Pubblica Amministrazione: Il lavoro flessibile attende i modelli PDF Stampa E-mail
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Nelle prossime settimane, con un ritardo di oltre un anno, le pubbliche amministrazioni dovranno avviare il monitoraggio alla data del 31 gennaio delle assunzioni flessibili, degli incarichi di collaborazione e del ricorso ai lavoratori socialmente utili. Ammesso che sia reso disponibile, come annunciato nei giorni scorsi, l'apposito modello dal dipartimento della Funzione pubblica.

Non è invece possibile ancora oggi per i cittadini valutare l'impatto della contrattazione collettiva decentrata integrativa di tutte le Pa sui servizi erogati, a oltre 14 mesi dalla entrata in vigore della relativa norma, perché i modelli di relazione illustrativa delle intese e di valutazione da parte degli utenti non sono stati predisposti da parte, rispettivamente, del ministero dell'Economia e dalla Funzione pubblica. Il che determina il prolungarsi di una condizione di sostanziale opacità della contrattazione decentrata.

Il Dl 78/2009, nel dettare le disposizioni conclusive della possibilità di stabilizzare i lavoratori precari ha previsto, con una modifica all'articolo 36 del Dlgs 165/2001, l'obbligo per tutte le amministrazioni di redigere e inviare annualmente entro il 31 gennaio agli organismi di valutazione e alla Funzione pubblica una relazione sul ricorso alle varie forme di lavoro flessibile, al conferimento di incarichi di collaborazione e al ricorso ai Lsu. Tale relazione deve essere effettuata sulla base di un modello che deve essere predisposto da Palazzo Vidoni e il mancato rispetto di questo obbligo è sanzionato con il divieto di erogazione della indennità di risultato per i dirigenti inadempienti. La disposizione è rimasta fin qui inapplicata perché questo modello non è stato predisposto. Con la direttiva n. 2 emanata dal ministro Brunetta il 16 febbraio 2010, subito dopo la pubblicazione su queste colonne di un richiamo al rispetto della norma, si preannunciava che da lì a pochi giorni sarebbe stato predisposto il modello in modo da consentirne la trasmissione online; da qualche giorno il sito della Funzione pubblica preannuncia la pubblicazione del modello e di una nuova direttiva del ministro.

Una delle novità di maggiore rilievo della legge Brunetta in materia di relazioni sindacali è l'impegno a garantire la massima trasparenza dei contratti decentrati. Devono essere accompagnati da relazioni illustrative ed economico finanziaria redatte su un modello che deve essere predisposto dal ministero dell'Economia. Tale modello deve evidenziare «gli effetti attesi in esito alla sottoscrizione del contratto integrativo in materia di produttività ed efficienza dei servizi erogati, anche in relazione alle richieste dei cittadini». Questo modello, fino a oggi, non è stato predisposto: il che determina l'impossibilità di effettuare facilmente i controlli sulle principali scelte contenute in questi documenti e non consente di spiegare l'effetto dei contratti sulla qualità dei servizi. Ancora più importante è per molti aspetti la scelta legislativa di richiamare l'attenzione della opinione pubblica sulla contrattazione decentrata, così da favorire «forme diffuse di controllo». A tal fine il Dlgs 150/2009 impone che queste relazioni siano pubblicate sui siti internet unitamente a modelli predisposti dal dipartimento della Funzione pubblica, d'intesa con il ministero dell'Economia e la conferenza unificata, attraverso i quali i cittadini possano effettuare tale valutazione. Questi modelli, unitamente agli esiti della stessa, devono essere pubblicati sui siti delle singole Pa. I revisori sono chiamati a vigilare sull'attuazione e il mancato rispetto dell'obbligo è sanzionato con il divieto di adeguare le risorse della contrattazione decentrata. Norme finora non applicabili perché i modelli non sono stati predisposti.

Fonte: il Sole 24 Ore

News del 15 Febbraio 2011

 

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