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Pubblica Amministrazione: Il tetto ai debiti blocca gli investimenti |
Pubblica Amministrazione |
A tutti gli enti locali è stato imposto dalla legge di stabilità 2011/2013 un tetto assai ridotto all'indebitamento: conseguenza pressoché automatica sarà la riduzione della quantità di lavori pubblici e, più in generale, di investimenti. L'effetto sarà particolarmente forte per i piccoli comuni, caratterizzati da un notevole grado di rigidità nelle proprie risorse. Questa scelta, che si aggiunge ai dubbi esistenti sulla gestione associata e sulle assunzioni, finisce per condizionarne negativamente l'attività. L'Anci è impegnata a contrastare questo rischio e chiede al Governo e al Parlamento di rivedere la norma restrittiva degli investimenti, già in sede di conversione del decreto "milleproroghe". Il comma 108 della legge di stabilità chiarisce che nel triennio 2011/2013 i comuni e le province non potranno aumentare il proprio indebitamento rispetto al l'anno precedente se questo ha superato la soglia dell'8% del totale delle entrate correnti, cioè i primi 3 titoli del bilancio. Il calcolo deve essere fatto con riferimento al penultimo anno precedente a quello in cui viene prevista l'assunzione dei mutui. Le finalità della disposizione sono definite dallo stesso legislatore: «ricondurre la dinamica di crescita del debito in coerenza con gli obiettivi di finanza pubblica». La nuova soglia voluta dalla legge di stabilità incide in misura pesante soprattutto sui piccoli comuni, che hanno un bilancio assai rigido e volumi molto limitati di spesa corrente. Gli effetti negativi aumentano perché in molti enti nel corso del 2011 e degli anni successivi si avrà una contrazione delle entrate. Posto che l'indebitamento è invece difficilmente comprimibile, vista la sua natura di spesa rigida, il risultato sarà quello di fare aumentare il numero dei comuni, soprattutto piccoli, che ricadranno nel divieto di contrarre nuovi debiti e, quindi, effettuare nuovi investimenti. Fonte: il Sole 24 Ore News del 19 Gennaio 2011 |
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