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Referendum 12 e 13 giugno 2011: un’analisi dei quesiti in chiave economica e di autonomia dell’Italia. |
Attualità |
Questo fine settimana si andrà a votare per quattro quesiti relativi alla privatizzazione dell’acqua, alla produzione dell’energia atomica in Italia e quindi alla realizzazione di nuove centrali nucleari, oltre al legittimo impedimento per le più alte cariche politiche. I temi dell’acqua e dell’energia sono fondamentali in qualsiasi paese del pianeta, in quanto rimandano a due risorse indispensabili per la sopravvivenza delle popolazioni, ciò che ordinariamente in un paese moderno e civile sembra essere scontato e disponibile in realtà è stato oggetto nel passato di guerre, conflitti, lotte, ecc e lo è ancora oggi. Per il controllo di queste due fondamentali risorse si combattono e ancora di più si combatteranno infatti guerre in futuro. L’Italia è un paese che vanta una forte tradizione di gestione pubblica delle acque, nonché una ineguagliabile diversità di tipologie di acque pubbliche e private per qualità e quantità, le acque italiane sono così pregiate, che vengono vendute in ogni angolo della terra, persino nelle lontane isole Svalbard, per capirci quelle che si trovano oltre il circolo polare artico e da cui partì Nobile per la conquista del Polo nord, si vendono acque minerali italiane nei pochi spacci esistenti. Acque pubbliche come quelle della città di Roma che provengono pure da sorgenti montane e rocciose sono poi di una qualità straordinaria. Cosa accadrà con la privatizzazione della gestione delle acque? Senza affrontare tutte le argomentazioni che i favorevoli al SI stanno già ampiamente ed adeguatamente divulgando, sembra opportuno porre il fuoco della riflessione su chi prenderà possesso di questa risorsa popolare e Statale. Saranno ovviamente società private che per lo svolgimento di tali servizi richiederanno il pagamento di un servizio certamente ben più oneroso di quanto avviene oggi, con molti dubbi sulla qualità dello stesso stante i grandi interessi in gioco, ma la domanda è soprattutto quali saranno queste società. La risposta è pericolosa: saranno nel centro-nord molto probabilmente grandi gruppi stranieri come sta già avvenendo nei settori dell’energia e della grande distribuzione commerciale, che sono sotto gli occhi di tutti, mentre al sud per le note difficoltà ambientali e lo stato delle infrastrutture che richiede investimenti poco remunerativi, saranno invece aziende che potrebbero avere capitali di provenienza quantomeno sospetta. Il rischio è che quindi la malavita nelle regioni del sud metta fortemente “le mani nell’acqua” per aumentare ancora di più il suo portafoglio economico e soprattutto per controllare il territorio e la popolazione. Di fatto comunque le risorse idriche rischiano di finire in mani straniere che poco avranno a cuore gli interessi degli italiani, che dovranno pagare profumatamente un servizio che oggi è invece pubblico. Per quanto concerne la costruzione delle centrali atomiche, anche qui tralasciando tutti gli argomenti relativi al rischio sismico dell’Italia che è simile a quello del Giappone, all’impossibilità ad oggi di smaltire i rifiuti radioattivi perché non si sa dove mettere materiali che perdono la loro pericolosità solamente dopo 300.000 anni come il plutonio, ecc, ecc, rimane anche qui l’incognita: quali società produrranno le centrali atomiche? Ancora una volta vi è il fortissimo rischio che saranno aziende straniere, stante le grandi quantità di capitali necessari, consegnando anche in questo caso non solo il futuro energetico dell’Italia in mani straniere ma anche la sicurezza e la salute stessa del nostro territorio e delle nostre persone. Nell’insieme sembrano scelte poco sagge e lungimiranti e per tale ragione è opportuno andare a votare ai referendum e votare SI senza incertezze, anche per rispetto alla libertà di poter esercitare un diritto la cui conquista è costata 150 anni fa, guerre e numerosi morti. News del 9 Giugno 2011 |
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