Attualità: Omicidio stradale, ok al nuovo testo sul reato. Pene più severe PDF Stampa E-mail
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Importante passo in avanti verso la legge sull’omicidio stradale. In commissione Giustizia al Senato è arrivato l’ok al disegno di legge che dovrebbe introdurre nel Codice penale il reato invocato a gran voce dalle associazioni in difesa delle vittime della strada.

E’ da diversi anni, infatti, che si parla di rendere operativa questa nuova fattispecie di condotta criminosa, anche se, ancora, gli sforzi operati in Parlamento sul tema siano risultati piuttosto fiacchi.

Anche il premier Renzi, in svariate occasioni prima di arrivare a palazzo Chigi, aveva difeso l’istituzione dell’omicidio stradale, come un traguardo di civiltà, per non lasciare impuniti troppi incidenti evitabili, magari viziati dall’alterazione del conducente dovuta ad abuso di alcool o droghe.

Indubbiamente, a favorire il recupero del ddl smarrito anche i recenti fatti di cronaca, con auto pirata che hanno investito e ucciso altri innocenti, tra tutte l’incidente che ha coinvolto un quindicenne a Monza, rimasto vittima di un’auto che lo ha investito frontalmente, mentre la madre lo stava portando a una partita di calcio.

Com’è il nuovo omicidio stradale

Ebbene, dopo mesi di silenzio sulla materia, finalmente la commissione Giustizia ha battuto un colpo, arrivando a riunificare le cinque proposte di legge rimaste nei cassetti di palazzo Madama per lunghissimo tempo nel silenzio generale delle forze politiche.

Il reato inserito nel testo si configura come un punto di raccordo tra l’omicidio colposo aggravato, da tre a dieci anni di reclusione – ossia l’accusa a cui va incontro chi abbia scatenato un incidente mortale sotto effetto di alcool o droghe – e l’omicidio volontario, che sussiste al volante solo in presenza di dolo eventuale.

Naturalmente, il problema principale, fonte delle numerose polemiche in materia, è la leggerezza delle pene a cui si vedono sottoposti i colpevoli di queste tragedie che spezzano vite e distruggono famiglie. Non di rado, infatti, con la normativa vigente il responsabile viene trattenuto in stato di fermo, senza subire l’arresto e le condanne, quando comminate, finiscono per essere lievi e sottoposte a riduzioni di pena. Così, può succedere che, pur nella comprovata colpevolezza, non si trascorra alcun giorno in carcere e, alcuni, non subiscano neanche il ritiro della patente.

La novità rilevante è che, tra i criteri di richiamo dell’omicidio stradale, è stata inserita anche la “velocità esagerata”, denominazione che vuole introdurre il reato anche alla guida spericolata che può generare sciagure sulla strada.

Un punto su cui, però, si sono già consumate divisioni nelle forze politiche. Si parte dal principio del doppio rispetto al limite tollerato in quella sezione di strada, cioè si attiverebbe l’omicidio stradale solo quando in autostrada un veicolo sfrecci oltre i 260 kilometri all’ora, oppure dei 60 in tratti specifici. Insomma, la generalizzazione non soddisfa nessuno e probabilmente sarà la prima oggetto di emendamenti. In questi casi, la pena sarebbe entro un range dai sei ai nove anni.

C’è poi più di un dubbio che rimane: ad esempio, si discute se vada considerata, nell’imputazione di omicidio stradale, la velocità antecedente l’impatto o quella del momento esatto in cui si verifica l’urto. In queste situazioni, potrebbe venire utile la cosiddetta scatola nera che le recenti normative hanno incentivato per il montaggio sui veicoli. Anche questa soluzione, però, si presta a interpretazioni che le assicurazioni in primo luogo possono avanzare per scongiurare l’esborso di premi più elevati.

Alcool. Nella nuova formulazione del’omicidio stradale, a chiunque venga riscontrato un asso alcolemico di oltre 0,8 grammi/litro o sotto effetto di droghe finirebbe per incappare in una condanna da 8 a 12 anni.

Lesioni. Da ultimo, il testo che ha ricevuto l’ok in Senato prevede anche la fattispecie di “lesioni personali stradali”, che include le condizioni dell’omicidio stradale con l’esclusione della morte procurata. Il massimo sarebbe di sette anni in caso di feriti multipli, mentre o per lesioni gravi la pena verrebbe aumentata fino alla metà.

Fonte: leggioggi.it 

 

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