PA digitale: il nuovo logo PDF Stampa E-mail
Pubblica Amministrazione

La lettera P e la A sovrapposte sul simbolo della chiocciola di internet, iscritte in un tasto di Pc. E' questo il simbolo selezionato da una giuria indipendente per rappresentare la pubblica amministrazione italiana.

Al suo ideatore, Giancarlo Fanti di Bologna, va un premio di 10 mila dollari.

''E' un simbolo che rappresenta bene la nostra strategia di comunicazione - ha spiegato il ministro della PA e Innovazione, Renato Brunetta - Questo logo sarà legato a tutta la nostra comunicazione, ci voleva perché si lavorerà sempre di più online''.

Il ministro si è detto anche soddisfatto delle modalità di selezione. ''Il contest, gara pubblica bandita su internet, è di per sé una comunicazione al quadrato, perché ha fatto conoscere la PA anche grazie al bando stesso: sono arrivate infatti 1.252 proposte e il sito ha registrato più di 200 mila visualizzazioni. Il tutto è avvenuto a costo zero perché i soldi dei premi sono stati messi da Formez e Forum PA''.

Oltre al vincitore, ci sono state quattro menzioni d'onore a cui vanno mille dollari a testa. Se le sono aggiudicate Vincenzo Gentile, Raoul Vecchiola, Bruno&Partners e Topspin.

Durante l’evento di presentazione del logo il ministro ha parlato anche dei certificati pubblici. "Basta chiedere a imprese e cittadini documentazione per informazioni che la pubblica amministrazione già possiede – ha sottolineato - Basta certificato antimafia, basta pacchi di certificati per partecipare ai concorsi". Secondo Brunetta la “semplificazione è una delle vitamine per la crescita" per questo Palazzo Vidoni mira ad eliminare completamente i certificati nei rapporti con la PA e sostituirli con autocertificazioni, mentre le certificazioni rilasciate dagli enti pubblici resteranno valide solo nei rapporti tra privati. Su questi ultimi sarà apposta la dicitura: "Il presente certificato non può essere prodotto agli organi della pubblica amministrazione o ai privati gestori di pubblici servizi".

In questo modo alle pubbliche amministrazioni e i gestori di pubblici servizi sarà lasciata solo la scelta fra acquisire d'ufficio dati e informazioni o accettare le autocertificazioni. Anche per il Durc, il Documento unico di regolarità contributiva, e le certificazioni antimafia, nulla sarà richiesto al cittadino e si dovrà procedere sempre all'acquisizione d'ufficio.

La prima reazione alla ricetta per la semplificazione annunciata da Brunetta viene dal procuratore nazionale antimafia, Piero Grasso. "Il ministro Brunetta è sempre molto originale. Stop ai certificati antimafia? Faccia una proposta di legge, la valuteremo...", ha fatto sapere Grasso.

"E' stato da poco approvato il Codice antimafia, che tra l'altro disciplina in modo molto rigoroso tutta la certificazione antimafia - ricorda Grasso - se il ministro aveva qualche osservazione da fare poteva farla in sede di Consiglio dei ministri". Al momento, comunque, "è inutile fare polemiche sterili - conclude - E non è mia abitudine prendere posizione su cose campate in aria".

La risposta di Palazzo Vidoni non si è fatta attendre. Il portavoce di Brunetta, Vittorio Pezzuto, in una nota sottolinea "che l’iniziativa di semplificazione annunciata dal ministro Brunetta serve proprio a rendere cogenti per le amministrazioni quanto già previsto in tema di certificazione antimafia dall’articolo 4, comma 13 del decreto Sviluppo (decreto legge n. 70/2011 convertito con la legge n. 106 del 12 luglio 2011) che prevede che “le stazioni appaltanti pubbliche acquisiscono d’ufficio, anche in modalità telematica, a titolo gratuito ai sensi dell’articolo 43 comma 5 del Testo Unico sulla documentazione amministrativa la prescritta documentazione antimafia”. Come vede, la legge già prevede che siano le amministrazioni pubbliche a doversi procurare la certificazione antimafia, senza più usare come fattorini le imprese e i cittadini. Più chiaro di così…".

Fonte: corrierecomunicazioni.it

 

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