo finanziario, di tale fattispecie è destinata a nuovi crack rilevanti e molto pericolosi, per gli equilibri tra gli Stati e al loro interno stesso. Il punto è che come non mai in questo momento storico manca ovunque, negli Stati Uniti, in Europa, in Cina, in Russia, ecc., una classe politica in grado di fare scelte politiche lungimiranti, corrette ed autonome.

L’economia finanziaria come hanno già dimostrato gli eventi del 2008, può collassare in qualsiasi momento a causa anche di un evento minore, ma tra gli eventi di cui gli uomini tengono scarso conto vi è sempre la natura oggi fortemente compromessa e il cambiamento climatico in corso che sta dispiegando anch’esso i suoi effetti economici sulle attività umane…, vedremo.

 

Le speranze per il futuro.

 

La prima è il caso dell’Islanda: con una rivoluzione pacifica e democratica i cittadini islandesi hanno fatto fallire le istituzioni finanziarie private ma hanno salvato il loro lavoro, i servizi pubblici, la loro libertà, riaffermando il loro diritto ad essere artefici del proprio destino.

La seconda è il movimento degli “indignati”:  muove in modo internazionale proprio da questo tipo di analisi e certamente non è sopito nonostante tutti i tentativi di metterlo a tacere.

La terza siamo tutti noi: che dobbiamo mantenere la consapevolezza che quanto sta accadendo non è giusto, che si può vivere in paesi dove la ricchezza è distribuita in modo più equo, dove i consumi sono compatibili con le risorse naturali, dove ciascuno è chiamato ad assumersi le proprie responsabilità, a fornire il proprio contributo alla collettività e a se stesso e ad essere autore ed attore del suo futuro.

 

 

Rinnovo convenzione sanitaria USI anno 2012. Richiesta di conferma ai soci e ai loro familiari.

Con l’anno 2012 si procederà con il rinnovo della convenzione sanitaria con il circuito USI, che ha fornito negli anni riscontri ampiamente positivi da parte dei soci per l’economicità delle prestazioni (50% di sconto reale), i tempi di prenotazione ridottissimi e la professionalità delle strutture sanitarie coinvolte, peraltro ampiamente diffuse sul territorio cittadino.

Tuttavia in considerazione dell’aumento significativo del costo della convenzione e del fatto che un certo numero di soci non è risultato fruirne nel corso degli anni precedenti, si invitano cortesemente i soci a voler inviare alla casella dell’associazione una mail di conferma della volontà di fruire di tale convenzione, con indicazione degli estremi dei propri eventuali parenti anche per l’anno 2012, all’indirizzo: Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. o chiamando al numero telefonico: 3394550493.

In caso di richiesta di estensione della convenzione anche ai propri parenti sarà necessario provvedere ad inviare preventivamente un bonifico bancario pari ad euro 30 sul conto corrente associativo, alle seguenti coordinate bancarie:

UNICREDIT-BANCA DI ROMA

Agenzia Roma 15

Conto corrente n. 20881-18

ABI 03002

CAB: 05031 CIN    V

Coordinate bancarie IBAN

IT 79 V 03002 05031 000002088118

 

Le comunicazioni dovranno pervenire il prima possibile e comunque non oltre il 30 gennaio 2012.

 

 

 
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