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Pubblica Amministrazione: Licenziabile il dipendente Pa che si prostituisce su Internet |
Pubblica Amministrazione |
Nessuna discriminazione basata sull'orientamento sessuale, ma licenziamento legittimo per il dipendente pubblico che si prostituisce sui siti Internet provocando un danno alla Pubblica amministrazione. Lo ha stabilito la Cassazione con la sentenza 12898 depositata il 22 giugno. Il verdetto dei giudici trae origine dalla vicenda di un tecnico informatico di tendenze omosessuali, dipendente della Provincia del Verbano Cusio Ossola, licenziato dall'ente per aver offerto le proprie prestazioni sul web. Secondo la Cassazione si è trattato di un licenziamento per giusta causa, che punisce comportamenti tenuti dal dipendente al di fuori dell'attività di lavoro, ma ritenuti tali da influire sugli obblighi che da tale rapporto professionale derivano. Nell'offrire le proprie prestazioni sessuali a pagamento su alcuni siti ad hoc, attraverso la pubblicazione di annunci corredati da foto personali, tariffario, rimborso spese, il dipendente (che nella propria descrizione, peraltro, non aveva mancato di definirsi civil servant), ha infatti assunto «un comportamento lesivo dell'immagine dell'ente». I giudici ribadiscono con assoluta chiarezza che non è possibile ancorare il licenziamento ad alcun riferimento “neppure remoto” di natura discriminatoria. Proprio su questo aspetto, infatti, aveva insistito il dipendente chiedendo alla Provincia di accertare che il licenziamento incassato non traesse origine dalle proprie abitudini sessuali e avanzando una richiesta di reintegro, con conseguente risarcimento. Ma i giudici sono tranchant nel ribadire che il motivo è infondato e che il provvedimento è stato assunto «esclusivamente in relazione all'attività di prostituzione pubblicamente esercitata» dal dipendente. Fonte: ilsole24ore.com |
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