La situazione dell’IPA: tra scandali e rischio di dissesto finanziario. PDF Stampa E-mail
Roma Capitale

E’ da diverso tempo che circolano tra i dipendenti capitolini voci inquietanti sulla situazione dell’IPA, lo storico Istituto di Previdenza ed Assistenza dei dipendenti capitolini oltre a quelli dell’AMA e del Comune di Fiumicino, ma le recenti denunce dell’associazione ARVU Europea, hanno aperto uno spaccato sulla realtà, molto più ampia di quella che si poteva immaginare, che è stata ultimamente oggetto di articoli della stampa e di interrogazioni di esponenti politici.

La prima l’ha presentata Gemma Azuni, consigliere comunale Sel volta a «(…) capire le modalità di utilizzo del personale, anche comunale, le forme di pagamento, forma giuridica, struttura, esborsi, consulenti esterni». La Consigliera Gemma Azuni ha investito della vicenda anche il prefetto. La seconda interrogazione è stata presentata dal Senatore dell’Italia dei valori Stefano Pedica alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e al Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, con cui si chiedono chiarimenti sulle spese sostenute per le consulenze esterne ma anche sui tassi di interesse praticati ai dipendenti che ottengono un prestito. Secondo il capogruppo Mpa nel Consiglio Regionale del Lazio, Rocco Pascucci, dopo le «sempre più frequenti parentopoli nelle varie municipalizzate capitoline, il mondo della politica deve esprimere un chiaro segnale di discontinuità».

Ma qual è la natura giuridica dell’IPA?

L’IPA in realtà non è un Istituto ma un’associazione di dipendenti, che dovrebbe avere lo scopo di fornire forme di assistenza economiche e sanitarie ai propri associati. In realtà esso sembrerebbe fare anche altro: -si comporta come una banca erogando prestiti ai dipendenti con spese di gestione ed istruttoria “sensibili”, che a volte mettono in difficoltà proprio chi li richiede, vengono poi utilizzati criteri di assegnazione e tempistiche non sempre comprensibili; -non eroga prestazioni previdenziali ovvero le cosiddette pensioni e/o rendite, in quanto eroga solamente una sorta di liquidazione, divisa peraltro in due distinte “buonuscite dal lavoro”: “l’indennità di fine servizio” e l’”indennità suppletiva di fine servizio” (sul cedolino è riportata come CIP), ciascuna con un suo distinto criterio di calcolo (in nome della semplificazione?); - ha sviluppato negli anni tutto un settore di viaggi e vacanze, che nulla hanno a che fare con le sue finalità istituzionali e che ha dei costi, ma quali? Senza contare poi che già esiste il Cral Comunale che organizza esattamente le stesse cose e che pure ha le sue problematiche (vedere al riguardo quanto è accaduto in occasione della Befana dei bambini di quest’anno); -è diventato un ente erogatore di consulenze d’oro a destra e sinistra, coinvolgendo soprattutto i dirigenti in pensione del Comune. Perché ? A quale scopo? Cosa producono?

Ma la denuncia dell’ARVU Europea mette in evidenza anche i seguenti fatti: - l’IPA è ormai completamente coinvolta in una nuova parentopoli; -lo Statuto invece di essere modificato dagli associati viene invece modificato a piacimento con altre modalità, di fatto espropriando i dipendenti-associati dalla possibilità di poter discutere ed intervenire sulle scelte; - il Presidente e il Direttore invece di essere eletti dai dipendenti vengono nominati dal Sindaco; - nell’ente vi sono ruoli dirigenziali, di consulenza ed altro che sono di fatto assegnati a vita, le persone una volta entrate per incarichi, che dovrebbero essere a tempo determinato e sottoposti a valutazione, in realtà vi rimangono finché non muoiono o sono impedite da gravi malattie fisiche; - gli attuali Consiglieri dell’IPA, il Presidente e il Direttore percepiscono emolumenti ragguardevoli (dai 60 ai 90.000 euro l’anno ciascuno), che si sommano ad altre retribuzioni, senza contare lo stuolo di consulenti, che percepiscono anch’essi somme rilevanti.

Solamente per le retribuzioni degli organi di governo dell’ente e dei consulenti, in base ai dati forniti dall’ARVU Europea si supera il milione di euro l’anno, che moltiplicati per dieci anni porta alla somma ragguardevole di 10-12 milioni di euro, che potevano essere risparmiati per finanziare la salute degli associati o garantire un migliore trattamento economico di fine rapporto. E tutto ciò senza contare i costi sostenuti per il settore dei viaggi e vacanze e le spese di rappresentanza … Ma l’aspetto più preoccupante per tutti i dipendenti iscritti all’IPA, concerne la gestione del servizio, che costituisce il “cuore” dell’ente, ovvero le due liquidazioni economiche erogate a seguito del pensionamento.

Infatti, non sono note le modalità con le quali viene investito il denaro versato mensilmente dai dipendenti iscritti all’IPA. Le singole quote versate mensilmente appaiono teoricamente modeste guardando la singola busta paga, ma ciò non deve ingannare in quanto cumulate fra di loro raggiungono cifre ragguardevoli, che in base ad una nostra stima dovrebbero aggirarsi intorno ai 12-14 milioni di euro l’anno, oltre al contributo economico annuale versato da Roma Capitale ma tra l’altro non dall’AMA e dal Comune di Fiumicino.

Quali investimenti vengono effettuati con tale denaro? Quale è oggi la situazione finanziaria del denaro versato mensilmente da tanti dipendenti e destinato alla loro liquidazione? Quali sono i margini di profitto del denaro versato ed eventualmente investito in non si sa che cosa? Non vi sono rendicontazioni pubblicate al riguardo e nulla circa gli esiti degli eventuali investimenti. Le poste finanziarie del bilancio dell’ente sono in equilibrio? Sul sito dell’IPA non vi è traccia alcuna di queste informazioni indispensabili per comprendere cosa succede, anzi il sito presenta scarse informazioni e rimanda in diversi casi alle pagine del sito di Roma Capitale, dove sono rinvenibili le poche notizie realmente utili sul calcolo delle due forme di liquidazione.

Ma anche qui sorge una domanda. Per quale ragione le informazioni (poche) concernenti il trattamento di fine rapporto dell’IPA, che costituisce una delle sue due funzioni fondamentali, si trovano sul sito del Comune di Roma anziché sul sito dell’IPA? Per quale ragione le informazioni sul funzionamento dell’IPA, relative agli investimenti finanziari effettuati, le modalità di reperimento del personale e le loro retribuzioni, ecc. non vengono regolarmente pubblicate e rese note? Sono domande al momento senza risposte.

 

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