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Pubblica Amministrazione: Manager pubblici, in vigore il tetto agli stipendi |
Pubblica Amministrazione |
E’ entrato in vigore il tetto agli stipendi dei manager pubblici.Dopo settimane di proclami e di discussioni sulle proporzioni dei salari di alcuni dirigenti di Stato, è diventato effettivo il decreto ministeriale 166 del 24 dicembre 2013, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale dello scorso 17 marzo. Il provvedimento è rivolto aregolare i compensi degli amministratori con deleghe nelle società non quotate che risultano sotto il controllo del ministero dell’Economia. Inuovi stipendi dei manager saranno tarati in base al compenso del primo presidente di Cassazione, cioè a 311.658,53 euro lordi: ciò andrà commisurato al ruolo di amministratore delegato, mente il presidente non potrà sforare il 30% di tale quota per l’esercizio delle sue funzioni. Dunque dovrebbero essere tagliati gli stipendi dei manager di Stato, che nelle scorse settimane avevano trovato inMauro Moretti, ad di Ferrovie dello Stato, un portavoce inatteso.Le sue dichiarazioni “Se ci tagliano lo stipendio, molti manager potrebbero lasciare il Paese”, hanno suscitato un fortissimo dibattito, tra chi ha rispedito al mittente le esternazioni di Moretti e chi, invece, ha accolto l’uscita con ironia, al pari di Maurizio Crozza, che ha dedicato qualche fulminante battuta a questo argomento nella copertina di Ballarò della scorsa settimana. Una cosa è certa: difensori della causa dei colletti bianchi statali, in giro se ne sono trovati ben pochi. Quel che più conta è che il tetto massimo degli stipendi dei manager pubblici deve essere parificato al compenso spettante al primo presidente della Corte di Cassazione,in base a quanto stabilito, sì, dal decreto ministeriale appena uscito, ma, soprattutto, dal decreto 201 del 2011, altrimenti noto come “Salva Italia”. Tale normativa, stabilisce che le società non quotate controllate dal Tesoro vadano distinte per categorie, corrispondenti a unmassimo di stipendio per i propri amministratori delegati in base alla complessità dell’incarico,al valore di produttività e al numero dei dipendenti. In prima fascia, dunque, il Ceo di una società controllata potrà riscuotere fino al 100% del primo presidente di piazza Cavour, mentre, in seconda fascia, potrà incassare l’805 e, in terza, il 50%.Se si sarà trattato di un pesce d’aprile oppure no, lo scopriremo nelle prossime settimane. Fonte: leggioggi.it |
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