Pubblica Amministrazione: Trasporto locale, pronto il «decreto autobus» con i contributi alle Regioni PDF Stampa E-mail
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È ormai in dirittura di arrivo il decreto con cui il ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, di concerto con l'Economia, ripartisce le risorse 2015 per comprare nuovi autobus da destinare al trasporto pubblico locale regionale e interregionale.

In Conferenza Stato-Regioni si terrà un incontro tecnico per dare il via libera allo schema predisposto dal ministero secondo i criteri previsti dall'ultima legge di stabilità, che in parte ripropongono i principi dei "costi standard": miglior rapporto tra posto/km prodotti e passeggeri trasportati, condizioni di vetustà e classe di inquinamento dei mezzi, eventuale cofinanziamenti regionali e locali, rapporto tra posti e km prodotti.

Meno risorse del previsto

Incrementate di 500 milioni per il triennio 2014-2016 dalla legge 147/2013 (Stabilità 2014), successivamente le risorse per rinnovare i parchi autobus locali sono state drasticamente ridotte a causa dei sacrifici chiesti alle Regioni dal Governo per raggiungere gli obiettivi di finanza pubblica. Il taglio è stato di ben 364,87 milioni di euro, per cui nel 2015 il netto rimasto a disposizione supera di poco i 260 milioni.

Caratteristiche dei mezzi

Premesso che è possibile acquistare solo autobus non inquinanti o almeno appartenenti alla più recente classe di emissione di gas di scarico, e che i mezzi devono essere dotati di dispositivi per contare i passeggeri in entrata e uscita, essere localizzabili durante la corsa ed essere predisposti per la convalida elettronica dei biglietti, il finanziamento statale verrà ripartito in base ai quattro criteri con peso differente.

Il 40% del finanziamento statale, infatti, è attribuito in funzione dei posti/km prodotti su base regionale rispetto al totale di quelli prodotti su base nazionale. Appena minore importanza (30%) viene data dallo schema di decreto alla vetustà del parco autobus, da calcolare sempre a livello regionale rapportandolo al corrispondente indicatore nazionale.

Pesano per il 15%, infine, l'entità dei contributi regionali al settore e il criterio del miglior rapporto tra posto/km prodotti e passeggeri trasportati.

L'erogazione dei contributi

Il provvedimento, all'articolo 14, prevede che le Regioni approvino i "piani di investimento in materiale rotabile su gomma da destinare ai servizi di trasporto pubblico locale regionale e interregionale" per il quinquennio 2015-2019.

Ogni anno, in base alle risorse disponibili a livello nazionale, lo Stato contribuirà al finanziamento dei piani. Il contributo statale per il 2015 sarà erogato alle Regioni in tre tranche:

1) Il primo 40%, come anticipazione, entro 12 mesi dalla sottoscrizione dei contratti di fornitura degli autobus, che le Regioni devono comunicare al ministero dei Trasporti, e dall'avvenuta registrazione del decreto presso la Corte dei conti;

2) Il 30% dopo il completamento di almeno il 50% del piano di investimento 2015 previsto dall'articolo 14 del decreto;

3) Il restante 30% quando il piano sarà realizzato (ed entro 24 mesi dalla registrazione del decreto alla Corte dei conti).

Il contributo per il 2016 segue più o meno la stessa rateazione di quello per il 2015, con eguali percentuali, mentre per gli anni successivi la prima tranche sarà erogata entro il 30 giugno dell'anno successivo a quello di riferimento, la seconda entro il 30 settembre e la terza entro il 31 dicembre sempre dell'anno successivo a quello di riferimento.

I contributi possono essere revocati se non sono rispettate le condizioni stabilite dal decreto.

Il centro unico di acquisto

Ogni Regione potrà chiedere al ministero delle Infrastrutture e dei trasporti di funzionare da centro unico di acquisto. I veicoli, infine, dovranno essere di proprietà di un ente pubblico e destinati unicamente ai servizi di trasporto pubblico locale regionale, interregionale e frontaliero.

Fonte: ilsole24ore.it

 

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