Le notizie del 13 agosto PDF Stampa E-mail
  • Ferragosto e medaglie per un popolo guerriero
  • Concorsi per dirigenti a Roma Capitale: tra annullamenti e rinvii di calendario
  • Spending Review: i punti principali della norma approvata in Parlamento
  • Pubblica amministrazione: Tagli agli statali, la scure in autunno
  • Pubblica amministrazione: Appalti divisi in più lotti per aprirsi alle Pmi
  • Pubblica amministrazione: Acquisti Consip per tutti
  • Pubblica amministrazione: Comuni, multe raddoppiate per far quadrare i conti
  • Attualità: Atenei, dimezzati i posti nei cda
  • Attualità: Sanatoria dal 15 settembre Part-time possibile solo per le colf

 

Ferragosto e medaglie per un popolo guerriero

Si sono appesa concluse le Olimpiadi e anche negli uffici pubblici è l’ora delle ferie per i più, dopo un anno di lavoro intenso e teso dalle misure dei Governi, tesi a far cassa soprattutto sulla P.A. e il film purtroppo non sembra destinato a terminare.

Tuttavia l’esito positivo del medagliere azzurro alle competizioni olimpiche ci ha donato l’immagine e la sostanza di una nazione Italiana, che si è riscoperta guerriera e combattiva primeggiando nelle discipline delle armi da tiro, nelle armi cd bianche come la sciabola, la lotta, il pugilato, ecc.

Speriamo che tali prestazioni sportive siano un buon viatico per trovare le giuste energie fisiche e morali per reagire alle difficoltà di una crisi finanziaria mondiale, nonché morale a livello italiano dalle quali è necessario uscire fuori a testa alta.

Vi lasciamo anche noi per la pausa estiva con una news ricca di notizie interessanti.

Buon ferragosto da Quadrinet!!

 

Concorsi per dirigenti a Roma Capitale: tra annullamenti e rinvii di calendario

Alla fine del mese di luglio l’Amministrazione Capitolina ha disposto l’ulteriore rinvio del diario d'esame di n. 7 concorsi pubblici, per esami, per vari profili di Dirigente a tempo indeterminato.

Le date e la sede delle prove d'esame dei seguenti concorsi pubblici, saranno quindi pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana – IV Serie Speciale – “Concorsi” del 14 settembre 2012:

n. 5 posti nel profilo professionale di Dirigente Amministrativo;

n. 1 posto nel profilo professionale di Dirigente Socio Educativo;

n. 2 posti nel profilo professionale di Dirigente Sistemi Tecnologici e Informativi;

n. 4 posti nel profilo professionale di Dirigente Economico – Finanziario;

n. 4 posti nel profilo professionale di Dirigente Tecnico;

n. 1 posto nel profilo professionale di Dirigente Beni Culturali e Ambientali;

n. 3 posti nel profilo professionale di Avvocato Dirigente.

Tuttavia nel mese di luglio il Consiglio di Stato ha respinto i ricorsi dell’Amministrazione avverse le sentenze del TAR Lazio, che almeno in due casi sospendevano i concorsi per Dirigente Amministrativo ed Informatico.

La situazione sui concorsi per i dirigenti rimane quindi incerta e predisposta ad ulteriori evoluzioni, certamente rimangono le perplessità in merito alle modalità con cui sono stati portati avanti i bandi di concorso, soprattutto per la decisione di non scorrere le precedenti graduatorie e per i requisiti di accesso abbassati solamente a 2 anni di anzianità nella qualifica di dirigente, lo scorso anno con atti, che avevano il sapore del “blitz”. Ciò ha fatto sorgere il sospetto a molti che l’abbassamento del limite tradizionale di 5-9 anni per la partecipazione ai concorsi per dirigente, necessari a verificare che un funzionario abbia fatto un minimo di esperienza prima di impegnarsi con ruoli più impegnativi e di responsabilità, fossero rivolti invece a favorire coloro che invece ne difettavano.

Un mimino di scorrimento di graduatorie degli aspiranti dirigenti che tali requisiti avevano comprovato di possederli e la pubblicazione di bandi di concorso più equilibrati e meno predisposti a mal pensamenti avrebbero evitato tali evoluzioni.

 

 

Spending Review: i punti principali della norma approvata in Parlamento

Questa l'architettura del decreto sulla spending review che ha ottenuto il via libera dal Parlamento:

Le misure principali.
- STOP AUMENTO IVA: il temuto aumento dal prossimo ottobre di un punto delle due aliquote dell'10% e del 21% slitta a luglio 2013. Costa 3,28 miliardi nel 2012. La legge di stabilità indicherà nuove misure per evitare l'aumento l'anno prossimo.
- ESODATI: altri 55.000 privi sia di lavoro che di pensione potranno accdere a questa con le vecchie regole.
- MINISTERI: Risparmi di 1,7 mld nel 2013, 1,5 nel 2014 e 2015.
- REGIONI: sforbiciata ai trasferimenti: -700 milioni nel 2012; - un miliardo i successivi due anni.
- TAGLI ACQUISTI P.A: Le amministrazioni centrali dovranno ridurre dall'anno in corso le spese per acquisti di beni e servizi. Tra i tagli, 5 milioni in meno per le intercettazioni.
- ORGANICI P.A.: riduzione del 20% dei dirigenti pubblici, -10% del personale non dirigente. Buono pasto non oltre 7 euro.
- PREFETTURE: risparmi dagli uffici statali sul territorio. Accorpati nelle Prefetture.
- AUTO BLU: tutte le amministrazioni, compresa Bankitalia, taglieranno la spesa del 50%.
- SCUOLA: dal prossimo anno le iscrizioni alle scuole statali avverranno solo on line; pagelle, registri e comunicazioni alle famiglie e agli alunni saranno in formato elettronico.
- ENTI SOPPRESSI: Prima tagliati, poi salvati: tra loro il Centro sperimentale di cinematografia e la Cineteca nazionale.
- OSPEDALI: entro novembre le Regioni dovranno tagliare i posti letto ad un livello di 3,7 ogni 1000 abitanti (oggi è 4). Tagli anche alle remunerazioni che ricevono i convenzionati.
Ecco le novità introdotte dal Senato con il maxi emendamento:

- ADDIZIONALE IRPEF: Le 8 regioni in disavanzo sanitario (Piemonte, Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Calabria, Sicilia) potranno anticipare al 2013 la maggiorazione dell' addizionale regionale Irpef, dallo 0,5% all'1,1%.
- TASSE UNIVERSITARIE:Aumentano quelle per gli studenti fuori corso: +25% per redditi sotto 90.000 euro, +100% oltre 150.000 euro. Stop aumenti per chi è in regola e sotto i 40.000 euro
- 800 MLN A COMUNI:Arrivano attraverso le Regioni. Le risorse verranno prese da quelle destinate ai Comuni virtuosi (300 mln) e ai rimborsi fiscali (500).
- VIA FARMACI GRIFFATI: Parziale marcia indietro sul filo di lana. Nella ricetta - stabilisce il maxi-emendamento - va indicato il principio attivo del farmaco. Con l'ultima modifica il medico può indicare anche la marca che, se accompagnata da spiegazione, diventa vincolante per i farmacisti.
- FARMACIE: Vengono limati gli sconti a carico delle farmacie che scendono dal 3,65 al 2,25, mentre quelli a carico delle aziende scendono dal 6,5% al 4,1%. Poi dal 2013 dovrà partire il nuovo "sistema di remunerazione della filiera".
- STIPENDI MANAGER. Tetto di 300.000 euro per la retribuzione a manager e dipendenti delle aziende partecipate dallo Stato, non quotate, Rai compresa. Ma dal prossimo contratto.
- PROVINCE. Saranno "riordinate" in modo da averne solo con almeno 350.000 abitanti e un territorio di 2.500 chilometri quadrati. Avranno per il 2012 un contributo di 100 milioni per la riduzione del debito. Rimane la cancellazione di Terni, Isernia e Matera che i senatori avevano cercato di salvare.
- CITTA' METROPOLITANE. Arriva una Conferenza in ciascuna delle dieci province trasformate in Città metropolitane.
- SOCIETA' IN HOUSE. Saranno chiuse, ma salta l'obbligo per Regioni, Province e Comuni di sopprimere o accorpare i propri enti ed agenzie, a patto che realizzino un risparmio del 20% per la loro gestione.
- CARABINIERI E GDF. Dal primo gennaio 2013 sono rideterminate gli organici degli ufficiali di ciascuna forza armata ed è ridotto il numero delle promozioni, esclusi Carabinieri, Gdf, Capitanerie di porto e Polizia penitenziaria.
- MINISTERI INTERNI E ESTERI. Sei mesi in più per la riduzione dei dirigenti e del personale sia per il personale dell'amministrazione civile dell'Interno sia per i diplomatici in servizio all'estero del ministero degli Affari esteri.
- AFFITTI UFFICI PA. Slitta di due anni l'obbligo del taglio del 15% degli affitti per immobili in uso alle amministrazioni.
- CASE ENTI. Gli inquilini che vogliono comprare la casa dell'ente previdenziale in cui abitano hanno un tempo che non può essere inferiore a 120 giorni dal ricevimento dell'offerta.
- PENSIONI PROF. Per gli insegnanti che entro il 31 agosto di quest'anno matureranno i requisiti per andare in pensione dal 1 settembre 2013 vanno in pensione con regole pre-Fornero.
- INDENNITA' PROFESSORI UNIVERSITARI. Stop al trascinamento di indennità per i professori universitari che, dopo un incarico in un ente o in una istituzione, tornano ad insegnare.
- SISMA EMILIA: Arrivano risorse per 6 miliardi per aiutare cittadini e imprese dopo il sisma nell'Emilia. Possibilità per i comuni e per il commissariato regionale di fare assunzioni a tempo determinato per affrontare le emergenze. Risorse anche per l'Abruzzo (23 milioni) per la raccolta dei rifiuti
- MULTE SCIOPERI SERVIZI PUBBLICI. Raddoppiano, nel passaggio dalle vecchie lire all'euro, le sanzioni comminate dalla Commissione di garanzia dell'attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali.
- CONSIP. Le amministrazioni pubbliche potranno fare i loro approvvigionamenti di energia, gas, carburanti e telefonia anche al di fuori delle convenzioni Consip a condizione che siano previsti corrispettivi inferiori a quelli indicati.

 

Sul sito di Quadrinet il testo del provvedimento normativo approvato.

 

Pubblica amministrazione: Tagli agli statali, la scure in autunno

Licenziamenti e mobilità nel pubblico impiego, ne ha parlato il Ministro della Pubblica Amministrazione Filippo Patroni Griffi, che annuncia cifre certe a partire dal 31 ottobre confermando la possibilità che la spending review metta in moto una nuova scure che si abbatterà proprio sui lavoratori statali.

Il Ministro della PA, in seguito a un colloquio con i sindacati, ha infatti confermato l’ipotesi dei nuovi tagli che coinvolgeranno gli statali, tuttavia le cifre certe non si potranno conoscere fino all’inizio dell’autunno.

«Il 31 ottobre sapremo quanti sono gli esuberi nella pubblica amministrazione e quindi partiremo con le misure previste dalla spending review. Non sono in grado di escludere o no licenziamenti. Ci dovrà essere una ridefinizione delle piante organiche dopodiché qualora ci fossero esuberi abbiamo vari strumenti tra cui la collocazione a riposo per i più anziani e la messa in mobilità fino a due anni.»

Parole che hanno scatenato il malcontento tra le sigle sindacali, che confermano lo sciopero generale annunciato per il 28 settembre contro i licenziamenti. A destare polemiche è anche la dichiarazione rilasciata dal segretario confederale della Cgil Nicola Nicolosi: dal tavolo di discussione con Patroni Griffi, infatti, sembrerebbero emergere numeri abbastanza preoccupanti che discordano con le stime rese note dal Governo in materia di esuberi e di futuri tagli al personale operativo negli enti pubblici. Entro il 2015, infatti, si passerà probabilmente da 3 milioni e 300 mila statali a 3 milioni, con un taglio che manderà a casa ben 300 mila dipendenti.

Fonte: pubblicaamministrazione.net

 

Pubblica amministrazione: Dirigenti, incarichi solo con l'obiettivo

Individuazione degli obiettivi già al conferimento dell'incarico dirigenziale. Divieto di conferimento di incarichi di consulenza ai dipendenti collocati in quiescenza nelle materie di cui si sono occupati nell'ultimo anno. Divieto di monetizzazione delle ferie non godute e, dal prossimo ottobre, fissazione del tetto massimo di 7 euro per i buoni pasto dei dipendenti pubblici. Sono queste alcune importanti novità contenute nella legge di conversione del Dl 95/2012.

Gli obiettivi su cui i dirigenti sono valutati per il trattamento accessorio collegato alle performance devono essere «predeterminati all'atto del conferimento dell'incarico dirigenziale». Si estende così a tutti i dirigenti pubblici una previsione fino a oggi limitata allo Stato; gli obiettivi dovranno avere una durata per lo meno triennale, e saranno assegnati dal sindaco, che conferisce l'incarico. Negli enti locali questa norma andrà raccordata con il piano degli obiettivi annualmente approvato dalla Giunta; si può ritenere che la novità si applichi ai titolari di posizione organizzativa nei Comuni sprovvisti di dirigenti.

I dipendenti collocati in quiescenza non potranno ricevere incarichi di consulenza, studio e ricerca dalla propria amministrazione nelle materie di cui si sono occupati nell'ultimo anno. Tale vincolo si aggiunge a quello (legge 724/1994) che vieta l'uso da parte delle Pa dei dipendenti collocati in quiescenza per ragioni diverse dalla maturazione del limite massimo di età, nei 5 anni successivi. La nuova norma vale solo per l'amministrazione con cui si è avuto l'ultimo rapporto di lavoro e ha natura permanente.

I buoni pasto da ottobre dovranno rientrare entro il tetto di 7 euro. I risparmi saranno acquisiti al bilancio degli enti e non potranno incrementare il fondo per le risorse decentrate. I problemi con i fornitori sono stati risolti attraverso la garanzia, che si realizza con l'allungamento della durata del contratto, dell'invarianza del valore della fornitura.

Dallo scorso 7 luglio, è poi vietata la monetizzazione delle ferie non godute e viene ribadito il principio per cui esse devono essere godute come previsto dal Dlgs 66/2003 e, ove contengano norme più favorevoli per i dipendenti, dai contratti nazionali. Tali disposizioni si applicano al personale e ai dirigenti di tutte le Pa. La monetizzazione delle ferie non godute era fin qui consentita nel pubblico impiego solo al momento della cessazione del rapporto di lavoro. La concreta applicazione di questa disposizione, per la mancanza di norme transitorie, solleva numerosi problemi. Peraltro, la disposizione induce ad una lettura assai rigida visto che la sua violazione determina per i dirigenti il maturare di responsabilità amministrativa e disciplinare ed obbliga le amministrazioni al recupero a carico dei dipendenti.

Fonte: ilSole24Ore.it

 

Pubblica amministrazione: Appalti divisi in più lotti per aprirsi alle Pmi

Le gare di appalto per beni e servizi devono essere impostate in modo tale da garantire l'accesso al confronto anche alle Pmi, anche quando gestite in forma aggregata.

L'articolo 1 del Dl 95/2012 introduce ulteriori elementi di salvaguardia per le piccole e medie imprese, rafforzando il sistema impostato dalla legge 180/2011 e sancito nel Codice Appalti, con il principio della necessaria suddivisione in lotti degli appalti, salve valutazioni (esplicite) di convenienza economica (articolo 2, comma 1-bis).

La norma integra l'articolo 41 del DLgs 163/2006, specificando che sono illegittimi i criteri che fissano, senza congrua motivazione, limiti di accesso connessi al fatturato aziendale.
Nelle gare di appalto per l'acquisizione di beni e servizi, le stazioni appaltanti devono motivare nel bando o nel disciplinare le ragioni operative e di convenienza economica che hanno indotto a realizzare una procedura con lotto unico e i motivi che hanno determinato i requisiti di capacità economico-finanziaria fondati sul fatturato secondo valori significativi.

Particolare attenzione è posta anche all'ammontare della cauzione provvisoria e definitiva, che nelle gare in forma aggregata effettuate da centrali di committenza è prevista rispettivamente nei termini massimi del 2 e del 10 per cento. Questo dato sembra compensare le linee di massima razionalizzazione introdotte per gli acquisti di beni e servizi di valore inferiore alla soglia comunitaria dall'articolo 7 della legge 94/2012 (di conversione del primo decreto spending review, il 52/2012).

La norma, infatti, riformulando l'articolo 1, comma 450 della legge 296/2006 stabilisce che tutte le amministrazioni pubbliche (compresi gli enti locali, le Camere di commercio, le Asl, le aziende speciali) sono tenute ad acquistare beni e servizi in tale fascia di valore ricorrendo al mercato elettronico della pubblica amministrazione gestito da Consip o ad altri mercati elettronici, gestiti ad altre amministrazioni.

La disposizione vale peraltro per tutte le tipologie di beni e servizi per i quali sia presente un catalogo attivo, con fornitori abilitati, ma comporta la necessaria verifica da parte delle stazioni appaltanti, le quali, in caso di rinvenimento della tipologia di prodotto o di attività che devono acquisire, hanno l'obbligo di fare ricorso al Mepa.

Per i beni e servizi non rinvenibili nei mercati elettronici della Consip, delle centrali di committenza regionali o di altre amministrazioni, gli enti locali possono continuare ad acquisire con gare sottosoglia o con procedure in economia.

La disposizione, peraltro, costituisce uno stimolo per le singole amministrazioni a costituire un proprio Mepa, facendo riferimento all'articolo 328 del Dpr 207/2010, in modo tale da poter gestire con lo questo sistema sia tipologie di beni e servizi pienamente corrispondenti alle proprie esigenze sia interazioni di mercato più favorevoli rispetto a quelle nazionali o regionali.

Fonte: ilSole24Ore.it

 

Pubblica amministrazione: Acquisti Consip per tutti

Le disposizioni del Dl 95/2012 che attende ora il via libera definitivo della Camera rafforzano il sistema delle convenzioni Consip e obbligano anche gli enti locali a farvi ricorso per alcune tipologie di beni e servizi. Il quadro è stato ridefinito dall'articolo 1 nella formulazione scaturita dal maxiemendamento.

Il comma 3 evidenzia l'obbligatorietà del ricorso a questa procedura in forza di quanto stabilito dalla norma-chiave, individuata nell'articolo 26, comma 3 della legge 488/1999 e dall'articolo 1, comma 499 della legge 296/2006 (recentemente modificato dalla legge 94/2012).

Quest'ultima disposizione prevede l'obbligo di adesione alle convenzioni Consip per le amministrazioni statali (tranne scuole e università) e l'obbligo di utilizzo delle convenzioni stipulate dalle centrali regionali da parte del servizio sanitario nazionale.

La stessa norma delinea come facoltativo l'utilizzo del sistema da parte delle altre amministrazioni pubbliche (ad esempio gli enti locali e le Camere di commercio), stabilendo tuttavia che esse sono tenute a utilizzare i parametri di qualità e prezzo, sia delle convenzioni stipulate dalla centrale di committenza statale che da quelle regionali, come limiti massimi per la stipulazione dei contratti (quindi come dato massimo per le basi d'asta nelle gare e negli affidamenti in economia).

L'articolo 26 della legge 488/1999 prevede peraltro una specifica esclusione, evidenziando come il meccanismo previsto dal comma 3 non si applichi comunque ai Comuni con popolazione fino a mille abitanti (5mila abitanti in montagna). Rispetto alla fascia degli enti di minori dimensioni, comunque, l'articolo 1, comma 4 del Dl 95/2012 delinea in alternativa alle gare aggregate, previste dall'articolo 33 del codice dei contratti, il ricorso agli strumenti di acquisto in forma telematica gestiti da Consip e dalle centrali di committenza regionali.

Tuttavia il comma 7 dello stesso articolo 1 del decreto spending review sancisce un obbligo specifico per tutte le amministrazioni pubbliche e per tutte le società inserite nel «consolidato Istat», stabilendo che tali soggetti devono fare ricorso alle convenzioni Consip o a quelle delle centrali regionali per l'acquisto di una serie di beni e servizi a consumo intensivo: energia elettrica, gas, carburanti rete e carburanti extra-rete, combustibili per riscaldamento, telefonia fissa e telefonia mobile.

Il comma 13 prevede anche un interessante meccanismo, finalizzato ad assicurare vantaggi economici alle amministrazioni pubbliche, quando la Consip stipuli una convenzione per l'acquisto di determinate tipologie di beni o servizi e queste abbiano prezzi inferiori a quelli dei contratti di appalto che le stesse amministrazioni hanno in corso per i medesimi beni o servizi con altri operatori economici. In tal caso le stazioni appaltanti possono recedere dal contratto (pagando le prestazioni eseguite oltre al decimo delle prestazioni non eseguite) con un preavviso breve (quindici giorni) qualora l'appaltatore non accetti la proposta migliorativa formulata da Consip rispetto ai parametri della propria convenzione.

Questa modulazione del diritto di recesso si inserisce automaticamente nei contratti in corso ai sensi dell'articolo 1339 del Codice civile, anche in deroga alle eventuali clausole difformi apposte dalle parti. Inoltre, nei futuri contratti le clausole di recesso dovranno essere rese conformi, in quanto ogni patto contrario alla disposizione sarà nulla.

Un meccanismo particolare è reso regola generale dall'articolo 1, comma 16-bis del Dl 95/2012, il quale integra l'articolo 26 della legge 488/1999 con una disposizione in base alla quale le convenzioni centralizzate possono essere stipulate con una o più imprese alle condizioni contrattuali migliorative rispetto a quelle proposte dal miglior offerente.

Tale disposizione costituisce il primo dato normativo in materia di contratti pubblici che consente l'affidamento multiplo a più operatori economici in base al risultato di una gara.

Fonte: ilSole24Ore.it

 

Pubblica amministrazione: Comuni, multe raddoppiate per far quadrare i conti

Le multe lievitano nella maggior parte dei Comuni italiani, che affrontano il taglio delle risorse voluto dalla spending review con l’incremento delle sanzioni a carico degli automobilisti. Secondo quanto riportato sui bilanci delle amministrazioni locali, in ciascun Comune si verificherà, se non è già avvenuto, un aumento medio degli importi pari al 20%.

Sono numerosi, infatti, i Comuni che hanno deciso di far quadrare il bilancio grazie al ricavato delle sanzioni amministrative che gravano sugli automobilisti locali, e non solo. A Milano, ad esempio, nel 2012 le entrate provenienti dalle multe sono aumentate del 12,8% rispetto al 2011, mentre a Bologna si attende un incremento delle entrate grazie alle infrazioni stradali pari a 52,4 milioni per il solo anno in corso.

Un caso emblematico è quello di Pavia, dove la polizia locale ha ricevuto una circolare comunale che esortava a potenziare le sanzioni proprio per raggiungere le entrate necessarie all’amministrazione. Un meccanismo che non solo spinge i Comuni ad attuare politiche di tolleranza zero nei confronti dei cittadini, anche in merito alle multe non pagate o saldate in ritardo, ma che causa una tassa occulta di circa 35 euro per ciascun contribuente, una cifra che può arrivare anche a 100 euro nei centri urbani più estesi.

Non sempre, inoltre, il 50% dei ricavati dal versamento delle sanzioni stradali viene reinvestito in attività a favore della sicurezza e della prevenzione degli incidenti, come è sancito dall'articolo 208 del codice della strada.

Fonte: pubblicaamministrazione.net

 

 

Attualità: Atenei, dimezzati i posti nei cda

Dopo le prime forti resistenze la riforma Gelmini ha messo piede nelle università italiane. Praticamente tutti e 79 gli atenei hanno approvato i nuovi statuti: le "leggi fondamentali" che secondo la legge 240/2010 hanno il compito di ridisegnare l'identikit della governance accademica tagliando burocrazia e snellendo la struttura in molti casi diventata troppo elefantiaca. Con risultati subito evidenti: i Cda sono stati praticamente dimezzati (-45% di membri) e più di un quarto (il 28%) delle persone che siederanno nei futuri consigli di amministrazione saranno "esterni" all'università. Insomma il mondo accademico fa un passo indietro importante nel suo organo di regia, che si apre di più alla società civile: «Ci saranno bandi pubblici e si dovranno dimostrare capacità gestionali, penso che si faranno avanti imprenditori, ex alunni di prestigio, rappresentanti del territorio o scienziati di chiara fama», avverte Stefano Paleari, segretario della Conferenza dei rettori e coordinatore di questa indagine realizzata dalla Crui insieme all'ateneo di cui è rettore, l'Università di Bergamo.

L'indagine ha messo sotto la lente tutti gli statuti: 73 già pubblicati in Gazzetta (6 con modificazioni successive), 5 inviati al ministero e 1 sul quale viale Trastevere ha fatto ricorso. In realtà il termine per approvarli è scaduto da tempo (lo scorso 31 ottobre), ma sul varo di queste "carte costituzionali" degli atenei si è scatenata nei mesi scorsi una guerra fatta di cavilli e ricorsi. Del resto la posta in gioco non è di poco conto perché secondo la riforma bisognava intervenire sugli organi di governo: dal rettore, a cui dare un peso "manageriale" più forte, ai Cda da snellire e aprire all'esterno e con compiti di strategia, fino al Senato accademico per il quale ritagliare un ruolo "consultivo" anche se con potere di sfiducia del Magnifico. In più, la riforma ha previsto di far confluire le vecchie Facoltà all'interno dei Dipartimenti: in sostanza, se finora quest'ultimi si occupavano di ricerca e le Facoltà di didattica adesso ci saranno solo i Dipartimenti che faranno entrambe le cose. Con la figura chiave dei direttori di dipartimento che avranno un ruolo da protagonisti negli atenei.

Dal censimento Crui-università di Bergamo emergono i primi risultati importanti. Innanzitutto c'è stato un dimezzamento dei membri dei Cda che, se prima della riforma erano in media una ventina, ora saranno tra i nove e gli undici, al Sant'Anna di Pisa saranno per esempio solo 5. Nei consigli siederanno in media 2-3 membri esterni: in questo caso il record appartiene all'ateneo di Trento (7 esterni su 9 membri). In cura dimagrante, anche se più leggera, finisce anche il Senato accademico che perde il 10% dei propri membri (in media sono una trentina). In netto calo anche il numero delle strutture interne: ai vecchi Dipartimenti e Facoltà si sono sostituiti, come detto, i nuovi Dipartimenti, che diventano in tutto 724 rispetto ai 2072 (più 513 Facoltà) ante riforma. «È la dimostrazione che le università stanno facendo il loro dovere nell'applicazione della riforma» avverte ancora Paleari, che aggiunge: «Chi non ha tenuto fede ai patti è il Governo attuale e quello precedente che avevano promesso, in cambio di questo cambio, di non toccare le risorse. Invece il prossimo anno a malapena pagheremo gli stipendi»

Fonte: ilSole24Ore.it

 

Attualità: Sanatoria dal 15 settembre Part-time possibile solo per le colf

Dal 15 settembre sarà possibile presentare le domande per la sanatoria dei lavoratori stranieri, presenti in Italia almeno dal 31 dicembre 2011. L'articolo 5 del Dlgs 16 luglio 2012, n. 109, in vigore da oggi, consente infatti ai datori di lavoro italiani, comunitari o stranieri in possesso della carta di soggiorno, di presentare un'istanza telematica allo Sportello unico per l'immigrazione per far emergere il rapporto di lavoro. Per i rapporti di lavoro subordinato, l'orario di lavoro dichiarato dovrà essere necessariamente a tempo pieno; per le colf e le badanti, invece, sarà possibile regolarizzare anche un rapporto di lavoro part-time di venti ore settimanali.

Il Dlgs 109/2012 prevede che la domanda non possa essere presentata dai datori di lavoro condannati per favoreggiamento all'immigrazione clandestina o per sfruttamento del lavoro ai sensi dell'articolo 603 bis del Codice penale (caporalato).

Non sono ammessi alla sanatoria neppure i datori di lavoro che hanno ottenuto un nulla osta al lavoro nell'ambito del decreto flussi, ma che poi non si sono presentati allo Sportello unico per la firma del contratto di soggiorno e per la successiva assunzione del lavoratore.

Prima della presentazione della domanda, è anche previsto che il datore di lavoro versi un contributo di emersione pari a mille euro per ciascun lavoratore da sanare, secondo le modalità che saranno definite nel decreto interministeriale di cui si attende l'emanazione, che prevederà anche il percorso da seguire per la regolarizzazione della posizione contributiva, fiscale e retributiva relativa agli ultimi sei mesi del rapporto di lavoro, o all'effettivo periodo di occupazione.
Punto centrale della procedura è, comunque, la documentazione, proveniente da una pubblica amministrazione, attestante la presenza certa dello straniero in Italia in data anteriore al 31 dicembre 2011.

Si è pensato al riguardo, ad esempio, ad un certificato di ricovero ospedaliero del lavoratore clandestino; forse si potrebbe aggiungere l'ipotesi di un modulo d'iscrizione a un servizio comunale (mensa scolastica o asilo nido di un figlio). In tal senso, le precisazioni ministeriali saranno quanto mai necessarie proprio perché, per la prima volta, si sceglie la strada che un soggetto pubblico e non il datore di lavoro certifichi (o meglio abbia già certificato) la presenza dello straniero sul territorio italiano.

Le domande potranno essere presentate a partire dal 15 settembre e fino al 15 ottobre. Potranno provvedervi direttamente i datori di lavoro o chiedere assistenza ai consulenti abilitati o ai patronati. In questo periodo il rapporto di lavoro con lo straniero prosegue regolarmente fino alla convocazione dello sportello unico per l'immigrazione. Fino al termine della procedura il lavoratore straniero non potrà essere espulso e il datore di lavoro non potrà essere gravato dagli illeciti amministrativi e penali connessi all'irregolare rapporto di lavoro. Una volta che l'iter della domanda sarà completato, lo Sportello unico provvederà a convocare il datore di lavoro e lo straniero per la firma del contratto di soggiorno che sarà il viatico per il successivo rilascio del permesso di soggiorno.

Fonte: ilSole24Ore.it

 
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