Pubblica Amministrazione: Performance management per PA e Sanità PDF Stampa E-mail
Pubblica Amministrazione

Il Performance Management (PM) è una pratica di gestione ben nota alle aziende del settore privato che sono abituate alla definizione di obiettivi strategici e al tuning di tutti i processi aziendali al fine di orientarli verso i target da raggiungere.

Tuttavia anche i responsabili degli enti della Pubblica Amministrazione e delle aziende sanitarie sono chiamati a migliorare i processi delle proprie strutture, a formulare strategie di crescita redditizia, ad allineare le strategie con i piani operativi e a sorvegliare attivamente le attività operative quotidiane. Ecco dunque che gli strumenti e le pratiche proprie del Performance Management devono diventare mezzi ordinari e quotidiani di lavoro.

Definizione

Una delle definizioni del Performance management lo identifica con "una disciplina di gestionale che consente all'organizzazione di collegare l'impostazione strategica alla concretezza dei piani operativi". Ovviamente sono presenti in commercio diversi software che costituiscono l'implementazione pratica dei principi teorici e che consentono di gestire e individuare sinteticamente i dati e soprattutto monitorare i risultati verificando l'eventuale scostamenti dagli obiettivi prefissati.

Il Performance Management per la PA

Nell'ambito della Pubblica amministrazione le aree funzionali, in cui il PM può fare la differenza, sono innanzitutto la misurazione della performance in senso stretto mediante gli strumenti di balanced scorecard che misurano l'efficacia delle strategie interne, permettono il monitoraggio dei costi, dei processi interni, e delle conseguenze sui cittadini.

La seconda area di miglioramento riguarda la gestione dei costi, finalizzata all'aumento dell'efficienza. In questo caso gli strumenti operativi e pratici sono quelli di contabilità analitica e di activity base costing (allocazione di risorse utilizzando fattori statistici per conoscere i costi complessivi del servizio erogato n.d.r.), per indagare dati di dettaglio quali ad esempio il costo unitario di un posto all'asilo nido o del generico posto letto occupato o libero in una struttura ospedaliera.

Le esperienze dei fornitori di soluzioni tecnologiche di questo tipo che hanno avuto e hanno a che fare con la PA riportano un alto grado di interesse da parte della PA centrale specialmente in quegli enti quali ad esempio Inail o Agenzia delle entrate molto attenti ai costi e alle spese, e in quegli enti di PA locale quali province e Comuni di una certa ragguardevole dimensione. Viceversa negli altri enti locali più piccoli si riscontra un atteggiamento più tiepido dovuto al fatto che in questi enti spesso mancano adeguati interlocutori di riferimento per i progetti tecnologici complessi, e che le scelte vengono influenzate dalla compagine politica la cui carica ha spesso durata temporale inferiore ai tempi di implementazione del progetto stesso.

Gli interlocutori di riferimento per l'attuazione di questo tipo di progetti sono dirigenti, deputati al controllo di gestione e/o al controllo dei costi, e comunque quei referenti che sviluppano e attuano strategie di direzione, mentre dal punto di vista tecnico l'interlocutore ideale è il responsabile dei Sistemi Informativi.

L'implementazione operativa riguarda ovviamente l'introduzione di strumenti IT che ben si integrano con i preesistenti processi aziendali, a patto che questi siano gestiti mediante un preesistente sistema informatico.

L'impatto sull'organizzazione è mediamente basso sulle risorse IT in termini di implementazione e manutenzione, e medio sull'utenza che deve imparare ad utilizzare i nuovi strumenti e infatti per attenuare questo cambiamento di gestione sono solitamente previste delle brevi sessioni formative.

L'ambito sanitario

Attualmente in ambito sanitario si assiste ad una Italia divisa in due fra le Regioni apripista concentrate al nord e al centro che hanno implementato sistemi di valutazione delle performance e della soddisfazione del cittadino e Regioni che se ne disinteressano completamente. Lo sostiene l'indagine "Per un sistema di valutazione dei servizi sanitari" svolta sul territorio nazionale da Carla Coliccelli con il contributo di Antonio Veraldi, che ha permesso di documentare una serie di esperienze nell'adozione del Performance management. In questa interessante pubblicazione sono riportate le esperienze del sistema sanitario nelle Regioni Piemonte, Lombardia, Toscana, Abruzzo e Friuli Venezia Giulia arricchite da osservazioni e commenti.

Anche se l'approccio alla sanità in ambito nazionale è condiviso in Italia non si può prescindere dalle singole Regioni che in maniera parzialmente autonoma applicano modelli gestionali diversi fra loro in termini di propensione all'innovazione, all'integrazione e collaborazione. Ecco quindi che l'introduzione di pratiche di performance management non ha per tutti lo stesso grado di priorità e convenienza e si assiste ad adozione di queste pratiche a macchia di leopardo nel contesto nazionale. Inoltre anche se i risultati di queste pratiche di gestione sono interessanti e positive, in Italia manca la condivisione del metodo in termini di criteri, di indicatori e di interpretazione dei risultati e la capacità e la voglia di diffondere le esperienze più avanzate a tutto campo.

Ovviamente nell'ambito privato si assiste ad una tendenza completamente opposta: ne sono la prova Novartis ed SDA Bocconi che hanno siglato un accordo dando vita all'iniziativa Academy of Healthcare Management and Economics, un programma triennale 2010-2012 che coinvolge 30 aziende sanitarie su tutto il territorio nazionale finalizzato alla ricerca, formazione, approfondimento e divulgazione degli strumenti di performance management a supporto dei processi di pianificazione strategica nelle aziende sanitarie.

Fonte: pubblicamministrazione.net

News del 2 Marzo 2011

 

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