Pubblica Amministrazione: Con i nuovi sindaci debutta finalmente l'«esame» dei conti PDF Stampa E-mail
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Il 2013 sarà ricordato per il primo vero esame per sindaci. Gli eletti nella tornata elettorale del 26/27 maggio e quelli usciti dal ballottaggio saranno infatti tenuti, entro 90 giorni dalla formalizzazione dell'incarico, a redigere la relazione di inizio mandato.

In tutta Italia sono stati in 719 a votare. Record in Sicilia (141). Meno di tutti in Trentino Alto Adige (1). Non scherzano la Lombardia (95), la Campania (89) e il Piemonte (50). Ma pure Calabria, Lazio, Puglia e Veneto con oltre 40 ciascuna.

Tanti (39) i Comuni al voto interessati dallo scioglimento per mafia. È viva la speranza che i cittadini abbiano saputo scegliere meglio di come hanno fatto nei ballottaggi. I risultati che sono usciti dalle urne misureranno il grado di civiltà raggiunto dai Comuni afflitti da questo fenomeno nel fare abortire ogni tentativo della "mafia" di reimpossessarsi delle istituzioni.

Cos'è la relazione di inizio mandato? E' uno strumento, introdotto nell'ordinamento con l'articolo 2, comma 3, del Dl 174/2012.

Ogni sindaco eletto deve dar conto di tutto ciò che trova, così come quello uscente deve dare conto di quanto lascia.

Più esattamente, il subentrante - a tre mesi dal suo insediamento - dovrà sottoscrivere la relazione di inizio mandato, predisposta dal responsabile del servizio finanziario o dal segretario generale. Da un tale documento dovrà emergere l'intervenuta verifica della situazione finanziaria e patrimoniale, nonché la misura dell'indebitamento dell'ente, rappresentato nella sua specificità.

Un atto di particolare importanza, dal momento che dai suoi esiti dipenderanno le sorti della gestione del nuovo sindaco, anche in relazione alla scelta di ricorrere o meno alle procedure anti-default. Costituirà lo strumento giuridico-contabile con il quale doversi misurare a fine sindacatura ma anche middle term.

Dunque, un appuntamento importante per i sindaci. Ma anche per i cittadini che avranno, finalmente, la possibilità di conoscere lo stato di salute dei conti del loro comune, in rapporto al quale dovranno o meno pagare le fiscalità più elevate possibili.

«Peccato non averlo saputo prima del voto», è ciò che esclameranno in tanti.

Certo, perché la quasi totalità dei sindaci uscenti non ha adempiuto a redigere, entro i 90 giorni antecedenti le elezioni, la relazione di fine del mandato perché graziati da una reiterata "disattenzione" nel predisporre il relativo schema. Un adempimento pensato per due ordini di motivi: a) avere modo di conoscere le malefatte gestionali dei sindaci uscenti e perseguirli "secondo (de)merito"; b) garantire la consapevolezza ai cittadini, utile a votare meglio e a scegliere chi più merita. I ritardi nel perfezionare il relativo schema, in Gazzetta Ufficiale, hanno fatto sì che ciò non succedesse sia nel 2012 che nel 2013.

Fonte: ilsole24ore.com

 

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