News del 11 Settembre 2013 PDF Stampa E-mail

Funzione Pubblica: Fax, divieto all'uso del fax tra pubbliche amministrazioni

Pubblica Amministrazione: addio al fax tra innovazione e polemiche

Pubblico impiego: Parlamento, modificata la disciplina in materia di accesso ai posti di lavoro presso le pubbliche amministrazioni

Funzione Pubblica: la Guida alle novità del c.d. Decreto del Fare

Governo: Decreto Legge n. 101/2013 e pensionamento del personale pubblico

Pubblica amministrazione: Allarme precari

Pubblica amministrazione: Immigrati ammessi ai concorsi pubblici, novità e limiti

Pubblica amministrazione: Decreto PA, stop al precariato e spesa pubblica ridotta

Pubblica Amministrazione: Spesometro a rischio nei Comuni

Pubblica Amministrazione: Armi più affilate nei Comuni contro le false residenze estere

Governo: ottimizzazione della produttività del lavoro pubblico e di efficienza e trasparenza delle PA

Governo: il Decreto Legge sulla razionalizzazione nella P.A. - novità per il contratto a termine

INAIL: invio telematico delle denunce di infortunio per le amministrazioni statali

 

Funzione Pubblica: Fax, divieto all'uso del fax tra pubbliche amministrazioni

Nell'articolo 14 della legge n. 98/2013, di conversione del Decreto Legge n. 69/2013, è scritto che le comunicazioni tra Pubbliche Amministrazione dovranno avvenire esclusivamente per via telematica. E' fatto assoluto divieto di usare il fax.

Nell’area documenti Quadrinet: 98-2013 Legge di conversione del DL69-2013

Fonte: dpl modena

Pubblica Amministrazione: addio al fax tra innovazione e polemiche

Ilfax negli uffici pubblicisembra essere andato definitivamente in pensione: lo ha stabilito un emendamento alDecreto del Farediscusso in Senato che ha confermato l’obbligo per laPubblica Amministrazione di gestire le comunicazioni esclusivamente in via telematica, escludendo tuttavia proprio il vecchio fax.

Lecomunicazioni telematiche nella PApotranno quindi avvenire solo via email, unico mezzo per effettuare la trasmissione di documenti: sono in molti ad approvare il provvedimento, ritenuto un segnale forte di modernità a favore di una Pubblica Amministrazione innovativa e semplificata.

Non mancano, tuttavia, lecriticheal provvedimento voluto dal vigente Governo Letta: secondo il Presidente dell’InpsAntonio Mastrapasqua, ad esempio, l’abolizione del faxdeve essere accolta positivamente ma non è sufficiente per "svecchiare” la PA e, soprattutto, rendere realmente semplificata la comunicazione con le imprese e i cittadini.

Attraverso una lettera aperta pubblicata sul Corriere della Sera, infatti, Mastrapasqua esprime il suo parere riguardo questa manovra che si caratterizza per indubbi vantaggi (in merito allatrasparenzae al risparmio), ma che necessita di ulteriori sforzi:

«Non basta togliere (i fax e la carta). Occorre aggiungere (soluzioni Ict adeguate e integrate nel Paese). L’informatizzazione della Pubblica Amministrazione rende obbligatoria la definizione di tempi certi entro i quali avere risposte: dall’emissione di un Durc (il documento che certifica la regolarità contributiva), alla risposta a fronte di una domanda di invalidità civile.»

Fonte: pubblicamministrazione.it

Pubblico impiego: Parlamento, modificata la disciplina in materia di accesso ai posti di lavoro presso le pubbliche amministrazioni

L'articolo 7 dellalegge 6 agosto 2013, n. 97, modifica la disciplina in materia di accesso ai posti di lavoro presso le pubbliche amministrazioni, apportando alcune implementazioni all'articolo 38, comma 1, deldecreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165.

Nell’area documenti Quadrinet: art. 7 disciplina lavoro

Fonte: dpl modena

Funzione Pubblica: la Guida alle novità del c.d. Decreto del Fare

Il Ministero per la pubblica amministrazione e la semplificazione, visto le numerose misure di semplificazione e di riduzione degli oneri burocratici per cittadini ed imprese, previste dallaLegge n. 98/2013, ha pubblicato una Guida esplicativa a tutte le novità ivi contenute.

Nell’area documenti Quadrinet: Guida Decreto Fare

Fonte: dpl modena

Governo: Decreto Legge n. 101/2013 e pensionamento del personale pubblico

Con una norma di interpretazione autentica (valida, quindi, “ex tunc”), l’Esecutivo interviene a spiegare l’art. 24, comma 3, primo periodo e comma 4, secondo periodo, della legge n. 214/2011, ponendo, al momento, la parola fine ad un contenzioso in essere che aveva visto orientamenti giurisprudenziali contrastanti ma che con la sentenza n. 2446/2013 del Tar del Lazio, aveva espresso un punto a favore di chi aveva ritenuto che i nuovi limiti previsti dalla riforma “Fornero” trovassero applicazione anche nel settore pubblico.

Ciò aveva portato ad annullare il provvedimento di pensionamento di un dirigente “messo a riposo” dalla propria Amministrazione al compimento dei 65 anni (il Ministero aveva fatto ricorso al Consiglio di Stato), con la conseguente disapplicazione della circolare dl Dipartimento della Funzione Pubblica n. 2/2012.

Ora con l’art. 2, commi 4 e 5 del D.L. 31 agosto 2013, n. 101 si afferma che:

a) Il conseguimento da parte di un lavoratore dipendente delle pubbliche amministrazioni di un qualsiasi diritto a pensione entro il 31 dicembre 2011 comporta obbligatoriamente l’applicazione del regime di accesso e delle decorrenze previgenti rispetto all’entrata in vigore dell’art. 24;

b) L’art. 24, comma 4, secondo periodo, si interpreta nel senso che per i lavoratori dipendenti della P.A. il limite ordina mentale, previsto per i singoli settori di appartenenza per il collocamento a riposo d’ufficio e vigente alla data di entrata in vigore del D.L. n. 201/2011 poi, convertito, con modificazioni, nella legge n. 214/2011, non è modificato dall’elevazione dei requisiti anagrafici previsti per la pensione di vecchiaia e costituisce il limite non superabile (in genere 65 anni, con eccezioni relative ai magistrati ed ai professori universitari), se non per il trattenimento in servizio o per consentire all’interessato di conseguire la prima decorrenza utile della pensione ove la stessa non sia immediata, al raggiungimento del quale l’Amministrazione deve far cessare il rapporto di lavoro o di impiego se il lavoratore ha conseguito, a qualsiasi titolo, i requisiti per il diritto a pensione (ad esempio, 40 anni di anzianità contributiva)

Nell’area documenti Quadrinet: 101 DL razionalizzazione PA

Fonte: dpl modena

Pubblica amministrazione: Allarme precari

Sono oltre 150mila ilavoratori precari nella Pubblica Amministrazioneche potrebbero restare a casa dalla fine dell’anno: sono dipendenti statali atempo determinatooco.co.coil cui contratto scadrà il 31 dicembre e, allo stato attuale, non sono state ancora varate misure precise per assicurarne l’impiego.

Una situazione allarmante che è stata messa in evidenza dal coordinatore del Dipartimento del pubblico impiego della Cgil,Michele Gentile, il quale sottolinea anche come molti di questi lavoratori si occupino della gestione diservizi essenziali ai cittadini.

«Fino a oggi abbiamo avuto gli stessi servizi pubblici con minor numero di persone e con molti rapporti di lavoro precari che alla loro scadenza determinano la chiusura dei servizi. Questo è inaccettabile e deve finire. Altrimenti si determinerà un doppio problema sociale, per i cittadini e per questi lavoratori.»

IlGovernopotrebbe affrontare il problema precari, portando al varo di un decreto che dovrebbe contenere anche misure relative aiconcorsiriservati ai lavoratori con alle spalle almeno tre anni di contratto a tempo determinato e alla proroga biennale della possibilità diandare in pensione con i requisiti pre-Fornero. Nell’ordine del giorno anche la gestione degli esuberi causati dall’attuazione dellaSpending Review.

Fonte: pubblicamministrazione.it

Pubblica amministrazione: Immigrati ammessi ai concorsi pubblici, novità e limiti

Via libera alla partecipazione degli stranieriimmigratiin Italia aiconcorsi della pubblica amministrazione, grazie all’approvazione dellaLegge Europea 2013che consente alla penisola di allinearsi con la normativa stabilita da Bruxelles.

Numerose le novità per gli immigrati che lavorano concontratti precari in molte strutture pubbliche pur desiderando unimpiego stabile: la legge prevede la possibilità di essere ammessi ai concorsi pubblici nel settore della sanità, dell’istruzione e all’interno degli stessi Ministeri, mentre l’accesso non è consentito all’interno della Magistratura, così come nella Polizia e nell'Esercito.

Per poter accedere ai concorsi della PA, tuttavia, gli immigrati dovranno dimostrare laconoscenza della lingua italianae possedere il permesso di soggiorno CEdi lungo periodo, mentre saranno esclusi i cittadini stranieri con permesso di soggiorno semplice e a tempo limitato.

La normativa è stata accolta positivamente dal Ministro dell’Integrazione  Cécile Kyenge: «Si tratta di un diritto riconosciuto in ambito europeo. Tutti quegli stranieri che vivono il Paese come la propria terra possono indubbiamente rappresentare un valore aggiunto e strategico in ambito economico, culturale e sociale.»

Fonte: pubblicamministrazione.it

Pubblica amministrazione: Decreto PA, stop al precariato e spesa pubblica ridotta

IlConsiglio dei Ministriha detto si aldecreto leggefinalizzato a creare unaPubblica Amministrazionepiù efficienteriducendo la spesa pubblicae promuovendo nuovemisure di risparmio: via libera anche alle misure inerenti ilpubblico impiegocon lastabilizzazione dei lavoratori precarie la riduzione dei contratti a termine.

Numerosi i punti chiave del "pacchetto PA”, tra i quali anche la riduzione del 20% delleauto blue il taglio delleconsulenze esterneper 1,2 miliardi di euro. Per ilpremier Enrico Lettasi tratta di una normativa volta a rendere più snella la PA potenziando l’efficienza dei singoli apparati amministrativi:

«Si è deciso di dare una soluzione definitiva al problema del precariato nella pubblica amministrazione e per evitare le scorciatoie che permettevano di eludere il concorso per entrare nell'impiego pubblico. Ci sarà una selezione per stabilizzare i precari e verrà fatto un censimento per tutte le situazioni di precariato nella Pubblica amministrazione. Ci sarà un ulteriore taglio del 20% delle auto blu. Superiamo anche le difficoltà di applicazione del cosiddetto Sistri (il sistema per lo smaltimento dei rifiuti)».

Come ha sottolineato il Ministro della Funzione PubblicaGianpiero D’Alia, le assunzioni nella PA saranno regolate quasi esclusivamente dal contratto a tempo indeterminato:

«Mai più contratti a termine che non siano eccezionali e temporanei perché temporanea è la richiesta».

Buone notizie anche per i vincitori deiconcorsi nella PAdegli ultimi tre anni, che saranno assunti stabilmente, mentre saranno avviate procedure selettive per i precari attivi negli uffici pubblici in modo da assicurare risorse qualificate e meritocrazia. Secondo quanto stabilito dal decreto, inoltre, saranno stabilizzati anche 35mila lavoratoriprecari nella Sanitàattraverso un concorso pubblico, mentre già nell’anno in corso saranno promosse nuove assunzioni nelsettore dei Beni Culturali.

Fonte: pubblicamministrazione.it

Pubblica Amministrazione: Spesometro a rischio nei Comuni

Spesometro tutto in salita negli enti locali.

Il provvedimento delle Entrate del 2 agosto 2013 esclude le pubbliche amministrazioni dall'obbligo della presentazione della comunicazione prevista dall'articolo 21 del Dl 78/2010 (il cosiddetto spesometro) per le sole attività istituzionali: di conseguenza, reintroduce l'obbligo di comunicazione per le attività della sfera commerciale, creando problemi operativi difficilmente superabili, anche alla luce del necessario adeguamento dei software in vista della prossima scadenza del 12 novembre.

L'esclusione prevista per lo Stato, le Regioni, le Province, i Comuni e gli altri organismi di diritto pubblico dal provvedimento delle Entrate del 21 giugno 2011 – modificativo del precedente provvedimento del 22 dicembre 2010 – teneva conto delle difficoltà di effettuare una precisa separazione tra operazioni commerciali e istituzionali. Gli enti, infatti, ricevono fatture che riguardano acquisti promiscui, che in molti casi non vengono registrati ai fini Iva per le difficoltà di imputazione corretta della detrazione.

Oltretutto, considerate le peculiari caratteristiche degli enti locali e delle attività svolte, lo spesometro rischia di complicarne la gestione senza ottenere in cambio informazioni rilevanti ai fini della lotta all'evasione. In alcuni casi gli enti non dispongono neppure di alcuni dati previsti dalla comunicazione. Ad esempio, gli uffici evitano l'emissione di migliaia di fatture attive per la partecipazione a corsi sportivi, di musica, centri estivi e così via, avvalendosi della semplificazione dal combinato disposto di due norme:

- l'articolo 22, comma 2, Dpr 633/1972, che prevede che, con decreto ministeriale, l'emissione della fattura possa essere resa non obbligatoria a determinate categorie di contribuenti che prestino servizi al pubblico con carattere di uniformità, frequenza e importi limitati;

- la circolare 18 Dir. Ta.Aa. del 22 maggio 1976, che consente tale semplificazione agli enti locali in attesa dell'emanazione del decreto ministeriale appena citato.

Inoltre gli enti locali, nell'ambito delle attività sociali esenti – quali la gestione di comunità o asili nido e l'assistenza domiciliare – possono richiedere la dispensa ex articolo 36-bis del Dpr 633/1972, per evitare gli oneri organizzativi connessi alla fatturazione. Tuttavia, in base alla circolare delle Entrate 24/E/2011, punto 2.1, tra i soggetti obbligati sono compresi anche coloro che si avvalgono della dispensa prevista dall'articolo 36-bis appena citato, obbligo ribadito della risposta dell'Agenzia dell'11 ottobre 2011 al quesito n. 10, secondo cui «vanno sempre comunicate le operazioni attive e passive esenti se di importo superiore alla soglia stabilita».

Posto che la soglia dei 3mila euro non esiste più – e quindi ogni operazione rilevante ai fini Iva deve essere comunicata – l'aggravio per gli enti appare sproporzionato rispetto al fine che si vuole raggiungere, dal momento che la quasi totalità del l'attività Iva degli stessi è rivolta ai privati cittadini.
Considerato poi che gli enti locali e la pubblica amministrazione in generale – confidando nel l'esclusione prevista dal provvedimento del direttore delle Entrate del 21 giugno 2011 – non sono preparati all'adempimento, e i tempi per rivedere software e procedure sono ristretti, viste le scadenze per l'invio telematico del 12 e del 21 novembre 2013, appare opportuno un rinvio dei termini e, almeno per quanto riguarda le operazioni attive (il cosiddetto elenco clienti), un ripensamento nei contenuti del l'adempimento.

 Fonte: ilSole24Ore.it

Pubblica Amministrazione: Armi più affilate nei Comuni contro le false residenze estere

Parte dai Comuni la lotta alle residenze fittizie all'estero, rafforzata dalla legge europea 2013. Una battaglia incentivata anche dal "premio" del 100% ormai spettante alle amministrazioni municipali sulle maggiori somme relative a tributi statali riscosse a titolo definitivo e delle sanzioni civili applicate sui maggiori contributi riscossi a titolo definitivo dalle Entrate. Una somma che per il 2012 ha superato a livello nazionale i 25,7 milioni.

Le procedure di controllo sull'effettivo trasferimento di residenza prendono il via una volta effettuata l'iscrizione dell'interessato all'Aire, l'Anagrafe degli italiani residenti all'estero. L'iscrizione, obbligatoria e gratuita per i cittadini che intendono spostare la residenza fuori dai confini nazionali per un periodo non inferiore ai 12 mesi, si ottiene in due modi. La prima strada è quella della domanda all'ufficio anagrafe del Comune, confermando la propria presenza all'estero con una dichiarazione al consolato di competenza entro 90 giorni dal trasferimento, la seconda è quella della richiesta diretta al consolato.

La scelta dell'iter produce effetti anche dal punto di vista giuridico. «Se il cittadino si presenta prima da noi – spiega Andrea Zuccotti, direttore del settore Servizi al cittadino del Comune di Milano – il trasferimento decorrerà dalla data d'avvio dello stesso da parte del Municipio. Se, invece, sceglierà di avviare la pratica recandosi al consolato per compilare lo specifico modello Cons/01, quest'ultimo dovrà poi trasmetterlo al Comune e l'iscrizione decorrerà dalla data di ricezione dello stesso». Il tempo d'attesa può cambiare sensibilmente a seconda del Paese in cui si intende risiedere: anche se la trasmissione del documento avviene via Pec, alcuni consolati possono impiegare anche due mesi.

In base alla normativa vigente, il Comune deve procedere alla verifica dell'effettivo trasferimento recandosi nella vecchia residenza italiana, un'operazione svolta in alcuni municipi dai messi comunali e in altri, come nel caso di Milano, dai vigili urbani, che possono anche chiedere informazioni a parenti in loco. Se esistono dubbi o sospetti e questi persistono anche dopo aver sentito il cittadino (a cui viene data comunicazione formale dell'avvio della procedura di verifica), il Comune – che in base al Dl 112/08 (convertito nella legge 133/08) è tenuto a inviare ogni sei mesi alle Entrate l'elenco degli espatriati – può inviare una segnalazione certificata all'Agenzia stessa.
Per certi versi curiose, su questo fronte, sono spesso le risposte che vengono date ai funzionari municipali dai cittadini convocati per dare chiarimenti: molti ritengono che la residenza possa essere fissata in assoluta libertà (mentre, codice civile alla mano, si tratta del luogo in cui una persona ha la dimora abituale), tanti altri ritengono di potersi appellare alla privacy per non rispondere.
«Tra gli elementi che possono rendere "sospetto" un trasferimento di residenza – spiega Zuccotti – c'è senz'altro il luogo di emigrazione. Qui a Milano, ad esempio, i controlli sono maggiori nei confronti di chi va in Svizzera, probabilmente in Emilia-Romagna si guarderà soprattutto a San Marino. Poi, certo, possono pesare anche altri possibili indizi su cui, tuttavia, preferiamo mantenere il riserbo».

Passata la palla dal Comune all'Agenzia, quest'ultima approfondirà i controlli attraverso l'incrocio delle banche dati come quelle delle Entrate stesse, della Motorizzazione civile, dell'Inps e delle utenze domestiche. L'Anagrafe tributaria, una volta messo a punto il nuovo applicativo Sonore, è destinata, in questo contesto, a essere ancora più efficace.

«Non bisogna mai dimenticare – conclude Zuccotti – che dalle anagrafi si deducono tantissime informazioni. Il vero salto di qualità che può effettuare la pubblica amministrazione è quello di mettere a sistema il maggior numero possibile di banche dati».

Su questo fronte potrebbe giocare un ruolo molto importante l'unificazione del sistema anagrafico nazionale in un'unica Anagrafe nazionale della popolazione residente (Anpr). La nuova struttura, prevista dall'articolo 2 del Dl 179/12 (convertito dalla legge 212/12) subentrerà all'Anpr, all'Ina e all'Aire centrale e una volta posti in essere numerosi regolamenti e decreti attuativi dovrà essere operativa entro il 31 dicembre 2014. Il suo obiettivo è accelerare il processo di automazione amministrativa rendendo più efficiente la gestione dei dati della popolazione, riducendo anche i costi.

Fonte: ilSole24Ore.it

Governo: ottimizzazione della produttività del lavoro pubblico e di efficienza e trasparenza delle PA

Parte l'indennizzo automatico per i ritardi della pubblica amministrazione ma solo per le imprese. Lo stabilisce il comma 10 dell'articolo 28 del decreto del fare (Dl 63/2013), che limita molto il principio dello stesso articolo, secondo cui il diritto all'indennizzo è generalizzato: il comma 10 prevede un avvio sperimentale limitato alle pratiche legate all'«avvio e all'esercizio delle attività d'impresa» e il comma 12 fissa in 18 mesi la durata del test.

La norma fa partire la propria applicabilità dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del Dl (la 98/13) ma riguarda i procedimenti iniziati «successivamente» a tale data. Se ne deduce che potranno beneficiare del diritto all'indennizzo in caso di ritardo solo le istanze presentate. Interpretazione confermata dalla guida messa online sul sito del ministero della Pubblica amministrazione.

Dopo la sperimentazione, sarà emanato un decreto del presidente del Consiglio, sentite Regioni e Comuni, che stabilirà se confermare l'indennizzo, se rimodularlo e se estenderlo agli altri procedimenti. Quindi il Governo è cosciente della delicatezza della partita: riconoscere un rimborso di 30 euro per ogni giorno di ritardo significa rischiare o un'emorragia di denaro pubblico (anche se la legge pone un limite di 2mila euro a procedimento) o forzare il lavoro degli uffici pubblici, con possibili errori nei procedimenti.

Va poi considerato che la norma è indeterminata: per esempio, quando parla di procedimenti relativi all'esercizio dell'attività d'impresa, potrebbe riferirsi anche all'immatricolazione di un veicolo aziendale, mentre la stessa operazione, se richiesta da un cittadino, non sarebbe coperta da indennizzo. Probabilmente serviranno molti chiarimenti attuativi.

In ogni caso, l'indennizzo andrà chiesto entro 20 giorni dal termine che l'ufficio avrebbe dovuto rispettare. Occorre rivolgersi al responsabile nominato dall'amministrazione, che dovrà concludere il procedimento nella metà del tempo originariamente previsto o liquidare l'indennizzo. Se neanche il responsabile provvedesse, ci si può rivolgere al Tar (il contributo unificato è dimezzato). In caso di condanna, i dipendenti possono essere puniti disciplinarmente e chiamati a rimborsare il danno erariale.

Fonte: ilSole24Ore.it

Governo: il Decreto Legge sulla razionalizzazione nella P.A. - novità per il contratto a termine

E' stato pubblicato, sulla Gazzetta Ufficiale n. 204 del 31 agosto 2013, il Decreto Legge 31 agosto 2013, n. 101 contenente misure sulla P.A.

Tra i molti punti affrontati si sottolinea quello con il quale (art. 4) è stato limitato l'uso del contratto a termine nella P.A. Esso deve rispondere ad esigenze eccezionali e temporanee, contenere le causali exD.L.vo n. 368/2001, con esclusione del contratto "acausale", non può essere trasformato a tempo indeterminato.

I contratti posti in essere in violazione di tali norme sono nulli e determinano responsabilità erariale. Al dirigente responsabile non verrà erogato il premio di risultato.

Nell’area documenti Quadrinet: 101 DL razionalizzazione PA

Fonte: dpl modena

INAIL: invio telematico delle denunce di infortunio per le amministrazioni statali

Con la nota del 2 settembre 2013 l'INAIL comunica il rilascio in produzione dei servizi per l’invio telematico delle denunce di infortunio, di malattia professionale e silicosi/asbestosi per le amministrazioni statali in gestione per conto dello Stato.

Nell’area documenti Quadrinet: L 2013 09 03 DCPrest Uff I - Nuova denuncia comunicazione di infortunio in via telematica GCS

Fonte: dpl modena  

 
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