La Spending Review è legge: gli aspetti principali e ricadute sulla PA e Roma Capitale PDF Stampa E-mail
Pubblica Amministrazione

Ieri il Senato ha approvato in via definitiva la legge sulla Spending review, che prevede una serie di tagli sulla Pubblica Amministrazione.

Dipendenti pubblici, tagli degli organici e concorsi per dirigenti

Al di là delle forti ed enfatiche comunicazioni mediatiche in merito ai licenziamenti dei dipendenti pubblici il testo si presenta proprio sul settore del lavoro pubblico severo ma al tempo stesso prudente ed equilibrato.

Non a caso le reazioni delle OO.SS. hanno oscillato tra dichiarazioni della serie “abbiamo già dato e non è possibile fare altro” e altre più prudenziali della serie le “intenzioni sono nebulose”.

Forse complici di tali prudenze potrebbero essere state le modeste sforbiciate del 10% ai rimborsi dei CAF sindacali ed alle aspettative sindacali del personale pubblico, mentre nelle aziende private i sindacalisti li stanno licenziando (vedere FIAT a questo proposito).

I famigerati tagli sui pubblici dipendenti saranno in realtà più virtuali che effettivi nella gran parte delle PP.AA. in quanto sono riferiti alle dotazioni organiche teoriche e non già al personale effettivamente in servizio e siccome le dotazioni organiche teoriche sono tendenzialmente generose, i tagli si tramuteranno prevalentemente in ulteriori vincoli alle nuove assunzioni, i cui legacci sono stati peraltro ulteriormente stretti per i prossimi anni per poi allentarsi dal 2016.

Non vi sono ulteriori tagli alle retribuzioni tranne che per i buoni pasto di quelle Amministrazioni particolarmente generose con i propri dipendenti, infatti per fare un esempio il buono pasto di Roma Capitale è attualmente di soli euro 5,25 e quindi si potrebbe al contrario aumentarlo fino ad euro 7,00.

I prepensionamenti ed eventuali licenziamenti di personale ma solo dopo aver esperito con esito negativo le procedure di mobilità, potrebbero invece verificarsi in quegli enti, soprattutto alcuni Ministeri, Regioni e Comuni in particolare dell’Italia meridionale ove le dotazioni organiche di fatto sono maggiori di quelle teoriche da ridurre. Qui effettivamente qualche problema vi sarà, come nel caso della Regione Sicilia che annovera tantissimi dipendenti e le retribuzioni mediamente più elevate d’Italia a fronte di un’economia territoriale non proprio germanica.

In ogni caso verranno collocati a riposo prevalentemente i dirigenti di alcune PA, piuttosto affollate e che hanno tendenzialmente già maturato i requisiti per la pensione.

Vera nota “dolens” riguarda invece l’obbligo di fruire delle ferie nella settimana di ferragosto e in quella tra Natale e Capodanno, con esclusione dei servizi essenziali che ciascuna Amministrazione dovrà inevitabilmente rivedere.

I concorsi per dirigenti sono infine sospesi nei fatti fino al 31 ottobre 2012, successivamente potranno avere seguito laddove a seguito della riduzione del 20% negli organici vi saranno ancora posizioni vacanti e comunque entro i limiti del 20% del turn over…

Aziende di Servizi Pubblici Locali

Per le aziende di servizi pubblici locali a totale capitale pubblico e/o strumentali si aprono scenari inediti, le nuove norme impongono la loro alienazione entro il 31.12.2013 e la messa a gara pubblica dei servizi precedentemente affidatigli. Diversamente potranno essere salvate solamente con la loro cessione ai privati con gare pubbliche da espletarsi entro il 31.12.2012 ma con la garanzia dell’affidamento dei servizi per almeno cinque anno a partire dal 1.1.2014.

La norma prevede poi un blocco triennale delle retribuzioni prendendo a riferimento le retribuzioni dell’anno 2011 ed un blocco delle assunzioni analogo a quello delle PP.AA., infine tagli drastici del 50% alle assunzioni a tempo determinato.

Non ultimo la norma prevede che i CDA vengano subito ridotti a tre componenti di cui due dirigenti o funzionari della PA proprietaria del capitale aziendale, fino ovviamente al loro scioglimento o vendita ai privati.

Divieto di affidamento di consulenze al personale cessato dal servizio

La legge prevede che per le PP.AA.: è fatto divieto alle pubbliche amministrazioni inserite nel conto economico consolidato della pubblica amministrazione, come individuate dall’Istituto nazionale di statistica (ISTAT) ai sensi dell’articolo 1 della legge 31 dicembre 2009, n. 196 di attribuire incarichi di studio e di consulenza a soggetti, già appartenenti ai ruoli delle stesse e collocati in quiescenza, che abbiano svolto, nel corso dell’ultimo anno di servizio, funzioni e attività corrispondenti a quelle oggetto dello stesso incarico di studio e di consulenza.

Abrogazione della Vice-Dirigenza

Con la norma è stata anche abrogata definitivamente la figura della vice-dirigenza introdotta nel 2002 e mai attuata.

Acquisti centralizzati: rafforzato ulteriormente il ruolo della Consip

Si introducono altresì una serie di misure direttamente finalizzate a migliorare la qualità delle procedure di acquisto centralizzato. Si dispone in particolare: – l’estensione dell’obbligo di approvvigionamento attraverso le convenzioni Consip a tutte le tipologie di beni e servizi da acquistare da parte delle Amministrazioni pubbliche (ivi compresi gli enti del Servizio sanitario nazionale qualora non siano operanti le convenzioni-quadro delle centrali regionali di acquisto); – che l’Osservatorio dei contratti pubblici debba rendere pubblici attraverso il proprio portale tutti i dati e le informazioni relativi ai contratti di importo superiore a cinquantamila euro e debba inoltre trasmettere gli stessi, semestralmente, al Ministero dell’economia ed alla Consip s.p.a.(Concessionaria servizi informativi pubblici); – che il Ministero dell’economia debba mettere a disposizione a titolo gratuito nei confronti delle pubbliche amministrazioni e degli altri soggetti pubblici che si avvalgono di Consip il proprio sistema informativo di negoziazione, favorendo in tal modo il ricorso a modalità telematiche di acquisto; – che le amministrazioni pubbliche debbano adottare entro due anni dalla data in vigore del decreto-legge misure finalizzate al contenimento dei consumi di energia; – che per gli acquisti il cui importo sia inferiore alla soglia di rilievo comunitario, l’obbligo del ricorso al mercato elettronico sia esteso (oltre che alle amministrazioni statali, come già previsto) anche a tutte le altre amministrazioni pubbliche.

Riduzione delle Provincie e Città Metropolitane

In quanto istituzione prevista dal titolo V della Costituzione, possono essere soppresse solamente con una legge costituzionale, in considerazione dei tempi stretti a disposizone, il governo ha optato per la scelta più veloce e costituzionale di ridurne sensibilmente il numero senza quindi farle scomparire del tutto, ma raggiungendo in gran parte il risultato auspicato del contenimento della spesa. Si prevede inoltre il decollo delle città metropolitane previste nel lontano 1990 dalla legge 142.

Laddove partiranno le città Metropolitane in realtà le vecchi Province cambieranno la targa alla porta come “docet” il Comune di Roma ridenominato in Roma Capitale.

Sul sito di Quadrinet il testo normativo votato dal Senato ieri 4 luglio 2011.

 

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