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Le notizie del 13 agosto |
Ferragosto e medaglie per un popolo guerriero Si sono appesa concluse le Olimpiadi e anche negli uffici pubblici è l’ora delle ferie per i più, dopo un anno di lavoro intenso e teso dalle misure dei Governi, tesi a far cassa soprattutto sulla P.A. e il film purtroppo non sembra destinato a terminare. Tuttavia l’esito positivo del medagliere azzurro alle competizioni olimpiche ci ha donato l’immagine e la sostanza di una nazione Italiana, che si è riscoperta guerriera e combattiva primeggiando nelle discipline delle armi da tiro, nelle armi cd bianche come la sciabola, la lotta, il pugilato, ecc. Speriamo che tali prestazioni sportive siano un buon viatico per trovare le giuste energie fisiche e morali per reagire alle difficoltà di una crisi finanziaria mondiale, nonché morale a livello italiano dalle quali è necessario uscire fuori a testa alta. Vi lasciamo anche noi per la pausa estiva con una news ricca di notizie interessanti. Buon ferragosto da Quadrinet!!
Concorsi per dirigenti a Roma Capitale: tra annullamenti e rinvii di calendario Alla fine del mese di luglio l’Amministrazione Capitolina ha disposto l’ulteriore rinvio del diario d'esame di n. 7 concorsi pubblici, per esami, per vari profili di Dirigente a tempo indeterminato. Le date e la sede delle prove d'esame dei seguenti concorsi pubblici, saranno quindi pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana – IV Serie Speciale – “Concorsi” del 14 settembre 2012: n. 5 posti nel profilo professionale di Dirigente Amministrativo; n. 1 posto nel profilo professionale di Dirigente Socio Educativo; n. 2 posti nel profilo professionale di Dirigente Sistemi Tecnologici e Informativi; n. 4 posti nel profilo professionale di Dirigente Economico – Finanziario; n. 4 posti nel profilo professionale di Dirigente Tecnico; n. 1 posto nel profilo professionale di Dirigente Beni Culturali e Ambientali; n. 3 posti nel profilo professionale di Avvocato Dirigente. Tuttavia nel mese di luglio il Consiglio di Stato ha respinto i ricorsi dell’Amministrazione avverse le sentenze del TAR Lazio, che almeno in due casi sospendevano i concorsi per Dirigente Amministrativo ed Informatico. La situazione sui concorsi per i dirigenti rimane quindi incerta e predisposta ad ulteriori evoluzioni, certamente rimangono le perplessità in merito alle modalità con cui sono stati portati avanti i bandi di concorso, soprattutto per la decisione di non scorrere le precedenti graduatorie e per i requisiti di accesso abbassati solamente a 2 anni di anzianità nella qualifica di dirigente, lo scorso anno con atti, che avevano il sapore del “blitz”. Ciò ha fatto sorgere il sospetto a molti che l’abbassamento del limite tradizionale di 5-9 anni per la partecipazione ai concorsi per dirigente, necessari a verificare che un funzionario abbia fatto un minimo di esperienza prima di impegnarsi con ruoli più impegnativi e di responsabilità, fossero rivolti invece a favorire coloro che invece ne difettavano. Un mimino di scorrimento di graduatorie degli aspiranti dirigenti che tali requisiti avevano comprovato di possederli e la pubblicazione di bandi di concorso più equilibrati e meno predisposti a mal pensamenti avrebbero evitato tali evoluzioni.
Spending Review: i punti principali della norma approvata in Parlamento Questa l'architettura del decreto sulla spending review che ha ottenuto il via libera dal Parlamento: Le misure principali. - ADDIZIONALE IRPEF: Le 8 regioni in disavanzo sanitario (Piemonte, Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Calabria, Sicilia) potranno anticipare al 2013 la maggiorazione dell' addizionale regionale Irpef, dallo 0,5% all'1,1%.
Sul sito di Quadrinet il testo del provvedimento normativo approvato.
Pubblica amministrazione: Tagli agli statali, la scure in autunnoLicenziamenti e mobilità nel pubblico impiego, ne ha parlato il Ministro della Pubblica Amministrazione Filippo Patroni Griffi, che annuncia cifre certe a partire dal 31 ottobre confermando la possibilità che la spending review metta in moto una nuova scure che si abbatterà proprio sui lavoratori statali. Il Ministro della PA, in seguito a un colloquio con i sindacati, ha infatti confermato l’ipotesi dei nuovi tagli che coinvolgeranno gli statali, tuttavia le cifre certe non si potranno conoscere fino all’inizio dell’autunno. «Il 31 ottobre sapremo quanti sono gli esuberi nella pubblica amministrazione e quindi partiremo con le misure previste dalla spending review. Non sono in grado di escludere o no licenziamenti. Ci dovrà essere una ridefinizione delle piante organiche dopodiché qualora ci fossero esuberi abbiamo vari strumenti tra cui la collocazione a riposo per i più anziani e la messa in mobilità fino a due anni.» Parole che hanno scatenato il malcontento tra le sigle sindacali, che confermano lo sciopero generale annunciato per il 28 settembre contro i licenziamenti. A destare polemiche è anche la dichiarazione rilasciata dal segretario confederale della Cgil Nicola Nicolosi: dal tavolo di discussione con Patroni Griffi, infatti, sembrerebbero emergere numeri abbastanza preoccupanti che discordano con le stime rese note dal Governo in materia di esuberi e di futuri tagli al personale operativo negli enti pubblici. Entro il 2015, infatti, si passerà probabilmente da 3 milioni e 300 mila statali a 3 milioni, con un taglio che manderà a casa ben 300 mila dipendenti. Fonte: pubblicaamministrazione.net
Pubblica amministrazione: Dirigenti, incarichi solo con l'obiettivoIndividuazione degli obiettivi già al conferimento dell'incarico dirigenziale. Divieto di conferimento di incarichi di consulenza ai dipendenti collocati in quiescenza nelle materie di cui si sono occupati nell'ultimo anno. Divieto di monetizzazione delle ferie non godute e, dal prossimo ottobre, fissazione del tetto massimo di 7 euro per i buoni pasto dei dipendenti pubblici. Sono queste alcune importanti novità contenute nella legge di conversione del Dl 95/2012. Gli obiettivi su cui i dirigenti sono valutati per il trattamento accessorio collegato alle performance devono essere «predeterminati all'atto del conferimento dell'incarico dirigenziale». Si estende così a tutti i dirigenti pubblici una previsione fino a oggi limitata allo Stato; gli obiettivi dovranno avere una durata per lo meno triennale, e saranno assegnati dal sindaco, che conferisce l'incarico. Negli enti locali questa norma andrà raccordata con il piano degli obiettivi annualmente approvato dalla Giunta; si può ritenere che la novità si applichi ai titolari di posizione organizzativa nei Comuni sprovvisti di dirigenti. I dipendenti collocati in quiescenza non potranno ricevere incarichi di consulenza, studio e ricerca dalla propria amministrazione nelle materie di cui si sono occupati nell'ultimo anno. Tale vincolo si aggiunge a quello (legge 724/1994) che vieta l'uso da parte delle Pa dei dipendenti collocati in quiescenza per ragioni diverse dalla maturazione del limite massimo di età, nei 5 anni successivi. La nuova norma vale solo per l'amministrazione con cui si è avuto l'ultimo rapporto di lavoro e ha natura permanente. I buoni pasto da ottobre dovranno rientrare entro il tetto di 7 euro. I risparmi saranno acquisiti al bilancio degli enti e non potranno incrementare il fondo per le risorse decentrate. I problemi con i fornitori sono stati risolti attraverso la garanzia, che si realizza con l'allungamento della durata del contratto, dell'invarianza del valore della fornitura. Dallo scorso 7 luglio, è poi vietata la monetizzazione delle ferie non godute e viene ribadito il principio per cui esse devono essere godute come previsto dal Dlgs 66/2003 e, ove contengano norme più favorevoli per i dipendenti, dai contratti nazionali. Tali disposizioni si applicano al personale e ai dirigenti di tutte le Pa. La monetizzazione delle ferie non godute era fin qui consentita nel pubblico impiego solo al momento della cessazione del rapporto di lavoro. La concreta applicazione di questa disposizione, per la mancanza di norme transitorie, solleva numerosi problemi. Peraltro, la disposizione induce ad una lettura assai rigida visto che la sua violazione determina per i dirigenti il maturare di responsabilità amministrativa e disciplinare ed obbliga le amministrazioni al recupero a carico dei dipendenti. Fonte: ilSole24Ore.it
Pubblica amministrazione: Appalti divisi in più lotti per aprirsi alle PmiLe gare di appalto per beni e servizi devono essere impostate in modo tale da garantire l'accesso al confronto anche alle Pmi, anche quando gestite in forma aggregata. L'articolo 1 del Dl 95/2012 introduce ulteriori elementi di salvaguardia per le piccole e medie imprese, rafforzando il sistema impostato dalla legge 180/2011 e sancito nel Codice Appalti, con il principio della necessaria suddivisione in lotti degli appalti, salve valutazioni (esplicite) di convenienza economica (articolo 2, comma 1-bis). La norma integra l'articolo 41 del DLgs 163/2006, specificando che sono illegittimi i criteri che fissano, senza congrua motivazione, limiti di accesso connessi al fatturato aziendale. Particolare attenzione è posta anche all'ammontare della cauzione provvisoria e definitiva, che nelle gare in forma aggregata effettuate da centrali di committenza è prevista rispettivamente nei termini massimi del 2 e del 10 per cento. Questo dato sembra compensare le linee di massima razionalizzazione introdotte per gli acquisti di beni e servizi di valore inferiore alla soglia comunitaria dall'articolo 7 della legge 94/2012 (di conversione del primo decreto spending review, il 52/2012). La norma, infatti, riformulando l'articolo 1, comma 450 della legge 296/2006 stabilisce che tutte le amministrazioni pubbliche (compresi gli enti locali, le Camere di commercio, le Asl, le aziende speciali) sono tenute ad acquistare beni e servizi in tale fascia di valore ricorrendo al mercato elettronico della pubblica amministrazione gestito da Consip o ad altri mercati elettronici, gestiti ad altre amministrazioni. La disposizione vale peraltro per tutte le tipologie di beni e servizi per i quali sia presente un catalogo attivo, con fornitori abilitati, ma comporta la necessaria verifica da parte delle stazioni appaltanti, le quali, in caso di rinvenimento della tipologia di prodotto o di attività che devono acquisire, hanno l'obbligo di fare ricorso al Mepa. Per i beni e servizi non rinvenibili nei mercati elettronici della Consip, delle centrali di committenza regionali o di altre amministrazioni, gli enti locali possono continuare ad acquisire con gare sottosoglia o con procedure in economia. La disposizione, peraltro, costituisce uno stimolo per le singole amministrazioni a costituire un proprio Mepa, facendo riferimento all'articolo 328 del Dpr 207/2010, in modo tale da poter gestire con lo questo sistema sia tipologie di beni e servizi pienamente corrispondenti alle proprie esigenze sia interazioni di mercato più favorevoli rispetto a quelle nazionali o regionali. Fonte: ilSole24Ore.it
Pubblica amministrazione: Acquisti Consip per tutti Le disposizioni del Dl 95/2012 che attende ora il via libera definitivo della Camera rafforzano il sistema delle convenzioni Consip e obbligano anche gli enti locali a farvi ricorso per alcune tipologie di beni e servizi. Il quadro è stato ridefinito dall'articolo 1 nella formulazione scaturita dal maxiemendamento. Il comma 3 evidenzia l'obbligatorietà del ricorso a questa procedura in forza di quanto stabilito dalla norma-chiave, individuata nell'articolo 26, comma 3 della legge 488/1999 e dall'articolo 1, comma 499 della legge 296/2006 (recentemente modificato dalla legge 94/2012). Quest'ultima disposizione prevede l'obbligo di adesione alle convenzioni Consip per le amministrazioni statali (tranne scuole e università) e l'obbligo di utilizzo delle convenzioni stipulate dalle centrali regionali da parte del servizio sanitario nazionale. La stessa norma delinea come facoltativo l'utilizzo del sistema da parte delle altre amministrazioni pubbliche (ad esempio gli enti locali e le Camere di commercio), stabilendo tuttavia che esse sono tenute a utilizzare i parametri di qualità e prezzo, sia delle convenzioni stipulate dalla centrale di committenza statale che da quelle regionali, come limiti massimi per la stipulazione dei contratti (quindi come dato massimo per le basi d'asta nelle gare e negli affidamenti in economia). L'articolo 26 della legge 488/1999 prevede peraltro una specifica esclusione, evidenziando come il meccanismo previsto dal comma 3 non si applichi comunque ai Comuni con popolazione fino a mille abitanti (5mila abitanti in montagna). Rispetto alla fascia degli enti di minori dimensioni, comunque, l'articolo 1, comma 4 del Dl 95/2012 delinea in alternativa alle gare aggregate, previste dall'articolo 33 del codice dei contratti, il ricorso agli strumenti di acquisto in forma telematica gestiti da Consip e dalle centrali di committenza regionali. Tuttavia il comma 7 dello stesso articolo 1 del decreto spending review sancisce un obbligo specifico per tutte le amministrazioni pubbliche e per tutte le società inserite nel «consolidato Istat», stabilendo che tali soggetti devono fare ricorso alle convenzioni Consip o a quelle delle centrali regionali per l'acquisto di una serie di beni e servizi a consumo intensivo: energia elettrica, gas, carburanti rete e carburanti extra-rete, combustibili per riscaldamento, telefonia fissa e telefonia mobile. Il comma 13 prevede anche un interessante meccanismo, finalizzato ad assicurare vantaggi economici alle amministrazioni pubbliche, quando Questa modulazione del diritto di recesso si inserisce automaticamente nei contratti in corso ai sensi dell'articolo 1339 del Codice civile, anche in deroga alle eventuali clausole difformi apposte dalle parti. Inoltre, nei futuri contratti le clausole di recesso dovranno essere rese conformi, in quanto ogni patto contrario alla disposizione sarà nulla. Un meccanismo particolare è reso regola generale dall'articolo 1, comma 16-bis del Dl 95/2012, il quale integra l'articolo 26 della legge 488/1999 con una disposizione in base alla quale le convenzioni centralizzate possono essere stipulate con una o più imprese alle condizioni contrattuali migliorative rispetto a quelle proposte dal miglior offerente. Tale disposizione costituisce il primo dato normativo in materia di contratti pubblici che consente l'affidamento multiplo a più operatori economici in base al risultato di una gara. Fonte: ilSole24Ore.it
Pubblica amministrazione: Comuni, multe raddoppiate per far quadrare i contiLe multe lievitano nella maggior parte dei Comuni italiani, che affrontano il taglio delle risorse voluto dalla spending review con l’incremento delle sanzioni a carico degli automobilisti. Secondo quanto riportato sui bilanci delle amministrazioni locali, in ciascun Comune si verificherà, se non è già avvenuto, un aumento medio degli importi pari al 20%. Sono numerosi, infatti, i Comuni che hanno deciso di far quadrare il bilancio grazie al ricavato delle sanzioni amministrative che gravano sugli automobilisti locali, e non solo. A Milano, ad esempio, nel 2012 le entrate provenienti dalle multe sono aumentate del 12,8% rispetto al 2011, mentre a Bologna si attende un incremento delle entrate grazie alle infrazioni stradali pari a 52,4 milioni per il solo anno in corso. Un caso emblematico è quello di Pavia, dove la polizia locale ha ricevuto una circolare comunale che esortava a potenziare le sanzioni proprio per raggiungere le entrate necessarie all’amministrazione. Un meccanismo che non solo spinge i Comuni ad attuare politiche di tolleranza zero nei confronti dei cittadini, anche in merito alle multe non pagate o saldate in ritardo, ma che causa una tassa occulta di circa 35 euro per ciascun contribuente, una cifra che può arrivare anche a 100 euro nei centri urbani più estesi. Non sempre, inoltre, il 50% dei ricavati dal versamento delle sanzioni stradali viene reinvestito in attività a favore della sicurezza e della prevenzione degli incidenti, come è sancito dall'articolo 208 del codice della strada. Fonte: pubblicaamministrazione.net
Attualità: Atenei, dimezzati i posti nei cdaDopo le prime forti resistenze la riforma Gelmini ha messo piede nelle università italiane. Praticamente tutti e 79 gli atenei hanno approvato i nuovi statuti: le "leggi fondamentali" che secondo la legge 240/2010 hanno il compito di ridisegnare l'identikit della governance accademica tagliando burocrazia e snellendo la struttura in molti casi diventata troppo elefantiaca. Con risultati subito evidenti: i Cda sono stati praticamente dimezzati (-45% di membri) e più di un quarto (il 28%) delle persone che siederanno nei futuri consigli di amministrazione saranno "esterni" all'università. Insomma il mondo accademico fa un passo indietro importante nel suo organo di regia, che si apre di più alla società civile: «Ci saranno bandi pubblici e si dovranno dimostrare capacità gestionali, penso che si faranno avanti imprenditori, ex alunni di prestigio, rappresentanti del territorio o scienziati di chiara fama», avverte Stefano Paleari, segretario della Conferenza dei rettori e coordinatore di questa indagine realizzata dalla Crui insieme all'ateneo di cui è rettore, l'Università di Bergamo. L'indagine ha messo sotto la lente tutti gli statuti: 73 già pubblicati in Gazzetta (6 con modificazioni successive), 5 inviati al ministero e 1 sul quale viale Trastevere ha fatto ricorso. In realtà il termine per approvarli è scaduto da tempo (lo scorso 31 ottobre), ma sul varo di queste "carte costituzionali" degli atenei si è scatenata nei mesi scorsi una guerra fatta di cavilli e ricorsi. Del resto la posta in gioco non è di poco conto perché secondo la riforma bisognava intervenire sugli organi di governo: dal rettore, a cui dare un peso "manageriale" più forte, ai Cda da snellire e aprire all'esterno e con compiti di strategia, fino al Senato accademico per il quale ritagliare un ruolo "consultivo" anche se con potere di sfiducia del Magnifico. In più, la riforma ha previsto di far confluire le vecchie Facoltà all'interno dei Dipartimenti: in sostanza, se finora quest'ultimi si occupavano di ricerca e le Facoltà di didattica adesso ci saranno solo i Dipartimenti che faranno entrambe le cose. Con la figura chiave dei direttori di dipartimento che avranno un ruolo da protagonisti negli atenei. Dal censimento Crui-università di Bergamo emergono i primi risultati importanti. Innanzitutto c'è stato un dimezzamento dei membri dei Cda che, se prima della riforma erano in media una ventina, ora saranno tra i nove e gli undici, al Sant'Anna di Pisa saranno per esempio solo 5. Nei consigli siederanno in media 2-3 membri esterni: in questo caso il record appartiene all'ateneo di Trento (7 esterni su 9 membri). In cura dimagrante, anche se più leggera, finisce anche il Senato accademico che perde il 10% dei propri membri (in media sono una trentina). In netto calo anche il numero delle strutture interne: ai vecchi Dipartimenti e Facoltà si sono sostituiti, come detto, i nuovi Dipartimenti, che diventano in tutto 724 rispetto ai 2072 (più 513 Facoltà) ante riforma. «È la dimostrazione che le università stanno facendo il loro dovere nell'applicazione della riforma» avverte ancora Paleari, che aggiunge: «Chi non ha tenuto fede ai patti è il Governo attuale e quello precedente che avevano promesso, in cambio di questo cambio, di non toccare le risorse. Invece il prossimo anno a malapena pagheremo gli stipendi» Fonte: ilSole24Ore.it
Attualità: Sanatoria dal 15 settembre Part-time possibile solo per le colfDal 15 settembre sarà possibile presentare le domande per la sanatoria dei lavoratori stranieri, presenti in Italia almeno dal 31 dicembre Il Dlgs 109/2012 prevede che la domanda non possa essere presentata dai datori di lavoro condannati per favoreggiamento all'immigrazione clandestina o per sfruttamento del lavoro ai sensi dell'articolo 603 bis del Codice penale (caporalato). Non sono ammessi alla sanatoria neppure i datori di lavoro che hanno ottenuto un nulla osta al lavoro nell'ambito del decreto flussi, ma che poi non si sono presentati allo Sportello unico per la firma del contratto di soggiorno e per la successiva assunzione del lavoratore. Prima della presentazione della domanda, è anche previsto che il datore di lavoro versi un contributo di emersione pari a mille euro per ciascun lavoratore da sanare, secondo le modalità che saranno definite nel decreto interministeriale di cui si attende l'emanazione, che prevederà anche il percorso da seguire per la regolarizzazione della posizione contributiva, fiscale e retributiva relativa agli ultimi sei mesi del rapporto di lavoro, o all'effettivo periodo di occupazione. Si è pensato al riguardo, ad esempio, ad un certificato di ricovero ospedaliero del lavoratore clandestino; forse si potrebbe aggiungere l'ipotesi di un modulo d'iscrizione a un servizio comunale (mensa scolastica o asilo nido di un figlio). In tal senso, le precisazioni ministeriali saranno quanto mai necessarie proprio perché, per la prima volta, si sceglie la strada che un soggetto pubblico e non il datore di lavoro certifichi (o meglio abbia già certificato) la presenza dello straniero sul territorio italiano. Le domande potranno essere presentate a partire dal 15 settembre e fino al 15 ottobre. Potranno provvedervi direttamente i datori di lavoro o chiedere assistenza ai consulenti abilitati o ai patronati. In questo periodo il rapporto di lavoro con lo straniero prosegue regolarmente fino alla convocazione dello sportello unico per l'immigrazione. Fino al termine della procedura il lavoratore straniero non potrà essere espulso e il datore di lavoro non potrà essere gravato dagli illeciti amministrativi e penali connessi all'irregolare rapporto di lavoro. Una volta che l'iter della domanda sarà completato, lo Sportello unico provvederà a convocare il datore di lavoro e lo straniero per la firma del contratto di soggiorno che sarà il viatico per il successivo rilascio del permesso di soggiorno. Fonte: ilSole24Ore.it |