Pubblica Amministrazione: Pasticcio-riscossione per la Iuc al debutto PDF Stampa E-mail
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I Comuni possono affidare la riscossione della Tari e della Tasi rispettivamente ai soggetti che nel 2013 gestiscono il servizio rifiuti e ai concessionari che riscuotono l'Imu. È quanto emerge dal testo definitivo della legge di stabilità, che rischia di creare l'ennesimo pasticcio normativo. La nuova imposta unica comunale (Iuc) è infatti costituita da tre distinti tributi:

1) l'Imu sugli immobili non esenti;

2) la Tari per il servizio rifiuti;

3) la Tasi per i servizi comunali indivisibili.

Tuttavia il comma 489 consente di esternalizzare la gestione della Tari solo alle aziende di rifiuti, perché sparisce il riferimento ai soggetti affidatari dell'accertamento e riscossione della Tares, nonostante la specializzazione ad effettuare tale attività.

In compenso i Comuni potranno affidare la riscossione della Tasi ai soggetti esterni che nel 2013 accertavano e riscuotevano l'Imu. Nel complesso la norma non ha molto senso perché l'affidamento della Tari alle aziende di rifiuti riguarda di fatto una parte minoritaria di Comuni, cioè quelli a Tia. Lascia però allo sbando tutti gli altri Comuni, che dovranno decidere se internalizzare il servizio o espletare una nuova gara, con tutti i problemi anche sui tempi di attuazione. Non si comprende poi perché al concessionario Imu è possibile affidare anche la Tasi, tributo peraltro diverso, mentre lo stesso criterio non vale per la Tari con i concessionari Tares. Senza considerare il contenzioso che potrebbe scaturire dai contratti in corso che consentono ai concessionari di proseguire il servizio anche in caso di nuovi tributi sostitutivi di quelli oggetto di affidamento.
Restano inoltre da sciogliere i nodi sul soggetto che farà la riscossione coattiva dei tributi comunali, e con quali modalità. La legge di stabilità, nell'attesa che il Parlamento approvi la delega fiscale, ha rinviato alla fine del 2014 l'uscita di Equitalia dal comparto delle entrate comunali. Proroga che consente al ruolo di sopravvivere per un altro anno, mentre Comuni e concessionari privati continueranno a utilizzare l'ingiunzione "rinforzata", cioè con le norme del Dpr 602/73 «in quanto compatibili». Sarà poi la riforma della riscossione (contenuta nella delega fiscale) a introdurre uno strumento unico di pagamento, anche se il testo approvato il 25 settembre dalla Camera recupera a sorpresa l'istituto del ruolo, che andrebbe espunto dalla delega poiché in contrasto con gli altri criteri direttivi.

La legge di stabilità, poi, rinvia al 2015 l'obbligo di gestire in forma associata tutte le funzioni fondamentali, compresa la riscossione delle entrate, per i Comuni sotto i 5mila abitanti (3mila se in comunità montane). Quindi un altro anno di respiro per i piccoli Comuni, in attesa di conoscere l'esito della Corte Costituzionale sulla legittimità dell'associazionismo obbligato.

Buone notizie anche sul fronte delle società strumentali che gestiscono le entrate locali. Il settore era a rischio, specie dopo l'interpretazione della Consulta sull'articolo 4 del Dl 95/2012 (decisione 229/2013). La legge di stabilità prevede però la soppressione delle norme che impongono lo scioglimento o la privatizzazione delle società entro fine anno, salvando così un comparto che gestisce il 15% delle entrate locali.

Fonte: Sole24Ore.it

 

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