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4° Conferenza Nazionale APQ - Resoconto degli interventi |
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INTERVENTO 1
Dott.ssa Irene Tinagli Stiamo vivendo in un’era di grandi trasformazioni economiche e sociali, una fase di cambiamento che sta trasformando non solo le nostre economie e la nostra società, ma anche la nostra vita, e sta modificando al contempo la geografia della competizione globale e locale. “Un’economia che voglia intraprendere un percorso di sviluppo positivo e sostenibile ha bisogno di agire allo stesso tempo su variabili economiche, sociali e culturali. Questo – come spiega la ricercatrice - significa che una città o un territorio ha innanzitutto bisogno di capitale umano, di una base tecnologica forte e innovativa e di un sistema sociale aperto e stimolante che possa attrarre e trattenere nuovi e diversi tipi di talenti e consentire loro di esprimere al massimo il loro potenziale creativo ed economico”. L’intervista Rispetto ai tre fattori postulati nel rapporto, qual è la città italiana più attrattiva?
Cosa intende per classe creativa? In dieci anni di analisi la classe creativa ha raddoppiato la propria consistenza passando da 4 mila a 300 mila. Qual è la percentuale da attribuire al pubblico impiego? Le tre “T” di tecnologia, tolleranza e talento possono essere applicate al settore pubblico? Il settore pubblico è per certi versi un sistema chiuso, un’apertura è possibile? Il report: L’Italia nell’Era Creativa
INTERVENTO 2
Dott. Franco D’Egidio (Amministratore delegato della società Summit) L’attuale contesto economico è caratterizzato da rapidi cambiamenti e da una competizione globale sempre più incalzante che sta imponendo a tutti i livelli un ripensamento delle attività svolte direttamente dall’azienda. “I metri tradizionali di valutazione dell’impresa, basati sull’efficienza e sul compito, - per Franco D’Egidio - non sono più sufficienti perché non sono in grado di dare informazioni utili sulla potenziale crescita economica dell’azienda. Il nuovo capitale aziendale non è più quello finanziario ma è quello della conoscenza. Questa è la vera ricchezza”. La via del successo di un’azienda per continuare ad essere competitiva ed attirare investitori internazionali, ha spiegato l’amministratore delegato: “Sta nella valorizzazione degli intangibili ovvero delle risorse umane, dei marchi, delle innovazioni e dei brevetti” e citando Saint Exupery Antoine, l’autore de Il Piccolo Principe per D’Egidio: “Ciò che è veramente importante è invisibile agli occhi”. In sostanza chi concentra i propri sforzi sugli intangibili tende a costruire una cultura inimitabile e non soffre la concorrenza. Le principali leve su cui agire per vincere le sfide sono l’innovazione e il brand. “L’impresa con un patrimonio di marca forte riesce ad avere una migliore posizione negoziale. Il leader – ha concluso D’Egidio – ha il compito di creare un clima di fiducia basato non sulla tangibilità ma su requisiti intangibili quali conoscenza, idee, immaginazione, reputazione, fiducia e cultura. Dall’interazione si genera valore e la creazione del valore è il must del management moderno.”
INTERVENTO 3
L’innovazione tecnologica è la leva strategica per la crescita del nostro Paese e sarà uno dei principali strumenti per rafforzare la competitività aziendale. Le imprese, invece di affidarsi a vecchi modelli come l’innovazione del prodotto, si soffermeranno sul processo che lo ha reso disponibile al mercato poiché tale modello di business non è accessibile, non può essere copiato o acquistato sul mercato in quanto dipende dalla specifica organizzazione dell’impresa. “Nei prossimi cinque anni – ha spiegato Leandro Aglieri - l’innovazione tecnologica, in particolar modo l’Information technology, sarà lo strumento per riuscire a centrare o a fallire l’obiettivo di acquisire le caratteristiche di collaborazione, flessibilità, apertura, indispensabili per operare sul mercato. Dopo anni nei quali l’innovazione è stata incentrata sul prodotto “ci sarà – ha concluso Aglieri - una forte spinta all’innovazione dei processi aziendali ed è qui che il ruolo dei quadri diventa fondamentale: diventeranno l’asse di trasmissione dei processi di innovazione verso le imprese”.
INTERVENTO 4
Prof. Nicola Alberto De Carlo (Università di Padova) “Il benessere organizzativo, inteso come la capacità dell’organizzazione di promuovere e mantenere il benessere fisico, psicologico e sociale dei lavoratori” è caratterizzato da un insieme di fattori che spaziano dalle “regole implicite ed esplicite che consentono ai nuovi assunti di orientarsi ed essere accettati nel contesto lavorativo, al supporto organizzativo che fa si che i dipendenti percepiscano di essere rispettati, apprezzati e ricompensati per il lavoro svolto. Tali fattori incidono nella sfera della persona influenzandone l’operato e concorrono a promuovere o deprimere un miglior comportamento organizzativo”. |
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