Pubblica Amministrazione: CdM approva dlgs sui ritardi dei pagamenti tra imprese e tra imprese e PA PDF Stampa E-mail
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L’approvazione, da parte del Consiglio dei Ministri, su proposta dei Ministri per gli Affari Europei e della Giustizia del decreto legislativo che recepisce la direttiva 2011/7/UE sui ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali tra imprese, e tra Pubbliche Amministrazioni e imprese, attua la delega conferita al Governo con l’articolo 10 della legge n. 180 del 2011 (Statuto delle imprese).

Nonostante il termine per il recepimento della direttiva sia fissato al 16 marzo 2013, il Governo ha voluto provvedere ad una sua attuazione anticipata dal 1° gennaio 2013 in considerazione della importanza della normativa nonché dell'opportunità peculiare di garantire, in questo momento, le imprese e più specificatamente le piccole e medie imprese. L’Italia è il primo grande Paese europeo a dare attuazione alla direttiva. Il decreto legislativo è il frutto di una intensa attività di coordinamento del Ministro per gli Affari Europei con il Ministro co-proponente della Giustizia. L’Italia si dota, così, in anticipo sui tempi europei di una più rigorosa disciplina per contrastare i ritardi di pagamento, in particolare per quanto riguarda le Pubbliche Amministrazioni.

Sono così assicurati termini certi di pagamento: di norma trenta giorni, che non possono comunque superare i sessanta, consentiti solo in casi eccezionali.

Il decreto prevede, altresì, una maggiorazione del tasso degli interessi legali moratori, che passa dal 7% all’8% in più rispetto al tasso fissato dalla BCE per le operazioni di rifinanziamento. Per quanto riguarda i rapporti tra imprese, il decreto legislativo dispone un regime rigoroso stabilendo che il termine di pagamento legale sia di trenta giorni e che termini superiori a sessanta giorni possano essere previsti solo in casi particolari e in presenza di obiettive giustificazioni.

La disciplina del decreto legislativo si applicherà ai contratti conclusi a partire dal 1° gennaio 2013. Le Pubbliche Amministrazioni e le imprese avranno così il tempo per adeguarsi alle nuove norme e per adottare procedure operative e contabili più funzionali a prassi di pagamento rapido.

Confcooperative: “Finalmente, con l’approvazione del decreto legislativo ci si avvia verso la soluzione di un problema che da anni affligge le imprese di servizi del paese: i ritardi di pagamento da parte della pubblica amministrazione. Da tempo si attendeva il provvedimento e, nonostante il termine per il recepimento della Direttiva fosse in origine stato fissato al 16 marzo 2013, l’iniziativa del Governo di volere provvedere ad una attuazione anticipata al 1° gennaio 2013 lascia intravedere spiragli di luce che fanno ben sperare”. Cosi Massimo Stronati, portavoce del Coordinamento del Settore Servizi ed Utilities dell’Alleanza delle cooperative (che rappresenta 7.000 cooperative, 290.000 soci, 430.000 persone occupate e un fatturato aggregato di oltre 16 miliardi di Euro) esprime soddisfazione per la decisione del governo di recepire la direttiva Europea sui tempi di pagamento della PA. “Il problema dei ritardati pagamenti e del disconoscimento del diritto agli interessi legali e di mora continua a costituire una delle principali ragioni di indebolimento della capacità competitiva delle imprese italiane: penalizza quelle serie e corrette, falsa la concorrenza, rende di fatto più costosi i servizi erogati, riduce la qualità e rende più opachi i rapporti tra le pubbliche amministrazioni". “Certo, resta da colmare lo stock del debito pregresso – lamenta Stronati – ancora molte sono le incertezze sul sistema di certificazione dei crediti varato negli ultimi mesi che, nato sull’emergenza, costituisce un rimedio che ancora non decolla ed è lacunoso nella completezza dei provvedimenti. Confidiamo che con il provvedimento approvato, dal 1° gennaio 2013 si entri nella normalità per il nuovo, ma non vorremo - sottolinea Stronati - che per pagare il corrente si ritardi ancora di più il pagamento del pregresso rispetto al quale è necessaria una soluzione chiara e facilmente attuabile in tempi brevi“. “Abbiamo ragione di pensare - conclude Stronati - che con il decreto legislativo di recepimento ci si avvii ad operare una riforma organica improntata alla trasparenza e certezza di diritto nei tempi di pagamento e che vada ad incidere non solo sulle norme ma sui comportamenti e le responsabilità. Le imprese cooperative del settore, infatti, in un momento assolutamente critico e operando in un mercato che non è solo di enti pubblici, registrano marginalità sempre più basse ed attendono urgenti misure per la crescita e la produttività”.

Confartigianato: “Nel decreto legislativo che recepisce la Direttiva europea sui tempi di pagamento sono stati esclusi i lavori pubblici, vale a dire le imprese di costruzione che rappresentano il settore maggiormente colpito dal grave fenomeno dei ritardi di pagamento della Pubblica Amministrazione e delle imprese private”.

E’ quanto rileva Arnaldo Redaelli, Presidente di Anaepa Confartigianato che rappresenta gli artigiani e le piccole imprese del settore costruzioni. “Sollecitiamo – aggiunge il Presidente Redaelli – il rapido intervento del Governo per modificare le norme sui pagamenti previste dalla disciplina sugli appalti adeguandole a quanto previsto dalla Direttiva europea che fa esplicito riferimento alla progettazione e all’esecuzione di opere e edifici pubblici, nonché ai lavori di ingegneria civile”. “Si tratta di un intervento indispensabile – sottolinea Redaelli - considerato che le piccole imprese del settore costruzioni sono quelle che hanno registrato il maggiore aumento dei tempi di pagamento, cresciuti di 64 giorni nell’ultimo anno, e il costo più elevato derivante dai ritardi, pari a 1,6 miliardi di maggiori oneri finanziari. Tutto ciò non fa che aggravare la carenza di liquidità degli imprenditori alle prese con i pesanti effetti della crisi”.

ANCE: “Faccio appello al governo affinché renda esplicito, in fase di recepimento, che la Direttiva Europea sui ritardati pagamenti della Pa includa anche il settore dei lavori pubblici. L’esclusione delle costruzioni sarebbe inaccettabile per un settore che sta vedendo morire le sue imprese a causa delle inefficienze dello Stato”. Queste le dichiarazioni del Presidente dell’Ance, Paolo Buzzetti, al termine dell’audizione in Senato sul Decreto Crescita 2. “L’Europa ci ha chiesto un recepimento totale della Direttiva europea che impone il termine del pagamento della Pa in 30 giorni e così ci aspettiamo che sia.”

“Su questo punto si gioca il futuro di migliaia di imprese che aspettano da mesi una soluzione al problema sia per lo stock presente che per i crediti futuri – continua il presidente dell’associazione costruttori – confido in una scelta saggia che non tagli fuori il settore delle costruzioni dal circuito dei pagamenti nei termini previsti dalla direttiva”.

CNAPPC: Gli architetti italiani vantano crediti dalla P.A. per circa 500 milioni di euro sul totale di circa 2 miliardi che lo Stato deve al comparto della progettazione delle opere pubbliche. Si tratta di una situazione assolutamente insostenibile e che deve trovare soluzione in tempi brevissimi anche attraverso l'integrale recepimento della Direttiva Ue che impone tempi di pagamento tra i 30 e i 60 giorni. Solo così sarà possibile dare respiro ad un mercato - come quello della progettazione - che registra eccezionali ed insopportabili dinamiche di flessione". Così il Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori. "E' opportuno ricordare l'abnorme situazione dei debiti della Pubblica Amministrazione che, nel 2011, sono ammontati, secondo le stime del Financial Intermediation European Studies, a 168 miliardi di euro. Secondo la Banca d'Italia, inoltre, l'ammontare dei debiti non pagati nel 2011 dalla PA è stato pari a 70 miliardi di euro. Nel solo settore delle opere pubbliche si stima che la dimensione finanziaria dei ritardi di pagamento della P.A. alle imprese che realizzano lavori pubblici sia in costante crescita ed abbia raggiunto ormai 19 miliardi di euro sui 70 stimati dalla Banca d'Italia". "Confidiamo che nel recepimento della Direttiva europea venga inserito anche il settore dei lavori pubblici perché un intervento che li escludesse rappresenterebbe un colpo mortale, oltrechè per il settore delle costruzione anche per quello della progettazione che - per la stragrande sua parte - è composto da studi professionali di piccole o piccolissime dimensioni".

Fonte: legautonomie.it

 

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