News Quadrinet del 19 Marzo 2013 PDF Stampa E-mail

Pubblica Amministrazione: Stipendi degli statali: tagli fino al 10%

Pubblica Amministrazione: Abolire le Regioni: la proposta degli scienziati

Funzione Pubblica: Piani anti-corruzione al via

Pubblica Amministrazione: il 37% degli italiani usa gli "sportelli" online

Curiosità: Quanto sono social i Comuni italiani?

Funzione Pubblica: parere sull’attuazione delle procedure di mobilità volontaria

Novità: Inps, richiesta CUD via email e numero verde

 

 

Pubblica Amministrazione: Stipendi degli statali: tagli fino al 10%

Sarà emanato a breve il nuovo decreto di Economia e Funzione Pubblica che vincola i contratti e gli stipendi dei lavoratori pubblici fino al 2014.

Si tratta di un provvedimento che prolungherà quanto stabilito per il biennio 2010-2012, bloccando gli aumenti e le indennità di vacanza contrattuale anche per il 2013-2014. Tradotto in altri termini, significa che i lavoratori statali dovranno rinunciare al 10% della retribuzione, pari a 4mila euro in meno all’anno.

Per un dipendente statale che percepisce uno stipendio medio che non supera i 28mila euro lordi annui, inoltre, la perdita economica sarà precisamente corrispondente a 2575 euro all'anno.

Un valore che cresce proporzionalmente al ruolo ricoperto, tanto che nel caso dei dirigenti attivi nei Ministeri (con una retribuzione di circa 182mila euro all’anno), il taglio in busta paga sale fino a 16862 euro senza la possibilità di recuperarli con il rinnovo del contratto.

Per quanto riguarda le pensioni, infine, i mancati aumenti di stipendio incideranno sul trattamento pensionistico finale: solo per fare un esempio, chi percepirà la pensione nel 2014-2015 dovrà fare a meno di circa 5500 euro annui.

Fonte: pubblicaamministrazione.net

Pubblica Amministrazione: Abolire le Regioni: la proposta degli scienziati

Mantenere la riduzione delle Province, abolendo tuttavia le Regioni italiane comprese quelle a statuto speciale: questa la proposta della Società Geografica Italiana, che sottolinea la necessità di trasferire alle nuove Province i poteri delle amministrazioni regionali.

Quali sono i vantaggi di questa scelta? Senza dubbio il risparmio economico, considerando che le Regioni costano allo Stato 182 miliardi di euro, mentre le Province hanno bisogno di una spesa inferiore, pari a 11 miliardi di euro. Sono sempre gli scienziati, inoltre, a definire le Regioni come "enti artificiali” nati senza un criterio storico, culturale o economico.

Franco Salvatori, presidente della Società Geografica Italiana, sottolinea come la proposta di abolire le Regioni a favore delle Province, che diventerebbero in questo modo gli unici enti in frapposti tra i Comuni e lo Stato Italiano, abbia numerosi punti a suo favore, tuttavia sarà solo il nuovo Governo a prendere delle decisioni in proposito.

«Le Regioni sono enti artificiali perché nascono come semplici compartimenti statistici per aggregare dati. Poi durante l’Assemblea Costituente vinse l’idea del regionalismo di Sturzo. E non sapendo come tradurla in pratica si andò a ripescare quella vecchia ripartizione statistica».

Fonte: pubblicaamministrazione.net

 

 

Funzione Pubblica: Consulenze esterne nella PA: nuove restrizioni

Una recente sentenza della Corte di Cassazione fissa nuovi limiti per la richiesta di consulenze esterne da parte della Pubblica Amministrazione: i dirigenti che affidano incarichi a professionisti esterni devono rispondere di danno erariale, a meno che non ci sia la prova dell’oggettiva impossibilità di far svolgere il medesimo incarico all’interno dell’amministrazione.

Lo ha stabilito la Suprema Corte con la sentenza n. 4283 del 21 febbraio 2013, attraverso la quale è stato respinto il ricorso di un gruppo di manager pubblici già condannati per l’assegnazione di consulenze al di fuori dell’ente.

La Cassazione sancisce il suo pieno diritto a verificare la legittimità degli incarichi distribuiti all’esterno dell’ente, al fine di rilevare eventuali danni di tipo erariale: in questo modo non viene violato il principio della "riserva di amministrazione” e non vengono oltrepassati i limiti esterni della giurisdizione della Corte stessa

«Le scelte degli amministratori, dovendo conformarsi ai suddetti criteri di legalità e a quelli giuridici di economicità, di efficacia e di buon andamento sono soggette al controllo della Corte dei Conti perché assumono rilevanza sul piano della legittimità e non della mera opportunità dell'azione amministrativa.»

Fonte: pubblicaamministrazione.net

 

 

Funzione Pubblica: Piani anti-corruzione al via

Gli enti locali devono approvare entro il 31 marzo il piano per la prevenzione della corruzione, tenendo conto delle linee-guida approvate dal Comitato interministeriale per l'elaborazione del Piano nazionale ed adottate il 12 marzo.

La legge 190/2012 individua come presupposto per l'adozione dello strumento di prevenzione della corruzione da parte degli enti locali (ma anche da parte delle altre amministrazioni pubbliche) proprio le linee-guida, in base alle quali i Comuni e le Province hanno ora la possibilità di impostare il proprio piano in base a una struttura essenziale.

Le linee elaborate dal Comitato interministeriale forniscono anzitutto un impulso diretto all'adozione tempestiva dei piani triennali, i quali devono assicurare un contenuto minimo che corrisponda all'obiettivo ineludibile dell'individuazione preventiva delle aree di attività amministrativa maggiormente esposte al rischio della corruzione («mappatura del rischio»).

L'impostazione degli strumenti di analisi deve essere adeguata alle specifiche funzioni amministrative svolte e alla realtà di ogni contesto, con una focalizzazione in ordine ai destinatari e con metodologie di redazione che li rendano facilmente leggibili.

In ordine ai contenuti, le linee-guida evidenziano come le attività già individuate dalla legge n. 190/2012 come più esposte al rischio corruzione (autorizzazioni, gare, concessione di benefici, concorsi) costituiscano il nucleo di base, che può e deve essere esteso dalle singole amministrazioni.

L'elaborazione del piano deve comportare il coinvolgimento dei dirigenti e di tutto il personale delle amministrazioni addetto alle aree a più elevato rischio nelle attività di analisi e valutazione, di proposta e definizione delle misure e di monitoraggio.

Un elemento-chiave ulteriore è individuato nel monitoraggio, per ciascuna attività, del rispetto dei termini di conclusione del procedimento.

Sul piano regolativo, il documento deve rilevare , in rapporto al grado di rischio, le misure di contrasto (procedimenti a disciplina rinforzata, controlli specifici, particolari valutazioni ex post dei risultati raggiunti, particolari misure nell'organizzazione degli uffici e nella gestione del personale addetto, particolari misure di trasparenza sulle attività svolte) già adottate oppure l'indicazione delle misure che con lo strumento si prevede di adottare o sono direttamente definite dallo stesso.

La componente essenziale del Piano è, infatti, proprio l'individuazione delle misure di carattere generale che l'amministrazione ha adottato o intende adottare per prevenire il rischio di corruzione.

Tra queste assume rilievo particolare l'introduzione di adeguate forme interne di controllo specificamente dirette alla prevenzione e all'emersione di vicende di possibile esposizione al rischio corruttivo. Risulta evidente la relazione stringente con il sistema dei controlli interni derivante dall'innovato articolo 147 del Tuel.

Particolare attenzione deve essere posta anche per l'adozione di adeguati sistemi di rotazione del personale addetto alle aree a rischio, con l'accortezza di mantenere continuità e coerenza degli indirizzi e le necessarie competenze delle strutture. Le amministrazioni dovranno quindi evitare che possano consolidarsi delle rischiose posizioni "di privilegio" nella gestione diretta di certe attività correlate alla circostanza che lo stesso funzionario si occupi personalmente per lungo tempo dello stesso tipo di procedimenti e si relazioni sempre con gli stessi utenti.

Nel piano devono essere contenute anche misure che garantiscano il rispetto delle norme del Codice di comportamento dei dipendenti delle Pubbliche amministrazioni (recentemente approvato), nonché finalizzate ad assicurare la vigilanza sulle varie problematiche inerenti il conferimento di incarichi ai dipendenti. Il particolare strumento, inoltre, deve essere espressamente correlato con il piano della performance e con il piano ella trasparenza

Fonte: ilSole24Ore

 

Pubblica Amministrazione: il 37% degli italiani usa gli "sportelli" online

L'utilizzo della rete internet per i rapporti con la PA ha superato l'uso dei Call Center, ma il rapporto diretto allo sportello resta preferito. I cittadini che usano i servizi via web delle Pubbliche amministrazioni sono il 37% e si ritengono soddisfatti nell'82% dei casi. Il 41% si reca più volentieri agli sportelli, anche per poter conoscere di persona l'impiegato che si occuperà della sua pratica; il 18% non ha una rete internet a casa; il 13% ignora che il servizio di cui ha bisogno sia disponibile online; il 6% infine ritiene le procedure troppo difficili.

E' quanto emerge dall' "Indagine cittadini - Nuovo Codice dell'Amministrazione Digitale (Cad) - Agenda Digitale", realizzata da Formez PA per conto della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento per la Digitalizzazione della Pubblica Amministrazione, e in collaborazione con l'Istituto Piepoli. I dati sono stati diffusi da Formez PA in occasione delle celebrazioni per il Cinquantennale dell'Istituto che si sono svolte a Roma.

L'indagine è basata su un campione di 1.439 interviste telefoniche, formato per il 48% da uomini e per il 52% da donne. Questa la ripartizione del campione per fasce di età: 20% fra i 35 e i 44 anni; 24% oltre i 64 anni; 17% fra i 45 e i 54 anni; 15% fra i 25 e 34 anni; 15% fra i 55 e i 64 anni; 9% fra i 18 e i 24 anni. Secondo l'indagine, inoltre, altro canale prediletto dal cittadino nel rapporto con la PA, dopo il contatto diretto a sportello, è quello telefonico (29%), mentre solo il 2% del campione utilizza le applicazioni su smartphone per comunicare con la Pubblica amministrazione.

Secondo l'indagine di Formez PA, inoltre, l'80% degli intervistati ritiene comunque che l'informatizzazione dei servizi della Pubblica Amministrazione possa offrire benefici nella vita quotidiana e che il processo di digitalizzazione porterà un miglioramento. Il vantaggio che i cittadini percepiscono dall'informatizzazione della PA  è il risparmio di tempo (76%), evitare code agli sportelli (46%), la possibilità di utilizzo 24 ore su 24 (22%). Tra i servizi più richiesti dai cittadini, per il settore assistenza e sostegno sociale, spiccano la "richiesta di assistenza domiciliare" (30%), "l'assegno di nucleo familiare" (29%) e il "contrassegno di invalidità" (28%). Per il settore anagrafe e catasto, in egual misura, con il 47%, vi sono "visure catastali" e "richiesta certificati anagrafici".

I servizi online più conosciuti dai cittadini riguardano il settore dei tributi: per il settore tributi locali e mobilità, il 50% degli intervistati ha dichiarato di conoscere la possibilità di effettuare online dichiarazione Ici-Imu e il 37% conosce la possibilità di effettuare online dichiarazioni Tarsu e pagamento di contravvenzioni. Resta ancora sconosciuto, come strumento di dialogo con le pubbliche amministrazioni, la Pec (posta elettronica certificata), conosciuta solo dal 9% del campione intervistato.

Dall'indagine emerge inoltre che i siti web della PA più utilizzati sono quelli dei Comuni (22%). Seguono a pari merito, col 12%, i siti ministeriali e quello dell'Inps. Il 10% degli intervistati utilizza prevalentemente i siti delle Regioni, il 9% naviga sui siti delle università.

"I cittadini si ritengono soddisfatti dalla qualità dei servizi online forniti dalla Pubblica amministrazione ma - afferma Carlo Flamment, Presidente di Formez PA - troppi non sanno neppure che esiste questa opportunità. Un ruolo strategico potrebbero ricoprirlo i Comuni, mettendo a disposizione persone che attraverso i call center e atre strutture aiutino i cittadini a interagire con la PA attraverso il pc". "Noi, con il contact center Linea Amica, che risponde all'803001 e dispone di un portale con 600 servizi online - conclude Flamment - facciamo proprio questo, e con altissimo gradimento dei cittadini".

Fonte: corrierecomunicazioni.it

 

 

Curiosità: Quanto sono social i Comuni italiani?

Come e quanto sono attive le amministrazioni comunali su Facebook e Twitter? Lo svela un’indagine di BlogMeter, condotta da Vincenzo Cosenza e Giovanni Arata e dalla quale sono scaturiti oltre 200mila dati relativi al periodo compreso tra il 1 novembre 2012 e il 31 gennaio 2013.

Dalle informazioni raccolte nel rapporto "Social PA - Analisi delle performance dei Comuni su Facebook e Twitter”, si evince, tuttavia, che i Comuni capoluogo sono poco presenti all’interno dei principali social network, con un’attività piuttosto scarsa e un’altrettanto carente risposta da parte dei cittadini.

«Ciò che più preoccupa, però, è la limitata capacità di dialogo che abbiamo rilevato, attestata la grande opportunità di relazione che queste due piattaforme social consentono. Nella maggioranza dei casi le Amministrazioni impiegano Facebook e Twitter come estensione digitale dell'Ufficio Stampa, comunicando in modalità broadcast. Su Facebook, addirittura, solo 13 comuni su 57 permettono ai cittadini di scrivere spontaneamente sulla bacheca. Tra quelle che lo consentono il tasso complessivo di risposta è basso, con tempi di reazione agli input dei cittadini molto dilatati. Solo il comune di Milano spicca con 184 risposte date, mediamente, in circa 21 ore . C'è ancora tanto da fare per abbattere le barriere culturali e organizzative correlate alla percezione dei social media che hanno le Pubbliche Amministrazioni.»

Così si legge nel rapporto, che svela anche come solo il 53% dei Comuni capoluogo ha una pagina ufficiale su Facebook, e ancora meno, il 37%, ha attivato un account su Twitter. A tal proposito, l’account più seguito è quello del Comune di Torino, con 60mila follower, seguito da Napoli e Firenze rispettivamente con 15mila e 10mila "seguaci”.

Il capoluogo piemontese ha la meglio anche su Facebook, dove la pagina del Comune ha 23mila fan, mentre Modena e Genova sono ferme a 13mila. Ad attirare gli utenti, secondo quanto rivelato da BlogMeter, sono spesso le immagini pubblicate e i messaggi informativi di pubblica utilità: un esempio è dato dalle mappe del bike sharing a Milano.

Fonte: pubblicaamministrazione.net

 

 

Funzione Pubblica: parere sull’attuazione delle procedure di mobilità volontaria

Con nota prot. DFP n. 10395 del 1° marzo 2013 il Dipartimento della Funzione Pubblica ha fornito un parere all'Università degli studi di Napoli Federico II, sull'attuazione delle procedure di mobilità volontaria ai sensi dell'art. 30 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165.

Nell’area documenti Quadrinet: PCM procedure di mobilità volontaria

Fonte: dpl modena

 

 

Novità: Inps, richiesta CUD via email e numero verde

L'Inps annuncia l’apertura di nuovi canali finalizzati ad agevolare i cittadini nella richiesta del CUD 2013 online: gli utenti, infatti, possono utilizzare la propria casella di posta elettronica privata per richiedere l’invio via email del CUD, mentre chi desidera ricevere il modello cartaceo può rivolgersi direttamente al numero verde 800.434320 attivato dall’Istituto.

È l’Inps a fornire i dettagli dei nuovi servizi attraverso il messaggio n. 4428 del 13 marzo 2013, che indica l’indirizzo email al quale inviare le richieste e tutti gli allegati necessari per ottenere il CUD, che sarà trasmesso direttamente all’indirizzo email del richiedente.

«Gli utenti dell’Istituto potranno trasmettere la richiesta del proprio CUD, indirizzandola a Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. , utilizzando anche la posta elettronica ordinaria. All’email di richiesta dovranno essere allegate l’istanza (debitamente firmata e digitalizzata) e la copia (digitalizzata fronte/retro) di un documento di riconoscimento valido del richiedente, in conformità a quanto previsto dal terzo comma dell’art. 38 del DPR. N.445/2000 in ordine alle modalità di invio e sottoscrizione delle istanze. Ricevuta la richiesta nella modalità sopra descritta, il CUD verrà trasmesso all’indirizzo di posta elettronica indicato dal richiedente.»

Nella stessa comunicazione, l’Istituto di previdenza informa anche riguardo l’ampliamento della platea degli intermediari abilitati a ottenere la certificazione fiscale: è possibile, infatti, rivolgersi anche ai professionisti abilitati all'assistenza fiscale che abbiano stipulato con l'Inps l’apposita convenzione che rende possibile la trasmissione dei modelli RED.

Fonte: pubblicaamministrazione.net

 
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