Pubblica Amministrazione: Beni e servizi da programmare anno per anno PDF Stampa E-mail
Pubblica Amministrazione

Anche gli acquisti di beni e servizi vanno programmati dalle amministrazioni, anno per anno, insieme al bilancio. L'elencazione dell' attività contrattuale della Pa infatti non è più limitata ai lavori pubblici, ma dal prossimo 21 marzo si estende anche ai servizi e alle forniture.

Dando attuazione a quanto previsto dal Codice degli appalti entra in vigore, proprio mercoledì, il Dm Infrastrutture dell'11 novembre 2011 (pubblicato sulla «Gazzetta» del 6 marzo scorso) con gli schemi tipo per la programmazione triennale e l'elenco annuale dei contratti pubblici.

Il provvedimento sostituisce i modelli precedenti, datati 2005, pensati prima del Codice dei contratti (Dlgs 163/2006) che ha unificato le procedure per tutti gli appalti, di lavori , servizi e forniture. Ecco perché i nuovi modelli di programmazione si estendono per la prima volta anche ai beni e ai servizi.

A queste ultime due tipologie di contratti pubblici è riservata la scheda 4 dell'Allegato, quella appunto con il «Programma annuale forniture e servizi dell'amministrazione» che va compilata indicando la tipologia di contratto, il responsabile del procedimento, l'importo e le risorse finanziarie disponibili.

Ma in realtà gli enti locali hanno possibilità di discostarsene: sia perché il Ministero precisa che sono «fatte salve le competenze legislative e regolamentari delle Regioni e delle Province autonome» come riconosce in modo esplicito il provvedimento, sia perché la norma sulla programmazione annuale per servizi e forniture non è vincolante. Si chiarisce infatti che le amministrazioni aggiudicatrici «possono» adottare il modello, rendendo quindi la scelta una semplice facoltà.

Unica condizione è che per inserire un acquisto da programmare nell'anno l'ente deve aver completato la progettazione, cioè , deve avere disponibile: una relazione tecnico-illustrativa del contesto in cui va inserito il contratto, le prescrizioni per i documenti della sicurezza, il calcolo della spesa e degli oneri complessivi, il capitolato e lo schema di contratto.

Ma quella sui servizi e le forniture non è l'unica novità che gli enti locali dovranno affrontare nel mettere mano alla programmazione degli appalti: il nuovo decreto è molto più stringente sui vincoli per inserire un lavoro nell'elenco annuale. Rispetto al modello del 2005 non basta più indicare il livello raggiunto dalla progettazione, i vincoli ambientali e le finalità. Occorre avere già in mano la conformità urbanistica che - specifica l'articolo 3 - «deve essere perfezionata entro la data di approvazione del programma triennale e relativo elenco annuale». In altre parole, mentre in base al Dm del 2005 era sufficiente indicare una vaga «conformità urbanistica» dell'opera per inserirla nell'elenco annuale, dal 21 marzo invece l'effettiva fattibilità dell'opera (permessi, coerenza con il Prg e con la destinazione d'uso dell'area) va verificata e acquisita a monte, fin dall'inserimento di quell'intervento nel programma triennale che viene compilato molto tempo prima. Un paletto pensato per rendere più realistico l'elenco annuale che, appunto, potrà contenere solo i progetti realmente fattibili, sui quali sono già state acquisite tutte le autorizzazioni, ma che rischia di rallentare, e di molto, la programmazione dei lavori, visto che proprio la fase delle autorizzazioni e della localizzazione dell'opera è tra le più lunghe e complesse di quelle dell'iter realizzativo.

Fonte: Fonte: il Sole 24 Ore

 

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