News Quadrinet del 8 Novembree 2012 PDF Stampa E-mail
  • Concorsi per Roma Capitale: iscrizione agli ultimi seminari di preparazione di Quadrinet PA
  • Pubblica Amministrazione: pronti 6mila tagli
  • Pubblica Amministrazione: spending review per un miliardo tra tagli e riduzione anticipata del debito
  • Pubblica Amministrazione: riconoscimento permessi legge n. 104/1992 per assistenza a lavoratore che fruisce a sua volta di permessi
  • Pubblica Amministrazione: Il pagamento si scontra col Patto
  • Pubblica Amministrazione: Semplifica Italia - spazio Web per cittadini e imprese
  • Pubblica Amministrazione: Competenza dei Dirigenti
  • Pubblica Amministrazione: CdM approva dlgs sui ritardi dei pagamenti tra imprese e tra imprese e PA
  • Pubblica Amministrazione: Imu, niente aumenti per un sindaco su 2
  • Governo: sì della Camera, il ddl anticorruzione diventa legge
  • Province: ok al riordino, da 86 diventano 51

Concorsi per Roma Capitale: iscrizione agli ultimi seminari di preparazione di Quadrinet PA

 Sono aperte le iscrizioni per i seminari organizzati da Quadrinet Pa per la preparazione alle prove dei concorsi per le diverse figure professionali per l’assunzione a Roma Capitale.

Da dieci anni l’Associazione Professionale Quadrinet Pa prepara periodicamente con risultati altamente positivi corsi di formazione e seminari finalizzati alla preparazione e alla crescita professionale del personale di area Quadri e Dirigenti e per la preparazione ai concorsi e alle selezioni orizzontali e verticali (Quadrinet è iscritta all’Anagrafe Nazionale Ricerche (cod.54903rdh) presso il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca).

Con l’approssimarsi dell’inizio della fase finale delle prove scritte sono stati preparati n.3 seminari “trasversali” per la preparazione per i diversi concorsi in svolgimento.

I seminari si propongono in pochi incontri pomeridiani di fornire una preparazione di base guidata da parte di esperti dei testi Regolamentari del Comune di Roma ora Roma Capitale.

I seminari senza avere la pretesa dell’esaustività forniranno gli strumenti principali e le linee guida per comprendere la “ratio” e l’inquadramento dei principali regolamenti nell’ambito del più ampio “sistema dei regolamenti” di questa grande Amministrazione e nel contempo mettere i partecipanti in grado di affrontare in modo più adeguato, contestualizzato ed approfondito la redazione dei commenti ai quesiti che verranno estratti.

I seminari si svolgeranno in una sala al centro di Roma presso Bibliothé in via Celsa, 4 (via delle Botteghe Oscure) dalle ore 16,00 alle ore 20,00 nei giorni giovedì 15 novembre, venerdì 30 novembre e giovedì 6 dicembre 2012.

Agli iscritti ai corsi verranno inoltre forniti due volumi:

Il “Codice dei Regolamenti del Comune di Roma” ed. 2010 e il  volume per i concorsi per Roma Capitale: “Il Dizionario dei principali termini del Management Pubblico”.

Il programma sarà il seguente:

Giovedì 15 novembre – Statuto, Consiglio e Decentramento;

Venerdì 30 novembre – Organizzazione;

Giovedì 6 dicembre – Sistemi di controllo e valutazione.

Al termine dei seminari verranno rilasciati a richiesta dei partecipanti gli attestati partecipazione.

 

Modalità di iscrizione:

Per i soci già iscritti regolarmente a Quadrinet PA la partecipazione è gratuita, per i parenti fino al primo grado (coniugi, figli) è previsto un contributo per le spese di euro 15,00. Per i nuovi iscritti a Quadrinet con validità fino al 31.12.2012 salvo rinnovo, il rimborso spese per l’iscrizione è pari ad euro 25,00.

Sul sito di Quadrinet Pa sarà disponibile il modulo di iscrizione ai seminari che potrà compilato e restituito via posta elettronica all’indirizzo: Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. ; oppure tramite fax ai numeri: 0699334656.

Per ulteriori informazioni: telefono 339 4550493.

  

Pubblica Amministrazione: pronti 6mila tagli 

Nei prossimi sei mesi saranno attuati i tagli al pubblico impiego annunciati con la spending review: sono 6mila i dipendenti pubblici in esubero, stando almeno alle valutazioni compiute dal Dipartimento della Funzione Pubblica, che ha tuttavia determinato un numero minore rispetto alle 11mila eccedenze stimate lo scorso luglio.

I tagli al pubblico impiego saranno spalmati nei vari comparti della Pubblica Amministrazione, e riguarderanno per il 20% il personale degli uffici dirigenziali, mentre per il 10% i funzionari e gli impiegati.

Per quanto concerne i Ministeri e gli Enti di Ricerca, stando alle valutazioni attuali gli esuberi ammontano rispettivamente a 3100, più 58 dirigenti, e 140. Per l’80% dei dipendenti pubblici attivi in questo ambito saranno tuttavia promossi incentivi volti a favorire il pre-pensionamento o il pensionamento vero e proprio, e solo per la restante percentuale si parlerà di mobilità collettiva.

Più grigia appare, invece, la situazione dei lavoratori INPS e INAIL: per quest’ultimo ente previdenziale, infatti, gli esuberi sono circa 900, mentre per l’INPS si parla di 2000 soggetti prossimi al pensionamento anticipato o alla mobilità. Un’altra possibile soluzione è il trasferimento volontario.

Fonte: pubblicamministrazione.net

  

Pubblica Amministrazione: spending review per un miliardo tra tagli e riduzione anticipata del debito

Con due decreti "gemelli" diffusi dal ministero dell'Interno, il Governo ha comunicato l'assegnazione della quota di tagli e sacrifici aggiuntivi che tocca a ogni ente locale in base a quanto previsto dal decreto legge sulla revisione di spesa (articolo 16 del Dl 95/2012).

Ai sindaci soggetti al Patto di stabilità, alla guida dei circa 2.200 Comuni con più di 5mila abitanti, tocca una stretta da 260 milioni di euro, che si dovrà tradurre in una riduzione dello stock di debito entro il 31 marzo del 2013, come previsto dal decreto "enti locali" ora all'esame del Parlamento (articolo 8 del Dl 174/2012). Per gli altri Comuni (con l'eccezione di quelli di Valle d'Aosta, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia) la stretta è da 240 milioni, e segue il meccanismo classico del taglio ai fondi sperimentali di riequilibrio; lo stesso accade per i 500 milioni sottratti alle Province, fra le quali sono però distribuiti anche 100 milioni di incentivo per la riduzione del proprio debito.

La distribuzione delle richieste segue un complesso algoritmo su cui Governo e amministratori locali si sono accordati in Conferenza Stato-Città l'11 ottobre scorso, corretto con l'esclusione dalla tagliola dei Comuni colpiti dal terremoto di maggio grazie al salvacondotto scritto nel decreto "enti locali" (articolo 11, comma 2). In pratica, il decreto legge sulla revisione di spesa aveva pensato di colpire ogni Comune in proporzione alla sua spesa (registrata dal Siope) per «consumi intermedi» 2011 ma la traduzione nei bilanci locali di questa voce tipica della finanza statale avrebbe fatto rientrare nel calderone anche voci per servizi come il traporto pubblico o l'igiene urbana, e il riferimento ai flussi di cassa monitorati dal Siope ha collegato l'entità del taglio alla dinamica dei pagamenti più che agli effettivi livelli di spesa.

Per ovviare il problema, si è scelto di mettere nel mirino una serie specifica di acquisti, cioè i 7,2 miliardi spesi nel 2011 dai Comuni fra utenze, cancelleria, manutenzioni, costi della politica, assicurazioni e così via: per ogni voce è stato individuato da Ifel, la Fondazione per la finanza e l'economia locale di Anci impegnata con Sose nella definizione dei fabbisogni standard, il "costo giusto", concentrando dunque i tagli sui Comuni che si allontanano dai benchmark. Su questa base, tra gli enti soggetti al Patto gli importi più pesanti arrivano a un gruppo di nove Comuni (da Montalto di Castro a Sirmione, da Cortina d'Ampezzo a Livigno passando per San Nazzaro dei Burgondi, in provincia di Pavia, e Diamante, nel cosentino) che si vedono assegnato un obiettivo di riduzione del debito da 30 euro per cittadino. Fra i capoluoghi la stretta più rigorosa arriva a Chieti (1,58 milioni, 29,3 euro a testa), mentre fra le 50 città maggiori la più penalizzata è Lecce (23,3 euro a cittadino). Roma, per rispettare le richieste del decreto, dovrà invece ridurre il proprio indebitamento di 43 milioni, con una richiesta analoga in proporzione a quella rivolta a Milano (19,9 milioni; in entrambi i casi si tratta di circa 15 euro a residente).

Per i Comuni soggetti al Patto, come accennato, la tagliola è stata trasformata in un obbligo di riduzione dell'indebitamento, da certificare entro il 31 marzo prossimo. Gli importi, specifica il decreto, «costituiscono l'ammontare da utilizzare esclusivamente per l'estinzione anticipata del debito nel 2012» per cui la spesa, esclusa dal Patto, sembra comprendere anche le penali che in genere vengono richieste quando si chiude un mutuo prima della scadenza. Per tutti gli altri, invece, il conto si traduce in una riduzione secca del fondo sperimentale di riequilibrio, cioè gli ex trasferimenti. Tra le Province la geografia dei consumi intermedi porta il taglio più consistente a Napoli (45,7 milioni), mentre Roma se la cava con 27,9 milioni e Torino (26,3 milioni) batte Milano (19,5).

Fonte: ilSole24Ore.it

  

Pubblica Amministrazione: riconoscimento permessi legge n. 104/1992 per assistenza a lavoratore che fruisce a sua volta di permessi

Con nota prot. DFP n. 44274 del 5 novembre 2012 il Dipartimento della Funzione Pubblica ha fornito un parere al Complesso ospedaliero San Giovanni-Addolorata di Roma in merito al riconoscimento dei benefici ex art. 33, co.3, della Legge n. 104/1992 a dipendente che assiste un congiunto lavoratore in situazione di handicap grave, il quale fruisce dei permessi per se stesso.

uno stralcio della nota ministeriale

"....In merito, la normativa citata, accordando la possibilità al lavoratore che assiste una persona disabile in situazione di handicap grave di beneficiare dei permessi per l'assistenza alla stessa, non preclude espressamente la fruizione del beneficio ove il disabile prenda i permessi per se stesso, né tantomeno indica le modalità di fruizione per il caso prospettato. La situazione ordinaria è che le giornate fruite come permesso exlege 104/1992 coincidano, ma ciò non esclude che qualora il lavoratore che assiste il disabile abbia la necessità di assentarsi per svolgere attività, per conto del disabile, nelle quali non è necessaria la sua presenza, il primo possa fruire dei permessi anche nelle giornate in cui la persona disabile si rechi regolarmente a lavoro. Pertanto, considerando anche la varietà delle situazioni che di fatto possono presentarsi, si è dell'avviso che una limitazione dell'agevolazione da questo punto di vista difficilmente potrebbe giustificarsi in base alla legge."

Nell’area documenti Quadrinet: nota prot. DFP n. 44274 del 5 novembre 2012

Fonte: dpl modena

 

Pubblica Amministrazione: Il pagamento si scontra col Patto

Interessi di mora con tasso Bce maggiorato dell'8% per i pagamenti oltre il termine e rimborso obbligatorio delle spese di recupero; sono alcune delle novità che andranno seguite per i pagamenti dei contratti stipulati dalle Pa dal 1° gennaio 2013 (non si estendono retroattivamente ai contratti già conclusi). Le nuove regole sono arrivate la scorsa settimana, con l'approvazione del Dlgs di recepimento della direttiva europea 2011/7/UE del 16 febbraio 2011. L'ambito di applicazione, come per il Dlgs legislativo 231/2002 con cui il nostro Paese aveva attuato la precedente direttiva, è riferito alle transazioni commerciali, cioè ai contratti che comportano la consegna di merci o la prestazione di servizi contro il pagamento di un prezzo.

I pagamenti nei contratti stipulati dalla Pa dovranno prevedere termini di regola non superiori a 30 giorni; che potranno essere portati al massimo a 60, se le parti concordano per iscritto e se ciò risulta oggettivamente giustificato dal contratto o da particolari circostanze. Per disincentivare i ritardi è previsto l'obbligo di corrispondere interessi legali di mora, a un tasso minimo che non può essere inferiore al tasso Bce maggiorato dell'8%; gli interessi decorrono dal giorno successivo alla scadenza del termine, senza che sia necessaria la costituzione in mora.

Fra le conseguenze negative del ritardo è stato inserito anche il diritto del creditore al risarcimento dei costi amministrativi e interni di recupero del credito, che sono forfetizzati in 40 euro, salvo la prova di maggiori costi; anche questo rimborso, come gli interessi, va corrisposto senza che sia necessaria la costituzione in mora e indipendentemente dalla dimostrazione di aver sostenuto costi.

Sono nulle per legge, senza ammissione di prova contraria in quanto considerate gravemente inique, le clausole che escludono l'applicazione di interessi di mora e nei contratti della Pa la clausola relativa alla predeterminazione o modifica della data di ricevimento della fattura. Inoltre si presume gravemente iniqua la clausola che esclude il risarcimento dei costi di recupero del credito. Tra le novità viene meno l'esclusione delle richieste di interessi inferiori a 5 euro. Nei casi di pagamenti a rate, gli interessi e il risarcimento maturano dalle singole rate scadute.

La tutela della tempestività dei pagamenti è da tempo presente negli interventi del legislatore, ed ha già ispirato numerose misure a carico delle amministrazioni pubbliche. Va ricordato innanzi tutto l'obbligo imposto a tutte le Pa di adottare, entro il 31 dicembre 2009 le opportune misure organizzative per garantire il tempestivo pagamento delle somme dovute per somministrazioni, forniture e appalti.

Relativamente al Patto di stabilità, con il cosiddetto visto di compatibilità monetaria, il funzionario che adotta provvedimenti con impegni di spesa deve accertare preventivamente che il programma dei conseguenti pagamenti sia compatibile con i relativi stanziamenti di bilancio e con le regole di finanza pubblica (articolo 9, comma 1, del DL 78/2009). In sostanza, l'obbligo di verificare la compatibilità della spesa con i limiti previsti dal Patto è finalizzato a prevenire l'insorgenza di spese e quindi di contratti da cui scaturiscano pagamenti non compatibili con i vincoli del Patto stesso. A ciò si aggiunge la necessità di programmazione dei pagamenti, altro strumento utile al raggiungimento degli obiettivi del Patto di stabilità da parte delle Pa. Patto di stabilità che dal 1° gennaio 2013 sarà esteso per la prima volta anche ai Comuni con popolazione compresa fra mille e 5mila abitanti, ai quali si raccomanda quindi di adottare da subito, qualora non lo avessero già effettuato, la programmazione degli incassi e dei pagamenti ed il visto di compatibilità monetaria, la cui mancanza è fonte di responsabilità amministrativa.

Fonte: Sole24Ore

 

 Pubblica Amministrazione: Semplifica Italia - spazio Web per cittadini e imprese

 

Il Dipartimento della Funzione Pubblica attiva un nuovo spazio virtuale finalizzato a informare cittadini e imprese riguardo le novità introdotte dal decreto Semplifica Italia: un’iniziativa innovativa basata sulla creazione di una pagina Web utile a far conoscere le normative, i diritti e tutte le novità in materia di semplificazione.

Lo spazio virtuale Semplifica Italia offre anche la possibilità di contribuire alle misure di semplificazione attraverso la partecipazione alla consultazione online, inviando suggerimenti e proposte concrete: il portale offre la possibilità di intervenire attivamente sia ai dipendenti pubblici, sia ai cittadini, che attraverso l’iniziativa "Burocrazia: diamoci un taglio!” possono fare presente qualsiasi malfunzionamento dell’apparato burocratico italiano.

«Le segnalazioni degli utenti ci aiuteranno a intervenire con misure che concretamente rispondano alle reali esigenze dei cittadini. Partecipare all'iniziativa è semplice: basta compilare un modulo on-line. Grazie al contributo dei cittadini, delle imprese e delle loro associazioni saranno individuati gli interventi di semplificazione di carattere generale volti ad evitare che le storie di complicazione burocratica si ripetano. Inoltre, trasparenza: periodicamente saranno pubblicati i casi emblematici, con gli interventi adottati o in corso e report di sintesi sulle segnalazioni pervenute.»

Per i cittadini, la semplificazione ruota intorno ad alcuni temi chiave: il sito offre la possibilità di informarsi e trovare sostegno in merito alla scadenza dei documenti di identità, al cambio di residenza, al nuovo regime delle certificazioni, alle domande di partecipazione ai concorsi pubblici, fino alla gestione dei documenti digitali e dei bollini blu.

Fonte: pubblicamministrazione.net

Pubblica Amministrazione: Competenza dei Dirigenti

Le Liti sono competenza dei dirigenti. Se la nuova disposizione statutaria prevede la competenza dei dirigenti per la promozione o la resistenza alle liti, non è più necessaria l'autorizzazione della giunta al sindaco.

La disposizione statutaria in allegato si deve ritenere abrogata per incompatibilità e la promozione e la resistenza alle liti sono atti gestionali e tecnici, che non richiedono più l'autorizzazione della giunta.

Nell’area documenti Quadrinet: Consiglio di Stato, sezione V, 15 ottobre 2012, n. 5277

Fonte: Sole24Ore

  

Pubblica Amministrazione: CdM approva dlgs sui ritardi dei pagamenti tra imprese e tra imprese e PA

L’approvazione, da parte del Consiglio dei Ministri, su proposta dei Ministri per gli Affari Europei e della Giustizia del decreto legislativo che recepisce la direttiva 2011/7/UE sui ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali tra imprese, e tra Pubbliche Amministrazioni e imprese, attua la delega conferita al Governo con l’articolo 10 della legge n. 180 del 2011 (Statuto delle imprese). Nonostante il termine per il recepimento della direttiva sia fissato al 16 marzo 2013, il Governo ha voluto provvedere ad una sua attuazione anticipata dal 1° gennaio 2013 in considerazione della importanza della normativa nonché dell'opportunità peculiare di garantire, in questo momento, le imprese e più specificatamente le piccole e medie imprese. L’Italia è il primo grande Paese europeo a dare attuazione alla direttiva. Il decreto legislativo è il frutto di una intensa attività di coordinamento del Ministro per gli Affari Europei con il Ministro co-proponente della Giustizia. L’Italia si dota, così, in anticipo sui tempi europei di una più rigorosa disciplina per contrastare i ritardi di pagamento, in particolare per quanto riguarda le Pubbliche Amministrazioni.

Sono così assicurati termini certi di pagamento: di norma trenta giorni, che non possono comunque superare i sessanta, consentiti solo in casi eccezionali.

Il decreto prevede, altresì, una maggiorazione del tasso degli interessi legali moratori, che passa dal 7% all’8% in più rispetto al tasso fissato dalla BCE per le operazioni di rifinanziamento. Per quanto riguarda i rapporti tra imprese, il decreto legislativo dispone un regime rigoroso stabilendo che il termine di pagamento legale sia di trenta giorni e che termini superiori a sessanta giorni possano essere previsti solo in casi particolari e in presenza di obiettive giustificazioni.

La disciplina del decreto legislativo si applicherà ai contratti conclusi a partire dal 1° gennaio 2013. Le Pubbliche Amministrazioni e le imprese avranno così il tempo per adeguarsi alle nuove norme e per adottare procedure operative e contabili più funzionali a prassi di pagamento rapido.

Confcooperative: “Finalmente, con l’approvazione del decreto legislativo ci si avvia verso la soluzione di un problema che da anni affligge le imprese di servizi del paese: i ritardi di pagamento da parte della pubblica amministrazione. Da tempo si attendeva il provvedimento e, nonostante il termine per il recepimento della Direttiva fosse in origine stato fissato al 16 marzo 2013, l’iniziativa del Governo di volere provvedere ad una attuazione anticipata al 1° gennaio 2013 lascia intravedere spiragli di luce che fanno ben sperare”. Cosi Massimo Stronati, portavoce del Coordinamento del Settore Servizi ed Utilities dell’Alleanza delle cooperative (che rappresenta 7.000 cooperative, 290.000 soci, 430.000 persone occupate e un fatturato aggregato di oltre 16 miliardi di Euro) esprime soddisfazione per la decisione del governo di recepire la direttiva Europea sui tempi di pagamento della PA. “Il problema dei ritardati pagamenti e del disconoscimento del diritto agli interessi legali e di mora continua a costituire una delle principali ragioni di indebolimento della capacità competitiva delle imprese italiane: penalizza quelle serie e corrette, falsa la concorrenza, rende di fatto più costosi i servizi erogati, riduce la qualità e rende più opachi i rapporti tra le pubbliche amministrazioni". “Certo, resta da colmare lo stock del debito pregresso – lamenta Stronati – ancora molte sono le incertezze sul sistema di certificazione dei crediti varato negli ultimi mesi che, nato sull’emergenza, costituisce un rimedio che ancora non decolla ed è lacunoso nella completezza dei provvedimenti. Confidiamo che con il provvedimento approvato, dal 1° gennaio 2013 si entri nella normalità per il nuovo, ma non vorremo - sottolinea Stronati - che per pagare il corrente si ritardi ancora di più il pagamento del pregresso rispetto al quale è necessaria una soluzione chiara e facilmente attuabile in tempi brevi“. “Abbiamo ragione di pensare - conclude Stronati - che con il decreto legislativo di recepimento ci si avvii ad operare una riforma organica improntata alla trasparenza e certezza di diritto nei tempi di pagamento e che vada ad incidere non solo sulle norme ma sui comportamenti e le responsabilità. Le imprese cooperative del settore, infatti, in un momento assolutamente critico e operando in un mercato che non è solo di enti pubblici, registrano marginalità sempre più basse ed attendono urgenti misure per la crescita e la produttività”.

Confartigianato: “Nel decreto legislativo che recepisce la Direttiva europea sui tempi di pagamento sono stati esclusi i lavori pubblici, vale a dire le imprese di costruzione che rappresentano il settore maggiormente colpito dal grave fenomeno dei ritardi di pagamento della Pubblica Amministrazione e delle imprese private”.

E’ quanto rileva Arnaldo Redaelli, Presidente di Anaepa Confartigianato che rappresenta gli artigiani e le piccole imprese del settore costruzioni. “Sollecitiamo – aggiunge il Presidente Redaelli – il rapido intervento del Governo per modificare le norme sui pagamenti previste dalla disciplina sugli appalti adeguandole a quanto previsto dalla Direttiva europea che fa esplicito riferimento alla progettazione e all’esecuzione di opere e edifici pubblici, nonché ai lavori di ingegneria civile”. “Si tratta di un intervento indispensabile – sottolinea Redaelli - considerato che le piccole imprese del settore costruzioni sono quelle che hanno registrato il maggiore aumento dei tempi di pagamento, cresciuti di 64 giorni nell’ultimo anno, e il costo più elevato derivante dai ritardi, pari a 1,6 miliardi di maggiori oneri finanziari. Tutto ciò non fa che aggravare la carenza di liquidità degli imprenditori alle prese con i pesanti effetti della crisi”.

ANCE: “Faccio appello al governo affinché renda esplicito, in fase di recepimento, che la Direttiva Europea sui ritardati pagamenti della Pa includa anche il settore dei lavori pubblici. L’esclusione delle costruzioni sarebbe inaccettabile per un settore che sta vedendo morire le sue imprese a causa delle inefficienze dello Stato”. Queste le dichiarazioni del Presidente dell’Ance, Paolo Buzzetti, al termine dell’audizione in Senato sul Decreto Crescita 2. “L’Europa ci ha chiesto un recepimento totale della Direttiva europea che impone il termine del pagamento della Pa in 30 giorni e così ci aspettiamo che sia.”

“Su questo punto si gioca il futuro di migliaia di imprese che aspettano da mesi una soluzione al problema sia per lo stock presente che per i crediti futuri – continua il presidente dell’associazione costruttori – confido in una scelta saggia che non tagli fuori il settore delle costruzioni dal circuito dei pagamenti nei termini previsti dalla direttiva”.

CNAPPC: Gli architetti italiani vantano crediti dalla P.A. per circa 500 milioni di euro sul totale di circa 2 miliardi che lo Stato deve al comparto della progettazione delle opere pubbliche. Si tratta di una situazione assolutamente insostenibile e che deve trovare soluzione in tempi brevissimi anche attraverso l'integrale recepimento della Direttiva Ue che impone tempi di pagamento tra i 30 e i 60 giorni. Solo così sarà possibile dare respiro ad un mercato - come quello della progettazione - che registra eccezionali ed insopportabili dinamiche di flessione". Così il Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori. "E' opportuno ricordare l'abnorme situazione dei debiti della Pubblica Amministrazione che, nel 2011, sono ammontati, secondo le stime del Financial Intermediation European Studies, a 168 miliardi di euro. Secondo la Banca d'Italia, inoltre, l'ammontare dei debiti non pagati nel 2011 dalla PA è stato pari a 70 miliardi di euro. Nel solo settore delle opere pubbliche si stima che la dimensione finanziaria dei ritardi di pagamento della P.A. alle imprese che realizzano lavori pubblici sia in costante crescita ed abbia raggiunto ormai 19 miliardi di euro sui 70 stimati dalla Banca d'Italia". "Confidiamo che nel recepimento della Direttiva europea venga inserito anche il settore dei lavori pubblici perché un intervento che li escludesse rappresenterebbe un colpo mortale, oltrechè per il settore delle costruzione anche per quello della progettazione che - per la stragrande sua parte - è composto da studi professionali di piccole o piccolissime dimensioni".

Fonte: legautonomie.it

 

 Pubblica Amministrazione: Imu, niente aumenti per un sindaco su 2

Un sindaco su due ha deciso di non aumentare l’aliquota base per l’Imu sulla prima casa: secondo un’indagine condotta dalla Cgia di Mestre su 81 Comuni Capoluogo di Provincia, infatti, la percentuale di primi cittadini che non farà lievitare l’imposta corrisponde al 49,4%, contro il 43,2% che ha stabilito l’incremento delle aliquote e un restante 7,4% che, ha invece optato per una riduzione dell’aliquota base.

Il panorama dei Comuni italiani alle prese con l’Imu è stato tracciato dall’Ufficio studi della Cgia di Mestre sulla base delle informazioni pubblicate sul sito internet del Dipartimento delle Finanze, e prendendo in considerazione le delibere al 26 ottobre 2012. Nonostante le decisioni delle Amministrazioni Comunali siano state ormai prese, il Governo potrà comunque variare l’aliquota base entro il 10 dicembre 2012, a 6 giorni dalla scadenza del pagamento del saldo.

I Comuni più virtuosi che hanno preferito ridurre l’aliquota base sulle prime case, fissata al 4 per mille, sono Trieste, Biella, Nuoro, Vercelli, Lecce e Mantova. La Cigia informa, inoltre, su quelle che sono le città più "care” per quanto concerne gli importi dell’Imu: al primo posto figura Torino, con la seconda rata che costerà mediamente 718 euro (si parla di abitazioni di estensione media), mentre Genova si ferma a 561 euro, arrivando fino a oltre 900 euro se si calcola l’imposta complessiva annua. A seguire Bologna, con un versamento complessivo annuale di 879 euro.

Giuseppe Bortolussi, segretario della CGIA di Mestre, sottolinea infine come le famiglie italiane non vivano serenamente il pagamento dell’Imu, soprattutto a causa delle difficoltà nei calcoli.

«Visto che il 76,3% delle famiglie italiane sono proprietarie dell’abitazione in cui risiedono, l’Imu è vissuta con ansia, vuoi per le ristrettezze economiche in cui vivono gran parte dei contribuenti italiani, vuoi per il fatto che negli ultimi 4 anni l’imposta sulla prima abitazione non era dovuta. Ora, che quasi tutti i Comuni hanno deliberato l’aliquota da applicare sulla prima casa, 18 milioni di famiglie italiane stanno ricominciando a fare i conti per capire quanto dovranno pagare di saldo entro il prossimo 16 di dicembre.»

Fonte: pubblicamministrazione.net

  

Governo: sì della Camera, il ddl anticorruzione diventa legge

La Camera ha approvato in via definitiva il ddl anti-corruzione, sul quale l'assemblea di Montecitorio aveva già votato la fiducia al Governo. Il provvedimento non è stato modificato alla Camera rispetto al voto del Senato in terza lettura e quindi diventa legge. I voti a favore delle nuove norme anti-corruzione sono stati 480, 19 i contrari, 25 gli astenuti. Contrari i deputati di Idv e Luca D'Alessandro (Pdl). Tra gli astenuti 10 deputati Pdl, un leghista, 3 di Popolo e Territorio, 4 del Gruppo Misto e i Radicali

Fonte: legautonomie.it

 

 

Province: ok al riordino, da 86 diventano 51 

Il Consiglio dei Ministri ha approvato definitivamente il riordino delle Province italiane, che a partire dal 2014 passeranno da 86 a 51 comprese le città metropolitane: una trasformazione che, tuttavia, si attuerà gradualmente con la soppressione delle giunte nel gennaio 2014, seguita da una fase di transizione e dalle elezioni per il rinnovo degli organismi previste per novembre 2013.

Il CdM ha quindi detto si al taglio delle Province modificando radicalmente la cartina dell’Italia, e non solo: il Ministro della PA Filippo Patroni Griffi - che ha ribadito l’irreversibilità del procedimento - ha sottolineato come si tratterà non solo di nuove Province per dimensioni ed estensione, ma anche per Governance.

La nuova normativa non è stata accolta con favore in tutte le Regioni, e da Palazzo Chigi arriva la conferma di alcuni ricorsi già in atto, critiche che tuttavia non impediranno il compimento di quanto sancito dal Consiglio dei Ministri nei tempi stabiliti. Il comunicato stampa ufficiale, inoltre, rende nota la volontà del Governo di tenere conto delle esigenze dei singoli Comuni:

«Il riordino delle province è stata l'occasione che ha spinto numerosi Comuni a chiedere lo spostamento in un'altra Provincia, confinante con quella di appartenenza, per ragioni di maggiore affinità territoriale e socio-economica.»

Ecco, nel dettaglio la mappa degli accorpamenti (escluse le Regioni a statuto speciale come la Sicilia e la Sardegna, che stanno attualmente valutando il piano di riordino).

PIEMONTE: da 8 a 5 (Torino, Cuneo, Asti-Alessandria, Novara-Verbano-Cusio-Ossola, Biella-Vercelli).

LIGURIA: da 4 a 3 (Imperia-Savona, Genova, La Spezia).

LOMBARDIA: da 12 a 7 (Milano-Monza-Brianza, Brescia, Mantova-Cremona-Lodi, Varese-Como-Lecco, Sondrio, Bergamo, Pavia).

VENETO: da 7 a 5 (Verona-Rovigo, Vicenza, Padova-Treviso, Belluno, Venezia).

EMILIA ROMAGNA: da 9 a 5 (Piacenza-Parma; Reggio Emilia-Modena, Bologna, Ferrara, Ravenna-Forlì-Cesena-Rimini).

TOSCANA: da 10 a 4 (Firenze-Pistoia-Prato, Arezzo, Siena-Grosseto, Massa Carrara-Lucca-Pisa-Livorno).

MARCHE: da 5 a 3 (Ancona, Pesaro-Urbino, Macerata-Fermo-Ascoli Piceno).

UMBRIA: da 2 a 1 (Perugia-Terni).

LAZIO: da 5 a 3 (Roma, Viterbo-Rieti, Latina-Frosinone).

ABRUZZO: da 4 a 2 (L'Aquila-Teramo, Pescara-Chieti).

MOLISE: da 2 a 1 (Campobasso-Isernia).

CAMPANIA: da 5 a 4 (Napoli, Caserta, Benevento-Avellino, Salerno).

PUGLIA: da 6 a 4 (Bari, Foggia-Andria-Barletta-Trani, Taranto-Brindisi, Lecce).

BASILICATA: da 2 a 1 (Potenza-Matera).

CALABRIA: da 5 a 3 (Cosenza, Crotone-Catanzaro-Vibo Valentia, Reggio Calabria).

Fonte: pubblicamministrazione.net

 
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